sabato 29 maggio 2010

Intercettazioni. Li Gotti: Il ddl resta un arretramento nella lotta al crimine e un aiuto ai farabutti

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“Ci auguriamo che alla fine l’orgoglio e il buon senso prevalgano sulla supina accettazione di ordini superiori”: è quanto auspica il capogruppo dell’Italia dei Valori in Commissione Giustizia al Senato, Luigi Li Gotti, alla vigilia della ripresa dell’esame in aula del ddl sulle intercettazioni.
“Gli emendamenti presentati dalla maggioranza – spiega Li Gotti – solo in minima parte soddisfano alle esigenze di una vera ed equa giustizia. Anche se sono state accolte alcune delle nostre osservazioni di fondo, reintroducendo ad esempio la ovvia possibilità di intercettazioni per il reato di stalking ed eliminando i limiti temporali per la ricerca di latitanti, così com’è il provvedimento rimane comunque inaccettabile”.
Secondo il senatore IdV, il ddl “vuole limitare l’uso di uno strumento fondamentale per le indagini, mirando a risolvere qualche problema attuale e non certo a tutelare i cittadini e migliorare la loro sicurezza. Evidentemente – conclude Li Gotti - qualcuno teme che possa venir fuori qualche altro elemento negativo per la cricca e i suoi componenti”.
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Pubblicato da Ufficio stampa IdV al Senato
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martedì 25 maggio 2010

SILVIO VIGLIATURO. MESCOLANZE - Volume a cura di Luca Beatrice, Editrice Alzani

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In concomitanza con l’inaugurazione della mostra personale dell’artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo presso gli spazi del Museo del Presente di Rende (Cs), è stato dato alle stampe, per i tipi dell’Editrice Alzani, il volume Silvio Vigliaturo. Mescolanze. Anch’esso, come l’allestimento della mostra da cui prende il titolo, è curato da Luca Beatrice e realizzato grazie alla collaborazione del Comune di Rende e della Provincia di Cosenza.L’edizione è composta da oltre centoventi pagine che, suddivise in sei capitoli, ripropongono i temi concettuali della mostra: la mitologia, il mediterraneo, gli equilibristi, Pericle, Obama e le Amazzoni. Tutte manifestazioni di quella fondamentale categoria che è la Mescolanza. Questa amalgama di origini, di popoli, di mito e storia, di generi, di luoghi, di tipi caratteriali e di sentimenti, è palesata dalle tele variopinte e dalle maestose sculture in vetro dell’artista che fanno parte dell’allestimento della mostra di Rende.
Ognuna delle oltre sessanta opere è riproposta in catalogo mediante un’impaginazione curata e vivace, integrata da una serie di testi descrittivi – sia in versione italiana che inglese –, che intende accompagnare il lettore attraverso l’itinerario intellettuale affrontato da Vigliaturo nella fase di realizzazione dei suoi lavori.
La sezione dedicata alle Amazzoni offre, inoltre, la possibilità di rivivere la prova d’installazione che ha avuto luogo il 13 marzo 2010 sul sacrato del Duomo di Chieri (To), grazie ad una raccolta di suggestive fotografie che sono la testimonianza dell’incantevole contrasto generato dalle trentadue sculture in vetro di Vigliaturo con l’imponente ed austera facciata gotica della chiesa.
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Silvio Vigliaturo. Mescolanze
A cura di Luca Beatrice, testi di Andrea Rodi, Pinerolo, Editrice Alzani, Aprile 2010
ISBN 978-88-8170-407-1
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RStvnews - 22 Maggio 2010

News dal comprensorio di Squillace
A cura di Salvatore Taverniti

domenica 23 maggio 2010

Conservatorio di Cosenza, Teatro Rendano: Concerto per pianoforte e archi

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Ministero dell’Università e della Ricerca
CONSERVATORIO DI MUSICA
Stanislao Giacomantonio
Portapiana - Convento di S. Maria della Grazie
COSENZA
I grandi anniversari
Chopin e Schumann
nel bicentenario della nascita

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CONCERTO PER PIANOFORTE E ARCHI
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Costantino Catena (pianoforte), Gabriella Iusi (violino),
Francesco Solombrino (viola), Sandro Meo (violoncello)
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Musiche di Schumann
Cosenza, Teatro Rendano
Lunedì 24 maggio 2010 - ore 20.30
Ingresso libero

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Prosegue con successo il ciclo “I grandi anniversari: Chopin e Schumann”. Si tratta di otto concerti, programmati da aprile a settembre 2010 dal Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza per celebrare il bicentenario della nascita dei musicisti romantici, figure fondamentali della storia della musica.
I primi due appuntamenti sono stati interamente dedicati alla produzione pianistica di Chopin; dal terzo in poi la musica da camera è centrale, ma non mancano i brani per pianoforte solo, strumento prediletto di entrambi i compositori. Sarà così anche nel prossimo concerto, dedicato a Robert Schumann. Il pianista Costantino Catena eseguirà Grande Humoreske op. 20, poi si affiancherà alla violinista Gabriella Iusi, al violista Francesco Solombrino e al violoncellista Sandro Meo per il Quartetto op. 47.
Brani di grande impegno strumentale, affascinanti e molto coinvolgenti all’ascolto, che qui vengono affrontati da professionisti affermati e legati al Conservatorio di Cosenza in quanto docenti (Catena, Solombrino, Meo) ed ex allieva (Iusi), nonché dallo stesso Conservatorio invitati a creare il gruppo in occasione del ciclo di concerti.
L’appuntamento è per lunedì 24 maggio alle ore 20.30 al Teatro “Rendano” di Cosenza. Come di consueto per le manifestazioni del “Giacomantonio”, l’ingresso è libero.

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Note di sala a cura di Daniela Piraino
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R. Schumann: Grande Humoreske op. 20
Schumann in questa composizione pianistica cerca di indagare la natura dell’umorismo servendosi della musica. Per lui, l’unione tra sentimento e umorismo conduce alla “massima potenza della genialità”.
Inoltre ha la convinzione, molto diffusa all’epoca, che l’umorismo sia una categoria estetica tra le più importanti e che sia profondamente radicato nella nazione tedesca, come spiegò a un suo ammiratore.
Il brano, secondo l’autore, vuole essere “felice esaltazione del sogno e di spirito bizzarro”, ma anche “poco allegro […] malinconico”. Dunque siamo lontani dall’attuale accezione del termine umorismo.
Formalmente si presenta come una sequenza di variazioni in cui si ravvisano chiaramente derivazioni strutturali tripartite o proprie del rondò. Tuttavia una categorizzazione dell’opera sarebbe impropria; meglio parlare di sezioni in contrasto che si avvicendano rapidamente nel moto e nel carattere. Momenti sognanti, cantabili, di travolgente sensibilità si alternano ad altri di febbrile inquietudine, ansia crescente e turbinosa in un vorticoso accelerando. Tutti i contrasti hanno luogo in uno stretto ambito tonale intorno a si bemolle e sol minore. L’epilogo si identifica in una tenera meditazione cui segue una stretta coda fatta di accordi in successione cromatica discendente e spirali di semicrome alla sinistra. Scritta nel 1839, la Grande Humoreske op. 20 di Schumann è composizione dal carattere enigmatico, complesso e monumentale, capace di creare “un proprio mondo autonomo, separato dalla realtà, ma pienamente espressivo” (Charles Rosen).
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R. Schumann: Klavierquartett op. 47
Scritto tra l’ottobre ed il novembre 1842- con dedica al conte russo Mathieu Wielhorsky, portato in pubblico nel 1844 ed edito l'anno seguente- il Quartetto in mi bemolle maggiore op. 47 si caratterizza per una scrittura sottilmente viva, venata di malinconia struggente, che testimonia in musica un'emozione intima e accorata.
Le suggestioni letterarie di Jean Paul e di Hoffmann, i moti romantici tesi a liberare gli istinti contraddittori dell'animo attraverso una forma generata dall'espressione, trovano in quest’opera un vero e proprio manifesto.
La composizione, contraddistinta da affascinanti intrecci strumentali, si compone di quattro movimenti: un "Allegro ma non troppo", preceduto da una sezione "Sostenuto assai"; un breve "Scherzo: Molto vivace"; un tenero "Andante cantabile"; un "Finale: Vivace". Quest’ultimo tempo conduce a una conclusione dalla tensione emotiva esuberante, in cui gli elementi contrappuntistici, presenti sin dal primo movimento, maturano in estensione e compiutezza, creando un effetto trascinante.
Il Quartetto op 47, come il Quintetto op. 44, è legato alla figura di Clara Wieck Schumann: in molte occasioni, è lei la prima esecutrice della musica di suo marito Robert. Pianista di straordinario valore, Clara è l’interprete perfetta per musiche quali il terzo movimento del Quartetto, pagina ispirata e di profondo lirismo, all’apice dell’espressività musicale di Schumann.

