In difesa dell'area archeologica di Panaia a Caminia di Stalettì, nel ricordo della grande studiosa calabrese
di Domenico Condito, stalettese
La libertà d’espressione in Italia è “vigilata”. Dopo i miei interventi dei giorni scorsi sui lavori del Comune di Stalettì a Panaia, segnalata come area archeologica fin dal 1991, “Utopie Calabresi” ha ricevuto la visita del Ministero dell’Interno. Spero che il monitoraggio attento del blog si estenda anche all’operato del Comune di Stalettì, che prosegue senza vergogna nella realizzazione di un'area turistica attrezzata a Panaia, in assoluto dispregio degli studi e dei rilievi tecnico-scientifici prodotti su quell'area: errare humanum est, perseverare autem diabolicum!
Lunedì scorso, intanto, la versione per la stampa della mia “lettera aperta al Sindaco di Stalettì” è stata pubblicata dal “Quotidiano della Calabria”. Al centro dell’articolo una foto di Emilia Zinzi, storico dell'arte e del territorio di fama europea, che dedicò a Stalettì pagine memorabili. Fu la prima studiosa in Italia ad approfondire il rapporto fra ricerca storico-archeologica, pianificazione e descrizione della dimensione urbanistica e socio-economica del territorio. Una scienziata capace di coniugare sapere e alto impegno etico e civile, ponendosi al servizio della società calabrese
e della sua crescita culturale. Ho avuto l’onore di collaborare con Lei proprio nello studio e nelle battaglie per la salvaguardia dei beni culturali della mia terra. È successo quando ero Assessore alla Cultura del Comune di Stalettì e, su mia proposta, fu conferito alla prof.ssa Zinzi un incarico per un’analisi storico territoriale del comprensorio comunale finalizzata alla redazione del piano regolatore generale. Facevo parte del gruppo di studio che sotto la guida di Emilia perlustrò palmo palmo il territorio di Stalettì. Come assessore mi adoperai, inoltre, per la pubblicazione di quel lavoro, ottenendo per questo un contributo della Presidenza della Giunta Regionale della Calabria guidata da Rosario Olivo. Ne scaturì uno splendido volume cofanetto comprendente anche gli elaborati cartografici e documantali prodotti nei lunghi mesi di studio e di ricognizioni sul territorio: Emilia Zinzi, “Analisi storico-territoriale e pianificazione – Un esperienza metodologica nel Sud d’Italia”, Rubbettino Editore, 1997 (guarda il video in basso). Il volume, fra l'altro, fu presentato al prof. Salvatore Settis, al tempo Rettore della Normale di Pisa, che espresse parole di grande apprezzamento per il lavoro della sua collega, ma anche per le scelte del Comune di Stalettì, che giudicò assolutamente all’avanguardia in materia di pianificazione territoriale, un caso unico in Italia.
Nel suo studio su Stalettì la prof.ssa Zinzi chiese per Panaia un provvedimento di vincolo del sito, con definizione della fascia di rispetto, e l'esplorazione estesa della zona a rischio circostante. Il Sindaco di Stalettì ha deciso di misconoscere lo studio di Emilia Zinzi, e procede nel suo intento di realizzare a Panaia un’area turistica attrezzata con tanto di rete fognaria e cessi pubblici. Un intervento che tradisce la scienza e offende la coscienza culturale calabrese, riportando Stalettì a un'epoca di bieco oscurantismo che credevamo superata per sempre. E pensare che i talebani non sono ancora arrivati in Calabria!
La mia battaglia per Panaia la dedico a Emilia Zinzi.
Lettera aperta al Sindaco di Stalettì pubblicata su "Il Quoitidiano della Calabria" il 29.06.2015 (Clicca per ingrandire) |
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