La brigata affaristica del Cavalier giulivo della val Padana è sotto il tiro della magistratura. Fuori Scajola, sono sette gli inquisiti di Governo, ma Fini e Bossi smentiscono Berlusconi: “non è una congiura”! Una vicenda torbida che sta trascinando il Paese sul pericoloso crinale d’una profonda crisi politica, istituzionale ed economica. Il “partito dell’amore”, il più grande bluff dell’Italia repubblicana, è al capolinea e imploderà sommerso dagli scandali. A pagarne il prezzo sarà soprattutto il Paese, che oggi più che mai ha bisogno di un governo saldo, onesto e competente.
La Grecia è molto più prossima all’Italia di quanto oggi riusciamo a immaginare, e se i fattori principali del dissesto di quel Paese sono stati la corruzione, l’evasione fiscale e il lavoro nero, la sfiducia crescente dei mercati internazionali nei confronti della Repubblica Ellenica è stato il detonatore che ha fatto scoppiare la crisi. Tutti fattori ampiamente presenti nella realtà italiana, che stanno compromettendo ulteriormente l’immagine del nostro Paese all’estero. La momentanea tenuta del sistema è precaria, e, negli ultimi giorni, nell’elenco dei Paesi europei a rischio di dissesto l’Italia segua a ruota il Portogallo, la Spagna e l’Irlanda.
Il berlusconismo ha drogato la politica, l’economia e il senso etico del nostro Paese, facendo dell’impunità di Stato il fondamento del “governo del fare”, ma sta per giungere il momento della verità. Il risveglio dal “miraggio” berlusconiano sarà dolorosissimo, e toccherà alle forze sane di questo Paese, a tutti i livelli, raccoglierne i cocci e ricostruire. Il “patto repubblicano” proposto da Bersani sarà anche discutibile, per l’etereogenità dei soggetti a cui si appella, ma l’emergenza nazionale che siamo chiamati a fronteggiare non lascia alternative.
Mala tempora cucurrunt!
La Grecia è molto più prossima all’Italia di quanto oggi riusciamo a immaginare, e se i fattori principali del dissesto di quel Paese sono stati la corruzione, l’evasione fiscale e il lavoro nero, la sfiducia crescente dei mercati internazionali nei confronti della Repubblica Ellenica è stato il detonatore che ha fatto scoppiare la crisi. Tutti fattori ampiamente presenti nella realtà italiana, che stanno compromettendo ulteriormente l’immagine del nostro Paese all’estero. La momentanea tenuta del sistema è precaria, e, negli ultimi giorni, nell’elenco dei Paesi europei a rischio di dissesto l’Italia segua a ruota il Portogallo, la Spagna e l’Irlanda.
Il berlusconismo ha drogato la politica, l’economia e il senso etico del nostro Paese, facendo dell’impunità di Stato il fondamento del “governo del fare”, ma sta per giungere il momento della verità. Il risveglio dal “miraggio” berlusconiano sarà dolorosissimo, e toccherà alle forze sane di questo Paese, a tutti i livelli, raccoglierne i cocci e ricostruire. Il “patto repubblicano” proposto da Bersani sarà anche discutibile, per l’etereogenità dei soggetti a cui si appella, ma l’emergenza nazionale che siamo chiamati a fronteggiare non lascia alternative.
Mala tempora cucurrunt!
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