mercoledì 30 novembre 2011

Chiaravalle Centrale - Presentazione libro su Zeffirelli

A cura dell’Associazione “Tempo Nuovo” di Franco Candiloro

CHIARAVALLE CENTRALE - Programmata per domenica 4 dicembre, alle ore 18, presso il Teatro Nuovo di Chiaravalle, la presentazione del volume “Zeffirelli: una Aida tra Microcosmo e Macrocosmo” di Adele Fulciniti e Brunella Perri, pubblicato nei mesi scorsi dalle Edizioni Ursini.
Il volume, proprio per l’importanza che riveste nell’ambito dell’opera lirica, è già stato presentato a Grosseto dalla Società Corale “Giacomo Puccini” e a Verona dal noto “Club di Giulietta”.
L’iniziativa di Chiaravalle, inserita nel contesto di una serie di incontri programmati nella provincia di Catanzaro dalle edizioni Ursini con le due autrici del libro, è a cura di Franco Candiloro, presidente dell’Associazione “Tempo Nuovo”.
Primo classificato nella sezione saggistica inedita alla seconda edizione del Premio “Vivarium-Omaggio a Giovanni Paolo II” organizzato dall’associazione “Accademia dei Bronzi”, il volume conduce per i sentieri della serendipità, attraverso un itinerario interdisciplinare che ha come via principale il leit motiv della rivelazione del metateatro e del metacinema, nelle due rappresentazioni dell’Aida (quella dell’Arena e quella del Teatro Verdi) che rimandano a quel filo di Arianna tra il microcosmo di Busseto e il macrocosmo di Verona.
Significativo è il giudizio dato sul testo da Franco Zeffirelli. “Ho letto con vivo interesse e quasi d’un fiato il lavoro di comparazione tra la mia “Aidina” di Bussetto e la mia “Aidona” di Verona – ha scritto il Maestro – riscontrando una grande profondità di analisi, frutto indubbiamente di una minuziosa e al tempo stesso spaziosa ricerca”.
L’Aida di Zeffirelli è stata rappresentata al Politeama di Catanzaro il 12 gennaio 2003, grazie alla ferrea volontà del Sovrintendente Mario Foglietti, dell’allora direttore generale Aldo Costa e del direttore artistico Giuseppe Pambieri, ma soprattutto grazie al solerte interessamento di Luisa Nocentini, all’epoca addetto stampa del regista. L’evento del Politeama registrò un successo senza precedenti, con fila di un chilometro per raggiungere il botteghino.
Nel volume edito da Ursini, Adele Fulciniti e Brunella Perri, catanzaresi, ripercorrono anche le tappe di quello storico evento che per tre giorni vide la città al centro della scena del mondo lirico italiano, ma non solo

Stagione Lirica del Teatro “Rendano
Conversando fra le note
Tavola rotonda con momenti musicali sul tema “Verdi e il Nabucco fra Risorgimento e secessione”

Cosenza, Teatro “Rendano” sala Quintieri
Giovedì 01.12.11 ore 18
Ingresso libero

Il Teatro “Rendano” riprende la consuetudine degli incontri con l’opera, il giorno precedente la “prima”. Anzi ne allarga il raggio a tutte le ampie produzioni sinfoniche inserite nel ricco cartellone della Stagione 2011-2012. “Conversando fra le note” è il titolo che il direttore artistico, M° Albino Taggeo, ha dato a questo ciclo di incontri, che consentiranno di gustare meglio, con maggiore consapevolezza, le musiche in programma.
La prima tavola rotonda si terrà giovedì 1 dicembre alle ore 18 nel Teatro “Rendano” sala Quintieri, con ingresso libero. Il tema, “Verdi e il Nabucco fra Risorgimento e secessione”, risulta particolarmente stimolante e attuale, essendo legato al compositore nazionale e alla ricorrenza del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Brevi relazioni alternate a momenti musicali illustreranno l’opera e delineeranno il contesto storico, prestando particolare attenzione alle implicazioni politiche sia nell’epoca in cui l’opera di Verdi vide la luce sia ai giorni nostri.
Alla tavola rotonda parteciperanno Albino Taggeo, compositore e direttore artistico del “Rendano”; Pia Tucci , storico della musica e giornalista; Gabriele Petrone, storico; Carlo Fanelli, storico del teatro; Giovanni Pelliccia, direttore d’orchestra e direttore musicale del “Rendano”; Francesca Patanè, soprano; Luca Bruno, pianista e collaboratore al pianoforte nella Stagione del “Rendano”. 

Il Teatro Rendano di Cosenza

Fagnano Castello - Tra arte e poesia
Poesie di Daniela Pacelli e pitture di Antonella Bonaffini nella mostra Di un Insolito Colore


Lunedì 5 dicembre prossimo a Fagnano Castello (Cosenza), alle ore 10.00, presso il Palazzo Municipale, si terrà Tra arte e poesia, coinvolgente connubio fra immagini e parole.
Saranno, infatti, proposte le delicate composizioni poetiche di Daniela Pacelli e le raffinate pitture di Antonella Bonaffini raccolte nella mostra Di un Insolito Colore.
Raffaella Buccieri, critica d’arte, così si esprime sulla mostra della Bonaffini, originale artista allieva di Mauro Cerri: « Antonella Bonaffini conferisce forma, nelle proprie opere, ai “luoghi” dell’interiorità, del vissuto. Attraverso una modulazione del colore, che diventa assoluto protagonista, la pittrice, lascia che il pensiero, il sentimento, l’onirico, si modulino in morfologie e cromie che fanno riscoprire aspetti inediti di piccole e grandi cose della quotidianità, come la delicatezze dei fiori multicolori, il mistero che suscita una viuzza che si disperde tra gli alberi, il mare calmo e introspettivo sul quale si intravedono le vele portate via da Zefiro. La Bonaffini, che dichiara di dipingere durante le ore notturne, attraverso il suo modus operandi, riporta sulla tela, un’espressività che sembra fatta apposta per illuminare l’oscurità. L’intreccio di cromie, ora vivaci e corroboranti, ora più pacate e sfumate e le forme che da esse prendono vita, creano sulla tela un’euritmica danza che nasce dall’esigenza di rielaborare le cose del mondo con uno sguardo nuovo e più profondo ».
Parteciperanno all’iniziativa moderata dallo scrivente: Luigi Brusco, sindaco di Fagnano Castello; Antonietta Converso, dirigente scolastico; Virginia Mariotti, vicepresidente CIF provinciale; Simona Feraudo, restauratrice; Raffaella Buccieri, critica d’arte e Adele Bonofiglio, funzionario Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria.
L’iniziativa è indetta dall’AMI.BE.C. (Associazione culturale Amici Beni Culturali) e dal Comune di Fagnano Castello.

Silvio Rubens Vivone


Alcune opere di Antonella Bonaffini:



















sabato 26 novembre 2011

Un successo le giornate di studio su "Naturalismo, metafisica e maniera moderna nella Calabria del Cinquecento"

Dopo le due giornate di studio su Telesio e Campanella si è concluso il ciclo di conferenze Naturalismo, metafisica e maniera moderna nella Calabria del Cinquecento, indetto dal Centro Internazionale di Studi sull’Arte Normanno-Sveva e dal Club Unesco San Marco Argentano, presieduti rispettivamente da Eduardo Bruno e da Adriano Ritacco.
Gli organizzatori esprimono soddisfazione per i risultati ottenuti sia nella città di San Marco Argentano (Cosenza), con gli approfondimenti su Coriolano Martirano, vescovo e su Pietro Negroni, pittore che a Cosenza con disquisizioni su Bernardino Telesio e Tommaso Campanella.
Di alto profilo le relazioni che hanno accompagnato gli eventi ai quali hanno partecipato in maniera attiva, con interventi mirati, anche alcuni studenti che frequentano note scuole superiori del territorio.
Ha suscitato, inoltre, enorme interesse il laboratorio didattico, curato dallo scultore Eduardo Bruno. Infatti grazie a ciò è stato possibile per i convenuti realizzare la “prova del piombo” e la coniazione di una moneta – medaglia.
La rivisitazione di alcune personalità (Martirano, Negroni, Telesio e Campanella) che hanno caratterizzato il Cinquecento calabrese ha avuto il valido supporto di medaglie modellate per l’occasione dallo scultore Eduardo Bruno che ne ritraggono l’effige.

