martedì 26 febbraio 2013

Elezioni politiche 2013

Un "commento" che arriva da lontano...

"Tutti gli italiani fanno politica, e la politica è considerata l'arte delle arti fra noi. La ragione è che in un mondo tanto insicuro come il nostro, la politica rappresenta la difesa non sociale, e non della collettività, ma dei singoli uno per uno. La politica italiana è tutta ora nella manovra politica, cieca a tutto quello che è fuori. Diffidenza ed egoismo dovuti all'eccessivo individualismo italiano. Il fascismo ha sciupato purtroppo uno slancio quasi fisiologico dell'Italia, da cui poteva venire fuori un paese rinnovato".

CORRADO ALVARO - 1944

Corrado Alvaro in un ritratto di Renato Guttuso

venerdì 22 febbraio 2013

Berlusconi, l’animale mediatico che non usa la parola “mafia”

Una lacuna lessicale dolosa, che va oltre la collusione, perché sottende voragini etiche e civili incommensurabili. 

di Domenico Condito

Silvio Berlusconi, da perfetto animale mediatico, è molto abile nella gestione della sua campagna elettorale. Nella caccia ai voti nulla è lasciato al caso. Quando si reca in uno studio televisivo, ad accompagnarlo ci sono persino un truccatore, un tecnico delle riprese e un esperto di luci, oltre al solito assistente e al fido Bonaiuti. E ogni suo intervento è preparato scientificamente a tavolino. Parole, gesti, concetti, e persino le barzellette, vengono passati al vaglio di un team di professionisti molto qualificati: sondaggisti, psicologi del comportamento, pubblicitari, esperti di comunicazione e curatori dell’immagine. Tutti tecnici della manipolazione del consenso fra i più competenti esistenti oggi sul mercato. Altro che boutade, strafalcioni e cadute di stile. Berlusconi utilizza, in modo spregiudicato, una sofisticata strategia “manipolatoria” che ha solide basi scientifiche. Ed è ciò che lo rende “pericoloso”, conferendo una formidabile capacità di persuasione alla sua naturale propensione eversiva. 

Come insegnò B. F. Skinner [1] nel secolo scorso, è possibile applicare il metodo scientifico allo studio del comportamento. Le condotte umane, cioè, possono essere analizzate sulle stesse basi utilizzate dalle scienze naturali per interpretare, prevedere e controllare gli eventi. È possibile, infatti, una “analisi funzionale” del comportamento umano, sia individuale che collettivo, che consente di individuare gli elementi ultimi, esterni all’individuo, che lo determinano. Isolare tali “variabili”, e comprendere le leggi che le governano, consente di controllare il comportamento, prevederne gli sviluppi e, in ultima analisi, manipolarlo. La più temibile applicazione di questo orientamento delle scienze psicologiche si chiama “condizionamento di massa”. Berlusconi, con il suo staff di esperti, ne è il principale utilizzatore e beneficiario nel nostro paese. È ciò che ha trasformato il Caimano in uno straordinario predatore di voti, capace di macinare diversi punti percentuali di consenso in poche settimane. Una macchina elettorale perfetta che in passato ha stupito con le sue mirabolanti rimonte, e che non mancherà di sorprenderci anche in questa tornata elettorale. Altro che "squadrone" a caccia di improbabili giaguari da smacchiare.

Nelle strategie del controllo sociale le parole sono importanti, e non possono essere lasciate al caso. E se le parole dette servono talvolta a distrarre dai problemi veri, quelle omesse sono in grado di parlare a orecchi in grado d’intenderne i significati. Anche in questo Berlusconi è maestro, alla stregua delle società segrete o delle organizzazioni omertose. Non è casuale che in Sicilia, durante la sua tappa elettorale a Palermo, non abbia mai pronunciato la parola “mafia”, mentre ha parlato dell’abolizione dell’IMU, della magistratura come “cancro della società”, di una legge per consentire il rilascio dalla galera su cauzione e del ponte sullo stretto. Tutti argomenti capaci di richiamare l’attenzione delle consorterie affaristiche e criminali, e che non sollecitano affatto una sollevazione etica e civile contro di esse. E sono i mafiosi e i corrotti il vero cancro del paese, e non i magistrati che li combattono. Ecco perché l’atteggiamento omertoso sulla mafia è una pericolosa e imperdonabile "dimenticanza" con dolo. Nessun progetto politico è credibile se non considera fra le sue priorità la lotta alle mafie che, insieme alla corruzione e all’evasione fiscale, stanno affamando l’Italia.

