martedì 30 dicembre 2008

"UTOPIE CALABRESI" AUGURA BUON ANNO!


FELICE 2009!!
IL NUOVO ANNO PORTI AL MONDO LA PACE

Fogos, luzes, abraços, amigos, beijos, família, sorrisos, lágrimas
Velhas promessas, novas esperanças,
Lembranças de momentos felizes,
Lembranças daqueles que amamos e que, por alguma razão, não estão conosco,
Silêncio, em honra daqueles que natureza chamou,
Instante de compartilhamento da dor das famílias,
Instante de desejar que as feridas sejam rapidamente cicatrizadas,
Que as lágrimas de cada uma dessas pessoas
Sejam beijadas por anjos no Ano Novo.

Que 2009 seja um ótimo ano para todos, cheio de Saúde, Paz, Amor e Harmonia! Feliz 2009!!!

Disastro ambientale di Crotone: sequestrato stabilimento ex Pertusola Sud

Sequestrate alcune aree di Pertusola Sud
Il procuratore Mazzotta: “Dai carotaggi effettuati in 18 siti confermata la presenza di materiale tossico”

CROTONE. I primi risultati dei carotaggi effettuati nei 18 siti sequestrati a Crotone lo scorso 25 settembre dalla magistratura nel corso dell’operazione “Black mountains” confermano “la presenza di materiale tossico sopra i parametri di legge”. È quanto ha annunciato il procuratore della Repubblica di Crotone, Raffaele Mazzotta, nel corso della conferenza stampa tenuta a palazzo di giustizia per illustrare i dettagli del sequestro preventivo effettuato di alcune aree all’interno del vecchio stabilimento Pertusola sud di Crotone, ormai dismesso dalla metà degli anni Novanta, e di una discarica che sorge alle spalle della fabbrica e a ridosso del litorale. Il provvedimento, emesso dal gip Paolo De Luca, è stato notificato al direttore pro tempore di Pertusola Vincenzo Mano, al direttore dei lavori della messa in sicurezza del sito Pertusola e della discarica a mare, Stefano Ciampicacigli e al legale rappresentante della ditta che ha eseguito quei lavori Giovanni Ciampà. Agli indagati vengono contestati i reati di disastro ambientale, avvelenamento delle acque e violazioni in materia di smaltimento di rifiuti tossici in quanto per le opere di bonifica dei siti è stato utilizzato un materiale composto da scorie nocive per la salute. Le stesse che, secondo quanto accertato dalla magistratura, sono state utilizzate nei 18 siti già sequestrati a settembre sui quali poi la procura della Repubblica di Crotone ha disposto i carotaggi i cui primi risultati, sulla scorta della perizia depositata dal professor Giovanni Sindona, direttore dipartimento di chimica dell’Università della Calabria, sono stati illustrati dal procuratore Mazzotta. “Siamo in presenza di un disastro ambientale ma non vogliamo mandare messaggi devastanti all’opinione pubblica - ha affermato Mazzotta - il problema è capire quali sono i rischi attuali e come evitare ulteriori conseguenze. Il problema non è costituito dal manufatto di Pertusola o della scuola San Francesco ma dal materiale che c’è nel suolo e nel sottosuolo che non è stato inertizzato”. In definitiva “la situazione che stiamo verificando allo stato è allarmante - ha concluso il procuratore Mazzotta - però mi riservo di dare un giudizio complessivo su quali possano essere i rischi attuali per la salute”. “Stiamo cercando di far riacquistare credibilità alle istituzioni in questo territorio violentato da criminalità mafiosa e ambientale”. È quanto affermato dal procuratore della repubblica di Crotone Raffaele Mazzotta a proposito delle indagini sui rifiuti tossici che nel settembre scorso e questa mattina hanno portato al sequestro di una serie di siti inquinati. “Di fronte ad un’opinione pubblica smarrita da queste vicende ho ritenuto che fosse fondamentale dare una risposta forte assumendo personalmente la direzione dell’indagine, aprendo nuovi fascicoli e contestando ulteriori ipotesi di reato” ha aggiunto Mazzotta che è coassegnatario dell’inchiesta “Black mountains” con il sostituto procuratore Pierapolo Bruni. “Accerteremo tutte le responsabilità - ha concluso il procuratore - senza guardare in faccia a nessuno”.

VEDI ANCHE:

Crotone, vista dall’alto
 (Fonte: http://calabria.blogosfere.it/2006/05/ )

lunedì 29 dicembre 2008

Andrea Oliveiro, presidente Acli: in Medio Oriente c'è chi non vuole la pace

''Questo deve essere detto con chiarezza - afferma Olivero - oggi c'è una popolazione che subisce bombardamenti indifferenziati"

(ASCA) - ROMA, 29 dic - ''La vera questione da porsi non è di chi sono le colpe o le ragioni, ma chi sono oggi le vittime''. Il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, interviene con una nota sulle tragiche vicende di Gaza direttamente dalla Terra Santa, dove si trova in questi giorni per un pellegrinaggio e per seguire il cantiere di alcuni progetti delle Associazioni dei lavoratori cristiani in sostegno alla popolazione. A Gerusalemme ha incontrato il parroco latino padre Ibrahim Faltas. A Betlemme, da dove parla, padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa.
''L'impressione da qui - dice Olivero - è che ancora una volta, proprio quando la situazione sembrava rimettersi sulla buona strada, qualcuno torna a far prevalere la logica della guerra. In queste settimane stavano infatti riprendendo i pellegrinaggi, si stava quindi riattivando l'economia, ed ecco che di nuovo si riprende a combattere. E' chiaro che qualcuno la pace non la vuole''.
''Se ci mettiamo a cercare le colpe le troviamo da tutte le parti - continua il presidente delle Acli - ma la vera questione da porsi per capire cosa fare è chi sono le vittime, non quali sono le ragioni. E in questo caso, guardando a Gaza, le vittime sono i più poveri, persone che vivono in un milione e mezzo dentro 30 km quadrati. Che oggi stanno subendo la violenza della guerra senza avere nessuna responsabilità e nessuna colpa''.
''Questo deve essere detto con chiarezza - insiste Olivero - oggi c'è una popolazione che subisce bombardamenti indifferenziati. Le guerre e le operazioni chirurgiche non esistono. Quando si lanciano bombe dal cielo si uccidono i civili come i militari combattenti''.
Il presidente delle Acli racconta di due città ''fantasma'', Gerusalemme e Betlemme: ''E' tutto chiuso qui, i negozi dei quartieri sia arabi che cristiani sono serrati, ogni segno di festa per il Natale è stato spento o tolto, in segno di lutto e di tristezza''.
Quindi l'appello, ''a tutti'', per il cessate il fuoco ''immediato'', ''perchè si torni a ragionare e non a combattere''. ''Ma un appello particolare va fatto a Israele - aggiunge -, che da Paese democratico qual è ha una responsabilità in più nel cercare con ogni mezzo la pace e nel portare avanti una trattativa con metodi certamente rigorosi, che non possono però essere le bombe lanciate dal cielo''.

http://www.traveladventures.org/countries/israel/images/dome-of-the-rock03.jpg Moschea della Roccia (dettaglio) 
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La catanzarese Rossana Cosco a “Cinema inFesta - Effetto Domino”

E' autrice del volume “Il mondo al femminile nelle Variae di Cassiodoro”, pubblicato dalle Edizioni Ursini.

CATANZARO - Promuovere e valorizzare i giovani talenti emergenti in tutti i campi artistici e che si trovano anche oltre i confini della nostra regione. E’ questo l’obiettivo della manifestazione “Cinema inFesta-Effetto Domino” programmata per domani sera alle 21, con ingresso gratuito, presso il Teatro Rendano di Cosenza.
Tutto nasce dall’esperienza di un laboratorio cinematografico, sorto all’interno della San Carlo Borromeo Onlus, che ha cominciato ad operare come piccola casa di produzione cinematografica e che ha all’attivo già due cortometraggi e uno spot pubblicitario per il contest di Armani parfums.
Tale esperienza è cresciuta di anno in anno e la produzione del nuovo corto: Playing Domino, ha visto coinvolti più artisti provenienti da più parti d’Italia. Oggi, grazie ad internet e ai siti web, è facile per i giovani comunicare e scambiarsi esperienze e così là dove i campi di interesse risultano confinanti si crea spesso una comunicazione che facilmente sfocia in una proficua collaborazione.
Da qui si scatena l’Effetto Domino, ossia l’esigenza di presentare ai giovani non solo il prodotto finale del laboratorio, che è appunto il cortometraggio, ma anche di scoprire il percorso di ogni singolo artista o scrittore che in qualche modo ha incrociato la strada del laboratorio.
Tra i giovani “contaminati-infestati”, c’è la catanzarese Rossana Cosco, autrice del volume “Il mondo al femminile nelle Variae di Cassiodoro”, pubblicato di recente dalle Edizioni Ursini.
La serata sarà una kermesse dove musicisti, ballerini, attori, scrittori, performeranno la loro arte e racconteranno un po’ di loro, della strada già fatta e di quella che intravedono davanti a loro. Giovani artisti locali si incontreranno con giovani artisti di tutt’Italia per dimostrare che inseguire i propri sogni e le proprie passioni non è un’utopia, ma una cosa possibile, che genera ottimismo e gioia di vivere, anche se ancora non si è conseguito un grande successo.
Nata a Catanzaro nel 1975, conclusi gli studi secondari presso il cittadino liceo classico “P. Galluppi”, Rossana Cosco si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università della Calabria, conseguendo la laurea in Lettere classiche con indirizzo archeologico.
Ammessa a frequentare la SSIS, si abilita all’insegnamento del latino e del greco. Successivamente rivolge i suoi interessi didattico-formativi anche all’universo dei diversamente abili. Arricchisce, quindi, il suo capitale professionale con un Master in “gestione delle risorse umane”, che l’aiuta a scoprire la sua predisposizione a porsi al servizio della persona. Attualmente si divide tra insegnamento e impegno sociale.
''Col volume edito da Ursini l'autrice ha inteso pervenire ad un ordinato reticolo concettuale di quelli che si possono ritenere i più significativi temi, problemi e possibilità di riflessione, relative ad un rilevante capitolo contemplato nelle Variae di Cassiodoro Senatore: le donne.