Silvio Rubens Vivone


Eduardo Bruno, Bernardino Telesio


Eduardo Bruno, Coriolano Martirano


Eduardo Bruno, Pietro Negroni


Eduardo Bruno, Tommaso Campanella


Un momento del laboratorio didattico
curato dallo scultore Eduardo Bruno

Leggi anche:
- Telesio e Campanella nella Calabria del Cinquecento 
-  San Marco Argentano - Celebrate le giornate sul tema "Naturalismo, metafisica e maniera moderna nella Calabria del Cinquecento" 
-  Naturalismo, metafisica e maniera moderna nella Calabria del Cinquecento

giovedì 24 novembre 2011

Soverato - Presentazione di "Anime sulla collina", romanzo di Ranieri Menotti edito da Ursini

SOVERATO – Programmata per venerdì 25 novembre, alle ore 18,00, nella Sala dell’Istituto Alberghiero di Soverato, la presentazione del romanzo “Anime sulla collina” di Raniero Menotti, pubblicato nei mesi scorsi dalle edizioni Ursini.
All’incontro, a cura della Libera Università Popolare della Terza Età “Magno Aurelio Cassiodoro”, con l’autore e il rappresentante della casa editrice catanzarese, G. Battista Scalise, parteciperanno Francesco Grisafi, presidente dell’Università, Sina Pugliese Montello e Maria Palazzo, mentre Marisa Gualtieri leggerà alcuni brani del libro con la proiezione di immagini riferite ai protagonisti della storia; una storia che è nata certamente dalla fantasia eclettica dell’autore ma che fa riferimento a personaggi del territorio.
Con “Anime sulla collina”, inserito dalle edizioni Ursini nella collana “I libri dell’Elefantino”, Menotti Ranieri esordisce come scrittore e lo fa con una scrittura scorrevole e leggera che invita il lettore a leggere d’un fiato l’intera vicenda. Un libro, insomma, che ben si colloca nel panorama della letteratura contemporanea per la freschezza delle immagini, la fluidità della narrazione e, soprattutto, la “contemporaneità” dei personaggi, tutti frutto di un’attenta osservazione della quotidianità che l’autore trasferisce, con dovizia di particolari nei dodici episodi che compongono la struttura del romanzo.
Nato a Satriano nel 1961, Ranieri si è laureato a Roma nel 1985 in Lingue e Letterature straniere moderne. Tornato in Calabria, dopo aver trascorso diversi anni in Inghilterra e negli Stati Uniti, si è dedicato all’insegnamento.
Il protagonista è Vincenzo Carvelli che sogna di diventare calciatore professionista o pittore, seguendo le orme del nonno artista, dopo aver trascorso alcuni anni a New York Un tragitto ricco di vicende, d’incontri, di amarezze, di piccole-grandi conquiste, di delusioni e di successive esplosioni di gioia per i traguardi che venivano raggiunti. Vincenzo è molto legato al suo paese e, nonostante le difficoltà attraversate dalla famiglia, cerca in tutti i modi di affermarsi dove è nato e cresciuto.
L’autoritario zio Giacinto prova a convincerlo ad abbandonare l’aspirazione calcistica per quella creativa, spingendolo a trasferirsi in America dove potrebbe fare fortuna ed aiutare la sua numerosa famiglia. Ma il vero nucleo del romanzo è Satriano, il paese dal quale non si vuole staccare, con i suoi personaggi variegati e le loro storie intrecciate. Vincenzo e il fratello Giuseppe sono le figure attorno alle quali ruota la narrazione. Ad un certo punto i due sono costretti a trasferirsi, uno per motivi di lavoro a Roma, l’altro per seguire gli studi in un collegio di salesiani a Torre Annunziata. All’improvviso, un evento inaspettato sconvolge la famiglia Carvelli.
Gli avvenimenti si evolvono in un alone di mistero che sembra stravolgere la vita tranquilla del paese e coinvolge emotivamente gli abitanti i quali si ritrovano ad emergere come attori comprimari.
Nonostante l’atmosfera di povertà che si respira all’interno della narrazione, i personaggi non tendono mai ad essere vittime ed a lamentarsi della loro condizione. Sono tutti uomini e donne forti, dal carattere temprato e mai domo, pronti a contrastare il destino che si trovano di fronte.
Il romanzo di Ranieri, come tanti altri libri delle edizioni Ursini, ha il profumo intenso della genuinità, della magia di un tempo che non ha tempo, di una connotazione realistica che esce dal perimetro geografico di una comunità e di una famiglia per diventare veicolo di riflessione e di crescita sociale e umana. Un buon libro, insomma, che si colloca in quel filone della “letteratura dell’appartenenza e del senso dei luoghi”, tanto caro a Carmine Abate e a Vito Teti, altri due illustri autori calabresi dei nostri giorni.

mercoledì 23 novembre 2011

Il Conservatorio di Cosenza alla Casa della Musica - Il viaggio interiore: l’avventura dello spirito alla ricerca di se stesso

Musiche di Franz Liszt e Franz Schubert Testi di Dante Alighieri, Wolfgang Goethe, Giacomo Leopardi, Georg Philipp Schmidt von Lübeck

Angelo Guido pianoforte
Maria Luisa Bigai narrazione

Venerdì 25 novembre 2011 ore 20.30
Cosenza, Casa della Musica
Piazza Amendola (adiacente Cinema Italia)
Ingresso libero

Il prossimo concerto della ricca stagione programmata dal Conservatorio di Cosenza alla Casa della Musica è intitolato Il viaggio interiore: l’avventura dello spirito alla ricerca di se stesso. Il pianista Angelo Guido (nella foto) e l’attrice Maria Luisa Bigai, docenti al “Giacomantonio”, offriranno una scelta di grandi pagine pianistiche e momenti letterari sul tema del viaggio. Saranno eseguiti lo Studio trascendentale n°9 “Ricordanza” e la Fantasia quasi Sonata “Dopo una lettura di Dante”, scritti da Franz Liszt , di cui il Conservatorio celebra i 200 anni dalla nascita; di Franz Schubert la Wanderer Fantasie (Fantasia del viandante). Le letture sono tratte da testi di Dante Alighieri, Wolfgang Goethe, Giacomo Leopardi, Georg Philipp Schmidt von Lübeck.
L’appuntamento è fissato per venerdì 25 novembre alle ore 20.30 alla Casa della Musica di Cosenza, in Piazza Amendola ( vicino al Cinema Italia e al Liceo “Della Valle”). Come di consueto alle manifestazioni del Conservatorio, l’ingresso è libero.

Caspar David Friedrich, Viandante sul mare di nebbia 
(Der Wanderer über dem Nebelmeer), olio su tela (1818)