I costi economici e sociali dell’illegalità sono enormi: 150 miliardi, il fatturato della criminalità organizzata, secondo la Commissione parlamentare antimafia (e 180 mila posti di lavoro persi al Sud, secondo il Censis); 60 miliardi il costo pubblico della corruzione secondo la Corte dei conti; 120 miliardi di evasione fiscale, stima il ministero dell’Economia, con l’Italia al primo posto in Europa per la quota di reddito non dichiarato, il 51,1 per cento secondo un recente studio di Krls-Network of Business Ethic. Così si distrugge il nostro paese e la speranza in un futuro degno per noi e le prossime generazioni.

Nulla di tutto ciò è presente nei discorsi del Caimano, ma lui promette malevolmente di restituire l’IMU. Un’operazione che vale complessivamente 4 miliardi, che potrà dare un sollievo momentaneo alle famiglie in difficoltà, ma non salverà l'Italia dalla rovina. Non una soluzione ai mali del paese, ma piuttosto un colpevole raggiro che mira a distrarre i cittadini dal vero dramma in cui siamo sprofondati. Ecco perché non possiamo sottacere l’omissione della parola “mafia” da parte dell’ex-premier Berlusconi. Si tratta di una lacuna lessicale dolosa, che va oltre la collusione, perché sottende voragini etiche e civili incommensurabili.

“Nei segni in cui voi formate le parole sono racchiuse le grandi forze e le potenze che fanno girare il mondo, - insegnò (l’angelo Asael) al sommo rabbino. – E sappi che tutto ciò che sulla terra viene formato in parole, lascia le sue tracce nel mondo superiore. (…) Essi vegliano sull’equilibrio del mondo e tu, sconsiderato, tu, granello di sabbia, figlio della polvere, tu una volta lo hai turbato”[2].



[1] B. F. Skinner, Scienza e comportamento, Franco Angeli, 1992
[2] Leo Perutz, Di notte sotto il ponte di Pietra, E/O, 1991

mercoledì 20 febbraio 2013

ART IN PROGRESS - Cantieri del contemporaneo
Minia – installazioni sonoro-visuali e performance

Cosenza – Palazzo Arnone 
22 febbraio 2013


Venerdì 22 febbraio 2013 a Cosenza, Palazzo Arnone, sede della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria e della Galleria Nazionale di Cosenza, ART IN PROGRESS – Cantieri del contemporaneo propone Minia – installazioni sonoro-visuali e performance
Alle ore 18.00, nelle sale dedicate alle mostre temporanee, MENTE (Musica Elettronica e Nuove Tecnologie Ensemble) del Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza presenterà le installazioni sonoro-visuali Minia
I lavori di Minia sono oggetti artistici dinamici realizzati con materiali di varia natura, da quelli “poveri” a quelli più innovativi e avanzati, che modificano nel tempo la loro presenza sonora e/o visuale per mezzo di appositi sistemi hardware e software.
Alle ore 19.00, le sale espositive di Palazzo Arnone ospiteranno un repertorio musicale contemporaneo, solistico e cameristico, in dialogo con le opere della mostra Punti di vista.

PROGRAMMA 
ore 18.00 - piano terra:

Minia - installazioni sonoro-visuali 
a cura del MENTE (Musica Elettronica e Nuove Tecnologie Ensemble) 
Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza 

Sale espositive mostre temporenee 
Macchina Purpurea di Francesco Galante mostre temporanee 
Vivify di Massimo Palermo 
Silenzio Interiore di Costantino Rizzuti 

Le installazioni resteranno in esposizione fino al 2 marzo 2013, da martedì a domenica (esclusa domenica 24 febbraio), dalle 10.00 alle 18.00.


ore 19.00 - secondo piano:

Minia – performance 
dialogo con le opere di Punti di Vista 

Percorso performativo simultaneo - Sala Trionfo d’Amore  
Filippo Perocco, Il pittore che ha dipinto i tuoi occhi, fiore 
Daniela D’Ambrosio, Annalisa De Simone, flauti dolci 
Antonella C. Conforti, Sabrina Donato, traversieri 

Sala F. De Mura (Collezione Carime) 
Yoshihisa Taira, Maya
Ilaria Montenegro, flauto basso 

Sala P. Negroni (Acquisizioni)
Luciano Berio, Sequenza per clarinetto  
Josè Daniel Cirigliano, clarinetto in sib 
Luciano Berio, Sequenza per violino 
Alessandro Acri, violino 

Sala L. Giordano (Acquisizioni)
- Salvatore Sciarrino, Esplorazione del bianco II  
Giovanni Scarpello, flauto 
Josè Daniel Cirigliano, clarinetto basso 
Francesco D'andrea, violino 
Pietro Morelli, chitarra 
- Arvo Pärt, Fratres 
Fausto Castiglione, violoncello barocco 
Giovanni Marsico, clavicembalo
ART IN PROGRESS - Cantieri del contemporaneo 
Minia – installazioni sonoro-visuali e performance 
Cosenza – Palazzo Arnone
22 febbraio 2013
Direttore artistico Art in Progress: Fabio De Chirico
Coordinamento: Domenico Belcastro

Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
Soprintendente: Fabio De Chirico
Ufficio stampa: Silvio Rubens Vivone – Patrizia Carravetta
Tel: 0984 795639 - fax 0984 71246
E-mail: sbsae-cal.ufficiostampa@beniculturali.it

Cosenza - Palazzo Arnone

lunedì 18 febbraio 2013

Fratelli d'Italia

Ovvero, la fine ingloriosa della destra italiana 
di Domenico Condito

Abbandonare la nave quando affonda, dopo aver partecipato alle sue avventurose scorribande, è molto poco “onorevole”. Il tentativo poi di “ricollocarsi” al comando di nuove e improbabili imprese può risultare addirittura insolente. Meriterebbe di naufragare nel biasimo generale, ma questo è il paese del comandante Schettino, dove la supponenza prevale sul valore, e l’appetito di potenza rischia di favorire una percezione distorta della propria realtà.
È il caso del Movimento Politico Fratelli d’Italia. I suoi leader più rappresentativi, dopo aver partecipato per lunghi anni ai fasti del potere berlusconiano, hanno abbandonato il Pdl al momento della sua implosione. Ora si propongono di “rifondare l’Italia e rinnovare il centrodestra”. Ma con quale autorevolezza? Alcuni di loro devono a Silvio Berlusconi le folgoranti carriere politiche. E tutti hanno sostenuto in Parlamento, e battagliando nei talk-show televisivi, ogni decisione del comandante supremo, dall’abolizione del falso in bilancio alle leggi ad personam. Fino a sancire con un voto in aula che, nella mente di Berlusconi, Ruby Rubacuori era veramente la nipote di Mubarak! Basterebbe per decretare l’inconsistenza della loro credibilità politica. Ma non è tutto. La più grave responsabilità dei fondatori della nuova consorteria italica è quella di aver riconosciuto alla Lega Nord, forza politica minoritaria, una posizione dominante nel governo del paese. Loro, gli araldi del pletorico amor di patria e dell’indissolubilità della nazione, hanno accettato di governare con una forza politica “eversiva” che persegue l'abbattimento dell'unità nazionale. E tutto ciò per puro calcolo e opportunismo politico. 
Lo Statuto della Lega Nord, approvato nel corso del Congresso Federale Ordinario del 1 – 2 – 3 marzo 2002, all’articolo 1, che definisce le Finalità del partito, recita quanto segue: «Il Movimento politico denominato “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania” (in seguito indicato come Movimento oppure Lega Nord o Lega Nord - Padania), costituito da Associazioni Politiche, ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana». L’articolo 1, scritto in italiano e non ancora in bergamasco, non lascia spazio ad alcun equivoco. La Lega Nord si configura come una forza politica “eversiva” che persegue, per statuto, la dissoluzione della nazione e la costituzione di uno Stato indipendente e sovrano: la Padania. 
È questa la responsabilità oscena di cui La Russa, Meloni, Crosetto, e tutta la destra di regime, dovranno rendere conto al paese nella prossima consultazione elettorale: non aver posto un argine alla deriva leghista. Sarà la fine ingloriosa di una lunga tradizione politica, quella della destra italiana, che si è lasciata imbrigliare nel patto scellerato tra la Lega e Berlusconi: il federalismo in cambio delle leggi ad personam e dell’impunità del premier. Un progetto non compiutamente realizzato, ma che ha già provocato gravi danni al nostro paese.
La resa dei conti arriverà dalle urne, e il giudizio degli italiani sarà impietoso. Alla "fraternità meloniana" non rimarrà che la via della fuga. Quella dei mùridi, naturalmente, e della corsa forzata verso l'oblio. 

L'Arazzo di Gerace e la pala d'altare "Il Paradiso" torneranno a casa

L'arazzo è un  capolavoro fiammingo di Jan Leyniers. ''Il Paradiso'' è un'opera caravaggesca di Giovanni Battista Caracciolo detto il Battistello.

REGGIO CALABRIA - Presto a casa due eccezionali opere d'arte, l'arazzo di Gerace e la pala d'altare del Battistello, grazie all'intermediazione della Provincia, che ha organizzato un incontro tra i rappresentanti del Fai regionale, della Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici della Calabria, della Diocesi di Locri-Gerace, del comune di Stilo e della Presidenza del Consiglio Regionale, per l'avvio degli interventi previsti dalle convenzioni firmate dai suddetti enti lo scorso 12 Dicembre 2012.

L'arazzo di Gerace, capolavoro fiammingo di Jan Leyniers, proveniente dal Palazzo Arcivescovile, dopo il restauro di cui è stato oggetto, è attualmente custodito presso la Galleria Nazionale - Palazzo Arnone di Cosenza, e, in attesa di ritornare presso il Palazzo Arcivescovile e il Museo Diocesano di Gerace in restauro, sarà quindi esposto presso Palazzo Campanella, sede del Consiglio Regionale della Calabria.