VEDI ANCHE:
Il mondo al femminile nelle «Variae» di Cassiodoro
Un saggio di Rossana Cosco

Cosenza - Teatro Rendano: manifestazione "Il Cinema in festa: nuove generazioni e pari opportunità''
Con la proiezione del cortometraggio Playing domino, di Daniela Sergio


domenica 28 dicembre 2008

Cent'anni fa il terremoto di Reggio e Messina

Era il 28 dicembre 1908 - ore 5.21

(Adnkronos) - Sono le 5.21 di un freddo mattino d'inverno del 1908. E' il 28 dicembre del 1908 e la gente ha finito di festeggiare il Natale. Si è da poco conclusa l'Aida andata in scena al teatro di Messina. All'improvviso un boato, poi la terra inizia a tremare tra Messina e Reggio Calabria per 37 secondi, che sembrano un'eternità. E' la catastrofe. Decine di migliaia di persone sono prese dal panico e scappano da casa, si riversano sulle strade e sulle rive del mare, ma non servirà a molto, perché 80.000 messinesi e oltre 15.000 reggini moriranno nel più tragico evento sisimo della storia italiana.Oltre il 90% degli edifici di Messina vengono rasi al suolo. E come se non bastasse, dopo il sisma che raggiunge i 7,1 gradi della scala Richter, pari agli undici gradi della scala Mercalli, Messina e le coste reggine vengono sconvolte da un maremoto che porta via quello che rimane.Sono trascorsi cento anni dalla tragedia del 1908, ma a Messina sono migliaia le persone che vivono ancora nelle baracche. Vecchie, fredde, fatiscenti, senza riscaldamento. I tetti sono in eternit, il materiale è composto da amianto. Se piove, entra l'acqua dappertutto. Un inferno disposto su una superficie di oltre 50.000 metri quadrati. Ci sono topi, ratti e animali di ogni genere che si intrufolano nelle baracche. E la gente è stanca. Qualcuno ha addobbato un alberello natalizio un po' spoglio. "Anche per noi è Natale...", dice una signora con le lacrime agli occhi.

La rete idrica calabrese è un colabrodo

Lo sostiene Assoutenti Calabria

''La rete idrica calabrese è un colabrodo e contribuisce a far perdere il 78% dell'acqua: una vergogna che appartiene per intero ai Comuni , che sono i responsabili di questa situazione. La perdita dell'acqua avviene in misura superiore al 25% della già fallimentare media nazionale, per come ha evidenziato di recente l'Authority sui lavori pubblici. Bisogna considerare che nei progetti strategici sulla rete idrica ci sono delle lacune storiche, che chiamano alle dovute responsabilità le singole amministrazioni''.
Lo sostiene, in una nota, Assoutenti Calabria. ''Nel corso del tempo, Sorical (che è l'ente erogatore) ha migliorato sensibilmente la qualità degli investimenti - dice Assoutenti - anche su impulso dell'assessorato ai lavori pubblici, ma i Comuni continuano a non intervenire sulla risistemazione della rete idrica, facendo pagare ai cittadini una quota salata per servizi inesistenti . E' opportuno specificare, inoltre, che le tariffe applicate da Sorical sono inferiori alla metà di quello che poi i cittadini contribuenti pagano e che le stesse amministrazioni non versano il dovuto alla società mista, operando una distrazione di risorse che aggiunge la beffa al danno compiuto contro la cittadinanza''. (Asca)

Un'iniziativa per "Gino Strada e Emergency Premio Nobel per la Pace 2009"

di Domenico Condito

Su Facebook è nato un Gruppo per sostenere la candidatura di Gino Strada e Emergency al Premio Nobel per la Pace 2009.
Si tratta di "un Gruppo di opinione indipendente da Emergency che non lo ha ispirato, né lo sostiene sotto nessuna forma e con nessun mezzo".
Il Gruppo punta a 1milione di adesioni da raccogliere entro il 30 giugno 2009. Entro il 7 luglio 2009 l'appello, accompagnato dai nomi di tutti coloro che avranno aderito, verrà inviato alla "Foundation Nobel Peace Center" [P.B. 1894, Vika 0124- Oslo (Norway)] "come manifestazione concreta della volontà di 1milione di italiani perchè venga riconosciuto il Nobel per la Pace a Gino Strada e Emergency".
"Sappiamo bene - affermano i promotori del Gruppo - che il Premio Nobel per la Pace viene assegnato in totale e assoluta autonomia di giudizio dalla Fondazione "Nobel Peace Center", ma crediamo che questa nostra iniziativa sia comunque dovuta come forma di gratitudine all'impegno lungo 15 anni di Gino Strada e di Emergency.
Ci rivolgiamo a:
- Tutti coloro che in questi anni hanno seguito, apprezzato e sostenuto l'impegno di Gino Strada e le attività di Emergency perchè aderiscano e diffondano questa iniziativa
- Tutti i media nazionali e locali perchè rilancino l'iniziativa
- Tutti i giornalisti e gli operatori dell'informazione perchè scrivano intorno a questa iniziativa contribuendo a diffonderne i contenuti (Radio, Tv, quotidiani, settimanali, mensili, media on-line)
- Tutti i Bloggers e i coordinatori di siti e portali web d'informazione perchè pubblichino e diffondano i contenuti di questo Gruppo".

E' possibile aderire su FACEBOOK all'iniziativa promossa dal giornalista Roberto Di Nunzio, ma si può anche firmare sul sito dell'ARTICOLO21 che ha rilanciato l'appello. Si contano già più di 7.000 adesioni.

UTOPIE CALABRESI sostiene la candidatura di Gino Strada e Emergency al Premio Nobel per la Pace 2009 e aderisce all'iniziativa lanciata su Facebook.

sabato 27 dicembre 2008

I botti di Capodanno mettono in pericolo tanti animali

Stop ai botti di Capodanno: «Fanno morire i cani vecchi»

MILANO - Petardi, miccette, girandole, fuochi d’artificio: l’incubo degli animali. Mentre tutta Milano scende in piazza per festeggiare, sono tanti i cani terrorizzati che trascorrono la notte di Capodanno a tremare come foglie o a girare senza pace da un angolo all’altro del cortile. Qualcuno, tra i più anzianotti con il cuore debole, non ce la fa a reggere allo spavento dei botti. Stessa sorte per gli uccellini in gabbia o per altri piccoli animali che non sopportano lo stress dei «bombardamenti» della Mezzanotte.

Un problema da non sottovalutare. Lo sa bene l’associazione di difesa degli animali Aidaa, che ha lanciato una petizione on line sul sito www.firmiamo.it/noaibottidicapodanno. Obbiettivo: dire no ai petardi, tanto pericolosi per l’uomo quanto letali per gli animali. Il gruppo di volontari ha anche attivato un telefono amico per dare una mano in tempo reale ai padroni nei giorni di festa. E per cercare di combattere l’abbandono di cani e gatti che, solitamente, tocca picchi preoccupanti proprio tra Natale e l’ultimo giorno dell’anno, quando le famiglie si sbarazzano del cucciolo di casa per andarsene in vacanza senza fardelli.

Quest’anno le telefonate arrivate tra il 25 dicembre e Santo Stefano sono state 26, la metà rispetto al 2007. Qualcuno ha chiesto l’aiuto di un veterinario, qualcun altro un consiglio per assistere il barboncino malato. C’è stato anche chi, alla Vigilia di Natale, ha segnalato casi di cani sotto shock a causa della scossa di terremoto avvertita lo scorso martedì da Parma a Milano.

SALVATORE PUJIA

Testo critico
di Maria Rosaria Gallo

Salvatore Pujia è nato a Nicastro (CZ) nel 1965.

Ha frequentato il Liceo Artistico Statale e l'Accademia delle Belle Arti di Catanzaro e attualmente vive e lavora in provincia di Cuneo. Per lui l'arte è un gioco. Dipingere significa vivere, nel senso proprio di sentirsi vivi. Produrre significa esplorare e sperimentare. E con questo spirito Salvatore Pujia conduce il suo lavoro artistico: sempre in divenire, aperto a nuove esperienze visive, passando con disinvolta creatività dai pennelli alle crete, dalla tela alla carta, alla tavola, dal grande formato al fuori misura.