Note illustrative 

Il Viaggio interiore: l’avventura dello spirito alla ricerca di se stesso

di Angelo Guido

La “Ricordanza” è un viaggio all’indietro, in quello ch’è stato e che non è del tutto perduto: rimpianto, dolcezza struggente, passione ardente, malinconie sopite.
Tema caro ai romantici, perché il ricordo riannoda i fili col passato, con la storia, radicando un’identità, un’appartenenza a un luogo, a una terra, ai suoi umori e alle sue tradizioni.
Ma il ricordare può diventare una trappola mortale, se il passato non viene integrato al presente, se non si riesce a dare un senso al susseguirsi degli eventi, se lo sguardo rimane fissato all’indietro.
E la sintesi di ricordi della lettura e rilettura della Divina Commedia sono i motivi ispiratori della Fantasia quasi Sonata Dopo una lettura di Dante.
Tre libri Franz Liszt portava sempre con se: il suo breviario, il Faust di Goethe, la Divina Commedia di Dante. Tutto il suo pensiero e la sua opera sono influenzate e colorate da queste continue letture. Il conflitto e la lotta tra bene e male, la caduta nelle tenebri più oscure, da un lato, e dall’altro, l’aspirazione all’ascesi, alla luce, costituiscono la costante della sua vita di uomo e di artista. Le passioni terrene e umane, vissute intensamente e senza risparmio alcuno, con i loro tormenti, “i peccati” dell’uomo, il dolore e la colpa hanno come contr’altare l’aspirazione alla purificazione, alla redenzione divina. Il diabolico e il divino lottano tra loro in una alternanza continua e senza sosta, che, nel complesso della sua opera, non trovano una soluzione ultima e definitiva.
La Fantasia quasi sonata è parte del secondo dei tre libri denominati “Anni di pellegrinaggio”. Essa trova la sua versione definitiva nel 1849, anche se la sua composizione è probabilmente del 1837, negli anni in cui Liszt visse a Bellagio sul lago di Como con la contessa d’Agoult. Nell’opera è difficile identificare con esattezza quali passi della Commedia dantesca siano rappresentati. In realtà, come si diceva, essa è frutto dell’ispirazione di una lettura continua e personale di Dante e ne è il riflesso interiore e psicologico.
Ciò nonostante, possiamo immaginare di trovarci all’inizio del viaggio dantesco:
quella caduta del tema iniziale ad intervalli di tritono è espressione simbolica musicale dello scendere nell’inferno, al quale si contrappone immediatamente il disperato tentativo di risalire a fatica semitono per semitono: è il resistere di fronte al baratro? (pag.32-33)
Ma il baratro è lì e si entra nella cupezza spaventosa dell’inferno col tema cromatico in ottave ribattute richiamate dal ribattuto degli accordi al basso in tempo Presto, agitato assai e “lamentoso”: “Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan per l'aere sanza stelle, per ch'io al cominciar ne lagrimai”. (pag. 34-37)
La sezione centrale, “Andante quasi improvvisato”, dolcissimo e con intimo sentimento, è forse quella pietas che prova Dante di fronte al destino dei dannati? E qui potremmo trovarci nel canto V, quello di Paolo e Francesca, dove il tema cromatico iniziale, da impetuoso e tragico, si trasforma in compassionevole e lagrimoso, fino al dolcissimo con amore. E’ quell’amore che arriva come una tentazione diabolica, travestito e ammaliante come il “canto delle sirene”? Che poi procede affrettando…ed appassionato per culminare in un vortice danzante sempre accelerando via via verso quella perorazione che grida la sua disperata passione? (pag. 40-44)
Si procede così ridiscendendo sommessamente, in un clima di incerta attesa: il tremolando del registro centrale e la parte melodica che nel basso tenta brevi risalite contrapposte da accennate risposte del tritono diabolico che fluttuano nel registro medio, aprono la strada al ritorno del tema iniziale, del quale resta il ritmo, mentre il cromatismo lascia il posto alle consonanze di quinta. Ma l’ascesa non è lineare, è molto tortuosa e tormentata: una lotta aspra e titanica per uscire dal buio infernale che culmina nel saliscendi in ottave fortissimo e con strepito, fino allo stremo delle forze e al conseguente abbandono. Ed è proprio cedendo che comincia a intravedersi una fioca luce negli accordi che la mano sinistra rintocca incrociandosi con la destra che placa gradualmente il tumulto (pag. 44-50).
Ora resta come il ricordo nel profondo, un accenno dello strazio visto e vissuto: il tema cromatico riappare lentamente su un pedale di dominante che pare sospendere il tempo. (pag. 50-51). E qui, come in un lento risveglio dal torpore, un tremolio fiochissimo (di stelle?) appare in lontanza.
Da qui, Liszt trasforma i temi creando un finale grandioso, in un crescendo di tempi (dall’Allegro all’Allegro vivace, al Presto danzante) e di sonorità: trionfo del bene sulle forze del male?

Mettersi in cammino, lasciando i luoghi certi e familiari, senza avere una meta prefissata e precisa era una consuetudine molto diffusa nella gioventù, nelle terre di lingua tedesca. Cosa spingesse a questo andare girovagando è da ricercarsi nella necessità di un cambiamento, di un allontanamento, di uno sradicamento dal proprio habitat, alla ricerca dell’ignoto, alla ricerca di un senso nuovo dentro e fuori da sé. Il viandante è colui che viaggia senza conoscere il suo approdo e che cerca in questo andare il senso stesso del suo viaggio. Così ogni luogo, ogni paesaggio, ogni incontro diventa l’occasione di una scoperta di una nuova e fin’ora sconosciuta parte di se stesso. L’incontro con l’altro, col diverso, diventa allora un rispecchiarsi, un “come avrei potuto essere se…”. Ma tutto questo comporta anche una perdita dei riferimenti abituali e l’adattamento ad una nuova visione del mondo. “Dallo scarto tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, tra ciò che si vive e ciò che si desidera, nasce la spinta a uscire fuori da se” (Carotenuto, 1998, 77). E comporta ancora il mettere in gioco la propria identità. Il cambiamento di luogo, di abitudini, di consuetudini, ridefinisce di volta in volta la propria identità, che assume molteplici aspetti ad ogni nuovo incontro, ad ogni nuovo rispecchiarsi, ricomponendo un’immagine di sé caleidoscopica e variegata, come nell’assurdo pirandelliano di Uno, nessuno e centomila, “ dove l’uomo si ritrova smarrito tra le sue mille metamorfosi, senza la possibilità di fermare la propria immagine nella certezza del < tu sei questo>”. E nel riconoscersi altro da sé, c’è anche l’irrimediabile confronto con la dolorosa esperienza della perdita, poiché “qualsiasi novità vive del sacrificio di ciò che è assente e perduto alle nostre spalle” (idem, 77).
Queste considerazioni aprono possibili chiavi di lettura e d’interpretazione della Wander-fantasie di Schubert, musicista in cui la figura del viandante è spesso presente nelle sue composizioni. Il “viandante” è un lied, su testo di Schmitd von Lubeck, ma ancora “Il viandante alla luna”, “Girovagare è la gioia del mugnaio”, L’amore ama girovagare dall’uno all’altro”, il Wanderers Nachtlied (Canto notturno del viandante). La Winterreise (Viaggio d’inverno), ciclo di Lied, è un’intera peregrinazione.
In Schubert, la figura del viandante è “strana, spesso inquietante, mistica”, dice il pianista e maestro Jörg Demus, in una pregevole lettura della Fantasia op.15.
Egli rileva come il suo inizio sia pieno di “Mut” (coraggio), nella tonalità di Do maggiore, così “aperta, bianca, raggiante”, centrale fra le tonalità dei bemolli (più oscure e ombrose) e le tonalità dei diesis, “che irradiano luce”. Ed è proprio il gioco tra le tonalità esplorate da Schubert in quest’opera che costituisce una delle novità più importanti e nuove nella storia della musica: la “forma ciclica”. Da due sole cellule ritmiche nascono tutti i temi che attraversano tutti e quattro i movimenti della Fantasia, trasformandosi e assumendo connotazioni e valenze espressive sempre diverse, generando nel suo complesso una imponente e gigantesca variazione: il “dattilo” prima, marcato, pesante, anche tragico e un poco “demoniaco” come nell’Allegretto della Settima di Beethoven (dove è una sorta di Marcia funebre), e “l’anapesto”, suo speculare contrario, nei temi “che devono tranquillizzare, indurre, amore, amicizia o semplicemente calma”.
Riguardo alle tonalità, Schubert sceglie le “medianti”: dal Do maggiore del primo tema, alla sua trasformazione in Mi maggiore, al secondo tema in Mi bemolle maggiore. Nell’Adagio seguente, il Do diesis minore (solo un semitono sopra!) trasforma il tema in desolante e doloroso e pare ricordare gli ultimi versi del lied “Il viandante”: “Il sole qui mi sembra freddo, i fiori appassiscono, la vita invecchia e ciò che dicono, suono vuoto; io sono uno straniero dappertutto”. E subito il Mi maggiore rischiara il clima e riporta al “profumo di tiglio della Winterreise”. Ma il cielo ridiventa nuovamente cupo e l’apparire del tema del viandante è mesto, malinconico; presto si addenseranno le nuvole e la piaggia leggera diventerà tempesta, con fulmini e tuoni, il cui fragore si stempererà mentre la melodia suona sconsolatamete “Un sussurro di spiriti mi risponde: Là dove tu non sei, là è la felicità”. Lo Scherzo, in La bemolle maggiore (terza sopra il Mi di prima) irrompe senza soluzione di continuità in un valzer in tempo Presto, un valzer viennese che “deve infondere gioia di vivere e serena leggerezza. Ma come trovarla dopo gli abissi toccati alla fine dell’Adagio”? E allora il ritmo dattilo, questa volta puntato, fa del valzer una musica febbrile, un po’ demoniaca e nel Trio il tema suona come una reiterata domanda che sa già qual è l’amara risposta: “Dimmi, ruscello: sono perduto? Ci potrà mai essere ancora felicità per me?”. Nel Finale, Schubert chiude il “cerchio”. Ritorna il Do maggiore (dal La bemolle dello Scherzo) col tema iniziale in un fugato, che col suo aggiungere graduale delle voci sembra far diventare corale quello che era stato finora solitario. Come se alla solitudine della voce del viandante ora si aggregassero altre voci in un crescendo “in cui potremmo sentire le parole lapidarie “Noi che camminiamo e girovaghiamo”…

