mercoledì 29 settembre 2010

Roberto Guarasci nuovo Presidente del Conservatorio di Cosenza

Si è insediato il nuovo Presidente del Conservatorio di musica “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza. È il professore Roberto Guarasci, docente all’Università della Calabria, nominato dal Ministro Mariastella Gelmini su una terna di nomi proposta dal Conservatorio.
Il Direttore dell’Istituto, Maestro Giorgio Reda, ha formulato gli auguri di buon lavoro al Presidente Guarasci e ha espresso la propria soddisfazione per la nomina. «Il Conservatorio- ha dichiarato Reda- è impegnato nel complesso percorso della riforma e dello sviluppo del proprio ruolo nell'ambito delle Istituzioni dell'Alta Formazione Artistica e Musicale italiane. Sono certo che il Professor Guarasci- ha affermato Reda- saprà dare, da protagonista, il proprio contributo decisivo». Il Direttore Reda ha infine espresso la riconoscenza e il ringraziamento di tutto l'Istituto per l'azione svolta dal Presidente uscente, dottoressa Bruna Adamo.

Pia Tucci
ufficiostampa@conservatoriodicosenza.it
3385048865

lunedì 27 settembre 2010

Lamezia Terme. Contemporary Art 2010: Margherita Ragno - IMAGOPHOBIA (Reality Visions)

pastelli su carta
Opening venerdì 1 ottobre ore 18.30

Lamezia Terme. Contemporary art 2010 volge al termine col suo nono appuntamento.
Il ciclo di IMAGOCRAZIA. Effetti collaterali chiude l'excursus espositivo dedicato a scoprire gli effetti del regime autoritario delle immagini nel mondo contemporaneo con la giovane artista pugliese Margherita Ragno e la sua IMAGOPHOBIA (Reality Visions).
Dopo l'intensa pittura di Kristina Kurilionok - specchio di riflessi mentali - legata alla categoria dell'IMAGOMANIA - all'ossessione dell'apparire secondo i canoni estetici dominanti - i pastelli di Margherita Ragno si vestono di un realismo che smaschera con violenta immediatezza l'artificio patinato dell'immortalità a cui la cultura occidentale educa e orienta, condizionando la relazionalità degli individui con sé stessi e con gli altri e fissando le norme della bellezza fisica e lo stile di vita ad essa corrispondente.
Nella pittura di Margherita Ragno prendono vita, come protagoniste, figure ordinarie che mettono in scena la nuda realtà del soggetto, colto nella viridicità fisica della sua autorappresentazione: corpi nudi e volti espressivi si esibiscono sfoggiando i più svariati caratteri - austerità, seduzione, malessere, ingeniutà, pornografia - nell'assoluta verità del corpo.
L'immagine morbida e pacifica irrompe con effetto scioccante e minatorio, attraendo e respingendo contemporaneamente l'osservatore.
La figurazione di Margherita Ragno racconta un corto circuito tra ideale e reale che genera paura e instabilità: lontana nella forma dalla perfezione delle icone mediatiche, ne mantiene tuttavia lo spirito nella simulazione; vicina all'imperfezione, alla carne, al grasso, alle rughe, al deforme, alla vecchiaia, nega l'ideale estetico pur simulandolo.
Con la sua "pittura", Margherita Ragno mette in atto una operazione di svelamento in cui scatta una operazione di verità dell’immagine; una sorta di reality visions in cui nello sguardo (pre-condizionato!) di chi guarda, "il modello" ormai entificato incontra la sua caricatura prodotta e la figura dipinta diventa insostenibile.
Il risultato è la registrazione di un senso di phobia rispetto a ciò che più si avvicina alla realtà concreta delle cose relativamente all'identità umana, a partire dal suo aspetto. Il risultato è l'imagophobia: un irrefrenabile senso di repulsione davanti a rappresentazioni che rendono visibile il conflitto, indotto, che ognuno ha con se stesso sulla propria immagine.

Senza titolo, 2009


Senza titolo, 2008


L'origine, 2009


Opening. Venerdì 1 ottobre ore 18.30
MARGHERITA RAGNO - IMAGOPHOBIA (Reality Visions) pastelli su carta

visibile fino al 15 ottobre
apertura martedì, mercoledì, giovedì - dalle ore 18.00 alle 20.00
ingresso gratuito

Pramantha Arte contemporary art gallery
Via San Giovanni n. 1 - I° piano
Lamezia Terme (CZ)
+39 3395028498
+39 3335287972
arte@pramantha.com

Nuovi successi internazionali del Conservatorio di Cosenza

Jazz: Austria (Konservatorium University di Vienna), Cipro (European University di Nicosia), Danimarca (Faculty of Fine Arts- Royal Academy of Music di Aarhus, Conservatorio di Esbjerg), Norvegia (Università di Tromsø).

Arti Digitali: Belgio (Conservatorio Reale di Bruxelles), Danimarca (Royal Academy of Music di Aarhus), Italia (Conservatorio di musica “S. Pietro a Majella” di Napoli, DIST - Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Telematica dell'Università di Genova), Lituania (Università Tecnologica di Kaunas), Portogallo (Università di Porto), Spagna (ESMUC -Escola Superior de Música de Catalunya di Barcellona).