La secentesca pala d'altare ''Il Paradiso'', ultima opera caravaggesca di Giovanni Battista Caracciolo detto il Battistello, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria d'Ognissanti di Stilo e attualmente custodita presso i locali della Soprintendenza BSAE della Calabria a Cosenza, in attesa di far ritorno alla Chiesa Matrice, in restauro, verrà tradotta presso la Chiesa di San Domenico di Stilo. Qui la pala affronterà il necessario intervento di recupero all'interno di un laboratorio in forma di ''cantiere aperto'', la cui richiesta di finanziamento la Soprintendenza ha avanzato nell'ambito dei Fondi Lotto.

Come sancito dalle convenzioni, le spese di trasporto e di assicurazione delle opere, la verifica dei sistemi antintrusione e di climatizzazione degli ambienti destinati ad ospitarle saranno invece a carico dell'Amministrazione Provinciale; ragion per cuila prossima settimana l'Assessore alle Politiche e Pianificazione Culturale - Beni Culturali - Difesa della Legalità, Eduardo Lamberti Castronuovo, e l'Assessore alla Valorizzazione e Tutela dei Borghi Storici, Mario Candido, presenteranno in Giunta delibere congiunte per il sostenimento delle spese ad essa competenti.
Le due inestimabili opere, espressione dell'alto livello artistico e della complessità dei rapporti culturali intrattenuti dalla nobiltà e dal clero calabresi, saranno così finalmente restituiti alla loro provincia di appartenenza, resi fruibili e valorizzati attraverso una serie di iniziative volte a diffondernet la conoscenza.
All'incontro promosso dagli assessori provinciali hanno preso parte Annalia Paravati, Presidente Fai Regione Calabria, Salvatore Patania, in rappresentanza della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria, Giacomo Oliva, Direttore del Museo Diocesano e delegato dell'Arcivescovo di Locri-Gerace.

L'arazzo di Gerace di Jan Leyniers 

L'arazzo durante i lavori di restauro

venerdì 15 febbraio 2013

Berlusconi fa "Bunga Bunga" con una giovenca al Carnevale di Rosenmontag


Fonte immagine: Huffington Post

Gli osservatori internazionali guardano con molta preoccupazione all’antieuropeismo di Berlusconi e del Pdl. 
Der Spiegel aveva già classificato l’ex-premier tra i 10 più pericolosi antieuropeisti del nostro continente. Ora è il Partito Popolare Europeo ad averlo messo “sotto osservazione” e non si esclude un provvedimento di esclusione. Le motivazioni sono le dichiarazioni contro l’Europa e l'ennesima alleanza con la Lega, fondata proprio su basi anti-europeiste e anti-moneta unica. Le accuse, antieuropeismo e populismo, sancirebbero con ogni probabilità una "sospensione" del Pdl prima dell'espulsione. Proprio come accadde all'austriaco Wolfgang Schussel e al suo partito xenofobo e antieuropeista qualche anno fa. 
Quest’anno, l’antieuropeismo di Berlusconi ha sfilato anche al Carnevale di Rosenmontag. Un carro allegorico molto irriverente ha rappresentato l’ex premier nudo mentre fa “Bunga Bunga” con una giovenca. Ma i tedeschi non hanno risparmiato una frecciata sarcastica anche al nostro paese: “Euer berlusconi ist zurück”, “Il vostro Berlusconi è tornato” c'è scritto sul carro. Come dar loro torto? Persino la povera vacca ha reagito alla monta del cavaliere... vomitando! E l'Italia? Sosterrà la ri-monta?

giovedì 14 febbraio 2013

La teologia e la "crisi di Dio"

Un pensiero lungimirante...

“La teologia è la negazione di Dio. Che idea bizzarra, mettersi in cerca di argomenti per provare la sua esistenza! Tutti quei Trattati non valgono un’esclamazione di santa Teresa: da quando la teologia esiste, non una sola coscienza ne ha ricavato una certezza in più, perché essa non è altro che la versione atea della fede. Il più modesto balbettio mistico è più vicino a Dio che la Summa theologica. Tutto ciò che è istituzione e teoria cessa di essere vivo. La Chiesa e la teologia hanno assicurato a Dio un’agonia duratura. Soltanto la mistica, di tanto in tanto, lo ha rianimato”. 

E. M. Cioran, Lacrime e santi, Adelphi, 2002, p. 56 


martedì 12 febbraio 2013

Una domanda su Berlusconi

Lascereste vostra figlia da sola con lui? E allora, perché affidargli il governo del paese? 

