domenica 2 novembre 2008

Se vince Obama verrà a San Giovanni in Fiore

Un nuovo contributo di Amantea.net, che ringraziamo per la collaborazione, scritto da Giuseppe Marchese

''Maestro della civiltà contemporanea'' e ''ispiratore di un mondo più giusto''. Così Barack Obama ha chiamato Gioacchino da Fiore, citandolo per ben tre volte durante la sua campagna elettorale.
Ma dove viene questa attenzione da parte del candidato democratico alla Casa Bianca per l’abate teologo vissuto nel XII secolo? "Conosco questi riferimenti e richiami - risponde all’Adnkronos l’antropologo Aldo Civico, esperto di Relazioni Internazionali e docente alla Columbia University, che lavora nello staff del senatore afroamericano - ma non sono io ad avergli fatto conoscere Gioacchino da Fiore o ad avergli ispirato queste citazioni. È stata un'autonoma scoperta culturale da parte di Obama".
Il sindaco di San Giovanni in Fiore e il Centro Studi Gioachimiti hanno contattato, nel giorno della Convention di Denver, le associazioni italo-americane per un eventuale viaggio di Obama nel piccolo paese silano. “Siamo pronti ad accogliere Obama e a conferirgli la cittadinanza onoraria - dichiara il sindaco di San Giovanni in Fiore Antonio Nicoletti – Ci inorgoglisce che il candidato alla Casa Bianca si sia ispirato a Gioacchino. È un personaggio molto amato e conosciuto da eminenti studiosi europei, soprattutto tedeschi, francesi, e paradossalmente americani. In Italia invece lo è meno''. “Gioacchino è un personaggio affascinante per tanti motivi - ricorda Riccardo Succurro uno dei membri del Centro studi gioachimiti ed ex sindaco di San Giovanni in Fiore - che ha avuto contatti con Costanza d’Altavilla, l’ultima regina normanna, e dal punto di vista storico ha vissuto il passaggio tra Svevi e Normanni. Poi è stato riconosciuto come grande profeta per il fatto che sapeva leggere nel passato e interpretare il futuro”.
E intanto a San Giovanni in Fiore si attende il nulla osta vaticano per la causa di beatificazione, che dovrebbe arrivare tra un anno. Le commissioni della Santa Sede sono infatti al lavoro per studiare i tre faldoni da mille pagine circa, inviati dall'arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, che analizzano la figura di Gioacchino sotto l'aspetto storico, teologico e medico. Che Obama vinca o meno le elezioni americane, che egli vincendo o meno venga in Calabria, a San Giovanni in Fiore, secondo taluni, non è importante. Importante è che i Calabresi conoscano Gioacchino da Fiore. Ci appare assurdo che tanti nel mondo conoscano Gioacchino e poco o niente lo conoscano i calabresi. Pochi sanno che il pensiero gioacchimita è stato speso e diffuso sembra avere influito su Dante la cui stessa Divina Commedia sembra ispirata ed animata dalla tensione innovatrice e profetica dell'Abate di Fiore. Il poeta riprende e rilancia figure e simboli, connessi con le istanze di rinnovamento morale e spirituale della cristianità. Anche Cristoforo Colombo si appellò più volte, nei suoi scritti, all'autorità profetica dell'Abate calabrese, collegando la sua missione esplorativa all'evangelizzazione delle ultime genti della terra che, insieme con la definitiva riconquista di Gerusalemme, avrebbe dovuto segnare l'inizio della terza ed ultima età del mondo, l'età dello Spirito Santo. I centri di attività più fecondi sono stati e continuano ad essere l'Università di Oxford e di Londra in Inghilterra (dove ha operato la studiosa M. Reeves), le Università di Berlino, di Costanza e i Monumenta Germaniae Historica (in cui operano i discepoli e prosecutori delle ricerche di Herbert Grundmann) e gli Stati Uniti in cui opera un folto gruppo di studiosi e accademici dediti agli studi su Gioacchino da Fiore, sul profetismo e sull'apocalittica: Robert E. Lerner, nella Northwestern University, Bernard McGinn alla Divinity School dell' Università di Chicago, Stephen Wessley nel York College della Pensilvania, Sandra Zimdars-Swarts nell' Università del Kansas, Delno West nell' Università dell'Arizona, Randolph Daniel nella Università del Kentuchy, autore di una utilissima edizione critica del "Liber Concordie Novi ac Veteris Testamenti ".
All'Università di Harvard ha a lungo insegnato Morton Bloomfield, studioso di Gioacchino e del Gioachimismo, che, con la Reeves, costituisce la sorgente del ricco filone di studi gioachimiti dell' area anglosassone. Come si evince dalla bibliografia del Novecento, anche in Italia, in Francia, in Spagna, in Portogallo ed in America Latina, soprattutto nel Messico, è stata registrata una notevole fioritura di studi e di pubblicazioni. Che oggi Gioacchino da Fiore con la sua tensione di giustizia sociale influenzi anche Obama è il segno della potenza e della universalità del pensiero gioacchimita.

Barack Obama

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...