Ma nella storia della cultura occidentale, il viaggiatore per eccellenza è stato Ulisse.
Sappiamo come Dante Alighieri, nella Divina Commedia, concluda l’Odissea di Omero con l’inabissarsi della nave di Ulisse e dei suoi compagni, senza nessun ritorno ad Itaca.
Eppure esistono altre versioni dell’Odissea, il cui epilogo è molto diverso, anzi opposto.
La vicenda di Ulisse, la sua Odissea, i suoi “mille patimenti”, come ben 59 volte li chiama Omero, hanno un significato e un senso molto più vasto e universale. Dante si ferma al primo Ulisse: l’ingannatore, il guerriero, il violento, il superbo, il ladro. Ma c’è un altro Ulisse: quello che di volta in volta, incontrando i mostri esterni (Polifemo, Scilla, Cariddi, i Lestrigoni, i Proci, Poseidone) , in verità, incontra i suoi mostri interni (la hybris, l’ira, l’odio, la volontà omicida e suicida, l’avidità, l’invidia, l’orgoglio, la superbia, ecc.) e tappa dopo tappa, accettando la propria “sorte”, la propria verità interna profonda, riesce a trasformarsi, decidendo di accettare il dolore delle prove fino in fondo, non come una punizione degli dèi, ma come una necessità interiore imprescindibile. Questi mostri interni, questi “veleni”, inquinano la vita di ogni uomo, ne segnano più o meno il sentiero e ne offuscano la bellezza. Per questo Ulisse è non solo archetipo del viaggiatore, ma archetipo di ogni uomo, se ogni uomo lo prende come modello e riferimento e l’Odissea un libro “sapienziale” per eccellenza, così com’è stato sempre ritenuto fin dall’antichità.
E l’Odissea è anche la lunga e travagliata metafora dell’incontro vero, profondo e definitivo di un uomo e di una donna, per un progetto che oltrepassa i limiti umani, fino a realizzare quella “concordia gloriosa” che Ulisse augura a Nausicaa, appena dopo l’approdo all’Isola dei Feaci e dopo la tremenda tempesta passata in mare. “Se Ulisse si salva è perché la ninfa Ino e Atena (la saggezza interna) accorrono in suo aiuto e lo ispirano nell’animo. Cosa gli ispirano? … Che se non abbandona la hybris per vestirsi di umiltà, nessuno lo accoglierà né gli darà riparo. Ulisse ascolta e capisce. La sua preghiera al fiume (alla Vita) è il segno evidente del suo cambiamento…
Quante volte nella vita ci troviamo nell’angoscia più cupa e nell’oscurità più fitta così come Ulisse in preda alla tempesta e non è assolutamente prevedibile quello che accadrà il giorno dopo: l’incontro con Nausicaa prima e poi con i suoi genitori e i prìncipi Feaci e tutti lo riempiranno di doni e lo riporteranno alla meta sospirata. Bisogna sapersi affidare alla vita anche quando tutto sembra perduto”. (A. Mercurio, Ipotesi su Ulisse, p.149).

Presentazione del progetto di verifica della sicurezza sismica dei musei statali

Giovedì 24 novembre 2011, ore 10.00

Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Complesso Monumentale di San Michele a Ripa
Sala Molajoli (1°piano)
Roma, via di San Michele 22

Giovedì 24 novembre 2011 alle ore 10.00 a Roma - presso il Complesso Monumentale di San Michele a Ripa (nella foto), Sala Molajoli – si terrà una giornata informativa per illustrare obiettivi e tempi di attuazione del Progetto di verifica della sicurezza sismica degli edifici con destinazione d’uso museale in consegna al Ministero per i beni e le attività culturali, risultante dalla collaborazione tra la Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee del MiBAC e la Società ARCUS S.p.A.
Il progetto, ideato nel 2009 dall’arch. Roberto Cecchi, attuale Segretario Generale del Ministero, prende il via dalla Convenzione - stipulata il 30 settembre 2011 dal Direttore Generale di ARCUS S.p.A Ettore Pietrabissa, e dal Direttore Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee del MiBAC Antonia Pasqua Recchia - che regola il finanziamento da parte di ARCUS S.p.A. di 4 milioni di euro per realizzare, nell’arco del triennio 2011-2014 la Verifica della sicurezza sismica di 46 Musei statali.
Nel progetto verranno coinvolte le strutture territoriali del Ministero - sia Direzioni Regionali che Soprintendenze - e le migliori competenze scientifico-disciplinari presenti nei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, coordinati dal Consorzio RE.LUIS, che è stato individuato dal Ministero come partner tecnico in ragione della forte connotazione sperimentale e di ricerca del progetto stesso.
E’ questa una prima importante tappa del percorso difficile e costoso di attuazione dell’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n.3274/2003 e della successiva Direttiva del 12 ottobre 2007, il cui costo per le oltre trecento sedi museali statali è stato stimato in oltre 15 milioni di euro.
Le 46 sedi museali inserite nel progetto finanziato da ARCUS S.p.A. sono ubicate in 11 regioni italiane (Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Toscana, Umbria), e sono state selezionate tra quelle ricadenti nelle aree a maggiore rischio sismico.
I risultati del progetto costituiranno un importantissimo supporto decisionale per le strategie di intervento sul patrimonio culturale, in quell’ottica di prevenzione che ha mostrato ampiamente di essere l’unica realmente efficace ed economicamente preferibile per la conservazione del patrimonio culturale.
Nell’ambito del progetto verrà inoltre realizzato un importante sistema informativo per supportare sia l’operatività che il monitoraggio e la comunicazione e, in particolare, sarà possibile affinare una metodologia di lavoro che possa costituire anche un modello operativo di riferimento in un settore di riconosciuta drammatica attualità.

Giornata informativa di presentazione del Progetto
“ Verifica della sicurezza sismica dei Musei Statali”
(Applicazione dell’O.P.C.M. 3274/2003 s.m.i. e della Direttiva P.C.M. 12.10.2007”)
finanziato da ARCUS S.p.A.

Giovedì 24 novembre 2011
- Sala Molajoli –

ore 10.00 – 10.30: Apertura dei lavori e saluti

arch. Antonia P. Recchia - Direttore Generale PaBAAC
dott. Ettore Pietrabissa - Direttore Generale ARCUS
arch. Roberto Cecchi - Segretario Generale MiBac

ore 10.30 – 11.30: Illustrazione del Progetto

arch. Antonia P. Recchia
ing. Carolina Botti – Direttore Centrale ARCUS
ing. Attilio Maurano - Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Basilicata
prof. ing. Gaetano Manfredi - Presidente Consorzio Re.LUIS

ore 11.30 – 12.30: Contributi Tecnici

prof. ing. Giorgio Croci - Ordinario Cattedra Problemi
strutturali dei monumenti nell’edilizia storica
Facoltà di ingegneria dell’Università “La Sapienza”

prof. ing. Mauro Dolce - Direttore dell’Ufficio Valutazione,
Prevenzione e Mitigazione del rischio sismico
Dipartimento della Protezione Civile

dott. Fabio Carapezza - Presidente della Commissione
Speciale Permanente per la Sicurezza
del patrimonio Culturale Nazionale MiBac

ing. Luciano Marchetti - Vice Commissario Delegato
per la tutela dei beni culturali danneggiati
dal sisma de L’Aquila

ore 12.30 – 13.30: Fasi operative del progetto e criticità

prof. ing. Gaetano Manfredi
Direttori Regionali, Soprintendenti, tecnici
interventi, eventuali richieste di chiarimenti, proposte etc.

