.
Sellia Marina (CZ) - L’argomento non era facile, ma il pubblico che ha assistito venerdì sera alla presentazione del volume “Kierkgaard e la dialettica della comunicazione della verità” di Emilio Grimaldi, edito da Ursini, era più che selezionato e per quasi due ore ha ascoltato con grande attenzione i relatori Serafino Parisi e G. Battista Scalise, grandi esperti di filosofia e teologia.
Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Amelio che ha sottolineato come il comune di Sellia sia stato sempre aperto nei confronti di tutti gli autori del comprensorio e degli avvenimenti culturali di qualità, ha introdotto l’incontro G. Battista Scalise, dirigente scolastico e responsabile del settore culturale dell’Accademia dei Bronzi, che ha messo in evidenza il legame dell’autore con Belcastro, suo paese natìo.
Don Serafino Parisi ha invece evidenziato soprattutto gli aspetti teologici del pensiero di Kierkegard.
“L’autore – ha detto Parisi – con questo volume edito da Ursini ha dato ampia prova delle sue qualità per aver saputo affrontare argomenti difficili con grande determinazione. Dialettica, comunicazione e verità: tre capitoli che Grimaldi ha collocato in modo efficace all’interno del contesto contemporaneo. Sono temi, insomma, del pensiero di Kierkegaard, ancora attuali perché hanno la capacità di stimolare adeguatamente i lettori. Per l’autore Kiekegaard segnala inoltre una particolare dimensione esistenziale che è quella dell’angoscia, intesa come condizione di impossibilità del superamento della paura della morte. La società ormai è una società dalle identità mutevoli. Esistono quindi verità frammentate che sono solo una parte delle verità possibili. Oggi bisogna necessariamente parlare di verità al plurale”.
Fra i presenti c’erano Franco Colosimo (presidente del Gal), Antonio Biamonte (ex sindaco di Sellia Marina), Vincenzo Falbo (vicesindaco di Cropani), Pasquale Capelluto (ex sindaco di Cropani ed ex presidente della Comunità Montana della Sila Piccola di Taverna), don Vincenzo Moniaci (parroco di Cropani), e Francesco Di Lieto (vicepresidente del Codacons).
“Kierkegaard è, quindi, davvero il padre dell’esistenzialismo? Forse questa catalogazione - ha spiegato l’autore - andrà bene per i libri di storia della filosofia, ma non per chi lo legge. E soprattutto per chi riesce a capirlo, attraverso la sua stessa dialettica indirizzata all’etica.
Kierkegaard è una personalità eccezionale, un genio. “Ogni volta che nasce un genio - scrive il filosofo - si fa quasi la prova dell’esistenza; perché egli percorre e rivive tutto ciò che è già passato finché raggiunge se stesso. La conoscenza che il genio ha del passato è perciò diversa da quella che si offre nei compendi dellastoria universale”. E lui ha rivisitato la storia universale. Per quale motivo? Perché la filosofia, la cultura, la storia, avendo preso il sopravvento sull’individuo avevano soffocato l’uomo nelle sabbie mobili dell’oggettività del pensiero - dove tutto è necessario. In questo contesto ci voleva un po’ di aria fresca. Una possibilità. “La possibilità è l’unica via di salvezza: una possibilità, e il disperato riprende lena. Si rianima, perché se l’uomo rimane senza possibilità è come se gli mancasse l’aria”. Lo dice lui stesso. Il libro si chiude con questa interrogazione: “Se scrivere su Kierkegaard significa più che di semplice ricordo, categoria possibile di una declinazione “estetica”, di una “ripresa” del suo pensiero”, ciò è possibile senza la propria personale reduplicazione etica, quale telos della sua “comunicazione”? La risposta è: “no!”.
Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Amelio che ha sottolineato come il comune di Sellia sia stato sempre aperto nei confronti di tutti gli autori del comprensorio e degli avvenimenti culturali di qualità, ha introdotto l’incontro G. Battista Scalise, dirigente scolastico e responsabile del settore culturale dell’Accademia dei Bronzi, che ha messo in evidenza il legame dell’autore con Belcastro, suo paese natìo.
Don Serafino Parisi ha invece evidenziato soprattutto gli aspetti teologici del pensiero di Kierkegard.
“L’autore – ha detto Parisi – con questo volume edito da Ursini ha dato ampia prova delle sue qualità per aver saputo affrontare argomenti difficili con grande determinazione. Dialettica, comunicazione e verità: tre capitoli che Grimaldi ha collocato in modo efficace all’interno del contesto contemporaneo. Sono temi, insomma, del pensiero di Kierkegaard, ancora attuali perché hanno la capacità di stimolare adeguatamente i lettori. Per l’autore Kiekegaard segnala inoltre una particolare dimensione esistenziale che è quella dell’angoscia, intesa come condizione di impossibilità del superamento della paura della morte. La società ormai è una società dalle identità mutevoli. Esistono quindi verità frammentate che sono solo una parte delle verità possibili. Oggi bisogna necessariamente parlare di verità al plurale”.
Fra i presenti c’erano Franco Colosimo (presidente del Gal), Antonio Biamonte (ex sindaco di Sellia Marina), Vincenzo Falbo (vicesindaco di Cropani), Pasquale Capelluto (ex sindaco di Cropani ed ex presidente della Comunità Montana della Sila Piccola di Taverna), don Vincenzo Moniaci (parroco di Cropani), e Francesco Di Lieto (vicepresidente del Codacons).
“Kierkegaard è, quindi, davvero il padre dell’esistenzialismo? Forse questa catalogazione - ha spiegato l’autore - andrà bene per i libri di storia della filosofia, ma non per chi lo legge. E soprattutto per chi riesce a capirlo, attraverso la sua stessa dialettica indirizzata all’etica.
Kierkegaard è una personalità eccezionale, un genio. “Ogni volta che nasce un genio - scrive il filosofo - si fa quasi la prova dell’esistenza; perché egli percorre e rivive tutto ciò che è già passato finché raggiunge se stesso. La conoscenza che il genio ha del passato è perciò diversa da quella che si offre nei compendi dellastoria universale”. E lui ha rivisitato la storia universale. Per quale motivo? Perché la filosofia, la cultura, la storia, avendo preso il sopravvento sull’individuo avevano soffocato l’uomo nelle sabbie mobili dell’oggettività del pensiero - dove tutto è necessario. In questo contesto ci voleva un po’ di aria fresca. Una possibilità. “La possibilità è l’unica via di salvezza: una possibilità, e il disperato riprende lena. Si rianima, perché se l’uomo rimane senza possibilità è come se gli mancasse l’aria”. Lo dice lui stesso. Il libro si chiude con questa interrogazione: “Se scrivere su Kierkegaard significa più che di semplice ricordo, categoria possibile di una declinazione “estetica”, di una “ripresa” del suo pensiero”, ciò è possibile senza la propria personale reduplicazione etica, quale telos della sua “comunicazione”? La risposta è: “no!”.
.
.
1 commento:
il libro non di facile lettura, d'altronde questo era " kierkgaard "
faccio i complimenti allo scrittore/ giornalista Emilio Grimaldi.
Posta un commento