Presentazione del rapporto Unioncamere-MiBAC a cura di Antonia Pasqua Recchia, DG organizzazione, affari generali, innovazione, bilancio e personale MiBAC.
Prima sessione plenaria 21 ottobre 2010, 8.30 – 13.00
Lucca, Real Collegio di Lucca - Sala A al Piano Primo
Lucca, Real Collegio di Lucca - Sala A al Piano Primo
Giovedì 21 ottobre, Antonia P. Recchia, Direttore Generale per l’organizzazione, innovazione, bilancio e personale (DG OAGIP) coglie l’occasione dell’appuntamento di LuBEC per illustrare due rilevanti progetti di ricerca voluti dal MiBAC: durante la sessione plenaria (ore 11.00) con la relazione “Beni culturali ed economia: gli strumenti per crescere insieme” illustrerà lo studio recentemente prodotto da Unioncamere - tramite l’Istituto Guglielmo Tagliacarne.
L’obiettivo dello studio, fortemente voluto dal Ministero, era di dimostrare che esiste in Italia una vera e propria filiera produttiva connessa al patrimonio e alle attività culturali, insomma alla cultura, corrispondente ad una serie di attività, prodotti, lavori, servizi, il cui ciclo andava perimetrato e valorizzato, al di là delle affermazioni e consapevolezze convenzionali sul valore del patrimonio culturale come asset del sistema Italia in termini di immagine e di attrattività.
“Poter documentare i grandi numeri del sistema produttivo che ruota intorno al patrimonio culturale è necessario per dimostrare che le somme impegnate per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio stesso sono degli investimenti e non dei costi per la finanza pubblica”, afferma Antonia Recchia.
I risultati dello studio, realizzato con l’utilizzo di modelli econometrici rigorosi, documentano che il sistema economico delle attività collegate al patrimonio e alle attività culturali crea un valore aggiunto di 167 miliardi di euro e una occupazione di oltre 3,8 milioni di unità (al 2006). Il nucleo ristretto all’esclusivo intervento sui beni e le attività culturali sviluppa valori superiori al 10% di quelli più generali.
Sono dimensioni economiche di tutto rispetto, che devono concorrere a fornire supporto decisionale anche in periodi congiunturali assai critici come quello attuale.
L’Amministrazione pubblica fa tesoro di questi dati, adeguando al meglio, pur in un contesto di drastiche restrizioni di bilancio, la propria progettualità e la qualità dei sevizi erogati.
La progettualità si è incentrata su tematiche di particolare rilevanza che concernono il controllo territoriale, ambientale, locale, la sicurezza, la conservazione, l’organizzazione e i sistemi innovativi di fruizione, la diffusione territoriale.
Senza trascurare obiettivi di supporto come l’internalizzazione di capacità, competenze,miglioramenti nella gestione: si va dall’aumento dell’efficienza in un quadro di maggiore economicità alla maggiore qualità ed efficacia nei servizi erogati, sia amministrativi che culturali; dall’innovazione nei sistemi della conoscenza e della conservazione al rafforzamento delle strutture e delle relazioni territoriali correlato all’identificazione di ruoli più efficaci e di riferimento nazionale per le strutture centrali.
Durante la sessione pomeridiana (14.30 - 18.00) in “Professionalità per la gestione dei beni culturali, formazione e competenze” il direttore Recchia evidenzierà i risultati emersi dall’indagine effettuata tramite Promo P.A. relativi alle professionalità coinvolte nella gestione dei beni culturali, con particolare attenzione volta agli enti locali. L’obiettivo del Ministero è, infatti, contribuire a delineare il quadro dei fabbisogni professionali del comparto allargato connesso alla gestione del patrimonio e delle attività culturali, al fine di fornire elementi conoscitivi utili ai soggetti competenti per la definizione di offerte formative coerenti con il mercato del lavoro.
L’obiettivo dello studio, fortemente voluto dal Ministero, era di dimostrare che esiste in Italia una vera e propria filiera produttiva connessa al patrimonio e alle attività culturali, insomma alla cultura, corrispondente ad una serie di attività, prodotti, lavori, servizi, il cui ciclo andava perimetrato e valorizzato, al di là delle affermazioni e consapevolezze convenzionali sul valore del patrimonio culturale come asset del sistema Italia in termini di immagine e di attrattività.
“Poter documentare i grandi numeri del sistema produttivo che ruota intorno al patrimonio culturale è necessario per dimostrare che le somme impegnate per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio stesso sono degli investimenti e non dei costi per la finanza pubblica”, afferma Antonia Recchia.
I risultati dello studio, realizzato con l’utilizzo di modelli econometrici rigorosi, documentano che il sistema economico delle attività collegate al patrimonio e alle attività culturali crea un valore aggiunto di 167 miliardi di euro e una occupazione di oltre 3,8 milioni di unità (al 2006). Il nucleo ristretto all’esclusivo intervento sui beni e le attività culturali sviluppa valori superiori al 10% di quelli più generali.
Sono dimensioni economiche di tutto rispetto, che devono concorrere a fornire supporto decisionale anche in periodi congiunturali assai critici come quello attuale.
L’Amministrazione pubblica fa tesoro di questi dati, adeguando al meglio, pur in un contesto di drastiche restrizioni di bilancio, la propria progettualità e la qualità dei sevizi erogati.
La progettualità si è incentrata su tematiche di particolare rilevanza che concernono il controllo territoriale, ambientale, locale, la sicurezza, la conservazione, l’organizzazione e i sistemi innovativi di fruizione, la diffusione territoriale.
Senza trascurare obiettivi di supporto come l’internalizzazione di capacità, competenze,miglioramenti nella gestione: si va dall’aumento dell’efficienza in un quadro di maggiore economicità alla maggiore qualità ed efficacia nei servizi erogati, sia amministrativi che culturali; dall’innovazione nei sistemi della conoscenza e della conservazione al rafforzamento delle strutture e delle relazioni territoriali correlato all’identificazione di ruoli più efficaci e di riferimento nazionale per le strutture centrali.
Durante la sessione pomeridiana (14.30 - 18.00) in “Professionalità per la gestione dei beni culturali, formazione e competenze” il direttore Recchia evidenzierà i risultati emersi dall’indagine effettuata tramite Promo P.A. relativi alle professionalità coinvolte nella gestione dei beni culturali, con particolare attenzione volta agli enti locali. L’obiettivo del Ministero è, infatti, contribuire a delineare il quadro dei fabbisogni professionali del comparto allargato connesso alla gestione del patrimonio e delle attività culturali, al fine di fornire elementi conoscitivi utili ai soggetti competenti per la definizione di offerte formative coerenti con il mercato del lavoro.
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