Catanzaro - "Arte Incontro", magica serata

Consegnati i premi dell’Accademia dei Bronzi e delle Edizioni Ursini

CATANZARO - “Abbiamo assistito a tante manifestazioni d’arte, ma una serata come questa rimarrà indelebile nella nostra mente. Mai come oggi siamo stati così ampiamente gratificati e onorati”.
E’ il commento a caldo di Caterina Rizzo, pittrice di Santa Maria di Ricadi residente a Pizzo Calabro, a conclusione della premiazione dei vincitori del Premio “Arte Incontro”, promosso e organizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, tenutasi domenica sera nella splendida cornice di Palazzo Fazzari di Catanzaro.
Analoghi commenti sono arrivati anche dagli altri artisti premiati (Pietro Lamonica, Marcello La Neve, Pasquale Macrì, Rita Manutano, Massimo Marano, Marianna Nadile, Antonella Oriolo, Rosario Prosdoci e Domenico Virdò) e dal numeroso pubblico che ha riempito la Sala Conferenze del Circolo Unione.
“Manifestazioni come queste – hanno aggiunto Domenico Macrì e Antonella Oriolo – meritano tutto il nostro sostegno perché danno lustro all’intera Calabria”.
Aperto con i saluti del preside G. Battista Scalise, l’incontro si è sviluppato in tre momenti: la consegna dei riconoscimenti ai vincitori, un omaggio a tutti i presenti del volume “Mio padre Raffale” di Nino Loprete, e un recital di poesie di alcuni poeti aderenti all’Accademia dei Bronzi, tra i quali Maria Pia Furina, Caterina Tagliani, Giuseppe Gregorace e Mario Roperto.
Tre momenti che sono stati sapientemente “legati” da piacevolissimi brani musicali eseguiti al pianoforte da Teresa Grandinetti. Valletta d’eccezione, l’avvocato Letizia Furina.
Le motivazioni critiche dei premiati, le cui opere saranno utilizzate per la stampa del calendario d’arte 2012 che l’Accademia dei Bronzi presenterà a fine dicembre, sono state lette da Vincenzo Ursini, mentre i pittori Pino Veraldi e Jeso Marinaro, a nome degli artisti catanzaresi, hanno indirizzato un breve saluto ai colleghi delle altre città della Calabria intervenuti alla manifestazione. Presenti, tra gli altri, il Maestro Giovanni Marziano, artista di valenza nazionale, che ha seguito con grande interesse l’intera serata; lo scrittore Silvestro Bressi, coautore, con il docente universitario Vito Teti, del volume “Il brigantaggio nel catanzarese”, e il professore Antonio Benefico, responsabile della biblioteca “Tabor - Historia cathacensis”, di recente istituzione presso lo storico Oratorio del Carmine.
Con “Arte Incontro” - ha detto Ursini - abbiamo scelto opere ricche di una compostezza formale palpabilissima, di un soffuso lirismo procedurale e di giochi efficaci di ombre e penombre che mettono in luce una piacevole visione d’assieme unitamente ad una indubbia qualità di sintesi pittorica presente in ciascun artista.
Di grande effetto le tele di Antonella Oriolo realizzate in stoffa con passaggi cromatici di grande effetto; Pasquale Macrì, pittore a tutto tondo che rappresenta il meglio dell’arte calabrese del nostro tempo, Massimo Marano, autore legato ad una palpabile e compiuta aderenza ai perché di un vivere quotidiano, e di Caterina Rizzo che ha proposto diversi soggetti, tra i quali una piacevolissima rappresentazione di Corso Mazzini dal titolo “Passeggiata all’imbrunire a Catanzaro”.
La città capoluogo è stata ritratta efficacemente anche da Pietro Lamonica, mentre Marcello La Neve, con un’incisione su foglia oro, e Rita Mantuano, hanno proposto soggetti che rimandano a visioni spirituali e oniriche di impatto immediato.
Ai paesaggi calabresi hanno fatto invece riferimento Marianna Nadile, selezionata per l’opera “Scorcio paesano”, e Domenico Virdò, autore di “Borgo marinaro”. I mestieri quasi scomparsi della Calabria, sono stati infine trattati efficacemente da Rosario Prosdoci, artista catanzarese presente alla rassegna con “La bottega del calzolaio” e “Ritorno dai campi”.
Particolare attenzione Ursini l’ha posta nei confronti di Massimo Marano, pittore di Avellino, presente alla collettiva con due eccellenti opere dal titolo “L’attesa” e “L’angolo dei ricordi” e di Domenico Macrì di Dinami.
“L’adesione di artisti come Massimo Marano e Domenico Macrì - ha concluso il presidente dell’Accademia dei Bronzi” - ci stimola a continuare sulla strada intrapresa, fatta di impegno e soprattutto di scelte altamente qualificate”.
Una serata magica che ha soddisfato tutti e che ha confermato quanto sia indispensabile che le Istituzioni locali pongano maggiore attenzione nei confronti delle associazioni che lavorano con serietà e impegno, come sta facendo da anni l’Accademia dei Bronzi.

Benefico, Ursini, Scalise, Veraldi, Marinaro, Loprete, Furina


Macrì, Rizzo, Oriolo e Prosdoci


Da sinistra, Lamonica, Nadile, Virdò, Mantuano e La Neve

Catanzaro - Conclusa mostra di Caterina Rizzo

Grande successo di critica per la pittrice napitina

CATANZARO - “Da molto tempo non visitavo una mostra di questo spessore”! E’ il commento di Antonio Rosi, uno dei tanti catanzaresi che in questi giorni hanno lasciato testimonianza scritta, dopo aver visitato la personale di Caterina Rizzo che si è tenuta nella Galleria “Mattia Preti”, su iniziativa dell’associazione culturale “Accademia dei Bronzi” presieduta da Vincenzo Ursini.
“Grazie a Caterina Rizzo - scrive poi Letizia Furina, giovane avvocato di Soverato - al Circolo Unione è sbocciata la primavera. Nelle sue opere prendono, infatti, vita sentimenti autentici e personaggi in un continuo alternarsi di luci e colori”.
Ed ancora, Antonio Piperata, direttore di “Soverato 1 Tv”: “Rizzo interpreta con grande sensibilità i colori solari della nostra terra, trasformando paesaggi di quotidiana frequentazione in luoghi incantevoli e da sogno”.
“E’ stata una mostra - ha commentato Ursini - che l’Accademia dei Bronzi ha realizzato con fondi propri, convinti come siamo che bisogna avere il coraggio di proporre artisti di qualità, senza aspettare nessun obolo. Così come abbiamo fatto con Caterina Rizzo, nei prossimi mesi intendiamo sostenere altri pittori che a nostro giudizio meritano di essere conosciuti a livello regionale”.
Nata a Santa Maria di Ricadi e residente a Pizzo da molti anni, Rizzo è allieva del Maestro Giuseppe Vitetta di Tropea, uno dei decani dell’arte calabrese. Nello studio di Vitetta ha, infatti, perfezionato la sua innata vocazione artistica e ha trovato gli stimoli giusti per concretizzare questa sua passione.

Caterina Rizzo nella Galleria Mattia Preti

sabato 19 novembre 2011

ASTRATTOCONCRETO
Il Gruppo degli Otto

A partire da sabato 17 dicembre 2011, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) presenta un’importante mostra dedicata a una delle esperienze più significative dell’arte italiana del secolo scorso: il Gruppo degli Otto.
In seguito alla spaccatura tra figurativi e astrattisti avvenuta nel 1950 all’interno del Fronte Nuovo delle Arti, due anni dopo, nel 1952, Afro Basaldella, Renato Birolli, Antonio Corpora, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Giuseppe Santomaso, Giulio Turcato ed Emilio Vedova, raccolti attorno al critico Lionello Venturi, costituirono il Gruppo degli Otto – una cerchia di artisti non figurativi che intese aprirsi alle ventate di innovazione estetica che giungevano dall’Europa e dagli Stati Uniti, per superare lo sterile scontro innescatosi tra i paladini rispettivamente di figurazione e astrazione.
« Essi non sono e non vogliono essere degli astrattisti – scrisse Venturi nel manifesto del movimento –; essi non sono e non vogliono essere dei realisti; si propongono di uscire da questa antinomia. […] Adoperano quel linguaggio pittorico che dipende dalla tradizione iniziatasi attorno al 1910 e comprendente l'esperienza dei cubisti, degli espressionisti e degli astrattisti […] Non sono astratti puritani, ma seguono i loro bisogni; l'astrazione non rifiuta il rapporto con la natura ».
A 60 anni dalla formazione del Gruppo degli Otto, il MACA, in collaborazione con De Arte progetti e servizi per l’arte, dedica un’ampia retrospettiva ai suoi protagonisti. Le oltre 30 opere di grande formato che la compongono – di cui alcune testimoniano della partecipazione del gruppo alla Biennale di Venezia del 1952 –, ne ripercorrono la vicenda intensa e ricca di importanti sperimentazioni, dal sorgere della stagione astrattista in Italia, di cui furono tra gli iniziatori, sino agli ultimi capolavori realizzati da questi otto grandi maestri. Alle ispirazioni d’oltre confine, questi artisti aggiunsero una spiccata sensibilità e un attaccamento di stampo vitalistico al mondo concreto, traducendolo in opere tra loro eterogenee, ma comunque legate l’un l’altra dall’esigenza di trovare un punto d’equilibrio nella dicotomia tra astratto e concreto, tra la radicalità del gesto informale e la profondità della vita.