venerdì 21 maggio 2010

Riforme. Belisario: le promesse di Berlusconi contano come il due di picche

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“Le promesse di Berlusconi contano come il due di picche, cioè niente. Il presidente del Consiglio si era impegnato a ridurre le tasse, ad abolire le province, a tagliare il numero dei parlamentari, a combattere la corruzione: tutte chiacchiere, gli italiani stanno ancora aspettando i fatti”. Lo afferma il presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario: “La verità – aggiunge – è che Berlusconi se ne infischia dei veri problemi del Paese, le uniche riforme che gli interessano sono quelle a suo uso e consumo. Ha sequestrato il Parlamento per farsi fare leggi e leggine che lo mettano al riparo dai suoi guai giudiziari, dal lodo Alfano al ddl sulle intercettazioni la lista è lunga. Non parli quindi di mantenere la parola, di brutte figure ne ha già fatte abbastanza. Gli italiani, che stanno vivendo sulla loro pelle il dramma della crisi economica, vogliono riforme vere – conclude Belisario – non ne possono più di menzogne e falsi annunci”.
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Ufficio stampa IdV al Senato

RStvnews - 15 Maggio 2010

News dal comprensorio di Squillace
A cura di Salvatore Taverniti

mercoledì 19 maggio 2010

Belisario: "La Russa è un guerrafondaio da quattro soldi"

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"Il ministro La Russa è un guerrafondaio da quattro soldi. Il suo è un tipo di propaganda che ricorda quella di qualcuno che, pur sapendo che stava per perdere la guerra, dalla finestra di piazza Venezia raccontava balle". Il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario, risponde così alla provocazione del ministro della Difesa. "E' La Russa che incita al terrorismo alimentando lo scontro. Non può che essere letto come una provocazione l'invio di ulteriori truppe su un fronte che è divenuto di guerra. L'Italia dei Valori ormai da tempo ha chiesto di discutere tempi e modi del rientro, da allora - conclude Belisario - già troppi morti siamo stati costretti a piangere ma evidentemente questo al ministro della Difesa non interessa".
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Ufficio stampa IdV al Senato
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martedì 18 maggio 2010

Grazie, Carla Fracci! - Riflessioni sulla degenerazione fallocratica del potere

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“Siamo governati da un tipo di anarchico che, arrivato al potere, ha provocato avvenimenti contrari alla natura del suo paese, alla sua tradizione, alla sua storia. Ha momenti di debolezza, e i cedimenti inconsulti dei violenti. Non tollera che si parli di altri, e vorrebbe il mondo concentrato su lui solo. Ha profondi abbattimenti. Ha creduto, e forse crede ancora, di non poter essere toccato dal destino, e forse di essere fisicamente immortale”.
Sono parole di Corrado Alvaro, scritte nel 1939, ma d’una stringente attualità. Un ritratto nel quale è possibile riconoscere tanto il duce di ieri, quanto la sua patetica “reinterpretazione” dei giorni nostri. Entrambi accomunati dal bisogno di circondarsi di falsi uomini, o controfigure di certe personalità: falsi uomini di affari, falsi poeti, falsi personaggi politici. Sono gli “attori della realtà”, chiamati a recitare la loro parte per compiacere servilmente lo sfoggio esibizionistico del loro capo e la sua
ricerca maniacale di riconoscimento, adulazione, venerazione.
Questa degenerazione nevrotica e fallocratica dello Stato, dove il potere è posto al servizio delle labilità psicologiche di un solo individuo, è alla base dell’involgarimento e del declino in atto oggi nel nostro Paese. E’ il regime, l’oscuramento della “memoria”, l’esilio del Paese dal suo vero “luogo”, dove la civiltà del Rinascimento aveva indicato al mondo l’orizzonte della modernità. Un Paese ormai inconoscibile, scriverebbe Anna Maria Ortese, in cui la degradazione è la dea del momento.
Un fondamentale tratto distintivo di ogni regime fallocratico è l’atteggiamento sprezzante nei confronti dell’arte, della musica, del teatro e della letteratura, che sono la coscienza critica di un Paese, la sua riserva d’anima e bellezza. Ovvero, tutto ciò che il potere fallocratico e sfascista continua a mortificare e reprimere, sottraendo spazi e risorse alla creatività e al talento. In questa realtà desolante, può succedere di dover assistere all’orrore di un “giullare priapico” che indica al pubblico ludibrio un grande scrittore, o alla cialtroneria di un sindaco che non concede udienza a Carla Fracci, autentica gloria del nostro Paese. E’ il tradimento di quell’idea di “civiltà” alla quale abbiamo ancorato la nostra storia, ma dalla quale rischiamo di essere irrimediabilmente esclusi dalla fallocrazia “italica”, vera tragedia del nostro Paese.
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Domenico Condito
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Grazie, Carla!

Conservatorio di Cosenza - Master Class per Trombone e Ottoni del M° Andrea Conti

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Ministero dell’Università e della Ricerca
CONSERVATORIO DI MUSICA
Stanislao Giacomantonio
Portapiana - Convento di S. Maria della Grazie
COSENZA
www.conservatoriodicosenza.it
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Master Class per Trombone e Ottoni
M° Andrea Conti
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19 - 21 maggio 2010
Aula Magna del Conservatorio di Cosenza
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Il Conservatorio di Cosenza continua a ospitare musicisti di livello internazionale, che al “Giacomantonio” tengono corsi di alta specializzazione. Dal 19 al 21 maggio è programmata la Master Class per Trombone e Ottoni dedicata al repertorio del trombone solistico. A tenerla sarà uno specialista di valore riconosciuto e di consolidata esperienza. Si tratta del Maestro Andrea Conti, trombonista dal curriculum ricchissimo per quanto riguarda sia il concertismo sia la didattica. Tra l’altro, attualmente riveste il ruolo di primo trombone nell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma ed è docente presso la Scuola Universitaria del Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano.
La Master Class è aperta a studenti ed ex studenti di tutti i Conservatorio, che potranno frequentarlo il qualità di effettivi o uditori.
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Per informazioni, iscrizione, curriculum M° Conti:
http://afamcosenza.altervista.org/masterclasses/masconti.pdf
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lunedì 17 maggio 2010

Bossi esulta. Si svolge stasera l'ultima Commissione sui decreti attuativi del federalismo fiscale