Il Conservatorio di Cosenza continua a mietere successi nel campo dell'internazionalizzazione. L’istituto di istruzione musicale si è aggiudicato due Intensive Programme (Ip) nell'ambito del Lifelong Learning Programme, grazie al contributo dell’Agenzia Nazionale LLP su finanziamento della Commissione Europea.
Si tratta di due partenariati che il “Giacomantonio” coordina in qualità di capofila. Uno sul jazz - intitolato Conduction and Music for Large Jazz Ensemble: Composition and Improvisation- che consente di proseguire l’esperienza realizzata a Paola dal 8 al 17 luglio 2010, una prima edizione che ha ottenuto lusinghieri risultati didattici, artistici, organizzativi e di partecipazione del pubblico, realizzata con il contributo dell’Agenzia Nazionale LLP su finanziamento della Commissione Europea.
L’Ip sul Jazz vede il Conservatorio di Cosenza coordinatore di un gruppo che raccoglie importanti istituzioni di Austria (Konservatorium University di Vienna), Cipro (European University di Nicosia), Danimarca(Faculty of Fine Arts- Royal Academy of Music di Aarhus, Conservatorio di Esbjerg), Norvegia (Università di Tromsø).
L'altro Ip, dal titolo Art of Sound/Sound of Art, riguardante le Arti Digitali, impegna il Conservatorio come capofila di un vasto e prestigioso network che comprende partner dei seguenti Paesi: Belgio (Conservatorio Reale di Bruxelles), Danimarca (Royal Academy of Music di Aarhus), Italia (Conservatorio di musica “S. Pietro a Majella” di Napoli, DIST- Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Telematica dell'Università di Genova), Lituania (Università Tecnologica di Kaunas), Portogallo (Università di Porto), Spagna (ESMUC -Escola Superior de Música de Catalunya di Barcellona).
Viva soddisfazione è stata espressa dal Direttore, prof. Giorgio Reda, dal coordinatore dei due Programmi Intensivi, prof. Raffaele Longo (delegato alle Relazioni Internazionali), dai responsabili scientifici dei due progetti, prof. Nicola Pisani (Jazz) e prof. Ivano Morrone (Arti Digitali). Si tratta di un risultato straordinario che proietta il “Giacomantonio” al centro della scena internazionale, tanto più che nell’ambito della comunità europea è l'unica Istituzione di Alta Formazione Artistica e Musicale (Afam, settore del Ministero di istruzione e università) a coordinare due partenariati internazionali centrati sulla cooperazione didattica, scientifica e artistica fra Conservatori e Università d’Europa.
«Facendo riferimento alla Strategia di Lisbona - ha dichiarato il Direttore Reda - il nostro impegno è quello di far sì che il Conservatorio di Cosenza sia un'istituzione culturalmente viva, fortemente propositiva, internazionale per vocazione, capace di offrire ai propri studenti continue opportunità di esperienze stimolanti, umanamente e intellettualmente qualificanti, fortemente motivanti all’investimento personale in competenze»

Pia Tucci
ufficiostampa@conservatoriodicosenza.it
3385048865

venerdì 24 settembre 2010

Mileto - Inaugurazione della mostra "Splendori Sacri – Tesori della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea"

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Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturalie Paesaggistici della CalabriaSOPRINTENDENZA PER I BENI STORICI, ARTISTICI
ED ETNOANTROPOLOGICI DELL
A CALABRIA
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Mostra
SPLENDORI SACRI
TESORI DELLA DIOCESI DI
MILETO-NICOTERA-TROPEA
Museo Statale di Mileto (VV)
26 settembre 2010 - 9 gennaio 2011
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INAUGURAZIONE
25 settembre 2010 – ore 18.00
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Sabato 25 settembre prossimo, alle ore 18.00, presso il Museo Statale di Mileto, sarà inaugurata, alla presenza di autorità civili e religiose, la mostra Splendori Sacri – Tesori della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea.
Interverranno all’iniziativa: Fabio De Chirico, soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria; Francesco Prosperetti, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria; Roberto Banchini, soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Reggio Calabria e Vibo Valentia; Mario Caligiuri, assessore regionale alla Cultura e ai Beni Culturali; S. E. mons. Luigi Renzo, vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea; Francesco De Nisi, presidente della Provincia di Vibo Valentia; Vincenzo Varone, sindaco di Mileto e Rosanna Caputo, direttore del Museo Statale di Mileto.
La mostra è organizzata dalla Soprintendenza p
er i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2010, con la cura e il coordinamento scientifico di Fabio De Chirico e di Rosanna Caputo.
L’esposizione resterà aperta dal 26 settembre 2010
al 9 gennaio 2011, secondo il seguente orario: martedì/domenica ore 10.00 – 18.00.
La mostra è posta sotto l’Alto Patronato d
el Presidente della Repubblica.
Seguono alcune fotografie di Cosimo Fanzago raffiguranti sculture della mostra di Mileto.
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Angelo
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Angelo
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Putto
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San Lorenzo
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Sant'Ugo
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Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
Soprintendente: Fabio De Chirico
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MOSTRA
SPLENDORI SACRI
TESORI DELLA DIOCESI DI MILETO-NICOTERA-TROPEA
Museo Statale di MiletoMileto (VV)
26 settembre 2010 - 9 gennaio 2011
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INAUGURAZIONE
25 settembre 2010 – ORE 18.00
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Ufficio stampa: Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
Silvio Rubens Vivone – Patrizia Carravetta
Tel: 0984.795639 - 795639
fax: 0984.71246