Giuseppe Santomaso, Alba tra i tralicci di uno scalo a Venezia
olio su tela, 1952, cm 152x122


Emilio Vedova, Senza titolo
olio su tela, 1962, cm 80x60

ASTRATTOCONCRETO
Il Gruppo degli Otto

Luogo: MACA (Museo Arte Contemporanea Acri)
Piazza Falcone, - 87041, Acri (Cs).ò
Curatore della mostra: Marisa Vescovo
Curatore esterno del MACA: Boris Brollo
Vernissage: 17 dicembre 2011, ore 17:30
Periodo: dal 17 dicembre 2011 al 26 febbraio 2012
Orario: dal martedì alla domenica, 9-13 e 15-19; lunedì chiuso
Info: Ufficio stampa tel. 0119422568

Catanzaro - L'artista Caterina Rizzo espone alla "Mattia Preti"

Da venerdì 18 novembre a domenica 20 personale della pittrice napitina.

CATANZARO - Originaria di Santa Maria di Ricadi, ma napitina di adozione, Caterina Rizzo (nella foto), a partire da venerdì 18 novembre, espone alcune delle sue più recenti presso il Circolo Unione di Catanzaro, su iniziativa dell’Accademia dei Bronzi e delle Edizioni Ursini.
“E’ un nostro doveroso omaggio – ha dichiarato Ursini, presidente del sodalizio culturale catanzarese – ad una pittrice della Calabria che da Giuseppe Vitetta, decano dei pittori calabresi, viene considerata “uno dei migliori talenti del nostro tempo”.
“Nella sua arte – aggiunge Ursini – Caterina Rizzo sfodera una pennellata imprevedibile che si coniuga a una vivacità paesaggistica unica. La variegata opzione cromatica si combina, felicemente, con una sobrietà stilistica di primissimo piano. Ecco perché, non desta alcuna sorpresa che il 2011 sia stato per lei un anno quanto mai prolifico”.
La Rizzo è riuscita a coniare efficacemente ricerca e colore, due elementi che si compongono e si fondono con l’armonia dalle sue composizioni. Da una rapida rassegna delle sue opere, improntate con colori particolari, quali il viola e l’azzurro, si può cogliere la speranza e il mistero della vita. I suggestivi paesaggi della sua terra, le nature morte, persone e animali, vengono impressi e ricreati con pennellate rapide e decise che affascinano fanno sognare.
Nei dipinti della Rizzo si scoprono mondi nuovi, proprio come in una poétique de la reverie intesa come una situazione in cui l’individuo si abbandona alla propria immaginazione grazie al sogno evocato dalle immagini colorate della tela.
Inserita tra i dieci pittori che domenica 20 novembre riceveranno il Premio “Arte Incontro” (ricordiamo che gli altri premiati saranno Pietro Lamonica, Marcello La Neve, Pasquale Macrì, Rita Mantuano, Massimo Marano, Marianna Nadile, Antonella Oriolo, Rosario Prosdoci e Domenico Virdò), Caterina Rizzo si distingue anche per l’intenso lirismo che traspare dalle sue opere, “grazie – conclude Ursini – al traghettare gioioso delle penombre accese e avvolte da una piacevole armonia di tinte, in un concerto ciarliero di movimenti pedonali da cui fuoriescono una profondità d’insieme ed una indubbia bellezza di particolari architettonici”.
La mostra rimarrà aperta sino a domenica, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 16, alle ore 19,30.

Caterina Rizzo, Catanzaro - Passeggiata all'imbrunire

Reggio Calabria - Celebrazione del centenario della morte di Emilio Salgari


Con il patrocinio dell'Amministrazione Provinciale di Verona, il Circolo Culturale “L'Agorà” organizza una giornata di studi presso la Biblioteca Comunale “De Nava” avente come tema “Il centenario della morte di Emilio Salgari”. La manifestazione si svolgerà mercoledì 23 novembre, a partire dalle ore 17,30, nei locali della sala “Vitrioli” e vedrà, dopo i saluti del presidente del sodalizio reggino, Gianni Aiello, la relazione del prof. Antonino Megali.

Telesio e Campanella nella Calabria del Cinquecento

Dopo due interessanti approfondimenti su Coriolano Martirano, vescovo e Pietro Negroni, pittore, che hanno segnato positivamente la città di San Marco Argentano (Cosenza), il ciclo di conferenze Naturalismo, metafisica e maniera moderna nella Calabria del Cinquecento approda a Cosenza.
Si celebreranno, infatti, nella città bruzia Bernardino Telesio e Tommaso Campanella, esponenti di primo piano della cultura calabrese del Cinquecento.
Questo, di seguito riportato, il programma delle iniziative che si terranno a Cosenza, Palazzo della Provincia, Salone degli Specchi. 

Lunedì 21 novembre 2011: Bernardino Telesio. Dopo la presentazione, ore 9.30, della medaglia ufficiale di Bernardino Telesio (nella foto a sinistra), realizzata dallo scultore Eduardo Bruno sono previsti interventi di Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza; Gerardo Mario Oliverio, presidente della Provincia di Cosenza; Eduardo Bruno, presidente del Centro Internazionale di Studi sull’Arte Normanno-Sveva; Adriano Ritacco, Tesoriere Nazionale della Federazione Italiana Club e Centri Unesco. Subito dopo Leopoldo Conforti, accademico cosentino, relazionerà su Telesio Poeta e lo studioso Cesare Vasoli darà un contributo sempre sul filosofo cosentino. Alle ore 11.00 si aprirà il laboratorio didattico, curato da Eduardo Bruno. Sarà possibile far realizzare ai convenuti una “prova del piombo” e una di coniazione utilizzando antiche attrezzature.

Martedì 22 novembre 2011: Tommaso Campanella. Ore 9.30 (nella foto a sinistra) presentazione della medaglia ufficiale di Tommaso Campanella 8, realizzata dallo scultore Eduardo Bruno. Seguiranno relazioni: Vincenzo Ferraro, dirigente scolastico, proporrà Tommaso Campanella e noi e Coriolano Martirano, segretario perpetuo dell’Accademia Cosentina, illustrerà L’Accademia Cosentina tra Umanesimo e Rinascimento. Alle ore 11.00 si riaprirà il laboratorio didattico.
I lavori di entrambe le giornate saranno moderati dalla giornalista Rosalba Baldino.
L’iniziativa è promossa dal Centro Internazionale di Studi sull’Arte Normanno-Sveva e dal Club Unesco San Marco Argentano.

Silvio Rubens Vivone

San Marco Argentano - Celebrate le giornate sul tema "Naturalismo, metafisica e maniera moderna nella Calabria del Cinquecento"

A San Marco Argentano (Cosenza), nella suggestiva chiesa della Riforma, con due intense e partecipate giornate di studio sul tema Naturalismo, metafisica e maniera moderna nella Calabria del Cinquecento, sono state celebrate due esimie personalità che hanno caratterizzato il Cinquecento calabrese, con particolare riferimento alla città di San Marco Argentano: Coriolano Martirano e Pietro Negroni. Entrambi hanno avuto intensi rapporti culturali con la cittadina normanna: il primo in qualità di vescovo, il secondo come pittore.
Per l’occasione sono stati realizzati dallo scultore Eduardo Bruno due medaglioni raffiguranti appunto Martirano e Negroni.
Alla prima giornata di studio (Coriolano Martirano vescovo del ‘500 in San Marco e segretario del Concilio di Trento) sono intervenuti: padre Maurizio Dodaro, responsabile del convento della Riforma; Michele Argondizzo, vicesindaco di San Marco Argentano; Eduardo Bruno, presidente del Centro Internazionale di Studi sull’Arte Normanno-Sveva; Francesco Lo Sardo, segretario del Club Unesco San Marco Argentano; S.E. mons. Leonardo Bonanno, vescovo della diocesi di San Marco Argentano-Scalea e Coriolano Martirano, segretario perpetuo dell’Accademia Cosentina.
Alla seconda giornata di studio (Pietro Negroni, pittore e musico del ‘500) hanno partecipato: Eduardo Bruno; Francesco Lo Sardo; Antonello Savaglio, docente Università di Messina e Mario Vicino, autore del volume Pietro Negroni, pittore e musico del Cinquecento.
Non sono mancati, inoltre, interessanti contributi da parte del pubblico che ha gremito nelle due giornate di studi l’antica chiesa della Riforma.
Di particolarissimo pregio il laboratorio didattico, a cura di Eduardo Bruno, allestito per la coniazione di monete e medaglie con la “prova del piombo” che ha coinvolto studenti e appassionati delle belle arti nella realizzazione di una prova di conio.
L’iniziativa si concluderà il 21 e il 22 novembre prossimo a Cosenza, Palazzo della Provincia, Salone degli Specchi, con due approfondimenti su Bernardino Telesio e Tommaso Campanella.
Esprimono soddisfazione per la riuscita delle due giornate di studio nella cittadina normanna Eduardo Bruno, presidente del Centro Internazionale di Studi sull’Arte Normanno-Sveva e Adriano Ritacco, Tesoriere Nazionale della Federazione Italiana Club e Centri Unesco.