Non si tratta di essere moralisti o bacchettoni, ma dopo aver assistito all’intervento di Berlusconi alla convention della Green Power, qualche riflessione sulla capacità del cavaliere di contenere le proprie pulsioni sessuali è quanto meno ovvia e opportuna. L’ex-premier, a capo della coalizione che si candida ad assumere il governo del paese, si è rivolto a una promoter del gruppo con una raffica di battute e doppi sensi fra le più volgari della sua carriera. E tutto ciò è accaduto in pubblico.
In altri ambiti, comportamenti simili vengono ascritti a una disinibizione della pulsione e degli istinti sessuali. Sono considerati, cioè, un sintomo, e come tale vengono trattati. Possono essere l’indicatore di un disturbo nevrotico o bipolare, e talvolta sono provocati da farmaci o dall’assunzione di sostanze psicotrope. Non intendo forzare un’interpretazione in chiave psicopatologica dei comportamenti dell’ex-premier, non sarebbe la sede propria, ma l’inadeguatezza di certi agiti dovrebbe perlomeno preoccupare le persone che gli stanno vicino. Forse, quest’uomo ha bisogno di aiuto!
Intendo, però, rivolgere una domanda a ognuno di voi: dopo aver assistito allo spettacolino di Berlusconi, lascereste vostra figlia da sola con lui? E allora, perché affidargli il governo del paese?

lunedì 11 febbraio 2013

ART IN PROGRESS - Cantieri del Contemporaneo
SUD IN PROGRESS

Cosenza – Palazzo Arnone 
14 febbraio 2013 



Giovedì 14 febbraio 2013 a Cosenza, Palazzo Arnone, sede della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria e della Galleria Nazionale di Cosenza, ART IN PROGRESS – Cantieri del contemporaneo propone SUD IN PROGRESS, giornata di confronto e dibattito sull’arte contemporanea. 
Nel corso della giornata sarà presentato il volume "I LUOGHI DEL CONTEMPORANEO - 2012", a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee - Servizio V - Architettura e arte contemporanee. 
Questo il programma previsto: alle ore 10.00 darà inizio ai lavori Fabio De Chirico, soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria, direttore artistico Art in Progress. Di seguito porteranno i saluti Francesco Prosperetti, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria; Luciano Garella, soprintendente per i Beni Paesaggistici e Architettonici per le province di Cosenza, Catanzaro e Crotone; Alessandro Tenuta, sindaco di Marano Principato; Antonella Calvelli, direttore Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza; Sonia Ferrari, presidente Ente Parco Nazionale della Sila; Maria Francesca Corigliano, assessore alla Cultura Provincia di Cosenza e Mario Caligiuri, assessore alla Cultura Regione Calabria. Relazioneranno: Giovanni Soda, dirigente settore Programmazione ed Internazionalizzazione Provincia di Cosenza, direttore tecnico Art in Progress; Maria Grazia Bellisario, direttore Servizio Architettura e Arte Contemporanee - Direzione PaBAAC; Angela Tecce, direttore di Castel Sant’Elmo, responsabile del progetto "I Luoghi del Contemporaneo - 2012"; Ludovico Pratesi, critico d’arte; Enzo Fiammetta, direttore Museo delle Trame Mediterranee, Fondazione Orestiadi e Alfredo Pirri, artista. Previsti, inoltre, interventi e testimonianze degli artisti e dei curatori delle attività di Art in Progress: Learning by heart, Claudia Zicari; Minia, Ivano Morrone per il Collettivo Musica Elettronica e Nuove Tecnologie Ensemble (MENTE, Musica Elettronica e Nuove Tecnologie Ensemble); Prima Visione, Francesco Urbano e Francesco Ragazzi; Polimaterico, Giuseppe Capparelli; Punti di vista, Ludovico Pratesi e Fabio De Chirico e Urban Superstar, David Vecchiato. 
Nel pomeriggio, alle ore 17.00, nell’androne di Palazzo Arnone, avrà luogo l’inaugurazione della mostra Learning by Heart, a cura di Claudia Zicari con la presentazione delle opere e alcune perfomance esito del cantiere didattico. La mostra resterà aperta fino al 3 marzo 2013, da martedì a domenica (esclusa domenica 24 febbraio) - ore 10.00-18.00. 
Alle ore 18.00, nelle sale espositive della Galleria Nazionale di Cosenza (Sezione Acquisizioni e Collezione Carime), si terrà Minia - Percorso performativo, dialogo con le opere di Punti di Vista a cura del Conservatorio “Giacomantonio” di Cosenza. 
Alle ore 18.30, negli spazi dedicati alle mostre temporanee, si svolgerà Live Painting show, di Diavù, Nicola Alessandrini, Allegra Corbo e Gio Pistone. 
Alle 19.15 Minia - Percorso performativo, dialogo con Urban Superstar a cura dei musicisti del Conservatorio di Cosenza concluderà l’intensa giornata.