Il suo è un linguaggio pittorico che muove da esperienze sostanzialmente informali ma, nel corso della sua evoluzione, si è via via arricchito di contenuto e forma.

Pujia è un artista disarmante. La sua espressione artistica risiede nell’innocenza e nell’ingenuità con cui si rapporta alla tela. Non ha mediazioni. Nelle sue opere vive la violenza pura della forza e la leggerezza voluttuosa del sentimento.

Non c’è progetto costruttivo nella sua ricerca, ma naturalezza: puro istinto, puro cuore. Pura passione. L’arte per Pujia è un’esplorazione a doppio senso, materiale ed emozionale. Spontaneamente condotto alla sperimentazione, giunge ad uno stadio di conoscenza primario, svincolato da ogni linguaggio pre-codificato.

Ipersensibile al fascino della materia, incredibilmente attratto dal colore – di cui ne interpreta tutta la potenza intensiva - combina i due elementi senza risparmiare possibilità né disperdere pulsioni creative.

Il piano dell’opera diviene il piano di totale libertà espressiva: l’artista è come un bambino che costruisce le proprie mappe di segni e colori, in una parola, il proprio linguaggio.
Ma le tele sfuggono ad intenzioni e pulsioni e acquistano vitalità propria… la superficie stratificata di colore, a volte corposa a volte velata, a volte carnosa a volte eterea, penetra con violenza l’occhio che la incontra, precipita nel fondo e genera un gorgo di sensazioni che spossessa ogni coscienza.

L’opera di Pujia si compone di superfici che sono, al contempo, profondità e rilievo, estensioni e pieghe: per l’artista non si tratta di immortalare l’atto creativo del principio, né di cogliere l’eterno… l’arte di Pujia è un’arte delle superfici.
Nelle sue tele la vita si libera dalle forme date e si esprime in un movimento materiale, intessuto nelle linee, nelle pieghe e nei contrasti di luce: è la forza che combatte e si misura con se stessa sfociando nella formazione del nuovo. La forma inconsueta, la forma possibile: l’attualità.

E cosi, nell’astratto di Pujia compaiono strani personaggi, inaspettate e poetiche figure o, probabilmente, pure allusioni formali: la casa, la montagna, il mangiatore di nuvole; il pescatore, lo strano cappello, e altre tracce che rimandano ad un vitalismo estetico che contiene quella sfida stilistica che la vita lancia all’uomo nel contemporaneo: sottrarsi alla mortificazione delle forme d’esistenza già date, nella libertà di un processo perenne che inventi nuove possibilità d’esistere, nuovi modi di stare al mondo, nuovi stili di vita.

Vedi anche:

Apre oggi la mostra: "Nei tratti del sogno. Salvatore Pujia. L'universo"

a cura di Maria Rosaria Gallo e Vanda Butera
dal 27 dicembre 2008 al 10 gennaio 2009
Inaugurazione: 27 dicembre 2008 - ore 18.00
Galleria Pramantha Arte
via Pirandello 9 (accanto mobilificio Cerra)
Lamezia Terme - Sambiase
Tel. 0968 355549 - Fax: 0968 432613
arte@pramantha.com - www.pramanthaarte.com


Continua il viaggio alla scoperta del patrimonio artistico contemporaneo di Lamezia Terme con la nuova antologica proposta dalla galleria Pramantha Arte Nei tratti del sogno. Salvatore Pujia. L’universo, che accompagnerà la fine dell’anno e l’inizio del nuovo, con inaugurazione il 27 dicembre e chiusura il 10 gennaio 2009.
Dopo il successo di Pop Art Lamezia 2008 di Pasquale Maria Cerra, conclusasi con una proroga di 3 giorni lo scorso 23 dicembre, con la quale si è ammirata una pittura figurativa Pop, tesa a raccontare i paesaggi umani del nostro tempo, è il momento di paesaggi altri, di un altro linguaggio e di un altro spirito creativo born in Lamezia Terme: Salvatore Pujia.
La mostra racconta l’universo pittorico e interiore di un artista straordinariamente legato ad un linguaggio informale e surreale, e ne festeggia i 18 anni di lavoro. Salvatore Pujia incomincia la sua avventura nel ’90, nell’intimità del suo laboratorio in via Lissania nel centro storico di Nicastro, trovando nell’arte la sua più naturale espressione. Da allora, come un bambino che piano piano s’impadronisce del linguaggio attraverso l’uso della parola, non ha più smesso di “parlare”, dando voce e corpo ai moti dell’anima attraverso l’esplorazione della materia, del colore e dei sentimenti. Nei tratti del sogno… L’universo - curata da Maria Rosaria Gallo e Vanda Butera - propone un percorso ricco e variegato di lavori non etichettabili, accomunati dalla spontaneità del rapporto dell’artista con l’opera e dall’autenticità del fare nel processo creativo, che rendono a pieno titolo Salvatore Pujia un intenso e originale interprete di una delle correnti più rappresentative dell’arte contemporanea: l’Espressionismo astratto.
Esplosivo e spontaneo, di rara raffinatezza e libertà creativa, nella mostra sono individuabili due grandi sezioni espositive che rendono leggibile il senso e la sostanza del lavoro nella sua evoluzione. Da un linguaggio pittorico puro, in cui a regnare è la pulsione, espresso su tela, tavola e carta, dove la materia e il colore dominano in una combinazione esaltante - in un gioco che a volte genera strane e inconsuete figure - si passa al chiaro dominio del sogno, dove le allusioni formali fuoriescono dal colore e giungono al nero: opere in cui l'anima innocente e curiosa dell'artista si denuda e si concretizza in visioni poetiche che lasciano spazio solo al silenzio.
Emblematiche le parole del curatore: “Tele, tavole e carte subiscono la trasformazione rivelatrice di un genio del cuore e raccontano le visioni poetiche di un’anima sognante.”
Doppiamente invitante e doppiamente significante è la visita alla mostra: nei tratti particolari del sogno di un uomo, si produce un universo particolare di cose parlanti. Nel senso universale del racconto prodotto, si scopre la forza universale e creatrice dell’uomo. In sintesi, nell’opera di Salvatore Pujia non si trovano discorsi saccenti o verità costruite. Semplicemente c’è l’uomo che sogna, si conosce e crea. Semplicemente, c’è l’uomo che scopre Nei tratti del sogno… L’universo.

Salvatore Pujia, SP-Q111

Salvatore Pujia, SP-0J001

Salvatore Pujia, Alcova

mercoledì 24 dicembre 2008

"UTOPIE CALABRESI" AUGURA BUON NATALE!


"Che cos'è il Natale? E' tenerezza per il passato, coraggio per il presente, speranza per il futuro. E' il fervido auspicio che ogni tazza possa strabordare di benedizioni eterne, e che ogni strada possa portare alla pace." - (Agnes M. Pahro).

Enya - Adeste Fideles & Only Time

lunedì 22 dicembre 2008

Galleria Pramantha Arte: "Nei tratti del sogno. Salvatore Pujia. L'universo"

a cura di Maria Rosaria Gallo e Vanda Butera
dal 27 dicembre 2008 al 10 gennaio 2009
Inaugurazione: 27 dicembre 2008 ore 18.00
Lamezia Terme - Sambiase

LOCANDINA
INVITO


Quando l’azione creativa di un pittore si muove in uno spazio di libertà assoluta, sotto la direzione del sentimento puro, con l’immaginazione visionaria di un bambino e la stravaganza innocente del gioco… una mostra d’arte diventa una sinfonia d’autore. Una musica sottile e materica che si fa ascoltare con gli occhi, si fa condurre dal sangue, intercetta i neuroni e coinvolge la mente in un volo nell’ovunque.
Il linguaggio pittorico di Salvatore Pujia è disarmante in tutte le sue espressioni. Tele, tavole e carte subiscono la trasformazione rivelatrice di un genio del cuore e raccontano le visioni poetiche di un’anima sognante.
Nel movimento del colore e nella concretezza della materia - tra linee, pieghe e contrasti - l’artista crea vere e proprie spazialità atmosferiche. Costruisce un’opera che è luce, spazio e forza emotiva insieme. Tesse superfici in cui la spiritualità cosmica si manifesta come esercizio di forza presente e latente: espressione della potenza creatrice che produce continuamente il nuovo possibile.
Nell’elementarità delle figure e nella naturalezza dei segni – tra luci, ombre e trame – le piccole esperienze quotidiane svelano il mistero voluttuoso della vita e ammutoliscono le voci artificiali e compiacenti, rispecchiando nell’anima le profondità del cielo e infondendo nuovo desiderio di costruire.
Salvatore Pujia è un giocoliere indolente. Nella sua opera non c’è progetto, non c’è costruzione macchinosa, non c’è discorso saccente. C’è l’uomo che trema di passione cogliendo, nell’esperienza del sentire, il senso inaudito della vita. C’è l’uomo che sogna, si conosce e crea. Semplicemente, c’è l’uomo che scopre Nei tratti del sogno… L’universo.