Silvio Rubens Vivone

Alcuni momenti dell’iniziativa
(foto di Flavia Santoro)


venerdì 11 novembre 2011

Naturalismo, metafisica e maniera moderna nella Calabria del Cinquecento


Il Centro Internazionale di Studi sull’Arte Normanno-Sveva e il Club Unesco San Marco Argentano indicono, l’11e il 12 novembre a San Marco Argentano (Cosenza) e il 21 e il 22 novembre prossimo a Cosenza, un ciclo di conferenze, supportato da laboratorio didattico, su alcune figure che hanno caratterizzato il pensiero, l’arte e la cultura del Cinquecento calabrese. Comune denominatore degli eventi: Naturalismo, metafisica e maniera moderna nella Calabria del Cinquecento.
Questo, di seguito riportato, il programma delle iniziative moderate dallo scrivente che si terranno nella città di San Marco Argentano.

Venerdì 11 novembre 2011, chiesa della Riforma: Coriolano Martirano vescovo del ‘500 in San Marco e segretario del Concilio di Trento.
Ore 9.30: presentazione della medaglia ufficiale di Coriolano Martirano, realizzata dallo scultore Eduardo Bruno e del volume Un vescovo al Concilio (Edizioni Orizzonti Meridionali). Interverranno: Alberto Termine, sindaco di San Marco Argentano; Eduardo Bruno, presidente del Centro Internazionale di Studi sull’Arte Normanno-Sveva; Francesco Lo Sardo, segretario del Club Unesco San Marco Argentano; S.E. mons. Leonardo Bonanno, vescovo della diocesi di San Marco Argentano-Scalea; Coriolano Martirano, segretario perpetuo dell’Accademia Cosentina, che terrà una relazione sul tema Un vescovo al Concilio.
Ore 11.00, chiostro del convento: apertura del laboratorio didattico su forme, materiali e tecniche della fusione e della coniazione in bronzo e in altri materiali (argento e oro), ad opera dello scultore Eduardo Bruno. Le attrezzature, i modelli e le sculture rimarranno in visione fino alle ore 17.00.

Sabato 12 novembre 2011, chiesa della Riforma: Pietro Negroni, pittore e musico del ‘500.
Ore 9.30: presentazione della medaglia ufficiale di Pietro Negroni, realizzata dallo scultore Eduardo Bruno. Seguiranno relazioni di Antonello Savaglio, docente Università di Messina e Mario Vicino, autore del volume Pietro Negroni, pittore e musico del ‘500 e proiezioni di immagini multimediali delle opere di Pietro Negroni, a cura di Mario Vicino.
Ore 11.00, chiostro del convento: mostra dei materiali e delle tecniche di coniazione e di fusione a staffa e a cera persa, ad opera dello scultore Eduardo Bruno. Le attrezzature, i modelli e le sculture rimarranno in visione fino alle ore 17.00.
L’iniziativa, come precisa Adriano Ritacco, Tesoriere Nazionale della Federazione Italiana Club e Centri Unesco, è in linea con i principi ispiratori dell’Unesco.

San Marco Argentano (Cosenza), 9 novembre 2011

SILVIO RUBENS VIVONE

(clicca sulle slides per ingrandire)

Catanzaro - Presentazione di "Sandali di ortica"

Lunedì 14, al Caffè delle Arti, il romanzo di Paolo Arcuri, edito da Ursini
Opera prima di narrativa vincitrice del Premio “Torre Petrosa 2011”


CATANZARO - Appuntamento culturale di grande interesse al Caffè delle Arti di Catanzaro, con la presentazione del romanzo “Sandali di ortica: storia di un calabrese sovversivo” di Paolo Arcuri, pubblicato di recente dalle Edizioni Ursini.
All’iniziativa, promossa dalla sezione catanzarese dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e dall’Associazione “25 aprile”, parteciperanno Filippo Veltri, direttore ANSA Calabria, Don Mimmo Battaglia, Nicola Fiorita, docente Unical, e lo stesso Paolo Arcuri.
Il volume racconta la storia di Paolo De Fazio, nonno dell’autore, che all’improvviso si è trovato a combattere una guerra non sua, della quale poi è diventato “attore” attivo.
“Il protagonista - scrive Salvatore Piccoli - fu vittima di guerra quindi, ma anche vittima di partenze, di addii, di emigrazione! Vittima di una mancata riforma agraria, vittima di quel feudalesimo che nelle nostre terre pareva non finire mai”!
Dalla lettura del romanzo, con il quale l’autore ha vinto nel mese di agosto la quinta edizione del premio “Torre Petrosa” riservato alle opere prime di narrativa, emerge la solitudine infinita dell’animo del protagonista, sbattuto in un mondo non suo e del tutto ignoto. Una persona come tante che se ne andò dalla Calabria non certo per spirito di avventura, ma solo per sopravvivere e fare sopravvivere la sua famiglia.
“Si ritrovò così - continua Saltavate Piccoli - in un mondo sconvolto dagli eventi, devastato da una storia crudele dentro cui molti ragazzi spaesati come lui restarono avvolti e stritolati. In un tempo in cui con il sangue bisognava scrollarsi finalmente di dosso i residui di un feudalismo cruento e spietato, non solo dal punto di vista sociale ed economico, costringendo masse sterminate di uomini a languire nella povertà. Forse, casualmente, il protagonista del romanzo si ritrovò a combattere una guerra di libertà, senza capir bene quel che succedeva. Ma poi fu facile per lui e per quelli come lui riconoscersi in quegli ideali e darsi a loro completamente non solo con le armi, ma con i comportamenti e con il pensiero, con i sogni”.
Nel libro queste sensazioni vengono trasmesse a tutti, grazie alla narrazione lineare e fortemente comunicativa, intrisa di emozioni, che suo nipote ha saputo trasmetterci. Siamo quindi in presenza di una storia vera, raccontata con dovizia di particolari, che ci fa scoprire un passato tragico di questa nostra Calabria, attraverso la vita di un uomo che può diventare simbolo di riscatto per tutti.
“Il male non è questo”. Da queste parole, che sono le ultime del romanzo inserito dalle Edizioni Ursini nella collana “I libri dell’elefantino”, si apre un orizzonte sterminato di pensieri. Il male non è l’irritazione causata dalle ortiche sui piedi induriti o sul cuore gonfio del protagonista, il male - sembra dirci l’autore - è il filo di quella vita che condusse suo nonno a non essere riconosciuto dalla propria figlia. Il filo di quella storia infinita che espropriò di umanità masse immense di esseri umani.