Il Sud è stato immolato alla devolution del volgar Senatur padano, con la complicità della classe politica meridionale di centrodestra: siamo stati svenduti per un "piatto di lenticchie".
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“La storia italiana come conflitto fra la prepotenza del «popolo grasso» e la plebe. L’Italia meridionale ha più di ogni altra soggiaciuto a questo e s’è formata su questo. Nel nord e nel centro esiste ancora una scintilla di lotta; ma quaggiù è spenta”.
Quanto risuonano drammaticamente attuali queste parole di Corrado Alvaro, ora che il Governo sta per varare il federalismo fiscale imposto dalla Lega Nord contro il Sud. Sì, perché il federalismo del partito di Bossi, Salvini, Calderoli e Borghezio sarà tutt’altro che equo e solidale. Per il Mezzogiorno saranno lacrime e sangue. Ma è incomprensibile che ciò possa accadere con i voti del Sud e la complicità della classe politica meridionale, più attenta a salvaguardare la propria “rendita” di potere che non a contrattare con la Lega e il Governo condizioni minimante dignitose per la gente del Sud. In questo senso, i politici meridionali di centro-destra, di cui maggiori sono le responsabilità, hanno fatto un “uso criminoso” del consenso ricevuto dai cittadini, aderendo acriticamente e supinamente al progetto leghista. Ci hanno svenduto per un "piatto di lenticchie", immolando il nostro futuro e la nostra dignità alla devolution del volgar Senatur padano. D’altronde, la forza del governo di centro-destra sta proprio nel patto scellerato stretto tra Bossi e Berlusconi: le leggi ad personam in cambio del federalismo. E quanti fra i politici meridionali di centro-destra hanno la capacità, la forza e la volontà anche solo di interloquire con il magnate di Segrate, mettendo a rischio poltrone, rendite, privilegi e potere?
Il Senatur canta già vittoria. Si svolge stasera, proprio alla presenza di Bossi, l'ultima Commissione sui decreti attuativi del federalismo. ''Per il federalismo siamo al dunque”, ha affermato il ministro delle Riforme. Si tratta del via libera finale del federalismo fiscale, ed è proprio il Senatur a ribadirlo con forza: ''Ci siamo: una volta che la Commissione dà il parere positivo e il Consiglio dei ministri dà il suo via libera, ormai sicuro, la mattina dopo il federalismo è sulla Gazzetta Ufficiale''. Il capo della Lega Nord ha poi affermato che sarà messa così “un'assicurazione sulla vita al federalismo fiscale'', che è solo il primo passo verso un più ampio smembramento dell’unità nazionale. ''Prima ci lasciano portare a casa il federalismo fiscale e poi da cosa nasce cosa: non si può avere subito il mille per mille, ma il primo passo è pronto e maturo'', conclude il leader leghista che ha in mano il Governo e il futuro, non solo politico, di Berlusconi.
Ma, all’indomani del varo del federalismo fiscale, al contrario di Bossi, quale esponente meridionale del centro-destra potrà esultare senza sentirsi profondamente vile e traditore?
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Domenico Condito

Crisi. Mascitelli: Governo ridicolo, invece di lanciare slogan vada a casa

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“Il governo degli scandali, del malaffare e delle promesse non mantenute adesso fa finta di dare il buon esempio, ma dietro la propaganda e gli slogan come la riduzione degli stipendi dei parlamentari si nasconde solo l’assoluta inadeguatezza di una corte di bugiardi e incapaci”.
Lo afferma il senatore Alfonso Mascitelli, capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Bilancio, che poi aggiunge: “Per uscire indenni da questa crisi serve una politica seria, non spot e demagogia. L'Italia dei Valori ha presentato varie proposte di legge per abbattere sul serio i costi della politica, come la riduzione del numero dei parlamentari, il taglio delle province e degli sprechi, il tetto agli stipendi di manager e banchieri. Evidentemente però – conclude Mascitelli - il governo era troppo occupato a fare leggi ad personam e a gestire i propri loschi affari per accorgersene, perciò adesso invece di coprirsi di ridicolo vadano tutti a casa”.
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Ufficio stampa IdV al Senato

Governo: Bersani, pronti a esecutivo d'emergenza senza Berlusconi

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(ASCA) - Milano, 17 mag - Il Pd è pronto a far propria la proposta di Dario Franceschini di un governo di emergenza senza Silvio Berlusconi. La conferma è arrivata dallo stesso segretario nazionale, Pierluigi Bersani: ''Certo che siamo pronti'', ha detto Bersani commentando la proposta di Franceschini a margine di un incontro a Milano con gli esponenti lombardi del Pd. ''Se non c'è Berlusconi - ha aggiunto - si aprono orizzonti di ogni genere. Il problema è che Berlusconi c'è e quindi non possiamo distrarci ma fare opposizione forte.
Questo Governo dopo aver detto che stavamo meglio degli altri, sta predisponendo una manovra che, temo, sarà il coronamento di una politica economica fatta senza equità e senza crescita''. Sono anni, ha denunciato Bersani, che il Governo fa ''pagare i costi della crisi ai ceti medio bassi, ignorando i problemi del lavoro, dell'evasione fiscale che non è stata colpita, così come non sono stati colpiti i centri di potere''.
Soprattutto dopo gli sviluppi dell'inchiesta sugli appalti per il G8, ''dobbiamo predisporci a dire la nostra e a dirla con combattività. Questo - ha concluso Bersani - è oggi il nostro compito''.

A-Accoglienza Riaceinfestival: inno al dialogo tra le culture con Wim Wenders ed Edoardo Winspeare

Fonte: Cinezapping
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Si aprirà il prossimo 20 maggio la seconda edizione di A-Accoglienza Riaceinfestival, il Festival calabrese “delle migrazioni e della cultura locale”, nato per diffondere e promuovere l’importanza del dialogo con le altre culture e contemporaneamente la valorizzazione della propria personale tradizione autoctona.
Si tratta di quattro giorni di proiezioni ma anche di eventi corollari, racconti di storie, incontri e scambi culturali. Ad aprire il Riaceinfestival sarà il documentario sull’educazione multiculturale di Edoardo Winspeare (”Il miracolo”), ”Sotto il Celio Azzurro”, girato nella scuola materna Celio Azzurro di Roma che ospita 45 bambini provenienti da 32 diversi paesi del mondo: un bellissimo esempio di come il dialogo tra le culture non sia solo utopia, ma possa instaurarsi e funzionare in modo naturale e sereno se insegnato fin dai primi anni dell’infanzia. La sera del 21 maggio sarà, invece, la volta de ”Il volo”, documentario del cineasta tedesco Wim Wenders (”The Million Dollar Hotel”), produzione italiana girata in stereoscopia proprio nella splendida cittadina di Riace, che affronta il tema dell’integrazione da un punto di vista insolito e con una tecnica – quella del 3D – usata spesso più per evadere dalla realtà, piuttosto che per entrarci più a fondo. Un bambino e il sindaco di un paesino della costa calabrese dove ormai non abita più nessuno, non ci sono giovani ed è difficile persino organizzare una partitella di pallone. L’arrivo di un barcone di clandestini africani creerà scompiglio e polemiche, ma riuscirà a trovare un esito positivo proprio grazie all’intervento del bambino e del sindaco del paese.
Al Riaceinfestival parteciperanno quest’anno cento opere italiane e straniere, a concorrere per il premio finale nelle tre sezioni Migranti e Culture locali, Cultura materiale e la nuovissima Cortometraggi: Fateci ridere! A unire opere così diverse tra loro il sottile filo rosso dell’accoglienza e del dialogo interculturale: una pubblicità decisamente positiva alla bellissima regione della Calabria e al suo impegno in prima fila, spesso passato sotto sordina, nella politica di accoglienza e reinsediamento degli immigrati. L’ A-Accoglienza Riaceinfestival dimostra ancora una volta come il cinema possa essere molto di più che una semplice proiezione di immagini in movimento, ma una grande e reale occasione di scambio di pensieri, culture e interi universi.
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Riaceinfestival

