Fossato Serralta - Marcello Cua (nella foto), scultore, pittore e poeta, noto soprattutto per i suoi interventi ai più importanti appuntamenti d’arte d’Europa, non c’è più. E’ deceduto domenica mattina a Roma dov’era ricoverato da alcuni giorni. Nato il 24 settembre 1955 a Maranise, piccola frazione del comune di Fossato Serralta, Marcello si distingue da subito per le sue idee, il suo anticonformismo, il suo modo di vivere bohemienne.
Frequenta la facoltà di psicologia presso "La Sapienza" di Roma ed è parte integrante e saliente del Movimento studentesco che tanto fece parlare di sé negli anni ‘70. Finiti i sogni rivoluzionari utopistici di "La Meglio Gioventù", come tanti altri compagni di lotta, Marcello si trova ad un bivio: lasciarsi inghiottire dal sistema socio politico culturale, cosi duramente contestato, oppure scegliere la sua "via" individuale e, necessariamente solitaria. Spirito libero, insofferente ad ogni regola e modo convenzionale di vivere, nutrito di letteratura nietzschiana, sceglie, ovviamente, il cammino solitario. Da Roma, tra una esame e l'altro, si sposta continuamente in auto-stop, visitando mezza Europa. La sua natura introspettiva lo spinge verso la ricerca interiore, prima attraverso le filosofie orientali poi, negli anni ‘80, l'incontro decisivo con l'Antroposofia di Rudolf Steiner. Nasce in quegli anni, un fortissimo desiderio di natura e di arte.“Quando un uomo non ha più scelta è un uomo libero”, amava ripetere ai suoi amici.
Ormai 27enne lascia definitivamente la Facoltà di psicologia e si iscrive all'Accademia di Belle Arti a Catanzaro. Ancora studente, visita i maggiori musei del mondo, allestisce le sue prime mostre, gli viene commissionato il primo monumento pubblico, vende le sue prime opere.
Il primo periodo è caratterizzato da forme alquanto allungate e contorte a volte quasi filiformi. E' il momento in cui lo spazio vuoto predomina sulla scultura ridotta, quasi sempre, a una presenza minima! Marcello Cua è ancora impregnato di esistenzialismo e questo si riflette inevitabilmente sulle sue sculture smaterializzate.
L'angoscia, la solitudine, la morte sono i temi dominanti. Ne derivano figure impalpabili,quasi evanescenti che tendono disperatamente di sfuggire il peso della materia.
Definito dalla critica, scultore giacomettiano, si differenzia, tuttavia, per un modo diverso di trattare la superficie: Giacometti amava la superficie corrosa, lacerata, Cua, al contrario, predilige levigare fino a rendere traslucida la materia. Inoltre, pratica ampi squarci, le sue sculture sono spesso "bucate", il vuoto e il concavo diventano elementi più importanti del pieno o del convesso, ridotti, questi, a minime tracce.
Ha allestito diverse mostre personali e partecipato a numerosi Simposi. Famosi i suoi lavori al Festival della neve e del ghiaccio in Francia e Lapponia e al Festival-Cioccolato di Perugia.
“Con Marcello Cua – ha dichiarato l’editore Vincenzo Ursini che qualche anno fa ha pubblicato un libro sulle sue opere, su iniziativa della Comunità Montana della Presila Catanzarese” – scompare certamente un artista di grande talento che sapeva plasmare con grande naturalezza pietre, bronzo, legno e plastica assecondando ogni elemento alla sua mirabile intuizione creativa”.
I funerali si terranno domani pomeriggio, alle ore 17, nella Chiesa San Nicola di Bari di Maranise.
Frequenta la facoltà di psicologia presso "La Sapienza" di Roma ed è parte integrante e saliente del Movimento studentesco che tanto fece parlare di sé negli anni ‘70. Finiti i sogni rivoluzionari utopistici di "La Meglio Gioventù", come tanti altri compagni di lotta, Marcello si trova ad un bivio: lasciarsi inghiottire dal sistema socio politico culturale, cosi duramente contestato, oppure scegliere la sua "via" individuale e, necessariamente solitaria. Spirito libero, insofferente ad ogni regola e modo convenzionale di vivere, nutrito di letteratura nietzschiana, sceglie, ovviamente, il cammino solitario. Da Roma, tra una esame e l'altro, si sposta continuamente in auto-stop, visitando mezza Europa. La sua natura introspettiva lo spinge verso la ricerca interiore, prima attraverso le filosofie orientali poi, negli anni ‘80, l'incontro decisivo con l'Antroposofia di Rudolf Steiner. Nasce in quegli anni, un fortissimo desiderio di natura e di arte.“Quando un uomo non ha più scelta è un uomo libero”, amava ripetere ai suoi amici.
Ormai 27enne lascia definitivamente la Facoltà di psicologia e si iscrive all'Accademia di Belle Arti a Catanzaro. Ancora studente, visita i maggiori musei del mondo, allestisce le sue prime mostre, gli viene commissionato il primo monumento pubblico, vende le sue prime opere.
Il primo periodo è caratterizzato da forme alquanto allungate e contorte a volte quasi filiformi. E' il momento in cui lo spazio vuoto predomina sulla scultura ridotta, quasi sempre, a una presenza minima! Marcello Cua è ancora impregnato di esistenzialismo e questo si riflette inevitabilmente sulle sue sculture smaterializzate.
L'angoscia, la solitudine, la morte sono i temi dominanti. Ne derivano figure impalpabili,quasi evanescenti che tendono disperatamente di sfuggire il peso della materia.
Definito dalla critica, scultore giacomettiano, si differenzia, tuttavia, per un modo diverso di trattare la superficie: Giacometti amava la superficie corrosa, lacerata, Cua, al contrario, predilige levigare fino a rendere traslucida la materia. Inoltre, pratica ampi squarci, le sue sculture sono spesso "bucate", il vuoto e il concavo diventano elementi più importanti del pieno o del convesso, ridotti, questi, a minime tracce.
Ha allestito diverse mostre personali e partecipato a numerosi Simposi. Famosi i suoi lavori al Festival della neve e del ghiaccio in Francia e Lapponia e al Festival-Cioccolato di Perugia.
“Con Marcello Cua – ha dichiarato l’editore Vincenzo Ursini che qualche anno fa ha pubblicato un libro sulle sue opere, su iniziativa della Comunità Montana della Presila Catanzarese” – scompare certamente un artista di grande talento che sapeva plasmare con grande naturalezza pietre, bronzo, legno e plastica assecondando ogni elemento alla sua mirabile intuizione creativa”.
I funerali si terranno domani pomeriggio, alle ore 17, nella Chiesa San Nicola di Bari di Maranise.
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Vincenzo Ursini
1 commento:
Meu amigo nem imagina como fiquei contente com a sua mensagem embora o seu estado de saude não me deixe feliz.
Espero que sim que seja um mau período e que este vá passar rapidamente.
A minha filha esteve aqui às voltas com o computador e não sei como conseguiu que o verificador de palavras aparecesse.
Tenho andado preocupada e hoje não resisti em dar conta dessa preocupação ao amigo José Andradre.
Desejo-lhe rápidas melhoras e receba o meu abraço que estendo também a Dona Laura.
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