sabato 13 dicembre 2008

Rende, mostra: "Around Rotella. L'artista e il suo tempo"

Gli "strappi" di Mimmo Rotella "nuovo-realista" fuori dagli schemiAl Museo d'arte dell'Otto e Novecento di Rende, una mostra celebra a due anni dalla scomparsa Mimmo Rotella, l'inventore del decollage. Oltre quaranta opere dialogano con gli artisti della sua epoca, tra Nouveau Réalisme e Pop Art.

RENDE (Cosenza) - "Strappare dai muri i manifesti è l'unico mezzo di protesta che ci resta contro una società che ha perduto il gusto dei mutamenti e delle meravigliose trasformazioni". E Mimmo Rotella ha sempre "strappato" per codificare in una solitaria impresa la sua estetica innovativa. E' l'inventore del decollage, tecnica sarcastica, a tratti temeraria se lo si immagina aggirarsi di notte nei vicoli del centro storico di Roma alla metà degli anni Cinquanta a scippare dai muri appena tinteggiati di fresco di colla i manifesti pubblicitari di un mondo consumistico che cominciava a fare capolino nella capitale del secondo dopoguerra. Ronde notturne in cui Rotella si divertiva a costruirsi un ruolo di manipolatore virtuoso delle immagini, quando di quei bottini cartacei ne faceva argute operazioni di ri-incollaggio e strappo, quasi in un divertissement coreografico a metà tra l'azione teatrale e un gusto informale per la materia. Il "doppio decollage" fu la sua cifra stilistica che l'ha reso famoso e quasi come un Arsenio Lupin della cartellonistica.


E lo celebra, a due anni dalla scomparsa, la mostra "Around Rotella. L'artista e il suo tempo", ospitata dal 14 dicembre al 18 gennaio al Maon, il Museo d'arte dell'Otto e Novecento, sotto la cura di Bruno Corà e Tonino Sicoli, che punta a documentare la grande intuizione artistica di Rotella in un confronto allargato agli artisti della sua epoca, tra gli anni Quaranta e i Sessanta, in uno spaccato di storia dell'arte che ruota intorno all'euforia delle ricerche neoavanguardistiche d'iniziazione astrattista. Un percorso ricco e articolato che sfoggia un nucleo importante di circa quaranta lavori di Rotella provenienti da collezioni pubbliche e private, cui si affiancano altrettanta quaranta opere degli artisti della sua generazione tra accordi ideologici, idee estetiche affini, ma anche contrasti aperti. Una doppia rassegna che sfila insieme per rivelare una grande pagina di arte italiana, infarcita di febbricitanti ricerche mai omologate, mai ripetitive, e soprattutto di spiccata autonoma personalità.

Rotella viene raccontato come un originale protagonista del suo tempo, un artista che prendeva parte animatamente al gruppo del Nouveau Réalisme per intenti e portenti, ma si sforzava si sviluppare il suo percorso in totale indipendenza dalle ricerche che contemporaneamente portavano avanti i suoi colleghi artisti come Hains e Villeglé. Il critico francese Pierre Restany (1930-2003), che del movimento del Nouveau Réalisme fu il più fervido e brioso interlocutore, mentore, patron e capofila intellettuale, sottolineava da subito la forte diversità dell'operazione di Rotella rispetto agli altri colleghi, dovuta anche alla diversa tradizione tipografica italiana, più fantasiosa di quella francese, mettendo in rilievo come "l'immediato bagaglio culturale di Rotella fosse addirittura il futurismo". Lo dimostrava la scelta dei colori, e la diversa intenzionalità formale". D'altronde quello del Nouveau Réalisme fu un collettivo col cuore fortemente europeo, erede dei ready made di Marcel Duchamp e del merz di Kurt Schwitters, un'anima dada ludica e ironica, ricchissima di sfaccettature e complessità intellettualoidi, che strizza un occhio alle portentose esibizioni New Dada degli americani Rauschenberg e Johns, e lascia presagire l'esplosione della Pop Art.

Ma Mimmo Rotella, classe '18, nato a Catanzaro, formatosi all'Accademia di Belle Arti di Napoli che lasciava per trasferirsi a Roma, individuò da subito una sua strada anticonformista concentrando la sua attenzione alla tecnica della fotografia, del collage e fotomontaggio, fomentati soprattutto dalla lezione americana che assorbì nel suo soggiorno all'università di Kansas City tra il '51 e il '52. Il suo fare artistico partiva dallo stacco di tutta la cosiddetta "crosta" del manifesto, come la chiamava lui la "pelle dei muri", di manifesti sovrapposti e strappati che incollava sulla tela, poi, di nuovo, il suo ardore tornava a ritoccare l'opera eseguendo nuove lacerazioni per guidare formalmente la composizione. Gesti al posto di pennelli, lembi di carta lacerata al posto di colori. Eccolo il portento operativo di un artista che sapeva trasformare un prodotto già all'epoca con una sua potenzialità massmediatica in un'opera d'arte vera e propria. Perché Rotella sceglieva con estrema cura i soggetti, non andava mai a caso. Era guidato da un gusto preciso per modalità cromatiche, per qualità degli oggetti rappresentati, per il valore dei messaggi riproposti.

Privilegiava con vigore le immagini del cinema, come raccontano le sue celebri serie dedicate a "Cinecittà", che evocano quell'epopea di Hollywood sul Tevere che ha segnato indissolubilmente l'immaginario di Roma nel cinema. E se lui strappava, altri comprimevano, accumulavano, espandevano e impacchettavano oggetti di rifiuto, assemblavano creature meccaniche, allestivano montagne di stracci, cucivano scritte sulla tela, bucavano e tagliavano la tela, orchestravano impronte sulla tela o orchestravano spettacolari segni matrici su di essa. Una varietà caleidoscopica di interventi che testimoniano gli amici di Rotella, da Franco Angeli, ad Arman, Alighiero Boetti, Mario Ceroli, César, Christo, Ettore Colla, Lucio Fontana, Michelangelo Pistoletto, Toti Scialoja, Mario Schifano, Daniel Spoerri, Cesare Tacchi, Giuseppe Uncini, Emilio Vedova.

Notizie utili: "Around Rotella. L'artista e il suo tempo", dal 14 dicembre al 18 gennaio, Maon, Museo d'arte dell'Otto e Novecento, via Raffaele De Bartolo, 1, Palazzo Vitari - Rende (Cosenza).
Orario: tutti i giorni 10-13; 16-19, chiuso lunedì; 25 dicembre mattina; 31 dicembre pomeriggio; 1 gennaio mattina.
Ingresso: gratuito.
Informazioni: tel. 0984 444113; www.maon.it

1 commento:

costantino ha detto...

Peccato che non ho potuto partecipare all'inaugurazione.
Spero di venire a vistare al più presto la mostra che trovo interessantissima.Mi chiedevo però e mi rivolgo all'illustrissimo critico Tonino Sicoli,quando vi preoccuperete di fare esporre a Palazzo Vitari gli artisti calabresi contemporanei sconosciuti che hanno lo stesso talento di Rotella?
Sarebbe un bel sogno!
Costantino Castellotti

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