lunedì 17 novembre 2008

La prima intervista di Barack Obama

Barack Obama: "Via dall'Iraq e la chiusura di Guantanamo"
Il presidente eletto ha parlato alla Cbs dei suoi piani: dalla crisi finanziaria alla guerra al terrorismo, senza tralasciare aspetti privati. Sotte esame le finanze dei Clinton per la nomina di HillaryQuotidiano.net

New York, 17 novembre 2008 - Per la prima volta da quando è stato eletto presidente Barack Obama ha rilasciato un’intervista a tutto campo a una televisione. Il presidente eletto ha parlato alla Cbs dei suoi piani politici, dalla crisi dell’auto e dei mercati finanziari alla guerra in Iraq e alla lotta al terrorismo, senza tralasciare anche aspetti privati dei futuri inquilini, prima famiglia afro-americana, della Casa Bianca.
Affiancato dalla moglie Michelle, nel faccia a faccia con la Cbs registrata venerdì alla vigilia del vertice del G20 di Washington, Obama ha detto che una delle sue priorità sarà "restituire un senso di equilibrio" al regolamento dei mercati finanziari ma si è detto contario a un cosiddetto "nuovo New Deal" per l’America.
Obama ha ammesso che ci sono paralleli tra la crisi di oggi e i problemi della Grande Depressione, ma ha detto di essere a favore di soluzioni "in linea con i nostri tempi" perchè "ricreare oggi quello che esisteva negli anni Trenta sarebbe come perdere l’autobus". Il presidente eletto si è detto convinto che "il governo abbia un ruolo nel rimettere in moto un’economia che si è fermata, anche che il principio del libero mercato che ha funzionato per noi, che crea innovazione, debba essere egualmente difeso".
Secondo Obama l’economia americana sta attraversando "circostanze straordinarie": il presidente eletto si è pronunciato a favore di un piano di assistenza a favore del settore dell’auto, "ma non di un assegno in bianco". E ha ricordato che "le banche non fanno più credito, neanche alle aziende che vanno bene, ancor meno a quelle che vanno male. In queste condizioni le opzioni abituali non sono forse più possibili": per questo la bancarotta per Gm potrebbe essere fatale.
Si è parlato di lotta al terrorismo: catturare Osama bin Laden è una priorità: "Un aspetto cruciale della eliminazione di al Qaeda", perchè Bin Laden "non è soltanto un simbolo, è il capo operativo di una organizzione che trama attacchi contro interessi americani".
Il presidente eletto ha anche confermato la volontà di avviare il ritiro delle truppe Usa dall’Iraq dopo il suo arrivo alla Casa Bianca il 20 gennaio 2009 "particolarmente alla luce di quel che succede in Afghanistan".
Sì anche alla chiusura di Guantanamo: "Un gesto per permettere all’America di ritrovare il suo rango sul piano morale".
La transizione è in corso e Obama, che si sta preprando agli onori e agli oneri dell’Oval Office leggendo gli scritti del "saggio" Abraham Lincoln, ha già annunciato le prime nomine del suo staff. Alla Cbs che lo ha intervistato venerdì a Chicago, il presidente eletto ha confermato che porterà al governo almeno un repubblicano, ma di più non ha voluto dire.
L’intervista ha permesso a lui e Michelle di parlare del futuro della loro famiglia alla Casa Bianca: "La cosa che piu; mi preme è che le nostre figlie possano continuare a sentirsi normali", ha detto il presidente eletto annunciando che "probabilmente" sua suocera verrà a vivere con loro e che il cane promesso a Talia e Sasha non arriverà che dopo l’insediamento.
Molte cose cambieranno, anzi sono già cambiate, nella vita della famiglia Obama. Ora che è stato eletto presidente ed è seguito a stretto contatto di gomito dalla scorta del Secret Service, Obama si è reso conto cosa significa aver perso la privacy: "E' la cosa che mi manca di più. Non poter andare a fare una passeggiata indisturbato. Andare a farmi tagliare i capelli dal mio barbiere: ora è lui che deve raggiungermi in un luogo top secret. Le piccole routine che ti tengono con i piedi per terra’’.

Barack Obama con la sua famiglia

AL MICROSCOPIO LE FINANZE CLINTON
Lo staff che cura la transizione del presidente eletto Barack Obama sta esaminando a fondo le finanze e le attività dell’ex presidente Bill Clinton per accertare che non ci sia nulla che precluda la nomina della moglie Hillary a segretario di stato. Secondo il New York Times alcuni collaboratori di Obama e della Clinton ci sono buone possibilità che a Hillary sia offerto il posto di capo della diplomazia americana: il ragionamento è che lui non l’avrebbe scomodata per farla venire a Chicago se non fosse convinto almeno in linea di principio che la cosa si possa fare. Si starebbe valutando adesso cosa dovrebbe fare Clinton per evitare un conflitto di interessi con i compiti della moglie che sarebbe interessata ad accettare il posto. "Sarebbe una grande segretario di stato", ha detto ieri Bill Clinton ai margini di una conferenza in Kuwait. Da New Delhi ha elogiato Hillary e la sua competenza in politica estera anche l’ex segretario di Stato Henry Kissinger: "Sarebbe straordinaria".

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