Salvatore Pujia, Senza titolo, 1994
(olio su tela - cm 60 x 60)

Nei tratti del sogno. Salvatore Pujia. L'universo
a cura di Maria Rosaria Gallo e Vanda Butera
dal 27 dicembre 2008 al 10 gennaio 2009
Inaugurazione: 27 dicembre 2008 - ore 18.00
Galleria Pramantha Arte
via Pirandello 9 (accanto mobilificio Cerra)
Lamezia Terme - Sambiase
Tel. 0968 355549 - Fax: 0968 432613

domenica 21 dicembre 2008

Natale: la psicologa, mal di Natale? Meglio soli che con parenti serpenti

Dieci consigli per vivere in maniera costruttiva il periodo natalizio

ROMA 19 dic. (Adnkronos Salute) - Contro il mal di Natale meglio stare soli piuttosto che "condannarsi" ai cenoni con i parenti-serpenti. Il mal di Natale, "con ansia, aumento di depressione e malinconia, non arriva per lo stress causato dalla corsa per i regali e per i preparativi di cene e pranzi. Ma per le illusioni che ci facciamo ogni anno proprio in questo periodo di festa". Parola di Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell'Eurodap, Associazione europea disturbi da attacchi di panico. "Non sempre il Natale riesce ad appagare le aspettative. Ci si rende conto invece di legami deludenti anziché rinsaldati, l'accoglienza che ci si aspettava non arriva. E si rimane male ", afferma la psicologa.
Proprio le aspettative tradite e le promesse mancate fanno aumentare i disturbi psicofisici. "In questo particolare momento di crisi, in cui tutti siamo già ansiosi e preoccupati per il nostro futuro, è molto rischioso spostare sul Natale attese che si potrebbero tradurre in cocenti frustrazioni - prosegue la Vinciguerra - Quello che possiamo e dobbiamo fare è non crearci l'illusione che quest'evento possa far scomparire per magia tutte le nostre preoccupazioni, il nostro senso d'inadeguatezza e solitudine". Secondo la Vinciguerra, "il rischio è che tutti i disagi, di cui forse non eravamo neanche coscienti, esplodano in modo improvviso provocando sintomi e stati d'animo allarmanti".
Ecco allora dieci consigli per vivere in maniera costruttiva il periodo natalizio: 1) fare un elenco di tutte le persone a cui desideriamo veramente fare un regalo; 2) farne un altro, con tutti quelli con cui vogliamo condividere queste giornate, trovando la forza di deludere le aspettative altrui. Quindi pensiamo al cenone o al pranzo di Natale da trascorrere solo con le persone veramente care. Meglio soli che con i parenti scomodi che si fanno vedere solo il 24 o il 25 dicembre; 3) ridurre al minimo il budget economico per regali e pranzi. Rendiamoci conto che ci troviamo in un momento di crisi. Bisogna risparmiare "senza però piangerci addosso, dicendoci che noi siamo poveri e falliti mentre gli altri sono ricchi e vincenti"; 4) riuniamoci con i nostri amici o parenti davvero cari per fare insieme i dolci natalizi casalinghi, confezioni speciali o piccoli regali; 5) creiamo gli addobbi per la casa o per l'albero con ciò che abbiamo già: nastri, palline, angioletti. Un tocco di porporina può aiutarci a rendere nuovo ciò che abbiamo nei cassetti da anni; 6) rimoderniamo gli abiti che abbiamo già nell'armadio. "Probabilmente con un orlo o dei bottoni nuovi possono essere migliori di quelli che potremmo comprare di fretta e mai convinti"; 7) mettere in pratica queste idee insieme agli altri e non isolandoci. Le nostre idee e la nostra inventiva sono la vera forza, quindi perché nasconderla? 8) non facciamo una spesa eccessiva per il numero di persone che abbiamo invitato altrimenti rimarranno tanti avanzi che presto diventeranno spazzatura natalizia e porteranno frustrazione; 9) pensiamo che in questo momento dobbiamo essere attenti. Uno shopping compulsivo riempie gli armadi di cose che non ci servono; 10) ricordiamoci che se abbiamo seguito questi consigli e abbiamo iniziato a scegliere non avendo paura di deludere gli altri, "con tutta probabilità trascorreremo uno dei migliori Natali di tutta la nostra vita. E forse saremo pronti e carichi ad affrontare il nuovo anno in cui ci aspetta molto lavoro".

Seta. Il filo dell’Arte. Tessuti a Catanzaro dal XV al XIX secolo

La mostra verrà inaugurata domenica 21 dicembre, alle ore 17.30, presso il Museo Diocesano d’Arte Sacra di Catanzaro.
Curatore: Oreste Sergi
Fonte: Comune di Catanzaro

CATANZARO - L’evento espositivo è realizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Catanzaro, dalla Regione Calabria - Fondazione Calabria Film Commision, dal Museo Diocesano di Arte Sacra di Catanzaro, con il patrocinio dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro – Squillace. La mostra, a cura di Oreste Sergi, resterà aperta fino al 28 febbraio. In questo periodo si potranno ammirare, nelle sale espositive della struttura museale, damaschi, velluti, taffetas, broccati, broccatelli, gros de Tours, provenienti dalle maggiori chiese della città - Cattedrale di S. Maria Assunta e dei Santi Pietro e Paolo, Rettoria del SS. Rosario, Parrocchia di S. Teresa all’Osservanza, Rettoria di S. Maria de Figulis seu Montecorvino – dalle chiese di Sellia Superiore, di S. Pietro Magisano e di Vincolise, nonché da alcune collezioni private.Tra i numerosi pezzi si potranno apprezzare una dalmatica in broccatello della fine del XV secolo proveniente dalla parrocchia di S. Nicola di Sellia Sup., due abiti settecenteschi provenienti dalla parrocchia dei SS. Simone e Giuda di Vincolise, una splendida gonna in damasco “bizzarre” proveniente dal Santuario della Madonna della Luce di S. Pietro Magisano, la seicentesca pianeta detta dei “Borgia” e l’abito impero in velluto piano dell’Addolorata provenienti dalla rettoria del Rosario di Catanzaro, un piviale in damasco classico proveniente dalla Cattedrale, una dalmatica cinquecentesca in damasco viola dell’Osservanza, una raffinata pianeta in taffetas broccato appartenente alla rettoria di S.Maria de Figulis.I tessuti serici rappresentano per Catanzaro e la Calabria intera l’occasione per celebrare una storia sulle produzioni tessili catanzaresi dalle sfaccettature vaste ed estremamente diversificate in cui la bellezza dell’effimero, che riluce dalle cromie delle sete d’orditi e trame, dialogano con una storia più ‘importante’. Una storia fondata, principalmente, su vicende umane che ritrovano, in ogni singola tipologia tessile, quelle circostanze con le quali, quasi per assurdo, condividono i segni di avvenimenti che hanno per sempre cambiato il corso degli eventi di una comunità.Catanzaro in quest’occasione, pertanto, può oggi, attraverso una ricontestualizzazione dei “suoi” tessuti, ritrovare parte della sua storia. Con l’iniziativa della mostra documentaria di manufatti tessili serici ci si prefigge lo scopo non solo di creare e stimolare la capacità di percepire, conoscere, studiare e valutare i propri beni storico - artistici, ma anche di formare e sviluppare attraverso essi, una propria identità culturale locale, cercando di produrre, documentare e trasmettere cultura. Il percorso di ricerca, studiato e creato per analizzare i diversi manufatti e le diverse tipologie di tessuti e di moduli decorativi, punta l’obiettivo su di un’analisi di studio inerente ad interventi finora prodotti al di fuori della Calabria, in particolare in quelle regioni ove forte era ed è la produzione e la commercializzazione di tessuti serici: Sicilia, Campania, Toscana, Liguria, Veneto, Lombardia.L’argomento assume grande rilevanza sia nel contesto globale culturale della Calabria, sia per ciò che concerne la situazione della città di Catanzaro con le sue specificità e gli aspetti manifatturieri artistici di particolare interesse ed a tratti unici. I manufatti esposti testimoniano, pertanto, quel fervore culturale che nei secoli ha contraddistinto la città di Catanzaro, rispetto le altre realtà calabresi e meridionali, all’interno della quale un’attività produttiva, come quella serica, diveniva pretesto per affermare la propria espressività.