Conservatorio di Cosenza - Concerto per tromba e pianoforte

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Ministero dell’Università e della Ricerca
CONSERVATORIO DI MUSICA
Stanislao Giacomantonio
Portapiana - Convento di S. Maria della Grazie
COSENZA
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Masterclass di tromba, trombone e strumenti affini
M° Carmelo Fede
Aula Magna del Conservatorio di Cosenza
Sabato 25 settembre 2010
ore 9.30 -14.00\15.00 -17.00
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Concerto per tromba e pianoforte
dei Maestri C. Fede e C. De Cicco
Musiche di A. Corelli, J.C.B. Neruda,
A. Lortzing, A. Pryor,
P. Hindemith, G. Martin
Aula Magna del Conservatorio di Cosenza
Sabato 25
settembre 2010 ore 18,30
Ingresso libero
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Il Conservatorio di Cosenza invita costantemente esperti delle varie branche strumentali e vocali per incentivare l’approfondimento di tematiche e aspetti della pratica musicale. La masterclass che sarà tenuta dal M° Carmelo Fede sabato 25 settembre (ore 9.30 - 14,00\15.00 - 17.00) riguarda tromba, trombone e strumenti affini. È destinata agli allievi interni, ma gli esterni (anche semplicemente spettatori) possono partecipare da uditori.
Fede è un blasonato musicista siciliano, vincitore di premi, concertista apprezzato da platee internazionali. Tra l’altro, è componente stabile dell’orchestra del Teatro “Bellini” di Catania.
Al termine della masterclass, il Maestr
o terrà un concerto per tromba e pianoforte insieme a Cunegonda De Cicco. Sarà eseguito un programma ampio e vario, che spazia dal Barocco al Novecento, da Corelli a Hindemith e Martin. L’appuntamento è per sabato 25 settembre alle ore 18,30 nell’Aula Magna del Conservatorio di Cosenza. L’ingresso è libero.
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lunedì 20 settembre 2010

Mileto - Splendori Sacri. Tesori della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea

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Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici della Calabria
SOPRINTENDENZA PER I BENI STORICI, ARTISTICI
ED ETNOANTROPOLOGICI DELLA CALABRIA
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Mostra
SPLENDORI SACRI
TESORI DELLA DIOCESI DI
MILETO-NICOTERA-TROPEA
Museo Statale di Mileto
Mileto (VV)

26 settembre 2010 - 9 gennaio 2011
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CONFERENZA STAMPA
Mileto (VV) - Biblioteca del Seminario Diocesano
Mercoledì’ 22 settembre – ore 11.00
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Mercoledì 22 settembre prossimo, alle ore 11.00, presso la Biblioteca del Seminario Diocesano in Mileto (VV), si terrà la conferenza stampa di presentazione della mostra Splendori SacriTesori della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea.
Interverranno all’iniziativa: Fabio De Chirico, soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria; Roberto Banchini, soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Reggio Calabria e di Vi
bo Valentia; S.E. mons. Luigi Renzo, vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea; Francesco De Nisi, presidente della Provincia di Vibo Valentia; Michelangelo Mirabello, assessore provinciale alla cultura; Vincenzo Varone, sindaco di Mileto; Giuseppe Bulzomì, presidente del Consiglio comunale di Mileto; Rosanna Caputo, direttore del Museo Statale di Mileto.Posta sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la mostra organizzata dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria con il coordinamento scientifico di Fabio De Chirico e la cura di Rosanna Caputo presenta una significativa selezione di argenti sacri - dalla prima metà del Trecento all’Ottocento - custoditi nelle chiese e nei musei della diocesi.Fra le opere più interessanti si segnalano le croci astili di Gerocarne, di Pizzoni e di Motta Filocastro.Altri straordinari manufatti in mostra, il Riccio di bacolo pastorale di Tropea e il Turibolo di Mileto, concorrono a definire i portati culturali ed artistici della Chiesa calabrese in età aragonese ed il rapporto privilegiato dell’alto clero con le più aggiornate botteghe della capitale.
Numerose sono le opere provenienti da Napoli presenti nel territorio della diocesi che fungono da modelli di riferimento per gli argentieri locali che dimostrano, in tal modo, di conoscere e assimilare lo stile dominante nella capitale.
Di assoluto rilievo le sculture in bronzo dorat
o di Cosimo Fanzago, realizzate per il ciborio della Certosa di Serra San Bruno, smembrato a seguito del terremoto del 1783, presentate in questa mostra dopo un delicato intervento di restauro.
Arricchiscono l’esposizione le sculture raffiguranti Santa Domenica del 1738 di Gaetano e Nicola Avellino, rinomati argentieri napoletani; San Nicola, realizzato da Nicola De Blasio tra il 1741 e il 1747 e San Fortunato martire di Genna
ro Pane, argentiere napoletano tra i più noti, attivo tra il 1835 e il 1878.Il forte legame della Calabria con Napoli è documentato ancora da una cospicua serie di opere, dal Tronetto e dagli Ostensori monumentali di Tropea e Nicotera ai preziosi arredi sacri firmati da artisti quali Nicola Cangiani, Giuseppe e Gennaro Del Giudice e Giovan Battista d’Aula, attestati a Napoli tra il 1686 e il 1804.Rilevanti, inoltre, sono i manufatti d’arte orafa realizzati a Malta e a Messina, che testimoniano il variegato gusto della committenza ecclesiastica locale e l’abilità tecnica e stilistica degli artefici isolani.Completa la rassegna un’importante sezione, a cura della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Reggio Calabria e di Vibo Valentia, costituita da pannelli illustrativi delle chiese e dei complessi monumentali da cui provengono le opere esposte, architetture tra le più notevoli del territorio della provincia di Vibo Valentia, quali le Cattedrali di Mileto, Nicotera e Tropea, la Certosa di Serra San Bruno, il complesso conventuale di San Domenico a Soriano, la chiesa di San Leoluca a Vibo Valentia, unitamente ad alcuni esempi “minori”, in genere poco noti, che restituiscono un quadro significativo dell’architettura chiesastica della provincia di Vibo Valentia.
Il criterio espositivo ha inteso favorire la piena
fruibilità delle opere e la corretta lettura delle stesse privilegiando un ordinamento per tipologia di manufatti.
L’allestimento nasce, invece, dall’esigenza di ottimizz
are gli spazi valorizzando appieno le opere; difatti, la dominanza assoluta del nero utilizzato nella pannellistica, nella pavimentazione e nei supporti, fa da contrappunto ai lucidi toni freddi del metallo ed evidenzia le forme, i volumi e le raffinate tecniche di lavorazione dei manufatti esposti.
La mostra sarà inaugurata sabato 25 settembre
prossimo alle ore 18.00.
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Riccio di bacolo pastorale
Argentiere meridionale, sec. XV
Tropea (VV), Museo diocesano
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Coppia di Corone
Madonna delle Grazie
Argentiere messinese, sec. XVII
Nicotera (VV), Museo diocesano
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San Nicola di Bari
Nicola De Blasio
(Napoli doc. dal 1729 al 1751), secolo XVIII
Mileto (VV) Museo Statale
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San Fortunato martire
Gennaro Pane
(Napoli, doc. dal 1850 al 1878), dat. 1877
Mileto (VV), Museo Statale
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Ostensorio raggiato con fusto figurato
detto “Ostensorio del Capitolo”
Biagio Giordano
(Napoli, doc. dal 1770 al 1795), dat. 1794
Nicotera (VV), Museo diocesano
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Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
Soprintendente: Fabio De Chirico
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MOSTRA
SPLENDORI SACRI
TESORI DELLA DIOCESI DI MILETO-NICOTERA-TROPEA
Museo Statale di Mileto
Mileto (VV)
26 settembre 2010 - 9 gennaio 2011
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CONFERENZA STAMPA
Mileto (VV)- Biblioteca del Seminario Diocesano
Mercoledì 22 settembre – ore 11.00