LA FORMAZIONE DELL’UNO
150 artisti per l’Unità d’Italia

Galleria Nazionale di Cosenza
Cosenza – Palazzo Arnone 9 - 27 novembre 2011
Inaugurazione 9 novembre 2011– Ore 18.00

Mercoledì 9 novembre prossimo, alle ore 18.00, a Cosenza, Palazzo Arnone, la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria, diretta da Fabio De Chirico e VERTIGO ARTE presentano la mostra LA FORMAZIONE DELL’UNO - 150 artisti per l’Unità d’Italia, a cura di Fabio De Chirico, Mimma Pasqua e Franco Gordano.
Essa nasce da un’idea progettuale di Mimma Pasqua e Franco Gordano nell’ambito della V edizione di Tornare@Itaca, rassegna d’arte annuale itinerante.
La mostra espone centocinquanta opere di artisti contemporanei che hanno elaborato personali declinazioni sul divenire di un processo unitario ancora in fieri, utilizzando come traccia linguistica la riproduzione della storica bandiera dei fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, vittime eroiche del processo unitario, nei suoi contorni ideali e rivoluzionari.
Gli artisti, assai noti e di nazionalità anche straniera, hanno inteso narrare la complessa e controversa storia sottesa all’Unità d’Italia, secondo un’interpretazione originale e del tutto personale, a volte polemica e comunque partecipe del vivace dibattito che oggi attraversa la politica e la cultura.
La rassegna suggerisce gli esiti di ricerche estetiche contemporanee in una sorta di armonia “sinfonica” dettata dall’unitarietà del tema a forte valenza emozionale e a cui si accompagna lo straordinario effetto visivo dato dalla riproposizione incalzante del tricolore.
La scelta di ospitare la mostra a Cosenza nelle sale espositive della Galleria Nazionale di Cosenza, non certo casuale per le vicende che hanno visto la città protagonista nella storia dell’Unità d’Italia, si inserisce nell’attività di programmazione della Soprintendenza BSAE della Calabria che intende valorizzare gli ambiti di ricerca del contemporaneo, inserendosi in quel programma di rivalutazione, promozione e valorizzazione dell’arte moderna e contemporanea che da tempo caratterizza le scelte culturali degli Istituti del MiBAC.
Parteciperanno all’inaugurazione: Fabio De Chirico, soprintendente BSAE Calabria; Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza; Maria Francesca Corigliano, assessore alla Cultura della Provincia di Cosenza; Franco Gordano, direttore di VERTIGO ARTE; Ghislain Mayaud, docente Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria; Mimma Pasqua, critico d’arte. Giulia Fresca, giornalista, modererà i lavori. Durante la serata ad affiancare la visione delle opere letture risorgimentali a cura di Alessandra Romeo, docente UNICAL.
A corredo della rassegna la monumentale scultura in bronzo raffigurante Il guardiano di Bizhan Bassiri, artista di origine persiana che vive e opera a Roma e nella provincia di Siena, che nella prestigiosa cornice di Palazzo Arnone non solo è di forte impatto visivo, per le iridescenze luministiche della materia, ma sembra dialogare con l’architettura circostante nella quale si inserisce a vigilare sulla “costituzione italiana”.
Sempre nell’ambito dell’iniziativa Tornare@Itaca, venerdì 18 novembre, alle ore 18.00, verrà presentato a Cosenza, Palazzo Arnone dopo il MAXXI di Roma, il volume BIZHAN BASSIRI. La caduta delle meteoriti, a cura di Bruno Corà.

La mostra LA FORMAZIONE DELL’UNO – 150 artisti per l’Unità d’Italia rimarrà aperta al pubblico fino al 27 novembre 2011, secondo il seguente orario: ore 10.00 - 18.00, tutti i giorni escluso il lunedì.

Alessandra De Sanctis


Alvaro Occhipinti


Angela Occhipinti


Armanda Verdirame

MOSTRA
LA FORMAZIONE DELL’UNO - 150 artisti per l’Unità d’Italia
Galleria Nazionale di Cosenza
Cosenza – Palazzo Arnone 9 /27 novembre 2011
Inaugurazione 9 novembre 2011 – Ore 18.00
A cura di Fabio De Chirico, Mimma Pasqua, Franco Gordano
Coordinamento generale: Rosanna Caputo, storico d’arte SBSAE Calabria

Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
Soprintendente: Fabio De Chirico
Ufficio stampa: Silvio Rubens VivonePatrizia Carravetta
Tel.: 0984 795639 fax 0984 71246

VERTIGO ARTE Centro Internazionale per la Cultura e le Arti Visive
Presidente: Salvatore Anelli


Elenco artisti partecipanti

MATTEO ACCARRINO, ANGELO ALIGIA, SALVATORE ANELLI, CLAUDIO ANGIONE, CATERINA ARCURI, KENGIRO AZUMA, ANTONIO BAGLIVO, CALOGERO BARBA, ANGELA BARBERA, GEPPO BARBIERI, ANGELO BARILE, PAOLO BARLUSCONI, BIZHAN BASSIRI, FABRIZIO BELLANCA, LUISA BERGAMINI, ENZO BERSEZIO, TOMASO BINGA, RENATA BOERO, ANNA BOSCHI, SARAH BOWYER, GIANNETTO BRAVI, CARMINE CALVANESE, AMALIA CANGIANO, CARMINE CAPUTO DI ROCCANOVA, DARIO CARMENTANO, LORIANA CASTANO, LUCILLA CATANIA, ENRICO CATTANEO, GIORGIO CELON, SILVIA CIBALDI, LETTERIO CONSIGLIO, GIGI CONTI, FRANCESCO CORREGGIA, GIANCARLO COSTANZO, GIULIANO COTELLESSA, FERRUCCIO D’ANGELO, LUCE DELHOVE, LUIGI DELLATORRE, MARIANGELA DE MARIA, DANILO DE MITRI, GIULIO DE MITRI, TEO DE PALMA, ANTONIO DE PIETRO, ALESSANDRA DE SANCTIS, ELENA DIACO MAYER, MARCELLO DIOTALLEVI, MATILDE DOMESTICO, SALVATORE DOMINELLI, FERNANDA FEDI, MAVI FERRANDO, SIMONETTA FERRANTE, ARMANDO FETTOLINI, ANNA FINETTI, FRANCO FLACCAVENTO, ANTONIO FOMEZ, ALESSANDRO FONTE, ROSA FOSCHI, NICOLETTA FRIGERIO, MATTEO GALVANO, PINO GIUFFRIDA, LILLO GIULIANA, ALESSANDRO GORDANO, FRANCO GORDANO, ALFREDO GRANATA, GIANFRANCO GROCCIA, FRANCESCO GUERRIERI, RAFFAELE IANNONE, MASSIMO INNOCENTI, ERNESTO JANNINI, IGINIO IURILLI, MASSIMO LAI, ANNA LAMBARDI, ETTORE LE DONNE, GIOVANNI LETO, PINO LIA, FULVIO LONGO, LUCIANO LUPOLETTI, RUGGERO MAGGI, SERAFINO MAIORANO, ALFREDO MAIORINO, SILVIA MANAZZA, BRUNO MANGIATERRA, FRANCESCA MARANETTO GAY, LUCIA MARCUCCI, GIANNI MARUSSI, GHISLAIN MAYAUD, ILER MELIOLI, GIUSEPPE MESTRANGELO, LEILA MIRZAKHARI, ANNALISA MITRANO, MAZIAR MOKHTARI, IGNAZIO MONCADA, GIORDANO MONTORSI, ALBANO MORANDI, MARIA MULAS, MICHELE MUNNO, PIETRO MUSSINI, ANTONIO NOIA, ANGELA. SEPE NOVARA, ALVARO OCCHIPINTI, ANGELA OCCHIPINTI, ELISABETTA PAGANI, VINCENZO PAONESSA, MARIO PARENTELA, LUCA MARIA PATELLA, SALVATORE PEPE, MICHELE PERFETTI, MICHELE PERI, LUCIO PERNA, FERNANDO PIGNATIELLO, LAMBERTO PIGNOTTI, LORENZO PIEMONTI, TARCISIO PINGITORE, NADA PIVETTA, ANTONIO PIZZOLANTE, SHAWNETTE POE, CARLO POZZONI, TIZIANA PRIORI, LOREDANA RACITI, MARIO RACITI, CLOTI RICCIARDI, GIUSEPPINA RIGGI, FIORELLA RIZZO, MARTINA ROBERTS, MARGHERITA LEVO ROSENBERG, MARCO NEREO ROTELLI, GIOVANNI SALA, MIRELLA SALUZZO, GIUSEPPE SALVATORI, ANNA SANTINELLO, LEONARDO SANTOLI, EVELINA SCHATZ, PAOLO SCHIAVOCAMPO, GIANFRANCO SERGIO, STEFANO SODDU, FRANCO SPENA, FAUSTA SQUATRITI, GIULIO TELARICO, ERNESTO TERLIZZI, SILVANO TESSAROLLO, ARMANDO TINNIRELLO, DELFO TINNIRELLO, ANGELO TITONEL, VITTORIO TONON, A. PUJIA VENEZIANO, ARMANDA VERDIRAME, ANTONIO VIOLETTA, FIORENZO ZAFFINA, ROLANDO ZUCCHINI.
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