La Pianeta Borgia in esposizione alla mostra di Catanzaro

“Seta. Il filo dell’Arte”. Tessuti a Catanzaro dal XV al XIX secolo
Luogo: Catanzaro – Museo Diocesano d’Arte Sacra
Palazzo Arcivescovile, via dell’arcivescovado, 13
Durata: 21 dicembre 2008 – 28 febbraio 2009
Orario: Tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 17,00 alle 19,30
(possono variare, verificare sempre via telefono)
Biglietti: free admittance
Catalogo: in itinere (sarà presentato durante lo svolgimento della mostra)
Curatore: Oreste Sergi
Genere: arte tessile dal XV al XX secolo

sabato 20 dicembre 2008

Amantea. Percorso fra i migliori presepi

di Salvatore Muoio - Il Quotidiano della Calabria
20.12.2008
Amantea OnLine.IT

AMANTEA – E’ un percorso emozionante e intimamente coinvolgente quello che il visitatore si trova davanti. Si affrontano i 250 metri circa di itinerario quasi increduli per la bellezza dei presepi amanteani (nella foto in basso), anche quest’anno legati da un filo logico e artistico che concorre a rapire non solo i credenti.
Davanti alle meraviglie dei pastori e alle fatture dello stupendo centro storico cittadino si rimane attoniti e silenziosi a contemplare. L’idea di riunire queste realizzazioni artistiche, perché di questo si tratta, realizzate da un gruppo di maestri del genere, sotto la guida autorevole di Rocco Bonavita, è della benemerita associazione “Borgochianura”, che rende visitabili i siti dal 21 dicembre al 6 gennaio, tutti i pomeriggi dei giorni festivi e a Natale ed Epifania anche durante la mattinata. Ma vediamoli meglio i presepi, attraverso la ricca e curata presentazione. A cominciare dal presepe monumentale costruito all’interno della chiesa Matrice. Una vasta distribuzione di monti, valli, pianure, deserti, percorsi e fiumi gli conferisce una notevole armonia orografica. I corsi d'acqua sono movimentati. Nella splendida piazzetta denominata Chianura, in una vecchia dimora disabitata, è collocato poi un presepe a struttura modulare, costruito quindici anni addietro per partecipare a numerose mostre di presepi in liguria. Le statuine, prodotte da maestri di Tropea, sono di straordinaria bellezza oltre che armonizzati da movimenti meccanici confacenti la figura rappresentata. Nella stessa abitazione, in una stanza-grotta scavata nel tufo, viene rappresentata un'ambientazione domestica di una famiglia tipo di pescatori del luogo degli anni cinquanta. Lo stesso ambiente è arricchito da una mostra di quadri di pittori amanteani e da una mostra fotografica-iconografica della storia del presepe. In una abitazione di largo Rina, l'ultima tappa del percorso. Le statuine, di fattura napoletana, hanno tutta l'eleganza e la fantasia che solo a Napoli sanno coniugare.

Gherardo Colombo alla Festa della Legalità della Regione Toscana

SULLA GIUSTIZIA: "NON SEMBRA CAMBIATO MOLTO RISPETTO A 16 ANNI FA"

(ASCA) - Firenze, 19 dic - ''E' ancora troppo presto per tentare analogie con le inchieste degli anni Novanta. Certo, pare che non sia cambiato molto rispetto a 16 anni fa, quando sono iniziate le inchieste sulla corruzione''.
Lo ha detto Gherardo Colombo, il magistrato delle grandi inchieste di Mani Pulite degli anni Novanta, intervenendo alla Festa della Legalità della Regione Toscana e parlando delle recenti inchieste che coinvolgono imprenditori e amministratori.
"Però - ha aggiunto - forse è meglio considerare il rapporto tra la cittadinanza nel suo complesso e le regole, perchè siamo in democrazia e chi è eletto non viene da Marte. E allora forse il problema sono gli elettori e vale la pena guardare non agli altri, ma a noi stessi''.
Colombo ha lanciato un invito alla consapevolezza e all'assunzione di responsabilità in prima persona: ''Fintanto che saremo noi a non pagare il biglietto del tram, tanto per fare un esempio, poi non potremo pretendere qualcosa di diverso da chi viene eletto. Per questo sono importanti tutte le attività che ci aiutano ad avere dei dubbi, a porsi delle domande, a pensare profondamente''.
Tutto questo con una convinzione che è una grande speranza: ''La ricchezza dei giovani è eccezionale, hanno una gran voglia di impegnarsi e di essere coinvolti, sta a noi adulti prenderci le nostre responsabilità''.

venerdì 19 dicembre 2008

Mostra di Silvio Vigliaturo: ALTRA TERRA, contaminazioni strada facendo

Al MACA - Museo Civico d’Arte Contemporanea Silvio Vigliaturo, Acri (Cosenza)
Comunicato stampa

E’ una collezione di opere in ceramica, quella che Silvio Vigliaturo ha realizzato e che la Regione Piemonte ha esposto per la prima volta alla 48a Mostra della Ceramica di Castellamonte. Si trasferisce ora in Calabria per essere esposta al MACA, nella Sala delle Colonne. “Altra Terra”, così recita Vittorio Amedeo Sacco, curatore della mostra.
Erano le lunghe piogge che ci regalavano un meraviglioso gioco bambino. Conoscevamo allora, Silvio ed io, un nascondiglio segreto della terra rossa. Quella terra che i grandi chiamavano argilla. Era morbida, dolce nel farsi accarezzare. Per interi giorni tornavamo a casa con la nostra stanchezza sporca di fango. Un vecchio muro al sole, ombreggiato da un grande fico, essiccava le sue sculture. L’orgoglio, poi, arrivava puntuale a riempirci per via dei nostri lavori, ora volti, ora segni. Giudici, non troppo severi con noi stessi e soddisfatti, esponevamo la nostra fatica al blu del cielo e al verde del prato e delle vigne, di una natura a portata di mano. Ora sono altri luoghi e altre consapevolezze che regalano l’incontro con l’arte ceramica: una personale nell'ambito della Mostra della Ceramica di Castellamonte, ha segnato il tempo e oggi, qui al MACA, si ripete. Così si percorre la città e i luoghi che sanno ancora di mistero. Ci si perde tra penombre del tempo usurato e negli spazi discreti d’intimità, luoghi privati che odorano di domesticità e privatezza. E nelle chiese con il loro antico profumo d’incenso. Si arriva con il ritmo dei passi. Ci si ferma e l’oggetto appare alla vista. Nato da mani e cotto come il pane. E’ ristoro. Una sosta. Si sfama anche lo spirito. C’è sempre quel gesto antico conservato in tanti miti della creazione. Spesso ci raccontiamo che la creatura da cui discendiamo è stata creata d’argilla. E in questo incontro si ripete quell’emozione che cambia per oggetto ma anche per dove si trova a rivivere. Di questa alchimia si è voluto occupare Silvio Vigliaturo, per la sua prima volta. Vigliaturo, grande interprete del vetro, si serve questa volta di un'altra terra, plasmandola direttamente. Quando deve asservire la materia al magistero dell'arte, espressione autentica del suo sentire, egli usa solo le mani. E' questo un atto creativo che lo avvicina al Creatore. La scultura è figlia diretta della mano dell'uomo che imprime il suo pollice nella terra per dar forma e rilievo alla massa informe e crearne immagini e forme. L’arte di Vigliaturo, questa sua nuova arte in ceramica, si rappresenta dunque al mondo offrendo di sè una visione complessa, spesso contradditoria, costituita dalla sovrapposizione sfocata di una molteplicità di immagini frammentarie. Questa visione deve trovare un carattere unificante, tipicizzante, all’interno della sua frammentarietà. Subito si scompone, si moltiplica, si contraddice nelle sue parti e, come in un gioco di specchi, le visioni diventano molteplici. Di questa frammentazione, di questi cocci di immagine si occupa Vigliaturo, realizzando “La Guerra di Troia”, una serie di opere che mettono in scena la sua emozione. Si tratta di ceramica e dei suoi modi di esprimersi: sono opere, sculture, ma vanno letti come progetti, appunti, ricordi, riflessioni. In Vigliaturo la produzione ceramica resta comunque contrapposta alla produzione del vetro e la contrapposizione diventa fortemente carica di valori simbolici, per cui la forma, al di là della funzione primaria, ha una funzione secondaria, simbolica, che travalica la forma dell'opera. La sua opera ceramica viene letta come simbolo di un certo bisogno di radicamento in un passato diverso, un passato che appare come più tranquillo, più a dimensione umana. Nessuna produzione dell'umana attività ha seguito più da vicino della ceramica, nel corso dei millenni, la storia dell'umano incivilimento. Se il termine "ceramica", sostantivo o aggettivo, pur designando una notevole varietà di oggetti ricavati dall'argilla e dal fuoco, è poco equivocabile, i termini "terra" e "vetro" possono assumere significati diversi, fino a diventare persino contrapposti. E' dunque questo il compito che si è posto Silvio Vigliaturo: traghettare la tradizione ceramica, accettata e condivisa, verso il contemporaneo, imprimendo alla materia caratteri di innovazione con un'attività che si estrinseca in forme artistiche, spontanee, caratteristiche e peculiari, che abbiano incidenza sulla vita.

AIACE, scultura in refrattario, cm 68.