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Ufficio stampa: Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
Silvio Rubens VivonePatrizia Carravetta
Tel: 0984 795639

Mons. Antonio Cantisani, “Catanzaro, la Chiesa e l’Italia nel diario di Mons. Mazzocca” (1897 - 1930)

Nuovo libro dell'arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace edito da Ursini.
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Catanzaro - Dopo “La forza del sorriso - Mons. Giovanni Fiorentini”, pubblicato qualche mese addietro, mons. Antonio Cantisani (nella foto), arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace, torna ad occuparsi della “sua” amata città attraverso una nuova pubblicazione dal titolo “Catanzaro, la Chiesa e l’Italia nel diario di Mons. Mazzocca (1897-1930)”, Ursini Edizioni.
Il libro racchiude trent’anni di storia catanzarese, ma non solo, raccontati, spesso con dovizia di particolari, da mons. Domenico Mazzocca (parroco del Carmine dal 1897 al 1908 e poi di S. Teresa (Osservanza) fino al 1935, anno della sua morte) in un vero e proprio diario dal titolo “Liber parochialis” che mons. Cantisani ha “scoperto” tempo addietro nell’archivio della Parrocchia del Carmine.
“Man mano che sfogliavo il diario, - racconta - mi accorgevo che si trattava di un documento di particolare importanza. Il parroco aveva annotato, con una grafia quanto mai chiara, non solo avvenimenti riguardanti la sua persona e la vita delle sue comunità parrocchiali, ma si era premurato di annotare anche molti avveniment
i riguardanti la città di Catanzaro, la Chiesa e l’Italia. Ho così subito pensato che il Liber parochialis poteva diventare una fonte preziosa per chiunque è convinto che nella storia e forse anche nella cronaca si possa trovare tanta luce per vivere più autenticamente l’oggi. Ogni dubbio sulla importanza del documento è comunque scomparso quando, tra le annotazioni apposte sul diario da tante persone che avevano visitato la parrocchia e, perciò, soprattutto dai vescovi in occasione delle visite pastorali, ci si è imbattuti in una testimonianza di assoluto valore qual è quella di Alfonso Frangipane. L’illustre storico dell’arte, il 21 settembre 1921, scrive: “Visitando ancora una volta la Chiesa dell’Osservanza, per compilare le schede inventariali pel Catalogo delle Opere d’Arte ordinato dal Ministero dell’Istruzione, ammiro molto la cura intelligente con cui le opere pregevoli di questa chiesa sono tenute dal colto mons. Mazzocca, e l’acume storico che lo ha consigliato a compilare questo prezioso libro di memoria: della Parrocchia e della nostra epoca”.
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“È stato proprio leggendo queste parole - prosegue mons. Antonio Cantisani - che ho sentito quasi come un dovere darmi da fare per pubblicare il Diario di mons. Mazzocca (nella foto a lato). E non soltanto per soddisfare una legittima curiosità: in particolar modo i catanzaresi avranno piacere di rivisitare luoghi che i loro padri hanno frequentato e conoscere avvenimenti che gli stessi padri hanno vissuto nella loro carne.
Nel suo diario, mons. Mazzocca non ha, come suol dirsi, peli sulla lingua e non ci pensa due volte a definire
“poco reverendo” un prete, “canaglia” un avvocato e “doppiogiochista” un sindaco massone che faceva credere di votare per Giolitti e poi votava socialista. Parla, come si vedrà, di grandi avvenimenti della storia. Ma nello stesso tempo riferisce dettagli davvero secondari: ci dice perfino il numero della tomba ove era stato sepolto suo padre, la tonalità delle campane che aveva installato nella chiesa parrocchiale dell’Osservanza e i premi che dava ai ragazzi che risultavano vincitori nella gara di catechismo. Ma ciò che più colpisce è la cura con cui ci dice come certi documenti sono collocati nell’archivio parrocchiale. Ed è proprio per questo che il Mazzocca può esser considerato un testo davvero credibile.
Chi era Domenico Mazzocca? Dal Diario emerge
un vero personaggio, sia come cittadino che come prete. E, difatti, sin da ragazzo si rivela come tipo ben “determinato”. Era nato il 25 luglio 1867 a Catanzaro da Achille, rilegatore di libri, e da Teresa Rizzo, ai quali fu sempre legato da grande affetto. Crebbe attorno alla parrocchia, distinguendosi per la sua vivacità, ma anche per la sua pietà. Ricorderà con gratitudine la sua prima Comunione ricevuta dal can. don Luigi D’Elia nel mese del Rosario del 1876, parlandone più tardi come delle “nozze” col Signore. Sentendosi chiamato ad esser prete, volle entrare presto nel seminario diocesano, che da poco era stato rilanciato da mons. Bernardo M. De Riso (1883-1900). Qui maturò la sua scelta, cui volle esser fedele ad ogni costo. Un suo zio, massone, voleva distoglierlo dal proposito di diventare sacerdote, ma egli chiese a Mons. De Riso, vescovo del tempo, di poter frequentare i corsi di teologia a Roma dove fu ordinato sacerdote il 21 settembre 1890.
“Mons. Mazzocca, col suo dire non di rado retorico e talvolta anche sottilmente ironico, - conclude Cantisani - ci stimola ad essere più presenti nella storia. E aiuta specialmente noi di Catanzaro ad amare sempre più questa amabilissima città”.
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venerdì 17 settembre 2010