INVITO - PROGRAMMA (pdf)


ART IN PROGRESS - Cantieri del Contemporaneo 
SUD IN PROGRESS 
Cosenza – Palazzo Arnone 
14 febbraio 2013 
Direttore artistico Art in Progress: Fabio De Chirico 
Coordinamento: Francarosa Negroni 

Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria 
Soprintendente: Fabio De Chirico 
 Ufficio stampa: Silvio Rubens Vivone – Patrizia Carravetta 
Tel: 0984 795639 fax 0984 71246 

sabato 9 febbraio 2013

IO NON DIMENTICO
Manifesto contro il berlusconismo

Elezioni politiche 2013 


1) Io non dimentico il massacro della scuola Diaz. 

2) Io non dimentico la politica dei respingimenti e le centinaia di persone morte in mare. 

3) Io non dimentico il tradimento della Resistenza e del 25 aprile. 

4) Io non dimentico le offese alla dignità delle donne. 

5) Io non dimentico i processi di Berlusconi e non mi sono accordato con lui per non parlarne. 

6) Io non dimentico le leggi ad personam

7) Io non dimentico l’Italia derisa nel mondo a causa del suo capo di governo. 

 8) Io non dimentico il baciamano a Ghedaffi. 

 9) Io non dimentico lo smantellamento della scuola pubblica e del diritto allo studio.

10) Io non dimentico menzogne, false promesse e volgarità erette a sistema di governo. 

Soprattutto non dimentico che “un paese, come non deve mancare di corsi d'acqua, di sorgenti, di nuvole, deve avere cura o consentire la crescita di anime, coscienze, grazia, linguaggi puri, ombre azzurre, altissime: o perirà. Si asciugherà il suolo, se mancano acque e foreste; si perderà la nazione, se mancano anime e coscienze” [1].
 
Domenico Condito 


[1] Anna Maria Ortese,  Corpo celeste, Adelphi, 2003, p. 32


giovedì 7 febbraio 2013

Sono pazzi questi politici

Per diventare uomini politici, vale a dire per avere la stoffa di un tiranno, occorre uno sconvolgimento mentale…

Un brano di Emil Cioran


“Chi non ha conosciuto la tentazione di essere il primo della comunità non capirà nulla del gioco politico, della volontà di assoggettare gli altri per farne degli oggetti, né intuirà gli elementi di cui si compone l’arte del disprezzo. Sono rari coloro che non hanno mai provato, in una misura qualsiasi, la sete di potenza: essa è conforme alla nostra natura e tuttavia, a considerarla bene, assume tutti i caratteri di una condizione morbosa, di cui guariamo soltanto per caso oppure per una maturazione interiore affine a quella che si produsse in Carlo V allorché , abdicando a Bruxelles all’apice della gloria, insegnò al mondo che l’eccesso di stanchezza poteva suscitare scene altrettanto ammirevoli dell’eccesso di coraggio. Ma, anomalia o meraviglia, la rinuncia, sfida alle nostre costanti, alla nostra identità, interviene soltanto in momenti eccezionali, caso limite che appaga il filosofo e confonde lo storico. 

Esaminatevi mentre l’ambizione vi tormenta, mentre ne subite la febbre; e analizzate più attentamente i vostri «accessi». Constaterete che sono preceduti da sintomi curiosi, da uno speciale calore, che non mancherà di trascinarvi e di allarmarvi. Intossicati d’avvenire per abuso di speranza, vi sentite subito responsabili del presente e del futuro, nel cuore della durata, carica dei vostri brividi, e con la quale, agenti d’una anarchia universale, sognate di esplodere. Attenti agli avvenimenti del vostro cervello e alle vicissitudini del vostro sangue, volti verso il vostro squilibrio, ne spiate e amati i segni. Fonte di turbamenti, di malesseri senza pari, la follia politica, se sommerge l’intelligenza, favorisce in compenso gli istinti e vi sprofonda in un caos salutare. L’idea del bene e soprattutto del male che immaginate di poter compiere vi rallegrerà ed esalterà; e tale sarà la prova di forza, il prodigio delle vostre infermità, che esse vi renderanno padroni di tutti e di tutto.

Intorno a voi, noterete uno sconvolgimento analogo in coloro che sono rosi dalla stessa passione. Fintanto che ne subiranno il dominio, saranno irriconoscibili, preda di un’ebbrezza diversa da tutte le altre. In loro tutto cambierà, perfino il timbro della voce. L’ambizione è un droga che fa di colui che vi si dedica un demente in potenza. Chi non ha osservato in sé o negli altri queste stigmate, quest’aria di animale smarrito, questi tratti inquieti e come accesi da un’estasi sordida, rimarrà estraneo ai malefici e ai benefici del Potere, inferno tonificante, sintesi di veleno e di panacea. 