Mostra: ALTRA TERRA, contaminazioni strada facendo
Luogo: MACA-Museo Civico d’Arte Contemporanea Silvio Vigliaturo, Acri (Cs)
Palazzo Sanseverino - Piazza Falcone, 1
Vernissage: 21 dicembre 2008, ore 17
Orario Mostra: 9/13 - 15/19, chiuso il lunedì
Curatori: Boris Brollo e Vittorio Amedeo Sacco
Periodo: 21 dicembre 2008 – 01 marzo 2009
Info: Ufficio stampa MACA – tel. 0119422568

Riapre il Museu de São Roque di Lisbona, una delle più prestigiose istituzioni culturali del Portogallo

In mostra 500 anni d'arte e di storia.
L'importante legame con Stalettì, in Calabria
di Domenico Condito

LISBONA - Si svolgerà oggi a Lisbona la cerimonia di riapertura del Museu de São Roque, una delle più prestigiose istituzioni culturali del Portogallo. L’evento sancisce la fine di un lungo periodo di chiusura per la realizzazione di complessi interventi di ampliamento e di ammodernamento della struttura espositiva, e per il restauro di numerosi reperti della sua pregevole collezione di tesori d'arte.
Presenzieranno all’inaugurazione il Ministro della Cultura, Dr. José António Pinto Ribeiro, e il Ministro del Lavoro e della Solidarietà Sociale, Dr. José António Vieira da Silva.
Il Museu de São Roque è amministrato dalla Santa Casa da Misericórdia de Lisboa, che nel corso di cinquecento anni di storia ha raccolto un vasto patrimonio di straordinario valore sociale, storico e artistico proveniente da donazioni, lasciti e acquisizioni: pittura, scultura, oreficeria, arte orientale, preziose reliquie e reliquari, candelabri “monumentali”, fronti d’altare. Un riferimento d’importanza fondamentale per la storia dell’arte e religiosa del Portogallo dal XVI al XIX secolo.
L’edificio, che accoglie l’inestimabile raccolta, fu per secoli la Casa Professa della Compagnia di Gesù. La stessa storia del museo è legata a quella dell’annessa Igreja de São Roque, costruita nel XVI secolo, la prima e la più importante chiesa dei Gesuiti in Portogallo. La chiesa è conosciuta soprattutto per la Capela de São João Baptista, un capolavoro assoluto dell’arte sacra di tutti i tempi, senz’altro una delle più belle del mondo. Fu commissionata dal Re del Portogallo, D. João V, agli architetti italiani Luigi Vanvitelli e Nicola Salvi. Realizzata interamente a Roma da 130 artisti fra il 1742 e il 1750, fu poi consacrata dal papa Benedetto XIV, prima d’essere smontata e trasportata a Lisbona con l’ausilio di ben tre navi. Il grande scrittore portoghese Fernando Pessoa la definì “un’opera d’arte suprema”, “notevole non solo per il suo valore materiale e artistico, ma anche perchè non esiste forse in nessun luogo un’opera del genere, con la quale poterla comparare”. Il Tesoro della Capela de São João Baptista è esposto permanentemente nel Museu de São Roque. Si tratta d’una collezione d'arte sacra, oreficieria e paramenti liturgici unica al mondo, fatta oggetto di pregevoli studi scientifici di rilevanza internazionale.
Significativo sul piano storico e culturale il rapporto del Museu de São Roque con la Calabria. Vi si conserva, all'interno d'un preziosissimo reliquario, un'importante reliquia, un tempo venerata a Stalettì, in provincia di Catanzaro: il cranio di San Gregorio Taumaturgo, Padre della Chiesa del III secolo e Patrono della cittadina calabrese, che custodisce le reliquie del Santo nella chiesa a lui dedicata.
Nel 1587, la reliquia fu donata alla Igreja de São Roque di Lisbona da Don Juan de Borja, figlio di San Francisco de Borja e ambasciatore di Filippo II a Praga, insieme a tutta la sua ricca collezione di reliquie e reliquari. Il nobile valenciano, autore delle Empresas Morales, capolavoro della letteratura spagnola del Siglo de Oro, fu uno dei massimi collezionisti di reliquie del suo tempo. Don Juan aveva trovato la reliquia a Stalettì, nel territorio del Principato di Squillace, governato al tempo da Don Pietro Borgia, suo parente. La reliquia del Taumaturgo era considerata la più importante della sua notevole collezione, e fu accolta trionfalmente nella Igreja de São Roque il 25 gennaio 1588, alla presenza del vicerè del Portogallo, il principe cardinale Alberto.
Ho illustrato la storia della reliquia lo scorso 7 giugno a Stalettì, nella chiesa dedicata al Santo, nel corso d’una conferenza dal titolo: Il culto di San Gregorio Taumaturgo a Lisbona nell’età di Filippo II. In tale occasione ho presentato i risultati d’una approfondita ricerca d’archivio realizzata a Lisbona con la collaborazione del Museu de São Roque, che ha pure concesso il Patrocino culturale alla conferenza, organizzata dall’Amministrazione Comunale di Stalettì e dalla Biblioteca Comunale “Vivarium”. Fondamentale, per la realizzazione della ricerca, il contributo della dott.ssa Teresa Freitas Morna, Direttore del Museu de São Roque, e del dott. António Meira, suo valente collaboratore. La Santa Casa da Misericórdia de Lisboa e il Museu de São Roque sostengono il progetto di gemellaggio Stalettì-Lisbona, per la cui realizzazione sono stati avviati gli opportuni contatti.

Il Battesimo di Cristo – Mosaico della Capela de São João Baptista
Igreja de São Roque, Lisbona
(Foto di Laura Za)

mercoledì 17 dicembre 2008

E' ANCORA DISASTRO AMBIENTALE IN CALABRIA

di Domenico Condito

E' ancora DISASTRO AMBIENTALE. Scoperto un traffico di rifiuti molto pericolosi fra la Calabria e la Puglia: metalli pesanti, addirittura amianto rimacinato, che venivano scaricati nella cava di Ginosa Marina e nel fiume Oliva, nei pressi di Amantea. I rifiuti tossici erano prodotti da aziende che lavorano marmo e inerti. La magistratura ha posto sotto sequestro due imprese e una cava dismessa in Calabria e in Puglia, e sono state denunciate cinque persone. L'accusa è di DISASTRO AMBIENTALE e traffico organizzato di rifiuti.
Un ulteriore attacco alla vita e alla dignità della nostra regione. La Calabria assomiglia sempre più ad un inferno irridemibile, nell'indifferenza generale della cosiddetta "società civile", colpevolmente "collusa" con una "casta politica" senza più vergogna né decoro, impegnata a sbrogliare ben altre matasse...
E se qualcuno pone con forza e rigore la QUESTIONE MORALE come priorità assoluta per il riscatto del Paese e della nostra regione, viene tacciato di giustizialismo... Ma non esiste altra strada percorribile. Solo una profonda rifondazione etica della nostra società potrà restituirci dignità, umanità, civiltà e sviluppo.

Mostra di Silvio Vigliaturo: L’Oro del Busento

Centro Direzionale BCC Mediocrati
Rende (CS) - dal 17 dicembre 2008 al 18 dicembre 2009
Comunicato Stampa

Nel 1820 il poeta tedesco August Graf Von Platen trovò ispirazione dalla leggenda della morte del re visigoto Alarico I, per scrivere la sua poesia Das Grab im Busento, poi tradotta in italiano da Giosuè Carducci con il titolo di La Tomba del Busento. La storia ci racconta che, nel 410, in seguito al sacco di Roma, il re ed il suo seguito si recarono nel sud Italia. Colpito dalla malaria, Alarico venne seppellito nel letto del fiume Busento insieme all’immenso tesoro sottratto alla città dei Papi. Non è però questo l’oro che ha ispirato queste opere in vetro di Silvio Vigliaturo. L’artista utilizza il fascino che la leggenda ha sempre suscitato nei suoi conterranei, i quali in passato scavavano il letto del fiume, quando questo si prosciugava, nella speranza di ritrovare il tesoro; per mostrare che il vero Oro del Busento è l’eredità culturale della Calabria stessa, un tempo parte della Magna Grecia, ed il suo territorio splendidamente vario, un giardino fatto di colori intensi e di gesti quotidiani che ingiustamente rimane ancora nascosto ai più.
Il colore di questa terra, del suo cielo, del suo mare, dei suoi verdi sgargianti, torna ad essere l’indiscusso protagonista nella raccolta di dipinti “Calabria”. Dipinti che l’artista non vuole assolutamente definire astratti, e che, al contrario, rappresentano una vera e propria sublimazione del suo pensiero, del suo vivere un territorio che la presenza umana non ha contaminato offuscandone la gamma infinita di tinte, che continuano ad essere le vere brillanti pietre preziose della fortuna di questa regione.
Il lavoro ed il pensiero di Silvio Vigliaturo sono contemporanei – e queste opere ne sono testimonianza –, vivono le tensioni della quotidianità perché sempre in movimento alla ricerca di nuove forme da creare e canali da sperimentare. Definito Homo Faber, le sue opere in vetro sono frutto del lavoro compiuto nei forni della sua bottega a Chieri, ideate, interpretate e vissute in un rapporto di simbiosi tra pensiero ed operosità, tra consapevolezza e abilità manuale, tra creatività e pregnanza visiva.
Le due sculture e la raccolta di dipinti sono stati creati appositamente per Bancartis, progetto attraverso il quale la BCC Mediocrati intende promuovere l’arte e gli artisti di origine calabrese e posizionate all’interno del suo Centro Direzionale di Rende. Rappresentano il tentativo dell’artista di custodire presso la Banca un immenso tesoro, come si narra che il fiume Busento faccia ancora con quello di Alarico, ma esaltandone i colori e le forme attraverso la liquidità del vetro e del gesto pittorico, rendendolo un tesoro finalmente visibile, per affascinare la Calabria di se stessa.

Silvio Vigliaturo, L’Oro del Busento,
installazione di sculture in vetro e oro (altezza cm 240)
.