Conservatorio di Cosenza - Omaggio a Schumann fra parole e musica: Quando il cielo versa una lacrima

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Ministero dell’Università e della Ricerca
CONSERVATORIO DI MUSICA
Stanislao Giacomantonio
Portapiana - Convento di S. Maria della Grazie
COSENZA
I grandi anniversari
Chopin e Schumann
nel bicentenario della nascita
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QUANDO IL CIELO VERSA UNA LACRIMA
Concertato per pianoforte e voci
da pagine musicali, diari, epistolari, Lieder e Sonate
di Clara e Robert Schumann
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Cosenza, Aula Magna del Conservatorio
Lunedì 20 settembre 2010, ore 18.00
Ingresso libero
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La ricorrenza di un anniversario può essere l’occasione di riascoltare, rendendolo presente e vivo alla memoria, qualche segno della grande avventura umana; e di soffermarsi, in modo meno fugace di quanto la quotidianità consenta, su qualche esperienza di spicco. L’omaggio fra parole e musica a Robert Schumann (1810-1856), nella chiave delicata e intensa del punto di vista femminile di Clara Wieck, sua musa, eco, interprete e compagna, trova la forma di un "concertato" per pianoforte e voci. “Quando il cielo versa una lacrima” è un racconto biografico, dalla morte alla bellezza, rievocato da Clara per frammenti ed echi. Lo hanno preparato appositamente per il ciclo “I grandi anniversari” alcune allieve dei corsi superiori del Conservatorio di Cosenza- Francesca Aspromonte, Selena Covello, Rosangela Flotta, Angela Medici, Federica Pizzuti, Giovanna Rossitto, studentesse di arte scenica, letteratura poetica e drammatica, pianoforte, musica vocale da camera- insieme ai cantanti Antonella Biondo e Giusto D’Auria e alla pianista Serena Paese. Scelta dei testi, selezione musicale e coordinamento generale delle docenti Maria Luisa Bigai, Ilaria Ganeri e Nadia Fiorentino. L’appuntamento è per lunedì 20 settembre alle ore 18 nell’Aula Magna del Conservatorio. L’ingresso è libero.
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Alba con rugiada

Covegno a Reggio Calabria: "1970 - 2010: Leggere la rivolta"

Giovedì 30 settembre, ore 16,30
Sala biblioteca Amministrazione Provinciale
Piazza Italia – Reggio Calabria
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“Leggere la rivolta” non è solo il titolo della manifestazione organizzata dal Circolo Culturale “L'Agorà” di Reggio Calabria ma anche il modo di capire il presente di un territorio. Ciò che accadde nella parte meridionale della penisola non partì quarant'anni fa, ma da molto più lontano.
Infatti, questo sarà il percorso che i relatori affronteranno nel corso della giornata di studi per far capire, ma sopratutto, far ricordare.
Questi saranno i punti fermi dell'incontro e che saranno supportati da altre “letture” come quella del docente universitario Giuseppe Caridi, di Matteo Gatto e di Luigi Ambrosi delll'Università della Calabria. La giornata di studi, vista la sua importanza ha ricevuto il patrocinio morale dell'Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria e la presenza al tavolo dei relatori degli Assessori provinciali Domenico Battaglia e Santo Gioffrè.
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Coordina i lavori:
ANTONINO MEGALI (Circolo Culturale “L'Agorà”);
saluti:
GIANNI AIELLO (Presidente Circolo Culturale “L'Agorà”);
testimonianze e letture:
LUIGI AMBROSI (Università della Calabria)
DOMENICO BATTAGLIA (Assessore Viabilità Provincia Reggio Calabria)
GIUSEPPE CARIDI (Università degli Studi di Messina)
MATTEO GATTO (Ricercatore)
SANTO GIOFFRÈ (Assessore alla Cultura Provincia di Reggio Calabria).
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Il lungomare di Reggio Calabria

Amantea - Ritrovata dopo due secoli la testa della Vergine de "La Natività" di Pietro Bernini

