Gimigliano 11.8.2011 - “Garibaldini e briganti in Calabria” è stato questo il tema di un interessante dibattito che si è tenuto a Gimigliano nei giorni scorsi. organizzato dall’Amministrazione Comunale.
Dopo il saluto del sindaco massimo Massimo Chiarella e dell’assessore Peppina Minervini hanno relazionato gli storici Domenico Montuoro e Antonio Iannicelli.
Montuoro ha parlato dei briganti della provincia di Catanzaro, presentando il libro “Il brigantaggio nel catanzarese” di Silvestro Bressi, pubblicato nei mesi scorsi dalle Edizioni Ursini. Un libro di grande interesse storico-antropologico perché l’autore sviluppa aspetti inediti del brigantaggio, facendo riferimento a documenti mai pubblicati prima e ad una solida tradizione orale sapientemente miscelata con quanto contenuto negli atti ufficiali. Di particolare rilievo anche la seconda parte del volume, a cura dell’antropologo Vito Teti, che analizza i risvolti sociali di quel fenomeno.
La figura del brigante, dal punto di vista antropologico e sociale, nel volume edito da Ursini, viene infatti analizzata da Teti con numerose citazioni di documenti, attinti da una corposa bibliografia. Il libro, insomma, è il frutto di una ricerca laboriosa e unica che sicuramente offrirà, agli appassionati e agli studiosi più esigenti, significativi spunti di riflessione e di indagine
Antonio Iannicelli, autore del volume di recente pubblicazione Giuseppe Pace, colonnello di Garibaldi e deputato nazionale della Calabria Citra, ha invece parlato di alcune figure meridionali poco note che contribuirono con impegno e passione a popolare la scena del movimento per l’Unità d’Italia. Tra questi, in particolare, Giuseppe Pace di Castrovillari, una delle più geniali figure del risorgimento nazionale, della quale si è interessata recentemente Annita Garibaldi, nipote dell’eroe dei due mondi.
Pace, sostiene Iannicelli, come altri garibaldini calabresi, fu prima un uomo d’azione poi un esecutore di alti incarichi necessari per ristabilire l’orine ed il rispetto della proprietà privata nel Meridione.
A conclusione delle interessanti relazioni la cantastorie Francesca Prestia ha proposto alcune storie di briganti della Sila catanzarese utilizzando una xilografia raffigurante scene di vita del capobanda Pietro Bianco e della sua amata Generosa Cardamone.
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