martedì 12 gennaio 2010

Sellia Marina: presentazione dell'opera prima di Emilio Grimaldi, Kierkegaard e la dialettica della comunicazione della verità, edito da Ursini

Venerdì 15 gennaio, ore 17.00
Aula Consiliare del Comune di Sellia Marina
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Sellia Marina - “Kierkegaard e la dialettica della comunicazione della verità”, è il titolo dell’opera prima di Emilio Grimaldi, dottore in Filosofia e giornalista, che sarà presentata venerdì 15 gennaio, a partire dalle ore 17, nell’Aula consiliare del Comune di Sellia Marina, a cura delle Edizioni Ursini di Catanzaro.
Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Amelio introdurrà l’incontro G. Battista Scalise, dirigente scolastico e responsabile del settore culturale dell’Accademia dei Bronzi.
Dei temi affrontati nel volume dall’Autore parlerà Serafino Parisi, docente di Sacra Scrittura all’Istituto Teologico Calabro.
Il libro edito da Ursini edizioni mette a nudo tutte le manifestazioni filosofiche del pensatore negli anni in cui imperava l’hegelismo e l’autocompiacenza umana per restituire il suo pensiero a se stesso attraverso la sua stessa dialettica.
Kierkegaard è quindi davvero il padre dell’esistenzialismo? “Forse - sostiene Emilio Grimaldi - questa catalogazione andrà bene per i libri di storia della filosofia, ma non per chi lo legge. E soprattutto per chi riesce a capirlo, attraverso la sua stessa dialettica indirizzata all’etica. Kierkegaard è, in nuce, una personalità eccezionale. Un genio”.
Emilio Grimaldi, di Belcastro, paese natale di S. Tommaso d’Aquino, nasce nel capoluogo calabrese il 30 marzo 1974. Fin da piccolo esprime il desiderio di entrare in seminario per diventare sacerdote. Lì, a Crotone, frequenta la scuola media e il Liceo classico “Pitagora”. Diplomatosi con il voto di 49/60, si trasferisce a Roma presso il Santuario della Madonna del divino Amore. Studia filosofia e teologia presso la Pontificia Università Lateranense, ma contemporaneamente avverte i primi sintomi di una crisi esistenziale (non vuole far più il prete) che inizia a fare capolino nella sua vita. Esce dal collegio ecclesiastico all’età di 19 anni, e si iscrive all’Università statale della facoltà di Lettere e Filosofia. Tuttavia, non abbandona completamente il mondo religioso, e continua a mantenere i contatti con alcuni docenti dell’Università pontificia dove aveva già conseguito il Baccalaureato in filosofia con il giudizio di Summa cum laude, e dove ha avuto la fortuna di conoscere docenti e maestri del calibro di Aniceto Molinaro, Angela Ales Bello, e Antonio Livi. Il cambiamento di vita, da quella seminariale a quella laica, però, non gli è facile da affrontare, la crisi esistenziale si fa fervida. La filosofia e la letteratura (divora gran parte della letteratura classica) diventano, quindi, nell’animo del giovane Grimaldi, una valvola di confronto per dibattere interiormente il bailamme dei suoi pensieri sulla vita, sul senso della vita, e sull’identità esistenziale, e un terreno fertile per la ricerca della verità, l’unico ramo dello scibile che avrebbe potuto mettere a tacere i suoi tormenti esistenziali. Nella vasto campo della letteratura incontra un autore che più di ogni altro lo aiuta a “respirare” su ogni sfumatura dell’esistenza. E corrisponde al nome di Soeren Kierkegaard. Lui, proveniente dalla calda Calabria, trova ristoro in un danese, della gelida Europa del nord. L’incontro è “felice”, secondo la definizione data Leonardo Casini, relatore della sua tesi di laurea, in sede di dibattimento. Il professore, nel giustificare il giudizio ai suoi colleghi, parla di “una certa affinità fra i due”, Kierkegaard e Grimaldi. L’apprezzamento nasconde una gradazione supplementare se si considera il fatto che prima della collaborazione dello studente con il docente, ai fini del lavoro di laurea, il rapporto fra i due era stato condizionato da una scarsa stima che aveva il professore nei confronti del Grimaldi, dovuta ad alcuni esami precedenti. Il Casini, quindi, si mostrava “meravigliato” di come lo studente sia riuscito a compiere uno ricerca di tale spessore scientifico. Un anno dopo i due si rincontrano, e sarà l’ultima volta, a Villa borghese a Roma. Qui, il Grimaldi, che si arrangiava a fare lavori occasionali, offre al docente un quotidiano da acquistare. Questi non si scompone, e rincuora l’attento venditore dicendogli: “Proprio ieri ho fatto un po’ di pulizia nel mio studio. E ho buttato moltissimi lavori di laurea che non valevano niente. Ma la sua l’ho lasciata sulla mia scrivania. Non si preoccupi per il futuro. Con la ricchezza che ha dentro troverà quello che cerca. Quanto le devo?”. Nel 2005 non riesce più ad affrontare le spese per vivere in una grande città come Roma e fa ritorno in Calabria. Nel suo paese ricomincia da capo la sua vita. Inizia a collaborare con alcuni quotidiani e periodici. Nel giornalismo dà libero sfogo alla sua “ricchezza”, per dirla con il Casini. Come? Con arte, riprendendo un pensiero di Kierkegaard: “L’etica deve essere comunicata con arte, proprio perché ognuno lo sa”.

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