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Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali e
Paesaggistici della Calabria
SOPRINTENDENZA PER I BENI STORICI, ARTISTICI
ED ETNOANTROPOLOGICI DELLA CALABRIA
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Nei giorni scorsi ad Amantea (Cosenza), presso il Complesso Monumentale di San Bernardino, si è tenuta un’importantissima iniziativa fortemente voluta e sostenuta dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria, diretta da Fabio De Chirico. E’ stata difatti restituita alla pubblica fruizione il frammento di un’opera d’arte di eccezionale rilevanza: la testa della Vergine de La Natività di Pietro Bernini, conservata nell'Oratorio dei Nobili della stessa cittadina.Sono intervenuti all’iniziativa: Fabio De Chirico, soprintendente BSAE della Calabria; Gregorio Carratelli, priore Arciconfraternita SS. Immacolata di Amantea; Francesco Tonnara, sindaco di Amantea; Domenico Bevacqua, vicepresidente Provincia di Cosenza; Mario Caligiuri, assessore regionale istruzione e cultura; Francesco Celestino, custode provinciale Frati Minori Conventuali; Alessandra Anselmi, Università della Calabria; Mario Panarello, Università della Calabria; Giuseppe Mantella, restauratore.
Nel corso della solenne cerimo
nia, il prezioso frammento è stato riposizionato nella sua collocazione originaria dal soprintendente De Chirico, a testimoniare l’impegno della Soprintendenza calabrese in direzione di una tutela attiva del patrimonio d’arte regionale.
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Approfondimento: "La Natività" di Pietro Bernini
Note storico-artistiche:
L’altorilievo raffigurante La Natività (marmo statuario150X100 cm. ca.), posto sull’altare maggiore dell’Oratorio dei Nobili di Amantea è un’importante opera della cultura tardo cinquecentesca in Calabria.
Nell’Inventario degli oggetti d’arte d’Italia, II, Calabria, pubblicato nel 1933, Alfonso Frangipane attribuisce l’opera
ad uno scultore messinese, proponendo il nome di Rinaldo Bonanno. Lo studioso lamentava la perdita di molti dettagli causati dalla furia distruttrice delle truppe napoleoniche che invasero nel 1807 il complesso francescano di San Bernardino e l’oratorio annesso. In particolare la scomparsa della testa della Vergine privava l’altorilievo di un elemento fondamentale per la sua lettura.L’opera è stata attribuita da Alessandra Migliorato a Pietro Bernini (Tra Messina e Napoli: La scultura del Cinquecento in Calabria da Giovan Battista Mazzolo a Pietro Bernini, Società editrice messinese di storia patria, Messina 2000, pp. 99-112) e, accettata dalla critica successiva, è stata accolta nell’imponente monografia dedicata allo scultore da Hans-Ulrick Kessler (Pietro Bernini (1562-1629), Hirmer Verlag GmbH, München 2005, p. 272).
L’altorilievo, sul quale ancora non si è rinvenuto alcun documento specifico, si daterebbe intorno al 1592, anno di edificazione dell’Oratorio del Nobili. Per convalidare l’attribuzione gli studi hanno proposto confronti con le opere di Morano Calabro, come la Santa Lucia e Santa Casterina d’Alessandria, il Tabernacolo affiancato da Angeli oranti per la chiesa conventuale di Colloreto e con le più tarde statue dei Santi Pietro e Paolo per la chiesa collegiata di Morano.Il rinvenimento presso una dimora privata del capo della Vergine, di cui da più di due secoli si erano perse le tracce, si deve allo
storico dell’arte, il calabrese Mario Panarello. Il riconoscimento avvenuto su base stilistica è stato poi comprovato dal perfetto combaciare del pezzo marmoreo rinvenuto con la parte mutila dell’altorilievo. In tal modo si è resa possibile una migliore lettura de La Natività, visto che il capo della Vergine, assorta nella contemplazione del Figlio, costituisce uno dei fulcri dell’opera.
Dal punto di vista compositivo l’altorilievo si presenta come una delle più complesse realizzazioni del periodo giovanile di Pietro Bernin
i, che dalla natia Sesto Fiorentino si trasferì nel 1584 circa a Napoli. L’opera attesta una notevole abilità tecnica e capacità espressiva mostrando un linguaggio già definito che qualifica l’artista come uno dei più importanti scultori della tarda maniera, sensibile, attento ed aggiornato anche a ciò che si andava elaborando in pittura. Ciò dimostra anche quanto la Calabria fosse recettiva alle novità del momento.
Pietro Bernini, formatosi sotto Rodolfo Sirigatti, avrebbe prima soggiornato a Roma e poi si sarebbe trasferito a Napoli. I primi lavori, eseguiti per Giovanni Antonio Carafa, ancora non identificati, risalgono al 1589. Sono documentate
al 1591 le già menzionate statue di Morano Calabro ed il tabernacolo per la chiesa di Santa Maria di Colloreto che costituiscono le prime opere note dell’artista. Queste, tuttavia, non furono le uniche, ma aprirono la strada ad altre commissioni calabresi, come l’Immacolata nella chiesa di san Leone a Saracena dove pure si trova una Madonna delle Grazie - esemplata su un prototipo di Benedetto da Maiano sfruttato da Antonello Gagini - già nella locale chiesa dei Cappuccini. Importante, inoltre, la Santa Lucia nella chiesa dei francescani di Polistena, mentre le identificazioni più recenti del San Giovanni di Gerace e di una copia del Laocoonte del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, accrescono il catalogo di Pietro Bernini ed il numero di opere calabresi.
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Note stato di conservazione e restauro:
La testa della Madonna è certamente pertinente al rilievo de La Natività di Pietro Bernini. Spezzata di netto all’altezza del collo, presentava al centro dello stesso un piccolo foro di circa 1 cm di diametro e profondo circa 5 cm, praticato per collocare il manufatto su una base a fini espositivi. La porzione di naso mancante è stata ricostruita da mani esperte, con gesso e polvere di marmo. La testa comunque si trovava al momento della donazione in buono stato di conservazione, con le superfici pulite e cerate. Al fine di un suo corretto riposizionamento è stato eseguito un attento studio con un rilievo 3d finalizzato alla riutilizzazione del foro esistente nella testa per non creare ulteriori traumi al manufatto. Tale soluzione non è stata praticabile in quanto la Madonna è reclinata in avanti, in atto di adorazione del Bambino. Dopo una attenta documentazione fotografica e grafica si è proceduto all’applicazione di un perno in vetroresina di 8 mm di diametro, dopo aver applicato sulle superfici uno strato di paraloid B72 molto concentrato, al fine di creare uno strato di sacrificio tra le superfici originali e la resina epossidica UHU-Plus usata per fissare il frammento. Non sono state eseguite stuccature di sorta in quanto il manufatto presenta numerose lacune provocate dall’atto vandalico coevo alla decapitazione della Madonna. Il rilievo è stato oggetto di un intervento di restauro eseguito in tempi imprecisati, durante il quale l’uso di sostanze aggressive ha in molti punti sbiancato le superfici, lasciando intravedere “la pelle” originale del rilievo solo nei sottosquadri, zone risparmiate alla pulitura. Le superfici sulle quali è stata applicata in passato uno strato di cera, si presentano omogeneamente lucide non rispettando i passaggi chiaroscurali creati dall’artista. Dopo la ricollocazione del frammento sarà necessario mettere a punto un intervento conservativo finalizzato a riportare La Natività a quanto espresso dall’artista, senza sovrapposizioni o interpretazioni cui sono soggetti molto spesso i rilievi marmorei.
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La Natività di Pietro Bernini
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La testa della Vergine de La Natività di Pietro Bernini
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Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
Soprintendente:
Fabio De Chirico
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Ritrovata dopo due secoli la testa della Vergine
de La Natività di Pietro Bernini