Museo Civico di Taverna - Galleria d'Arte Contemporanea: inaugurata mostra "I Portatori. Offerte non richieste" dello scultore Antonio Saladino

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Coinvolgente e sorprendente la mostra inaugurata ieri (15 maggio) alla Galleria d’Arte contemporanea del Museo civico di Taverna, che ha caratterizzato l’appuntamento europeo della Notte dei Musei 2010 di un'anima inequivocabilmente mediterranea, fruibile tutta l’estate fino al 30 settembre prossimo, dal titolo I Portatori. Offerte non richieste dello scultore Antonio Saladino, a cura di Maria Rosaria Gallo.
La mostra propone, in prologo, l'ultimo progetto dell'artista avviato nel 2007, con una scultura in cui il tradizionale e meticoloso lavoro del ceramista viene assorbito da una sensibilità indagatrice, capace di coniugare passato, presente e anticipazione in un groviglio in cui si innesta l’intimo rapporto dell’artista con la sua terra: la Calabria.
Ispirate alla pratica che sta a fondamento della relazionalità umana, il portare, le sculture di Antonio Saladino hanno a che fare con la magia del ritrovamento archeologico: oggetti nuovi rinvenuti in uno scavo dalle molteplici direzioni - interiore ed esteriore, verticale e orizzontale - in cui l’atto del ritrovamento - il prodursi dell’opera - accoglie qui ed ora le suggestioni, le memorie, le anime, le verità di cui l’opera si fa portatrice.
I reperti si esibiscono come ritrovati tesori niente affatto innocui, affioranti da uno scavo mentale e laborioso - evocato anche nell’allestimento - in cui terra, mare, memoria e psiche convergono in un unico e complesso substrato; mentre in un doppio e subdolo gioco di svelamento-rivelamento di doni e reperti, la mostra diventa un cantiere/offertorio - concretamente ricreato nella sala del museo - dove è materialmente evidente lo stato di lavori in corso, e in cui a primeggiare sono otto emblematici pezzi: Il Portatore di Magra Gracia, La Portatrice di onde, La Portatrice di nuvole, La Portatrice di foglie, Il Portatore di portatrice, La Portatrice di pane, Il Portatore di teste, Il Portatore di Niente.
Sculture che diventano personaggi narranti grazie ai diversi elementi che corredano la mostra e ne caratterizzano lo scenario, coinvolgendo il visitatore in un viaggio molteplice, che parte da lontano raccontando le affascinanti storie dei reperti, percepiti di volta in volta come naufraghi, migranti, popolo, portatori.Un racconto scandito dalle note incalzanti di “Traccia” del Banco del Mutuo Soccorso e dal ritmo ammaliante di “Marie noi ti amiamo” di Carmen Consoli e Franco Battiato, in un video racconto che abbatte le pareti del museo e rende testimoni e attori di un “ritrovamento” che invita ognuno alla ricerca del proprio spazio.
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domenica 16 maggio 2010

Celebridades prestaram homenagem a Luchino Visconti em Cannes

cinema.terra.com.br
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Sessão de gala e celebridades em tapete vermelho para celebrar a restauração de um clássico do cinema italiano: O Leopardo, de Luchino Visconti. O evento, uma das várias atividades finas e fofas do festival de Cannes, exibiu nesta sexta-feira (14) a versão restaurada do filme de Visconti. Prestigiando a sessão estiveram Camilla Belle, Kate Beckinsale, Salma Hayek e Frida Giannini, todas vestindo a grife patrocinadora da festa: Gucci.
O Leopardo foi exibido pela primeira vez em 1963 e traz no elenco Alain Delon, Burt Lancaster e Claudia Cardinale, todos ícones daquela geração de atores. O filme tem como protagonista um refinado príncipe siciliano que passa pela decadência da nobreza e a ascensão da burguesia durante a unificação italiana e a revolução industrial, no fim do século 19.
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Cena de 'O Leopardo', com Burt Lancaster e Claudia Cardinale

sabato 15 maggio 2010

Calabria/Deficit Sanità: On. Angela Napoli (PDL), Protesto contro le decisioni del Governo

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(ASCA) - Reggio Calabria, 15 mag - ''Non appartengo a coloro che addebitano le responsabilità del buco finanziario della sanità calabrese esclusivamente alla passata Giunta regionale, guidata da Loiero, giacchè mi sento costretta a ricordare le ufficiali prese di posizione in materia anche nel periodo di amministrazione Chiaravalloti''. Lo afferma Angela Napoli, deputata del Pdl.
''Proprio per questo credo oggi di avere tutto il diritto - dice Napoli - di protestare contro un Governo nazionale, che, dopo aver tergiversato per ben due lunghi anni sulla necessità di commissariare la sanità calabrese e dopo aver condiviso ed autorizzato il cosidetto "piano di rientro" del debito, presentato dalla precedente Giunta regionale, consentendo alla stessa di procedere persino a ben 333 assunzioni nelle Aziende Sanitarie Ospedaliere della Calabria, oggi vorrebbe imporre al nuovo Governatore di aumentare le tasse ai cittadini''.
''Ancora una volta i ministri nordisti - afferma Napoli - vorrebbero tartassare e discriminare i cittadini calabresi, ignorando i crediti di questa Regione. Sicuramente i fondi FAS non possono essere considerati 'bancomat' per ripianare i deficit, ma tali non avrebbero dovuto essere considerati neppure, ad esempio, per ripianare le 'quote latte,' soddisfacendo i desiderata della Lega Nord. I fondi FAS sono risorse destinate allo sviluppo delle aree sottosviluppate ed allora perchè sono stati sottratti anche alla Calabria ed utilizzati per altri fini?''. ''Il Governo nazionale - afferma Napoli - non può certamente disconoscere che la sottoscrizione del cosidetto 'piano di rientro' ha già comportato pesanti oneri per i cittadini di questa Regione, penalizzati da un super debito sanitario, i cui responsabili ad oggi non risultano individuati e giudiziariamente perseguiti''.
''Al Presidente Scopelliti, al quale sicuramente va riconosciuta la gravità della situazione ereditata - conclude Napoli - mi sento di dire che, dopo aver sistemato le varie 'caselle' regionali all'insegna del manuale Cencelli, non può assecondare il costante saccheggio che viene fatto alla Calabria, nè dimenticare i crediti che i cittadini di questa Regione hanno accumulato negli anni da parte dei Governi nazionali e regionali succedutisi''.
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Conservatorio di Cosenza, Teatro Rendano - Concerto del Trio Marsili