Immaginate adesso il processo inverso: passata la febbre, eccovi disincantati, normali fino all’eccesso. Più nessuna ambizione, e dunque più nessun mezzo di essere qualcuno o qualche cosa; il nulla in persona, il vuoto incarnato: ghiandole e viscere chiaroveggenti, ossa disingannate, un corpo invaso dalla lucidità, puro per se stesso, fuori gioco, fuori tempo, sospeso a un io irrigidito in un sapere totale senza conoscenze. Dove ritrovate l’attimo fuggito? Chi ve lo ridarà? Dappertutto gente frenetica o stregata, una folla di anormali che la ragione ha abbandonato per rifugiarsi presso di voi, unici ad aver tutto capito, spettatori assoluti, smarriti fra stolti, restii per sempre alla farsa unanime. E dato che l’intervallo che vi separa dagli altri non cessa di ingrandirsi, vi viene da domandarvi se non avete per caso percepito una realtà nascosta a tutti. Rivelazione infima o capitale, il contenuto ve ne resterà oscuro. La sola cosa di cui siete certi è il vostro accesso a un equilibrio inaudito, promozione di uno spirito sottratto a ogni complicità con gli altri. Ingiustamente sensati, più ponderati di tutti i saggi, così vi scoprite… E se tuttavia assomigliate ai forsennati che vi circondano, avvertite che un’inezia ve ne distinguerà per sempre; questa sensazione o questa illusione fa sì che, se compite i loro stessi atti, voi non ci mettete però né la stessa alacrità né la stessa convinzione. Barare sarà per voi una questione di onore, e l’unico modo di vincere i vostri « accessi » o di impedirne il ritorno. Se c’è voluta né più né meno che una rivelazione, o un disastro, ne dedurrete che coloro che non hanno attraversato una crisi simile sprofonderanno sempre più nelle stravaganze inerenti alla nostra razza. 

Si è notata la simmetria? Per diventare uomini politici, vale a dire per avere la stoffa di un tiranno, occorre uno sconvolgimento mentale; per cessare di esserlo, se ne impone ugualmente un altro: non si tratterà, in fondo, di una metamorfosi del nostro delirio di grandezza? Passare dalla volontà di essere il primo nella comunità a quella di esservi l’ultimo, è come, attraverso un mutamento d’orgoglio, sostituire a una follia dinamica una follia statica, un genere insolito d’insania, altrettanto insolito della rinuncia che ne deriva e che, appartenendo all’ascesi piuttosto che alla politica, non rientra nel nostro discorso”. 

 E. M. Cioran, Storia e utopia, Adelphi, 1992, pp. 53-56.

mercoledì 6 febbraio 2013

Crozza - Berlusconi a Ballarò. Irresistibile

Crozza impersona Berlusconi a Ballarò ed è un successo strepitoso: "Senti Giova, grazie della frutta e della gnocca che mi hai fatto trovare in camerino, ma sono cambiato: la frutta non la mangio più". E poi, sulla rimonta nei sondaggi: "Mi davano tutti per morto, ho sparato tre cazzate in cinque giorni e sono tutti in paranoia. Quanto amo questo paese...". 

martedì 5 febbraio 2013

Quale primato per la Calabria:
“Prima Italia” o “Prima in Italia”?

L’Associazione culturale CALABRIA PRIMA ITALIA sostiene l’assunto che il nome “Italia” sia nato nel territorio calabrese. Ne è scaturita una vivace polemica con intellettuali di altre regioni italiane (leggi l’articolo di Domenico Lanciano su CostaJonicaWeb.it). 
Alcune riflessioni “fuori tema” sulla controversa questione. 

di Domenico Condito

Capisco l’importanza storica della questione relativa alle origini del nome Italia, e apprezzo coloro che sostengono con impegno e competenza le ragioni del “primato”… calabrese! Tuttavia, la diatriba non mi appassiona molto, e la ritengo marginale rispetto alla priorità civile e culturale del nostro tempo. A che serve infatti rivendicare il primato di “Prima Italia” in un momento in cui è messa a rischio la sopravvivenza della stessa “civiltà italiana” con il contributo determinante di una componente importante della società calabrese? 

