INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA,
GIORGIO NAPOLITANO, IN OCCASIONE DELLA
CELEBRAZIONE DELL'8 SETTEMBRE 1943
Roma, 8 settembre 2008
Roma, 8 settembre 2008
La data dell'8 settembre, che celebriamo quest'anno con particolare impegno nel 65° anniversario di quella drammatica giornata del 1943, segnò insieme uno dei momenti più bui della nostra storia nazionale unitaria e una delle prove più luminose della forza vitale della patria italiana.L'8 settembre 1943 sancì il crollo - nella sconfitta e nella resa, nonostante il sacrificio e l'eroismo dei nostri combattenti - di quel disegno di guerra, in alleanza con la Germania nazista, che aveva rappresentato lo sbocco fatale e l'epilogo del fascismo. Ma quell'8 settembre annunciò nello stesso tempo la nascita della Resistenza, nel duplice segno che la caratterizzò fino all'insurrezione vittoriosa e alla Liberazione del 25 aprile del '45.Nel clima di dissoluzione e pauroso sbandamento che seguì l'armistizio con le forze angloamericane, avrebbe davvero potuto essere travolta la patria : così non fu, così non sarebbe stato, perché nacque in quello stesso giorno un decisivo moto di riscossa e di rinascita, che chiamammo ben presto Resistenza.Nacque con la coraggiosa, disperata difesa, qui a Porta San Paolo, dei Granatieri di Sardegna, dei Lanceri di Montebello, dei militari che erano a presidio della Capitale, e dei civili antifascisti, giovani ardimentosi, che si unirono a loro. Nacque, la Resistenza, con gli straordinari episodi che videro in tutto quel mese di settembre, in Italia e all'estero, nostri reparti e mezzi militari, delle diverse Armi, seguire la via della dignità e dell'onore, tener vivo il senso della fedeltà al giuramento e della lealtà verso chi rappresentava la continuità della Nazione. Andrebbe forse ricordata nella sua interezza, nella molteplicità dei suoi straordinari esempi, la storia del settembre 1943 e l'epopea dei militari che la scrissero. Perciò ho parlato, e l'ho sempre sottolineato anche nelle celebrazioni della Festa del 25 aprile - a Cefalonia come a Genova - di un duplice segno della Resistenza. Quello della ribellione, della volontà di riscatto, della speranza di libertà e di giustizia che condussero tanti giovani a combattere nelle formazioni partigiane e, non pochi, a sacrificare la loro vita. E quello del senso del dovere, della fedeltà e della dignità che animarono la partecipazione dei militari, compresa quella dei seicentomila deportati nei campi tedeschi, rifiutando l'adesione alla Repubblica di Salò. Un partecipazione da valorizzare più di quanto pure si sta facendo, perché essenziale, e caratterizzante della Resistenza italiana, accanto alla decisiva componente partigiana. E il punto d'incontro e di sintesi fu in un ritrovato amore per la Patria, in una comune volontà di far rinascere l'Italia, al di là delle divisioni fratricide del 1943-45.L'Italia rinacque nello sforzo di ricostruzione del paese devastato e avvilito, e di edificazione di una nuova democrazia, quale fu disegnata nella Costituzione repubblicana.Si ritrovano oggi, e sempre più possono ritrovarsi, tutte le componenti ideali, sociali e politiche della società italiana nel sentire come propria la Costituzione di cui quest'anno abbiamo celebrato il 60° : nel rispettarla, nel trarne ispirazione, nell'animare un clima di condiviso patriottismo costituzionale.E la ricostruzione e rinascita dell'Italia ha significato anche la ricostruzione e rinascita delle sue Forze Armate, quali hanno saputo via via rinnovarsi al servizio della Repubblica democratica fino a dare nuova prova di sé nel difficile cimento delle missioni all'estero per la pace e la sicurezza internazionale.Vorrei in conclusione esprimere il più vivo compiacimento per l'impegno con cui anche oggi le istituzioni romane, il governo nazionale, le associazioni combattentistiche e partigiane si sono unite nel ricordo di quanti seppero resistere e combattere e nell'omaggio a quanti caddero per la Patria. Vorrei incoraggiarvi tutti a rafforzare il vostro comune impegno di memoria, di riflessione, di trasmissione alle nuove generazioni del prezioso retaggio della battaglia di Porta San Paolo, della difesa di Roma e della Resistenza.
GRAZIE, PRESIDENTE
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