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Ufficio stampa: Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
Silvio Rubens VivonePatrizia Carravetta
Tel.: 0984 795639 fax 0984 71246
E-mail:
sbsae-cal.ufficiostampa@beniculturali.it

giovedì 16 settembre 2010

O PRIMEIRO OLHAR 59 - A COR DO OLHAR - NO FESTIVAL TODOS - CAMINHADA DE CULTURAS

Arquivo Municipal de Lisboa/ Núcleo Fotográfico
Rua da Palma, 246
16 de Setembro às 19h00: exibição acompanhada por uma introdução apresentada pelo jovens participantes.
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18 e 19 de Setembro das 11hoo às 13h00 e das 15h às 20h00
sessões continuas (para todos)
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No âmbito do Festival Todos - Caminhada de Culturas, exibição La Forêt (A Floresta) e Renovação, dois filmes que resultaram do Curso de Iniciação ao cinema, A Cor do Olhar (Primeiro Olhar 59), dirigido a adolescentes, através de uma aprendizagem "prática" que os levou à realização de pequenos filmes, documentários ou ficções, sobre o seu bairro, o que o rodeia, sobre si e sobre os outros. A formação desenrolou-se sob a direcção de um realizador, assistido por técnicos de imagem, de som, produção e montagem. O objectivo foi levar estes jovens a perceber o cinema como exercício do olhar, como construção sensorial e conceptual. Durante a rodagem, todos os jovens assumiram alternadamente, as diferentes funções de uma equipa profissional: realização, imagem, som, anotação, decoração, etc.
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Os Filhos de Lumière

RStvnews - 11 Settembre 2010

News dal comprensorio di Squillace
A cura di Salvatore Taverniti


RStvnews - 4 Settembre 2010

News dal comprensorio di Squillace
A cura di Salvatore Taverniti

venerdì 10 settembre 2010

Acri - Silvio Vigliaturo. Amazzoni

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Sabato 9 ottobre 2010, in occasione della sesta edizione della Giornata del Contemporaneo organizzata dall’associazione AMACI, la suggestiva cornice di Palazzo Sanseverino, sede del MACA (Museo Arte Contemporanea Acri), si arricchirà di un’installazione di oltre trenta sculture in vetro, realizzate dall’artista Silvio Vigliaturo, rappresentanti le Amazzoni, con lance d’acciaio e variopinti scudi, anch’essi in vetro.
Le maestose e variopinte sculture fungono da vettori di messaggi appassionati e contemporanei che l’artista indirizza allo spettatore, come nel caso dell’Amazzone, che da sempre trova posto nella poetica di Vigliaturo, e che egli arricchisce di significati che la tramutano in una categoria umana del presen
te. l’Amazzone è uno dei più grandi risultati della modernità, il simbolo della sua mescolanza più riuscita; è la donna che, in seguito a una lotta costante, è stata capace di cancellare quelle differenze che la separavano dall’uomo e che le erano state imposte da secoli di società maschiliste. Tuttavia non bisogna erroneamente pensare, come ci hanno insegnato la storia e l’epica, che l’Amazzone sia tale soltanto in guerra. L’intenzione di Vigliaturo attraverso quest’installazione è proprio quella di mostrare come la tempra della donna-guerriero non svanisca nelle parentesi di riposo, quando le armi vengono poggiate al terreno.
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Silvio Vigliaturo, Scudo
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Silvio Vigliaturo, Amazzone
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Evento: Silvio Vigliaturo. “Amazzoni”
Curatori: Massimo Garofalo e Andrea Rodi
Luogo: MACA (Museo Arte Contemporanea Acri)
Palazzo Sanseverino – Piazza Falcone, 1 – 87041, Acri (Cs)
Data: Sabato 9 ottobre 2010 – Giornata del Contemporaneo
l’installazione sarà esposta fino al 27 febbraio 2010
Orario: da martedì a domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19
Info:
tel. 0984953309
Ufficio stampa MACA
Tel. 0119422568

