di Domenico Condito
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Per millenni la Calabria è stata considerata terra di conquista.
Dall’Unità d’Italia ai giorni nostri è andata ancora peggio. Gli “amministratori” della politica nazionale hanno sempre umiliato questa Terra considerandola, meno eroicamente, “terra di pascolo”. Ovvero, un “orticello” piccolo, insignificante, da coltivare con politiche assistenziali e di sottosviluppo, per essere sacrificato all’occorrenza alla cosiddetta “ragion di Stato”, come si affermava ieri, o alle “strategie di largo respiro” del politichese di oggi. In ogni caso, operazioni di basso cabotaggio politico, dove la Calabria è stata sempre mercanteggiata come oggetto di scambio, una semplice contropartita, nelle contrattazioni gestite al di fuori della regione e profondamente lesive della dignità e degli interessi dei suoi cittadini.
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Il vergognoso mercimonio si ripete ancora oggi. Il Partito Democratico, guidato dal segretario Pier Luigi Bersani, ha offerto la candidatura a Governatore della Regione Calabria all’UDC, per favorire, si dice, quell’allargamento della coalizione capace di determinare la vittoria del centro-sinistra alle prossime elezioni regionali. In realtà, sono giorni che i Tg nazionali presentano l’offerta dell’on. Bersani all’UDC come una contropartita decisa nel perverso mercato delle poltrone “consumato” nei palazzi romani. Una girandola di nomi che risponde più a logiche di potere che non al bene comune delle singole realtà regionali.
In quanto alla Calabria, resta poi da capire come possa risultare minimamente credibile alla guida della coalizione di centro-sinistra un esponente dell’UDC. Ancora oggi il partito di Casini continua a trattare con il PDL di Bossi-Berlusconi per concorrere all’elezione di Giuseppe Scopelliti alla carica di Governatore della Calabria, in cambio, si dice, della promessa di due assessorati.
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E’ ormai noto, inoltre, che l’offerta di Bersani al partito di Casini esclude la ricandidatura dell’attuale Governatore Agazio Loiero alla guida della coalizione di centro-sinistra in Calabria. In politica nessuno può considerarsi inamovibile, ma sarebbe stato più corretto che a mettere in discussione la ricandidatura dell’on. Loiero fossero stati semmai gli elettori calabresi del centro-sinistra. Ma le “primarie”, celebrate dai vertici del PD come straordinario strumento di partecipazione e democrazia, sono state miseramente accantonate in Calabria. “Sono in gioco - ci dicono - le alleanze nazionali, il futuro del Paese”.
Intanto, l’on. Loiero annuncia di volersi comunque ricandidare con una sua lista alle prossime elezioni regionali, mentre cresce la demotivazione al voto fra gli elettori del centro-sinistra. In queste condizioni è quasi certa la consegna della Calabria al centro-destra. Un risultato, quest’ultimo, che rafforzerà l’esecutivo nazionale dove la Lega continuerà a governare contro il Sud e, paradosso incomprensibile, con i voti del Sud.
Che in Calabria, con queste premesse, il centro-sinistra sia destinato a una sconfitta certa, dovrebbe saperlo anche l’on. Bersani. Ma forse è proprio questo l’obiettivo perseguito dall’attuale segreteria nazionale del PD, che preferisce svendere la Calabria all’UDC, piuttosto che tornare a vincere nella regione più difficilmente governabile d'Italia. Naturalmente in nome di una “strategia politica di ampio respiro che guarda al bene del Paese”. Il solito “politichese” utilizzato per coprire operazioni più prossime a un mercatino rionale, che non al senso alto della politica intesa come servizio alla collettività.
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In realtà, parafrasando Corrado Alvaro, quanto si sta consumando in questi giorni in Calabria “è un dramma di mediocri, brutti, goffi, che, guardandosi nello specchio, si vedono belli, e con le sembianze della giovinezza. A ogni modo, come grandi eroi, e trovano tutto attorno a loro bello e degno e grande”. Ma l’UDC che pone pregiudiziali sulla riconferma di Loiero è lo stesso partito che ha sostenuto senza ritegno l’operato di Cuffaro in Sicilia. Qualcuno glielo dica all’on. Bersani: la rapprsentazione messa in scena non è proprio all’altezza di un teatro greco e, soprattutto, la Calabria non è “terra di pascolo”!