Opening venerdì 1 ottobre ore 18.30
Lamezia Terme. Contemporary art 2010 volge al termine col suo nono appuntamento.
Il ciclo di IMAGOCRAZIA. Effetti collaterali chiude l'excursus espositivo dedicato a scoprire gli effetti del regime autoritario delle immagini nel mondo contemporaneo con la giovane artista pugliese Margherita Ragno e la sua IMAGOPHOBIA (Reality Visions).
Dopo l'intensa pittura di Kristina Kurilionok - specchio di riflessi mentali - legata alla categoria dell'IMAGOMANIA - all'ossessione dell'apparire secondo i canoni estetici dominanti - i pastelli di Margherita Ragno si vestono di un realismo che smaschera con violenta immediatezza l'artificio patinato dell'immortalità a cui la cultura occidentale educa e orienta, condizionando la relazionalità degli individui con sé stessi e con gli altri e fissando le norme della bellezza fisica e lo stile di vita ad essa corrispondente.
Nella pittura di Margherita Ragno prendono vita, come protagoniste, figure ordinarie che mettono in scena la nuda realtà del soggetto, colto nella viridicità fisica della sua autorappresentazione: corpi nudi e volti espressivi si esibiscono sfoggiando i più svariati caratteri - austerità, seduzione, malessere, ingeniutà, pornografia - nell'assoluta verità del corpo.
L'immagine morbida e pacifica irrompe con effetto scioccante e minatorio, attraendo e respingendo contemporaneamente l'osservatore.
La figurazione di Margherita Ragno racconta un corto circuito tra ideale e reale che genera paura e instabilità: lontana nella forma dalla perfezione delle icone mediatiche, ne mantiene tuttavia lo spirito nella simulazione; vicina all'imperfezione, alla carne, al grasso, alle rughe, al deforme, alla vecchiaia, nega l'ideale estetico pur simulandolo.
Con la sua "pittura", Margherita Ragno mette in atto una operazione di svelamento in cui scatta una operazione di verità dell’immagine; una sorta di reality visions in cui nello sguardo (pre-condizionato!) di chi guarda, "il modello" ormai entificato incontra la sua caricatura prodotta e la figura dipinta diventa insostenibile.
Il risultato è la registrazione di un senso di phobia rispetto a ciò che più si avvicina alla realtà concreta delle cose relativamente all'identità umana, a partire dal suo aspetto. Il risultato è l'imagophobia: un irrefrenabile senso di repulsione davanti a rappresentazioni che rendono visibile il conflitto, indotto, che ognuno ha con se stesso sulla propria immagine.
Dopo l'intensa pittura di Kristina Kurilionok - specchio di riflessi mentali - legata alla categoria dell'IMAGOMANIA - all'ossessione dell'apparire secondo i canoni estetici dominanti - i pastelli di Margherita Ragno si vestono di un realismo che smaschera con violenta immediatezza l'artificio patinato dell'immortalità a cui la cultura occidentale educa e orienta, condizionando la relazionalità degli individui con sé stessi e con gli altri e fissando le norme della bellezza fisica e lo stile di vita ad essa corrispondente.
Nella pittura di Margherita Ragno prendono vita, come protagoniste, figure ordinarie che mettono in scena la nuda realtà del soggetto, colto nella viridicità fisica della sua autorappresentazione: corpi nudi e volti espressivi si esibiscono sfoggiando i più svariati caratteri - austerità, seduzione, malessere, ingeniutà, pornografia - nell'assoluta verità del corpo.
L'immagine morbida e pacifica irrompe con effetto scioccante e minatorio, attraendo e respingendo contemporaneamente l'osservatore.
La figurazione di Margherita Ragno racconta un corto circuito tra ideale e reale che genera paura e instabilità: lontana nella forma dalla perfezione delle icone mediatiche, ne mantiene tuttavia lo spirito nella simulazione; vicina all'imperfezione, alla carne, al grasso, alle rughe, al deforme, alla vecchiaia, nega l'ideale estetico pur simulandolo.
Con la sua "pittura", Margherita Ragno mette in atto una operazione di svelamento in cui scatta una operazione di verità dell’immagine; una sorta di reality visions in cui nello sguardo (pre-condizionato!) di chi guarda, "il modello" ormai entificato incontra la sua caricatura prodotta e la figura dipinta diventa insostenibile.
Il risultato è la registrazione di un senso di phobia rispetto a ciò che più si avvicina alla realtà concreta delle cose relativamente all'identità umana, a partire dal suo aspetto. Il risultato è l'imagophobia: un irrefrenabile senso di repulsione davanti a rappresentazioni che rendono visibile il conflitto, indotto, che ognuno ha con se stesso sulla propria immagine.
Senza titolo, 2008
Opening. Venerdì 1 ottobre ore 18.30
MARGHERITA RAGNO - IMAGOPHOBIA (Reality Visions) pastelli su carta
visibile fino al 15 ottobre
apertura martedì, mercoledì, giovedì - dalle ore 18.00 alle 20.00
ingresso gratuito
Pramantha Arte contemporary art gallery
Via San Giovanni n. 1 - I° piano
Lamezia Terme (CZ)
+39 3395028498
+39 3335287972arte@pramantha.com
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