maca@museovigliaturo.it
www.museovigliaturo.it
www.vigliaturo.com

lunedì 6 settembre 2010

Uma Bíblia em arménio foi cedida pela Gulbenkian a Istambul-2010

Peça do Museu Gulbenkian é a participação portuguesa na Capital Europeia da Cultura
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Uma Bíblia em arménio é a única peça portuguesa presente na Capital Europeia da Cultura 2010, em Istambul, na Turquia.
A peça, cedida pelo Museu Calouste Gulbenkian, em Lisboa, faz parte da exposição Legendary Istanbul, from Byzantion to Istanbul: 8000 years of a capital, patente no Museu Sakip Sabancy, na cidade turca.
A comunidade arménia em Constantinopla desenvolveu no século xvii o renascimento da arte dos manuscritos iluminados, nomeadamente os arménios mais ricos que estavam interessados nos manuscritos iluminados e nos livros europeus impressos.
De acordo com os colofões (dizeres com que os primitivos tipógrafos indicavam, no final das obras, a data e o lugar da impressão), esta Bíblia, com 609 folhas dobradas e cujo copista se chamava Hakob, foi promovida, em Constantinopla, por Khodia Nazar, membro de uma importante família de Isfahan, em 1623.
A exposição, onde a Bíblia portuguesa está exposta, mostra a história de Istambul desde a sua fundação até hoje através de mais de 500 obras, parte das quais resultantes de uma escavação que revelou peças com cerca de oito mil anos.
Mostra a história de uma cida-de - sucessivamente denominada Bizâncio, Constantinopla e Istambul - que foi capital dos impérios bizantino, romano e otomano e inclui verdadeiros tesouros arqueológicos, de vários séculos, com peças do espólio, público e privado, da nação turca mas também cedidas por instituições de Inglaterra, Alemanha, França, Itália, Vaticano, Hungria, Grécia, Áustria, Bélgica, Holanda, Irlanda, Qatar, Rússia e Portugal.
Conta a história da transformação de uma guarnição militar romana na capital de um império depois da separação dos impérios romanos do Ocidente e do Oriente, a ascensão, a estagnação e a queda durante o período bizantino e o renascimento da cidade depois de ser conquistada pelos otomanos em 1453.
Inclui obras e vestígios desde o primeiro assentamento da cidade nos arredores de Topkapi, na Idade do Bronze, da sua fundação pelos bizantinos, que lhe cederam o nome, até à ocupação e conquista por Constantino, o Grande, de que resultou a designação de Constantinopla, sede do Império Romano do Oriente.
Com a conquista pelos otomanos, passou a ter a designação actual, Istambul, centro económico, comercial e industrial da República da Turquia.

Lamezia Terme. Contemporary Art 2010: KRISTINA KURILIONOK - IMAGOMANIA (Mind in the mirror)

pittura - digital photography - video art
Opening 10 settembre ore 18.30
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Lamezia Terme. Contemporary Art 2010 giunge al suo ottavo appuntamento e continua a presentare gli aspetti insidiosi dell'IMAGOCRAZIA.
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Con IMAGOMANIA (Mind in the mirror) la rassegna mette in scena la dimensione ossessiva e maniacale dell'immagine nell'interpretazione e nella ricerca personale di Kristina Kurilionok che della ossessione tipicamente giovanile dell'immagine di sé e dell'ipersensibilità adolescenziale ha fatto il suo oggetto di ricerca.
Giovane artista lituana, inesorabilmente spinta da un'esig
enza di comprensione e - allo stesso tempo - di emulazione, Kristina Kurilionok parte dalla propria esperienza psicologica e si muove abilmente tra pittura, fotografia e video, seguendo con grande libertà le sue esigenze e le sue intuizioni.
Il complesso di apparire secondo un i
deale estetico dominante, il riflesso della propria immagine catturata dalle superfici riflettenti, l'impressione ripetuta di queste nei ricordi continuamente incalzanti nella mente e la ricerca di uno spazio interiore in cui rifuggire dalla paura di affrontare quella realtà che improvvisamente prorompe nell'immagine del corpo visto e nei suoi cambiamenti notati, sono gli elementi che scandiscono il percorso dell'artista e i momenti della mostra.
Nei suoi video c'è l'ansia dell'accettazione; nei suoi
scatti ricorre l'immagine persecutoria di sè stessa che dai luoghi più banali distoglie dalla vita (dal manico della doccia, dal fondo del bicchiere, dal collo della bottiglia, dal monitor del computer); nelle sue tele, come in uno specchio, c'è il riflesso immaginativo della sua mente.
L'attenzione di Kristina Kurilionok è rivolta esclusivamente alla relazione che il soggetto umano ha con il suo corpo. Una relazione vissuta e intesa da un punto di vista e da una sensibilità esclusivamente femminile.
Nel corso della sua evoluzione, l'espressione artistica di Kristina Kurilionok è diventata sempre più intensa e profonda, capace di rac
contare scenari psicologici ed emotivi intimi, personali e biografici, ma allo stesso tempo universali e senza tempo, attraverso un passaggio di analisi che l'ha condotta ad affrontare la vera questione di come vivere il corpo e l'erotismo ad esso connaturato, soprattutto in un contesto di cultura mediatica globale in cui l'immagine della donna è sempre più legata all'immagine di oggetto di piacere sessuale.
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Battling Goliath I
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Market of brides on the shores of Stix
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In a country side I
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Camera girl
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Opening 10 settembre ore 18.30
KRISTINA KURILIONOK - IMAGOMANIA (Mind in the mirror)
pittura - digital photography - video art
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visibile fino al 24 settembre
apertura martedì, mercoledì, giovedì
dalle ore 18.00 alle 20.00ingresso gratuito
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Pramantha Arte contemporary art gallery
Via San Giovanni n. 1 - I° piano
Lamezia Terme (CZ)
+39 3395928498
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