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Ministero dell’Università e della Ricerca
CONSERVATORIO DI MUSICA
Stanislao Giacomantonio
Portapiana - Convento di S. Maria della Grazie
COSENZA
www.conservatoriodicosenza.it
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1810-2010
I grandi anniversari
Chopin e Schumann
nel bicentenario della nascita
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Concerto del Trio Marsili
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Pino Murano (violino)
Valeria Carnicelli (violoncello)
Antonella Calvelli (pianoforte)
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Musiche di Chopin, Schumann
Cosenza, Teatro Rendano
Lunedì 17 maggio 2010 - ore 20.30
Ingresso libero
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Nuovo appuntamento del ciclo “I grandi anniversari: Chopin e Schumann”, in programma da aprile a settembre 2010. Il Conservatorio di Cosenza ha organizzato la serie di otto concerti per celebrare il bicentenario della nascita di due fra i maggiori esponenti del Romanticismo musicale, nati entrambi nel 1810.
Lunedì 17 maggio al teatro Rendano (ore 20.30, ingresso libero) si esibirà il Trio Marsili, composto da Pino Murano al violino, Valeria Carnicelli al violoncello e Antonella Calvelli al pianoforte. Due i brani in scaletta. Il primo è un pezzo di rara esecuzione, rispolverato dal Trio Marsili per l’occasio
ne celebrativa. Si tratta del Trio in sol min. op.8, un lavoro giovanile di Fryderyk Chopin. Il pianoforte vi gioca un ruolo preponderante, tuttavia non mancano momenti che rivelano l’attenzione dell’autore all’impasto timbrico dei tre strumenti.
Di ben altra fattura è il Trio n.1 op. 63, composto nell’aprile del 1847 da un Robert Schumann in preda a problemi psicologici, ma comunque compositore maturo capace di una scrittura sapiente e ricca di inventiva.
Il Trio Marsili, che prende il nome da un vulcano sommerso nelle acque del Tirreno calabrese, è stato costituito a Cosenza nel 2006. Da allora svolge un’intensa attività esibendosi per importanti associazioni concertistiche. Il suo vasto repertorio comprende, oltre ai citati Schumann e Chopin, musiche di Haydn, Beethoven, Schubert, Mendelssohn, Brahms, Fauré, Debussy, Turina e gli italiani Martucci, Casella, Margola.
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3385048865
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Il Trio Marsili

Antonella Calvelli sarà il nuovo Direttore del Conservatorio di Cosenza

Si sono svolte al Conservatorio di Cosenza le elezioni per la carica di Direttore per il triennio 2010-2013. Al Maestro Giorgio Reda, che concluderà al termine del corrente anno accademico il suo secondo mandato (l’ultimo possibile secondo l’attuale normativa nazionale), subentrerà nel prossimo novembre il Maestro Antonella Calvelli, docente di Pianoforte principale. Il risultato delle urne parla chiaro: su 101 votanti, Calvelli, unica candidata, ha ottenuto 92 voti. Cinque le schede bianche, quattro le nulle.
La candidatura unitaria rivela inequivocabilmente la consolidata armonia che vige nell’Istituto, e lascia bene sperare per il proseguimento del momento felice che sta attraversando il Conservatorio “Giacomantonio”: una fase di notevole sviluppo, produttività e relazioni internazionali, come riconosciuto negli ambienti musicali qualificati.
Ecco la prima dichiarazione della neo eletta: «Ringrazio i colleghi per la larga testimonianza di stima e di fiducia espressa nei miei confronti. Ritengo che il risultato elettorale vada letto come il giusto riconoscimento all’attività svolta dall’attuale Direzione. Quindi - conclude Calvelli - insieme alla profonda gratitudine per Giorgio Reda, esprimo la volontà di lavorare nel segno della continuità per non disperdere, e anzi valorizzare, il patrimonio di esperienze e di risultati che il Conservatorio ha ottenuto negli ultimi anni».
«Esprimo la mia grande soddisfazione per l’elezione di Antonella Calvelli - ha dichiarato il Direttore in carica Giorgio Reda - A lei vanno i miei calorosi auguri. L’intera istituzione si è identificata con convinzione nella sua candidatura, riconoscendole competenza, cultura ed equilibrio. Il nostro Conservatorio ancora una volta ha mostrato solida coesione e capacità di guardare al futuro con ottimismo».
Antonella Calvelli, nata a Cosenza nel 1965, ha compiuto gli studi presso il Conservatorio della sua città, conseguendo con lode il Diploma in Pianoforte all’età di 18 anni. Vincitrice di numerosi concorsi pianistici nazionali e internazionali, svolge un’intensa attività concertistica. Dal 1983 è docente di Pianoforte, dal 2005 componente del Consiglio Accademico, dal 2006 al 2009 ha ricoperto l’incarico di vicedirettore a fianco di Giorgio Reda.


Il Maestro Antonella Calvelli

Berlusconi: "nessuna impunità per chi ha sbagliato". Sia coerente e si dimetta.

E’ politicamente responsabile degli atti gravissimi commessi dai suoi uomini di governo.
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La “banda del fare” messa insieme dal Cavalier giulivo della Val Padana è giunta ormai al capolinea. L’era dell’ottimismo berlusconiano finisce qui, in una cloaca immonda che sta screditando l’Italia nel mondo intero. E la teoria del complotto delle toghe rosse non regge più. E’ lo stesso premier a prenderne atto: "nessuna impunità per chi ha sbagliato" – tuona Berlusconi. Sia coerente, ne tragga le ovvie conseguenze e si dimetta. Il ridente Cavaliere di Arcore è stato il padre-padrone di questo governo. E' lui che ha scelto gli uomini che oggi infangano l’onore del nostro Paese, garantendo in prima persona sulla loro onestà e competenza. In realtà, all'ombra delle sue ali protettrici, e, vogliamo credere, a sua "insaputa", si sono consumati atti gravissimi. Oggi non basta prendere le distanze da coloro che hanno "tradito" il Paese, ma, almeno sul piano politico, è necessario che il premier si assuma le responsabilità che gli competono. E' lui che ha scelto gli uomini di governo, è lui che non ha vigilato sul loro operato: è politicamente responsabile dello sconcerto che oggi attraversa il Paese. Quella delle dimissioni del premier è una scelta doverosa, una strada obbligata per restituire onore e dignità all'Italia. Ma, ne siamo certi, il senso dell'onore del Cavaliere non coincide più con quello dei cittadini onesti di questo Paese.

Domenico Condito

venerdì 14 maggio 2010

La politica del governo Berlusconi per la Calabria e il Mezzogiorno? Aumentare le tasse

Il pretesto è il deficit della Sanità. La verità è che Bossi pretende l’attuazione del federalismo fiscale, ma il Governo non sa dove reperire le risorse.
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La decisione è di questi giorni. Calabria, Lazio, Campania e Molise non potranno usare i fondi Fas (Fondo aree sottoutilizzate) per ripianare i deficit sanitari. La decisione del governo Berlusconi è stata comunicata ai governatori regionali interessati a margine della riunione dell’ultimo Consiglio dei ministri. In compenso, sono stati invitati ad aumentare le tasse per sanare il debito. Geniale! D’altronde le risorse sono poche e fra le priorità del Governo non figura certo la questione meridionale, ma il federalismo fiscale imposto dalla Lega Nord.
Il Governo, inoltre, non concede i fondi FAS alle regioni del Sud, ma li ha utilizzati per interventi che nulla hanno a che vedere con le finalità di tali fondi: il pagamento delle multe agli allevatori del Nord, le opere mai utilizzate per il G8 alla Maddalena, gli aiuti alla Grecia. Ma non li dà, sostiene l’ex governatore Loiero, neppure per la realizzazione delle infrastrutture, e alla Calabria toccano cinque miliardi.
Protestano contro la scelta del Governo, che penalizza fortemente le regioni meridionali, anche l'on. Angela Napoli (PDL) e il presidente di centrodestra della Regione Molise, Michele Iorio.
Il deficit sanitario della Calabria ha radici tanto profonde quanto antiche. Tutte le giunte regionali calabresi hanno contribuito, in varia misura, a determinarlo. Il problema è certamente grave, ma pensare di risolverlo imponendo alla regione l’aumento delle tasse è un’operazione iniqua, che costerà alla Calabria lacrime e sangue. Sarà peggio del terremoto del 1783. E’ solo il primo prezzo da pagare alla politica “secessionista” della Lega, asse centrale di un governo che ha ricevuto milioni di voti al Sud, ma le cui priorità stanno nel patto di ferro stretto fra Bossi e Berlusconi: le leggi ad personam in cambio del federalismo. In tutto questo la Calabria non ha avuto, non ha e non avrà voce in capitolo. Rimane “terra di pascolo”, un serbatoio di voti da raccattare con false promesse e prospettive illusorie. Un angolo remoto d’Italia da immolare alla devolution del volgar Senatur padano.
Domenico Condito
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Leggi anche:

La Notte dei Musei fra suoni e visioni a Cosenza

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Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria
SOPRINTENDENZA PER I BENI STORICI, ARTISTICI
ED ETNOANTROPOLOGICI DELLA CALABRIA
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La notte dei musei
fra suoni e visioni
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Cosenza
15 maggio 2010
ore 20.00 - 02.00
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Sabato 15 maggio 2010, la Galleria Nazionale di Cosenza rinnova l’appuntamento con una nuova ammaliante edizione de La notte dei musei fra suoni e visioni.
Dalle 20.00 alle 24.00 le note del Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza accoglieranno i visitatori nei magnifici spazi espositivi di Palazzo Arnone, dove sarà possibile ammirare la ricca collezione d’arte ed immergersi in una stimolante rassegna: dalla fotografia alla video-arte, dal disegno alla poesia. Da mezzanotte fino alle 2.00 SHIRT VS T – SHIRT DJ set by Partyzan concluderà la magica serata.
Quest’anno La notte dei musei fra suoni e visioni contagerà l’intera città di Cosenza: le Istituzioni culturali, le Gallerie d’arte, le Associazioni ed i Pittori di strada si uniranno alla Galleria Nazionale di Cosenza per regalare una lunghissima, insonne notte all’insegna dell’arte visiva e della musica.
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VEDI ANCHE:
Cosenza - Notte dei Musei fra suoni e visioni
Momenti musicali a cura del Conservatorio di Cosenza a Palazzo Arnone.
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Galleria Nazionale di Cosenza - Palazzo Arnone
Sala 5b

La legge che ordina il silenzio stampa

di STEFANO RODOTÀ
Fonte: la Repubblica.it dell'8 maggio 2010
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Se la legge sulle intercettazioni verrà approvata nel testo in discussione al Senato, sarà fatto un passo pericoloso verso un mutamento di regime. I regimi non cambiano solo quando si è di fronte ad un colpo di Stato o ad una rottura frontale. Mutano pure per effetto di una erosione lenta, che cancella principi fondativi di un sistema. Se quel testo diverrà legge della Repubblica, in un colpo solo verranno pregiudicati la libertà di manifestazione del pensiero, il diritto di sapere dei cittadini, il controllo diffuso sull'esercizio dei poteri, le possibilità d'indagine della magistratura. Ci stiamo privando di essenziali anticorpi democratici. La censura come primo passo concreto verso l'annunciata riforma costituzionale, visto che si incide sulla prima parte della Costituzione, quella dei principi e dei diritti, a parole dichiarata intoccabile? Se così sarà, dovremo chiederci se viviamo ancora in uno Stato costituzionale di diritto.
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Questa operazione sostanzialmente eversiva si ammanta del virtuoso proposito di tutelare la privacy. Ma, se questo fosse stato il vero obiettivo, era a portata di mano una soluzione che non metteva a rischio né principi, né diritti. Bastava prevedere che, d'intesa tra il giudice e gli avvocati delle parti, si distruggessero i contenuti delle intercettazioni relativi a persone estranee alle indagini o comunque irrilevanti; si conservassero in un archivio riservato le informazioni di cui era ancora dubbia la rilevanza; si rendessero pubblicabili, una volta portati a conoscenza delle parti, gli atti di indagine e le intercettazioni rilevanti.
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Su questa linea vi era stato un largo consenso, che avrebbe permesso una approvazione a larga maggioranza di una legge così congegnata.
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Ma l'obiettivo era diverso. La tutela della privacy è divenuta il pretesto per aggredire l'odiata magistratura, l'insopportabile stampa. Non si vuole che i magistrati indaghino sul "mostruoso connubio" tra politica e affari, sull'illegalità che corrode la società. Si vuole distogliere l'occhio dell'informazione non dal gossip, ma da vicende che inquietano i potenti, dal malaffare. Se quella legge fosse stata approvata, non sarebbe stato possibile dare notizie sul caso Scajola, perché si introduce un divieto di pubblicazione che non riguarda le sole intercettazioni.In un paese normale proprio quest'ultima vicenda avrebbe dovuto indurre alla prudenza. Sta accadendo il contrario. Al Senato si vuole chiudere al più presto. E questo è coerente con l'affermazione del presidente del Consiglio, secondo il quale in Italia "c'è fin troppa libertà di stampa". Quale migliore occasione per porre rimedio a questo eccesso di una bella legge censoria?
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Scajola, infatti, è stato costretto a dimettersi solo dalla forza dell'informazione. Una situazione apparsa intollerabile. Ecco, allora, il bisogno di arrivare subito ad una legge che interrompa fin dall'origine il circuito informativo, riducendo le informazioni che la magistratura può raccogliere, impedendo che le notizie possano giungere ai cittadini prima d'essere state sterilizzate dal passare del tempo. Non si può tollerare che i cittadini dispongano di informazioni che consentano loro di non essere soltanto spettatori delle vicende politiche, ma di divenire opinione pubblica consapevole e reattiva.
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Si arriva così all'infinito silenzio stampa, all'opinione pubblica impotente perché ignara dei fatti, visto che nulla può esser detto su qualsiasi fatto delittuoso fino all'udienza preliminare, dunque fino a un tempo che può essere lontano anni dal momento in cui l'indagine era stata aperta. Che cosa resterebbe della democrazia, che non vuol dire soltanto "governo del popolo", ma pure governo "in pubblico"? In tempi di corruzione dilagante si abbandona ogni ritegno e trasparenza, si dimentica il monito del giudice Brandeis: in democrazia "la luce del sole è il miglior disinfettante". Stiamo per essere traghettati verso un regime di miserabili arcana imperii, di un segreto assoluto posto a tutela di simoniaci commerci di qualsiasi bene, di corrotti e corruttori, di faccendieri e di veri criminali.
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Questo regime non avvolgerebbe soltanto in un velo oscuro proprio ciò che massimamente avrebbe bisogno di chiarezza. Creerebbe all'interno della società un grumo che la corromperebbe ancor più nel profondo. Le notizie impubblicabili, infatti non sarebbero custodite in forzieri inaccessibili. Sarebbero nelle mani di molti, di tutte le parti, dei loro avvocati e consulenti che ricevono le trascrizioni delle intercettazioni, gli atti d'indagine, gli avvisi di garanzia, i provvedimenti di custodia cautelare. Questo materiale scottante alimenterebbe i sentito dire, la circolazione di mezze notizie, le allusioni, la semina del sospetto. Renderebbe possibili pressioni sotterranee, o veri e propri ricatti. Creerebbe un clima propizio ad un "turismo delle notizie", alla pubblicazione su qualche giornale straniero di informazioni "proibite" che poi rimbalzerebbero in Italia.
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Accade sempre così quando ci si allontana dalla via retta della democrazia e dei diritti. Dal diritto d'informazione in primo luogo, che non è privilegio dei giornalisti, ma diritto fondamentale d'ogni persona, la premessa della sua cittadinanza attiva, del suo "conoscere per deliberare". Ce lo ricordano le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, dov'è sempre ripetuto che "la libertà d'informazione ha importanza fondamentale in una società democratica". In una sentenza del 2007, che riguardava due giornalisti francesi autori d'un libro sulle malefatte di un collaboratore di Mitterrand, la Corte ha ritenuto che la notorietà della persona e l'importanza della vicenda rendevano legittima la pubblicazione anche di notizie coperte dal segreto. In una sentenza del 2009 si è messo in evidenza che eccessivi risarcimenti del danno a carico di giornalisti e editori possono costituire una forma di intimidazione che viola la libertà d'informazione: che cosa dovremmo dire quando, da noi, il testo all'esame del Senato impugna come una clava le sanzioni pecuniarie con chiaro intento intimidatorio? E guardiamo anche agli Stati Uniti, al fermo discorso di Hillary Clinton sul nesso tra democrazia e libertà di espressione su Internet, alle ultime sentenze della Corte Suprema che, pure di fronte a casi sgradevoli e imbarazzanti, ha riaffermato la superiorità del Primo Emendamento, appunto della libertà di espressione.
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Un velo d'ignoranza copre gli occhi del legislatore italiano. Ma non è il benefico velo che lo mette al riparo da pressioni, da influenze improprie. È l'opposto, è la resa alla imposizione di chi non vuole che si guardi al mondo quale veramente è. Nasce così un'anomalia culturale, prima ancora che giuridico-istituzionale. Ci allontaniamo dai territori della civiltà giuridica, e ci candidiamo ad esser membri a pieno titolo del club degli autoritari Certo la nostra Corte costituzionale prima, e poi quella di Strasburgo, potranno ancora salvarci. Intanto, però, la voce dei cittadini può farsi sentire, e non è detto che rimanga inascoltata.

