Nicola Silvi nacque a Stalettì in provincia di Catanzaro il 21 ottobre del 1922 e nello stesso paese morì il 28 agosto 1993. Laureatosi in lettere, da giovane fonda con il fratello il primo quotidiano italiano nel sud liberato. Inizia per Silvi una lunga carriera giornalistica che lo vede redattore, al Momento Sera prima e al Corriere di Roma poi. Svolge contemporaneamente una intensa attività letteraria come scrittore e saggista, critico letterario e poeta. Dopo un lungo viaggio in Liguria scrive il libro Pietre Rubate alle Rovine del 1970. I vari profili presenti nel volume, sono il risultato di una serie di incontri ed interviste con personaggi tra i quali ricordiamo: Giovanni Papini, Giacomo Manzù, Dacia Maraini, Giuseppe Ungaretti, Panfilo Gentile, Salvatore Quasimodo, Ezra Pound. Dal '73 all'82 scrive il libro in versi La Terra si Nutre di Orme, stampa il romanzo-saggio Decantazione spedito al Premio Villa San Giovanni con lo pseudonomo "Anonimo Calabrese" dove riceve un premio, cura un volumetto su Cassiodoro fondatore nel suo paese natio del "Vivarium". Nel 1983 pubblica un ampio saggio critico, Pretesto Bernari, in cui, tra i vari argomenti affrontati, troviamo il concetto del tempo in quanto "Verità"; un Tempo che implica necessariamente il tema della "Realtà" dove la paura del Mito viene esorcizzata dal lume razionale delle "cose". Del 1986 è il saggio critico Linguaggio del Tempo-Spazio nel "Poeticus" di R. Aloisi. Qui l'analisi inizia con un tentativo di scoprire, nella scuola di Pitagora, il valore della misura quale fondamento della metageometria contemporanea e trova nella poesia dell'Aloisi la risposta alle moderne istanze della scienza sul concetto di Tempo e di Spazio. Nel 1988 pubblica un saggio-ipotesi dal titolo Dalla Comunalia di Cassiodoro Senatore alla Città del Sole di Tommaso Campanella. Il saggio, che è anche un invito a visitare i luoghi cassiodorei nel territorio di Stalettì, propone un affascinante itinerario in uno spazio senza luogo, in una U-Topia. Da alcuni anni ormai, da quando decise di stabilirsi nel suo paese natio, Nicola Silvi curava una rubrica sul Corriere di Roma dal titolo Stalettì: un punto della Calabria. E proprio da questo punto della Calabria che egli, stimolato dall'antica fecondità intellettuale di questi luoghi, con i suoi articoli tocca i punti più scottanti della realtà culturale locale per irrompere poi su un fronte molto più vasto, là dove emerge chiaramente l'appassionata ricerca filosofica che andava conducendo. Esprimendo liberamente il suo pensiero, Nicola Silvi ha sempre cercato di combattere gli abusi, l'apatia e l'oscurantismo divenendo, per quanti lo hanno conosciuto, un costante stimolo intellettuale.
Si ringrazia la vedova di Nicola Silvi sig.ra Maria Borrello e l'ing. Antonio Froio per la preziosa consulenza e collaborazione.
GIOVANNI AMODIO
Estratto da: Nicola Silvi, La misura della vita, a cura di Giovanni Amodio, Schena Editore, Fasano (BR) 1995, pp. 187-188
Nicola Silvi intervista la scrittrice Dacia Maraini
Un punto della Calabria: Stalettì (A Nicola Silvi)
di Giovanni Chiellino
A cercar lumi... con Nicola Silvi
Il ricordo dell'amico Antonio Froio
Un sogno... per ricordare Nicola Silvi
Nel mio piccolo cimitero stalettese… (di Nicola Silvi)
Nicola Silvi, Linguaggio del tempo-spazio nel di R. Aloisi, LacaitaEditore, Manduria 1986
(Presentazione)
Il Filosofo
di Nicola Silvi
Calabria, la «Terra del Mare» degli antichi greci
di Nicola Silvi
Colloquio d’ulivi
di Nicola Silvi
Rinasce "CULTURA CALABRESE", il quindicinale di controinformazione fondato da Giuseppe Grisolia
Un ricordo di Giuseppe Grisolia ee di Nicola Silvi, suo amico e collaboratore.
L'interesse di "UTOPIE CALABRESI" per la rinascita di "CULTURA CALABRESE"
Articolo dello Staff di Amantea.Net
Il poeta Ezra Pound intervistato da Nicola Silvi
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