Oggi l’Italia vive come in esilio, lontano dal suo vero “luogo”, dove la civiltà del Rinascimento aveva indicato al mondo l’orizzonte della modernità. Un paese ormai inconoscibile, scriverebbe ancora Anna Maria Ortese, in cui la degradazione è la dea del momento. Un patrimonio millenario di convenzioni e memoria delle convenzioni, di lingua e linguaggio del passato, mandato al macero, immolato alla dea della separazione, del distacco, dell’inconoscibilità. 
Viviamo ormai in un paese estraneo, senza averne neppure la consapevolezza. Un po’ per mancanza di senso critico; forse anche per la grandezza della catastrofe. È il declino della “civiltà italiana”, e “ogni civiltà stremata – scriveva E. M. Cioran – aspetta il suo barbaro, e ogni barbaro aspetta il suo demone”. Ed eccoli i nuovi barbari, giunti dal profondo nord, fare razzia di memoria, simboli, identità, i “luoghi dell’anima” sui quali avevamo costruito nei secoli il senso fondante d’una identità comune. 
La Lega Nord è tutto questo. Il disprezzo dell’italianità, l’orrore della memoria nazionale, la disgregazione del paese sono le ragioni fondanti della sua storia politica. E la secessione geografica, solo momentaneamente accantonata per puro calcolo strategico, è perseguita in realtà attraverso un’ampia e sistematica destrutturazione dei “simboli” comuni. Primi fra tutti, la lingua e il linguaggio. Scriveva Anna Maria Ortese: “Lingua e linguaggio; e memoria di lingua e linguaggio del passato; e degli affetti, i pensieri, i dolori delle passate generazioni, altro non sono lo sappiamo, che identità di nazione. Dunque libertà nazionale. E comincia con l’imposizione di un linguaggio, oppure, al contrario, con la distruzione sistematica del linguaggio originale di un paese – su cui si voglia agire in profondità; comincia con questa aratura imponente del suolo umano qualsiasi seria operazione di colonizzazione”. 
In Italia si parlava una lingua alta. Il pensiero che in essa è nato ha aperto l’era moderna, e ad esso il mondo occidentale deve lo stesso concetto di “civiltà”. L’irruzione della Lega Nord sulla scena nazionale ne ha distrutto la grammatica, frammentato la sintassi, disperso il pensiero. I barbari, appunto, la tardiva progenie dell’oscurantismo medievale in Val Padana. E la distruzione della sintassi di un popolo ne segnano inevitabilmente il declino, la ricollocazione in una dimensione primigenia, l’esilio dalla modernità. 
Il dileggio del tricolore, l’esposizione minacciosa del cappio in Parlamento, le invettive sprezzanti contro gli extracomunitari, la minaccia del ricorso ai fucili per la risoluzione delle controversie politiche, e le pietose esternazioni contro i meridionali sono tutte cadute del linguaggio a livello di gergo, intimidazione, beffa, cinismo. Degradazione della forma, ma anche naufragio del pensiero. Il tradimento di quell’idea di “civiltà” alla quale abbiamo ancorato la nostra storia, ma dalla quale siamo stati esclusi dalla barbarie leghista, volgarità al potere. 

Negli ultimi anni, centinaia di migliaia di calabresi, con il loro voto, hanno contribuito a rendere possibile questa catastrofe nazionale, sostenendo la coalizione di centrodestra che ha garantito alla Lega Nord una posizione dominante nel governo del Paese.

Una tragedia che rischia di perpetuarsi e aggravarsi con le prossime elezioni politiche, grazie agli impegni assunti dall’Homunculus ridens con il barbaro padano. Una legge sul 75% delle tasse al Nord da varare nei primi 75 giorni di governo. Ovvero, il sacrificio del Sud in cambio del governo del paese, la nostra speranza di futuro immolata alla sete di potere del bauscia di Arcore. Altro che “Prima Italia”, la Calabria rischia di diventare il fanalino d’Europa! Non ci sarà nessuna possibilità di riscatto per la nostra regione senza una lotta decisa alla barbarie che avanza. È questa la nostra priorità epocale. 
Invece, vinti dal sonno della ragione, tantissimi calabresi, governo regionale in testa, si apprestano ad immolare il nostro destino al vello d’oro della Val Padana, riversando una valanga di voti al centrodestra. In questo senso, non capisco la contraddizione insanabile dell’assessore Caligiuri, persona dotta ed erudita, che si prodiga per l’elevazione culturale della nostra regione e, allo stesso tempo, opera all’interno di una coalizione che, a livello nazionale, porta acqua al nefasto progetto leghista. Calcolo politico o di potere? In ogni caso, nessun gioco di parole, per quanto forbito e di livello, potrà giustificare la sostenibilità di tale posizione. 

Il primato che sogno è che la Calabria possa diventare “Prima in Italia”. Prima per valori etici, per il livello morale e culturale della classe politica, per la buona qualità dell’amministrazione della cosa pubblica, per la salvaguardia del territorio, per la valorizzazione delle risorse paesaggistiche, artistiche e culturali, per la lotta alle mafie, per il lavoro, la sanità e la tutela dei diritti a partire dalle categorie più deboli e discriminate. Un primato molto più difficile da costruire e conquistare, ma per il quale nessuno in Calabria sembra disposto a mettere a rischio la propria poltrona.

Cartellone posto all’ingresso ovest della Città di Catanzaro, 
sulla superstrada Lamezia-Catanzaro (foto di Giovanni Balletta, gennaio 2011).
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