Premio "Vivarium" dedicato a Cassiodoro

Scelti i finalisti della sezione letteraria (saggistica e narrativa).
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Catanzaro (14 maggio) - Sono dieci, anziché cinque come previsto dal regolamento, le opere inedite finaliste, per la sezione letteraria, al Premio “Vivarium - Omaggio a Magno Aurelio Cassiodoro”, promosso e organizzato dall’Associazione “Accademia dei Bronzi”, in collaborazione con le Edizioni Ursini di Catanzaro.
“Pur non avendo fruito, fino ad oggi, di alcun contributo pubblico, - ha commentato Vincenzo Ursini - abbiamo raddoppiato il numero dei premi messi in palio perché le adesioni sono state davvero tante ed era giusto dare a più autori un nostro tangibile contributo. Siamo in presenza di opere di elevata qualità che meritano grande attenzione e che certamente arricchiranno il patrimonio letterario calabrese ed italiano”.
Questi i finalisti, in ordine alfabetico: Bajoni Maria Grazia, con “Una virtù difficile”; Casali Giorgio, con “L’Unità e il Vaticano II: il Concilio visto dal quotidiano del P.C.I.”; Brunella Perri e Adele Fulciniti, con “Zeffirelli: un’Aida tra microcosmo e macrocosmo”; Furina Maria Pia, con “Questo pazzo amore”; Lista Lino, con “Il vangelo di Giuda e altri enigmi forti”; Lubian Francesco, con “Figura e tipologia biblica nella Psychomachia di Prudenzio”: Magri Annarita, con “Il corpo in Paradiso”; Pedatella Rocco, con “Puzzle”; Tassone Rocco Giuseppe, con “Viaggio etnografico-glottologico tra preghiere e canti religiosi in Calabria” e Torraca Raffaella, con “Monachesimo femminile benedettino a Salerno”.
Il vincitore avrà come premio la pubblicazione gratuita dell’opera che sarà inserita in una delle collane delle Edizioni Ursini.
Gli altri autori accettati nella prima fase della selezione erano stati: Alberti Marta, con l’opera “Raccontami la luce”, Brancatisano Maria Stella, (San Luigi Maria Grignon de Montfort), Conforti Raffaele, (Tre racconti) Cossari Elisabetta, (Frammenti di speranza), D’Agostino Domenico, (Il cielo a Santiago), Dennetta Gabriella, (Storia della mia famiglia), Elia Luigi, (Le regole dell’Ordine: pensieri sul senso cristiano della vita), Ferlini Vanes, (Di sale e di terra), Galante Katia, (In punta di piedi nei ricordi), Giardinieri Nina, (Arminio e carnevale), Grimaldi Emilio, (Il giovane Emilio), Guzzi Anna, (L’oro del Mediterraneo), Litti Vito Donato, (Fuga dal Kosovo), Mazzei Sina, (Ricomincio da Dio), Moggia Franco, (Un salto dal ponte più alto), Musumeci Carmelo, (Zanna blu), Palladino Bruna, (Il guardiano dei sogni), Palleri Valentina, (Come ali di farfalla), Piccioni Patrizio, (Caro ignoto lettore), Piccoli Salvatore, (Quattro passi tra storia e poetiche del XIX secolo), Russo Benedetto Giuseppe, (Aurora di speranza), Sardo Viscuglia Piero, (Vivere una vita), Scattarreggia Francesco, (Le leggi della giungla), Schiavone Michele, (Il talismano), Suriani Luisa Victoria, (Il giardiniere del fiore di loto) e Trapani Savina, (Il giardino fatato e altre fiabe).
“Ricordo - aggiunge Ursini - che il premio Vivarium è suddiviso in due sezioni, la prima, dedicata a Giovanni Paolo II, è riservata alla poesia inedita in lingua italiana; la seconda, dedicata a Cassiodoro, è invece riservata ad opere inedite di saggistica e di narrativa. Nei prossimi giorni saranno resi noti i nomi dei poeti finalisti per la sezione poesia”.
La premiazione si terrà nel mese di luglio in una nota località turistica della provincia di Catanzaro. In quella occasione sarà presentata l’antologia “Non abbiate paura!”, che l’Associazione “Accademia dei Bronzi” realizzerà con le migliori poesie partecipanti al concorso.