Mostra: L’Oro del Busento

Luogo: BCC MEDIOCRATI
Sala “De Cardona”, Centro Direzionale BCC Mediocrati
Via Alfieri – Rende (Cs)
Curatori: Boris Brollo e Federico Bria

Vernissage: 17 dicembre 2008.
Autori:
Silvio Vigliaturo
Info: BCC Mediocrati – tel. 0984841811
Genere: arte contemporanea, personale

Ufficio stampa MACA
tel. 0119422568

Antonio Di Pietro (Idv) e la questione morale

"No a leggi ad personam per impedire ai magistrati di arrivare alla verità"

ROMA, 17 dic. (Apcom) - L'Idv, ribadisce Di Pietro, "vuole continuare con responsabilità a impegnarsi per risolvere la questione morale e non per mettere la polvere sotto il tappeto. Per questo, se il Parlamento vuole dare veramente una risposta seria e concreta non faccia come nel '92 cercando di fermare le indagini in modo ingiustificato e poi negli anni successivi facendo leggi ad personam per impedire ai magistrati di arrivare alla verità".
"E' nell'interesse di tutti - aggiunge il leader dell'Idv - degli indagati soprattutto che la magistratura possa differenziare il comportamento di chi non ha commesso niente di illecito da chi illecito ha commesso".
Infine, il ricordo dell'esperienza di Mani pulite: "Ho sempre detto - spiega l'ex pm - che Mani pulite fu come un chirurgo che tolse quella parte tumorale residua dopo che il reato era stato commesso. Da allora a oggi - conclude - non c'è stata alcuna azione di chemioterapia politica per evitare che altri reati venissero commessi".

 
(Foto in alto a sinistra: Cavaliere di Arcore facente corna)

Maurizio Feraudo (Idv) su malagiustizia in Calabria

Il capogruppo regionale di Idv denuncia le responsabilità della politica: "Siamo coinvolti un pò tutti"

“Ci sono tanti problemi per la giustizia delle nostre periferie calabresi, a cominciare dai mezzi sempre più risicati, e tanti guai per chi coltiva i valori della legalità dalle nostre parti”. Giustizia e legalità: non è la prima volta che il presidente del gruppo consiliare di Italia dei Valori in Consiglio regionale affronta questo tema, e lo fa anche questa volta in maniera lucida e precisa.
“Il nostro è un territorio dove l’omertà è una regola d’oro per tanti e si fa fatica a vincere alcune battaglie di civiltà, tant’è che gli inquirenti più bravi spesso incappano in problemi di isolamento. E’ anche vero, però, che non bisogna essere solo critici e non dobbiamo nasconderci dietro un dito, ma dobbiamo ammettere che in mezzo a tante problematiche pure naviga gente esperta, professionisti di valori, uomini dello Stato che combattono spesso da soli contro tutti”. L’omertà è quella cosa che mette in difficoltà la magistratura, chi indaga e non facilita certo le cose. Lo stesso Feraudo lo sottolinea. “Qualcosa non torna nei conti del settore. Non sempre le operazioni della nostra magistratura calabrese sono note al grande pubblico. Accade, infatti, che su alcune grandi questioni cali un silenzio strano, spesso sospetto. E’ l’omertà, appunto, di un Sud che non perdona i più validi dei suoi figli se questi ultimi hanno l’ambizione di dire “basta” a certe regole non scritte, a certe collusioni, a certe spire mortali”. Al riguardo Feraudo non fa sconti a nessuno, dicendo chiaramente che tutti siamo colpevoli di un andazzo del genere, non solo la politica. “Siamo coinvolti un po’ tutti. Infatti, non si può sempre e soltanto accusare del peggio la politica, che pure ha le sue colpe, ci mancherebbe altro. Tutto giusto, ma il cittadino? Che fa la nostra gente? Perché non testimonia, non denuncia, non vede e non sente e non sa mai nulla?”. Per il presidente di Idv è questa sotto-cultura che va combattuta, altrimenti tutto diventa vano e forse impossibile. “Anche gli sforzi di quegli investigatori seri che cercano di colpire al cuore la ‘ndrangheta diventano inutili, a questo punto. Con il silenzio sospetto di noi tutti siamo destinati alla sconfitta certa. Urlando invece, raccontando le nostre verità, tutto può essere. In meglio”.

Ufficio Stampa di Maurizio Feraudo, Presidente Gruppo Italia dei Valori

martedì 16 dicembre 2008

Cosenza - Teatro Rendano: manifestazione "Il Cinema in festa: nuove generazioni e pari opportunità''

Con la proiezione del cortometraggio Playing domino, di Daniela Sergio

(ASCA) - COSENZA, 16 dic - Il prossimo 30 dicembre, alle ore 20,30, al Teatro Rendano, sarà di scena ''Il Cinema in festa: nuove generazioni e pari opportunità''.
La manifestazione, promossa dall'Associazione San Carlo Borromeo, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Cosenza e l'Associazione Bene Comune Calabria spiega un comunicato - si pone l'obiettivo di valorizzare e promuovere i giovani talenti emergenti in tutti i campi artistici e che si trovano anche oltre i confini della nostra regione. Protagonista della serata il cinema, la settima arte, che trionferà nella proiezione del cortometraggio Playing domino, per la regia di Daniela Sergio, in cui confluiranno e dalle quali si irradieranno tutte le arti.
''Tutto nasce - si legge in una nota della regista - dall'esperienza di un laboratorio cinematografico, sorto all'interno della San Carlo Borromeo Onlus, che ha cominciato ad operare come piccola casa di produzione cinematografica e che ha all'attivo già due cortometraggi e uno spot pubblicitario per il contest di armani parfums. Tale esperienza è cresciuta di anno in anno e la produzione del nuovo corto, Playing Domino, ha visto coinvolti più artisti, provenienti da più parti d'Italia. Oggi grazie ad internet e ai siti web è facile per i giovani comunicare e scambiarsi esperienze e così là dove i campi di interesse risultano confinanti si crea spesso una comunicazione che facilmente sfocia in una proficua collaborazione''

Il Teatro Rendano di Cosenza

lunedì 15 dicembre 2008

Alessandro Tedesco, Testimonianze dell'architettura francescana nel territorio amanteano, Calabria Letteraria Editrice

Uno studio storico, architettonico, artistico.
Comunicato stampa di Alessandro Tedesco - 15.12.2008
ricevuto da Amantea OnLine.IT

AMANTEA - Questo studio, nato inizialmente dall’esigenza di dare vita ad una semplice tesina di documentazione e di esercitazione pratica riservata a noi studenti del Corso di Storia dell’Architettura della Facoltà di Ing. Edile / Architettura, vuole essere il mio tentativo di riportare nella comunità amanteana una storia che di essa fa parte, una ricchezza recuperata che vuole essere messa a disposizione di tutti, una crescita nella consapevolezza di un passato che ci appartiene solo nella misura in cui è ricordato ed apprezzato, una “ricerca” di totalità destinata, comunque, ad essere parziale.
In questo volume ho cercato di ricostruire la storia legata al Complesso Religioso di San Bernardino da Siena che per secoli ha accompagnato gli avvenimenti storici di Amantea, e non solo, divenendone, insieme agli uomini, protagonista, sempre presente nei pensieri di tanti, ma anche tante volte dimenticato.

Il complesso di San Bernardino da Siena

Gli storici che finora se ne sono occupati hanno tracciato un quadro abbastanza completo per quanto i documenti conosciuti lo consentano, ma hanno molto spesso tralasciato di occuparsi dell’architettura vera e propria; eppure sono proprio queste “pietre” a parlare più forte e in modo più immediato a chi si ferma ad osservare, ed è da questa struttura che nasce l’interesse e cominciano le domande. Pertanto, la ricostruzione storica da me eseguita è legata in primis alla nascita ed evoluzione dell’architettura in sé e, poi, alle vicende umane che si consumarono attorno ad essa. Tutto ciò è stato possibile attraverso la lettura e l’analisi approfondita di documenti cartacei e di tracce architettoniche presenti ancora oggi all’interno del complesso minorita, che mi hanno consentito di aggiungere un ulteriore senso a ciò che osservavo. Accanto alla ricostruzione storica, ho ritenuto opportuno volgere l’interesse verso l’aspetto odierno del complesso religioso amanteano, sempre analizzandolo da un punto di vista architettonico, cercando di eseguire un’accurata descrizione scientifica della struttura, e quindi di tutte le sue componenti, sulla base di osservazioni dirette effettuate durante numerosi sopralluoghi. Infine, ho cercato di compilare un inventario degli oggetti d’arte presenti in San Bernardino spinto dalla volontà di evidenziare lo spessore e l’importanza delle testimonianze artistiche conservate all’interno del complesso; in questo inventario, i singoli oggetti d’arte sono da me stati sottoposti ad una rigorosa analisi descrittiva, non possedendo le conoscenze necessarie ad effettuare un’analisi critica degli stessi. Inoltre, mi sono sentito in dovere di cercare di ricostruire gli avvenimenti storici più importanti della vita dell’edificio religioso più antico di Amantea, il soppresso Convento di San Francesco d’Assisi, e di effettuare un’analisi architettonica dei ruderi dello stesso al fine di percepirne l’antico aspetto.
Il percorso che mi ha permesso di realizzare questo volume è essenzialmente improntato nella ricerca di una nuova e, a mio parere, efficace chiave di lettura dei due complessi religiosi amanteani che vuole l’architettura stessa al centro dell’analisi eseguita. Spero che il mio intento possa giungere al lettore in maniera chiara e che la mia personale passione e curiosità nel trattare questo tipo di argomentazioni non prescindano mai da una forte e rigorosa analisi scientifica.