Cosenza - Notte dei Musei fra suoni e visioni

Momenti musicali a cura del Conservatorio di Cosenza a Palazzo Arnone.
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Ministero dell’Università e della Ricerca
CONSERVATORIO DI MUSICA
Stanislao Giacomantonio
Portapiana - Convento di S. Maria della Grazie
COSENZA
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Notte dei Musei fra suoni e visioni
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Momenti musicali a cura del
Conservatorio di Cosenza
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Cosenza, Palazzo Arnone
15 maggio 2010
dalle ore 20.00 alle ore 24.00
Ingresso libero
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La Notte dei Musei 2010, programmata dal Ministero dei Beni Culturali in diverse città italiane fra cui Cosenza, si svolgerà sabato 15 maggio. Il Conservatorio di musica “Stanislao Giacomantonio”, che contribuì allo straordinario successo dell’edizione 2009 - quando i cosentini, anche grazie all’attrattiva costituita dai mini concerti, visitarono in gran numero e in taluni casi per la prima volta Palazzo Arnone - rinnova la sua collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria. Dalle ore 20.00 fino a mezzanotte circa, docenti e studenti dell’Istituto riempiranno di musica le sale espositive e gli spazi esterni della Galleria Nazionale, che ha sede a Colle Triglio, nel centro storico di Cosenza, in un edificio del Cinquecento che fu tribunale e carcere.
Una cinquantina di esecutori, fra cui la flautista tedesca Susanna Hoffmann e la pianista russa Elina Cherchesova, si alterneranno esibendosi ogni 20 minuti circa da diverse postazioni. Dal flauto di Daniela Troiani, che aprirà la serata alle ore 20 fra i dipinti del Seicento, fino ai giochi teatrali tra parole e musica a cura di Maria Luisa Bigai, che avranno inizio alle ore 23.30 nel Salone delle Udienze. E ancora: quartetto di sassofoni, trio di arpe celtiche, pianoforte, archi, fiati, voci, ensemble barocco con strumenti d’epoca come clavicembalo e flauto dolce.
I visitatori saranno invitati a compiere un percorso nel contempo visivo e sonoro. Sarà possibile ammirare la ricca collezione permanente di Palazzo Arnone - dalle tavole cinquecentesche di Marco Tardisco, Pietro Negroni e Marco Pino, alle tele di Mattia Preti, Luca Giordano e il Baciccio, fino alla scultura del Novecento firmata da Emilio Greco - mentre si ascoltano musiche di vari generi e stili. Beethoven e Joplin, Bach e Piazzolla, la polifonia rinascimentale, le melodie popolari irlandesi e altro ancora, in una Notte che si preannuncia emozionante e ricca di suggestioni.
Per l’occasione l’ingresso a Palazzo Arnone è libero.
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VEDI ANCHE:
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Pisani (Notte dei Musei 2009)
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giovedì 13 maggio 2010

Cosenza, Galleria Nazionale - Palazzo Arnone: inaugurazione allestimento museale della Collezione Banca Carime

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Dal 30 maggio 2010 la Galleria Nazionale di Cosenza aprirà nuove sale espositive dove il pubblico potrà ammirare i 38 capolavori della Collezione Banca Carime, opere donate in comodato d’uso da Banca Carime al Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
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Il comodato - giunto a conclusione di trattative iniziate da oltre un decennio e riprese con determinazione dopo l’insediamento del Soprintendente Fabio De Chirico, che ha incontrato la rinnovata disponibilità di Banca Carime a definire l’iter - costituisce un’operazione di grande rilievo culturale per la città di Cosenza e per tutta la Calabria.
La prestigiosa collezione di opere diviene finalmente patrimonio condiviso e fruito dall’intera collettività grazie all’impegno della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria, della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e di Banca Carime, da sempre impegnata nella promozione della cultura quale banca del territorio e quale soggetto socialmente consapevole attraverso un impegno di servizio orientato allo sviluppo delle regioni in cui opera.
Un’attenzione, quella di Banca Carime e della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria, che vuole portare alla generale e più ampia fruizione dei cittadini calabresi e dei turisti che visiteranno Palazzo Arnone una importante quadreria che conta opere pittoriche di insigni e prestigiosi artisti.In tal modo, incrementando le occasioni di godibilità di questo patrimonio che si coniuga con la responsabilità sociale di Banca Carime, si riconferma, attraverso tale atto, il profondo legame con la gente che abita una regione antica, colta e ricca di tradizioni e valori. La collezione di opere di Banca Carime, che dal 30 maggio 2010 sarà esposta nelle sale appositamente predisposte della Galleria Nazionale di Cosenza, si compone di trentotto opere di straordinario valore che documentano un’area artistica prevalentemente meridionale.
L’opera più antica della raccolta è il dipinto attribuito a Giovanni Bellini con la collaborazione del fratello Gentile raffigurante Cristo al Calvario e il Cireneo, eseguito intorno al 1460.Cospicuo il corpus di dipinti del Sei e del Settecento riferiti all’area centro-meridionale, napoletana in special modo. Tra questi, la monumentale pala d’altare raffigurante Santa Caterina d’Alessandria di Innocenzo Tacconi, tra i più fedeli allievi di Annibale Carracci e il Sogno di San Giuseppe di Andrea Sacchi, esponente illustre della pittura classicista seicentesca.
Ad attestare gli straordinari e diffusi esiti del caravaggismo in ambito meridionale, le pregevoli opere di Battistello Caracciolo, Jusepe de Ribera, degli olandesi Gerrit van Honthorst e Dirk van Baburen.Ancora nell’ambito della pittura di area meridionale, di grande pregio e suggestione le tele pendants raffiguranti Santa Lucia e Sant’Agnese di Francesco Guarino.
Arricchiscono la collezione il dipinto di Mattia Preti raffigurante Cristo e la Cananea, di evidente e forte suggestione reniana; le belle tele di Luca Giordano, eccezionale interprete della pittura barocca e, per il Settecento, le opere di Francesco Solimena, Paolo De Matteis, Francesco De Mura, Pietro Bardellino.
Di grande interesse le opere che costituiscono la sezione moderna e contemporanea, tra queste il Ritratto femminile di Silvestro Lega, tra i maggiori esponenti del movimento dei macchiaioli, e l’interessante Gisella di Umberto Boccioni del 1907, capolavoro prefuturista dell’artista.
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Le opere della collezione sono state sottoposte ad un intervento di manutenzione, conservazione e restauro, preceduto da un’attenta campagna di indagini diagnostiche, a cura del Laboratorio di Restauro e della Sezione di Documentazione e Diagnostica della Soprintendenza BSAE Calabria.
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L’allestimento segue un criterio cronologico ed è stato realizzato secondo i più avanzati standard museografici europei in materia di sicurezza, conservazione e valorizzazione delle opere.
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Francesco Guarino, Santa Lucia
Olio su tela - 1645 ca.
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NOTIZIE UTILI
Apertura al pubblico dal 30 maggio 2010
Inaugurazione Sabato 29 maggio, ore 18.00
Indirizzo: Cosenza, Via Gian Vincenzo Gravina
Orari: tutti i giorni 10 – 18
Ingresso gratuito

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Info: tel. 39 0984 795639/5556
www.articalabria.it
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Uffici Stampa:
Soprintendenza BSAE Calabria
Silvio Rubens Vivone e Patrizia Carravetta
tel. +39 0984795639

fax +39 098471246
sbsae-cal@beniculturali.it
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Banca Carime
tel. +39 0805782426-2157

fax +39 0805782913
staff.dg@carime.it
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StudioBegnini – Roma/Milano
Tel. +39 0669190880

fax +39 0669925790
studiobegnini@gmail.com

RStvnews - 8 Maggio 2010

News dal comprensorio di Squillace
A cura di Salvatore Taverniti

martedì 11 maggio 2010

Che vergogna, un deputato del PDL propone l'aumento degli stipendi ai parlamentari

E' la voracità inestinguibile della casta!
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"In una situazione di gravissima crisi economica, con famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese, è una follia che un parlamentare osi soltanto pensare di aumentarsi lo stipendio". Così il senatore Felice Belisario, capogruppo dell'Italia dei Valori a Palazzo madama commenta la proposta del deputato del Pdl, Giorgio Stracquadanio, di aumentare gli stipendi dei parlamentari se questi lavorano e si impegnano. "Spiace - prosegue Belisario - che l'esponente del Pdl non abbia invece previsto il ritiro dell'indennità se i Parlamentari non fanno niente. Il parlamento è fermo dall'inizio della legislatura, sequestrato per risolvere i problemi di Berlusconi, dei suoi ministri e sottosegretari". "Stracquadanio stia tranquillo, se la Maggioranza la smettesse di prendere solo ordini dal Presidente del Consiglio e si decidesse ad esaminare provvedimenti che servono al Paese e che l'IdV ha presentato in numero cospicuo, l'Italia - conclude Belisario - avvertirebbe meno la pesante crisi internazionale".
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Ufficio stampa IdV al Senato
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