UN SUCCESSO LA PRIMA MOSTRA DEL LIBRO STORICO CALABRESE

Numerosi i visitatori che hanno già visitato la mostra organizzata da Vincenzo Ursini, editore e presidente della Nuova Accademia dei Bronzi.

CATANZARO - “Un’affluenza così massiccia non l’avevamo preventivata nemmeno noi, visto il tempo di questi giorni”. E’ quanto ha dichiarato l’editore Vincenzo Ursini in relazione alla mostra di libri storici sulla Calabria e di autori calabresi allestita dalla Nuova Accademia dei Bronzi, di cui è presidente lo stesso Ursini, nei locali del Circolo Unione di Catanzazo.
“Ciò dimostra – ha aggiunto Ursini quanto sia necessario programmare in città un serio intervento a sostegno della media e piccola editoria, prima ancora di dare spazio ai cosiddetti “grandi eventi” che, seppure importanti, nulla offrono agli autori del territorio”.
Tanti visitatori dicevamo, soprattutto esperti, molti dei quali hanno espresso giudizi più che lusinghieri, riconoscendo all’editore catanzarese eccellenti capacità organizzative.
“L’iniziativa delle Edizioni Ursini, - afferma Mario Tigani Sava – nel mondo degli eventi culturali della nostra città, offre l’occasione per una sostanziale pausa di riflessione perché, oltre a presentare e fare conoscere nuovi talenti che stanno emergendo nel mondo della cultura, ha come obiettivo principale l’incontro e lo scambio di idee e favorisce, quindi, i nuovi contatti in modo che la memoria del passato non resti sepolta, ma sia valido supporto al cammino di un presente quanto mai precario e sofferente”.
“Cultura e Arte, passato e presente – aggiunge Angela Rubino – in questa mostra sono due binomi eccellenti. E’ la ennesima conferma che a Catanzaro non mancano gli autori né gli artisti di qualità…ci vorrebbe solo un po’ di spazio in più per loro. Ringrazio, quindi, Ursini per aver avuto il coraggio di promuovere questa iniziativa a favore delle menti calabresi già note o al loro primo approccio con il mondo dell’editoria”.
E ancora Antonio Benefico, studioso molto noto in città, dice: “Questa di Ursini è la prima vera iniziativa promossa in città a favore degli autori locali. Complimenti davvero a questo editore coraggioso che ama Catanzaro più di tanti uomini politici che sbandierano al vento le loro radici, senza mai mettere in atto concrete azioni di sviluppo socio-culturale”.
Più che entusiasta anche Vincenzo Lombardo. “E’ una mostra – dice – molto bella. Bisognerebbe farla più spesso perché aiuta a risvegliare le coscienze dei calabresi. Quadri e testi così belli dovrebbero, a mio avviso, diventare patrimonio di tutti”.
“Qui ci sono giovani – conclude Ursini - di sicuro talento che meriterebbero una maggiore attenzione da parte delle istituzioni pubbliche; giovani che spesso pubblicano opere di grande qualità, frutto di anni di ricerche e di studio, senza ricevere alcun aiuto da chicchessia”.
Il successo dell’iniziativa è, quindi, evidente. Sono, infatti, esposti ben 250 volumi di 228 autori, raccolti dalla Nuova Accademia dei Bronzi nello spazio di pochi giorni. Ciò dimostra che in Calabria esistono davvero centinaia di autori che vogliono far conoscere le loro opere, ma non hanno nessuna occasione pubblica per farlo.
La mostra, che comprende anche una ventina di “falsi d’autore” certificati, rimarrà aperta sino al 18 dicembre sia di mattina che di pomeriggio.
Libri e arte, insieme, “è stato un felice connubio”. “Perché la letteratura e l’arte viaggiano di pari passo e, spesso, l’una è il compendio dell’altra. Ecco perché abbiamo scelto - spiega ancora Ursini - di abbinare ai libri alcuni “falsi d’autore” realizzati da validi artisti del nostro tempo. Per questo, abbiamo chiesto il supporto del Gruppo “InChiostro”, rappresentato in Calabria da Rossella Cerminara e Luciano Sacco, due giovani lametini che sono ormai punto di riferimento per tutti coloro che amano collezionare “falsi” certificati”.
Tra gli altri sono esposti “falsi” di Leonardo (La dama con l’ermellino), Dalì (Cigni che riflettono elefanti, La persistenza), Picasso (Dora Mar, ritratto), Fede Galizia (Natura morta con pesche), Modigliani (Nudo, Jeanne Hébuterne con cappello), Van Gogh (La stanza), Sconosciuto fiammingo (Natura morta), Claesz P. (Natura morta), Monet (Il Parlamento, La Grenouillére), Klimt (Il Bacio, Signora con cappello e boa di piume, Le amiche, Donna con ventaglio, Danae), Manet (Garofani e clematide in vaso di cristallo), Brueghel (Bouquet), Caravaggio (Bacco), Gauguin (Donna con mango) e Vouet (Vergine con Bambino e la rosa).

La prima mostra del libro storico calabrese,
promossa dall’Associazione Nuova Accademia dei Bronzi.

domenica 14 dicembre 2008

Conclusa la Conferenza sul clima di Poznan

Clima mondiale: a Poznan né soddisfatti né rimborsati

Mentre dalle nostre parti tutti guardavano agli incontri di Bruxelles sul pacchetto clima-energia, si è chiusa anche la Conferenza sul clima di Poznan.
Si è già detto che non era "clima" di grandi successi, per l'assenza di una delegazione USA targata Obama e per la difficile situazione interna dell'Europa, e dunque per la sostanziale mancanza di interlocutori autorevoli per la delegazione cinese, che invece si era presentata con le migliori intenzioni.
Sui giornali troverete le opinioni più varie, dalla piena soddisfazione espressa dal nostro Ministro Prestigiacomo alle opinioni estremamente negative di molti gruppi ecologisti.
Di fatto, le decisioni prese riguardano sostanzialmente l'aver fissato un calendario di lavoro da qui alla prossima conferenza di Copenhagen e il fatto di includere gli sforzi per preservare le foreste nei calcoli del prossimo protocollo, anche se le precise modalità di contabilizzazione si devono ancora decidere.
C'è poi tutto il capitolo dei fondi da destinare ai Paesi più poveri per adattarsi a cambiamenti climatici che già stanno facendo disastri sui loro territori... Questi Paesi hanno chiesto più volte di aumentare considerevolmente tale fondo, anche indicando itinerari sicuri, come quello di una "tassa" del 2% sugli scambi di emissione nei Paesi sviluppati. Tutto ciò non è stato possibile... e il fondo per l'adattamento è stato aumentato solo di poco, ben al di sotto delle esigenze reali.
Insomma, la situazione non era favorevole a novità eclatanti. Di fatto, siamo quasi al punto di prima della Conferenza. Solo che, mentre i Paesi sviluppati possono ancora attendere, i Paesi più poveri, che sono in genere anche quelli più vulnerabili, cominciano a non farcela più...
"Soddisfatti o rimborsati!" dicono i fornitori di alcuni prodotti... Beh, in questo momento i Paesi più poveri non sono né soddisfatti né rimborsati...

sabato 13 dicembre 2008

Mostra: Capolavori d'arte in Calabria dal Medioevo al Novecento

A Cosenza e Rende dal 22 dicembre al 20 gennaio

(ASCA) - COSENZA, 13 dic - Oltre cento opere, tra tele, sculture, tavole e reperti vari, costituiscono la ricca dotazione della Mostra ''Capolavori d'arte in Calabria dal Medioevo al Novecento'', che sarà inaugurata il prossimo 22 dicembre e resterà aperta fino al 20 gennaio prossimo. La Mostra, curata dalla prof.ssa Maria Pia Di Dario Guida, è stata realizzata dal Comune di Cosenza, in collaborazione con il Comune di Rende, utilizzando fondi del Por Calabria, nell'ambito del progetto regionale di promozione degli eventi culturali denominato ''Visioni simultanee''. La Mostra, che offrirà una visione globale della cultura artistica calabrese, sarà suddivisa fra Complesso di S. Agostino a Cosenza e Museo del Presente a Rende.
Tutti i particolari dell'evento saranno dettagliatamente illustrati, nel corso di una conferenza stampa, lunedì 15 dicembre, alle ore 12, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo dei Bruzi. Partecipano: la curatrice, Di Dario Guida, il vice Presidente della Giunta regionale, Domenico Cersosimo, il consigliere regionale, Sandro Principe, il Sindaco di Cosenza, Salvatore Perugini, e il Sindaco di Rende, Umberto Bernaudo. Ancora, per il Comune di Cosenza l'assessore alla Cultura Salvatore Dionesalvi e la Dirigente del Servizio Beni artistici Giuliana Misasi.
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