sabato 4 dicembre 2010

Caminia di Stalettì – Il mare ha restituito l’accesso via terra alla Grotta di San Gregorio

Grazie alle mareggiate dei giorni scorsi, il sito è tornato pienamente fruibile. Venga restituito alla devozione dei fedeli, alle antiche tradizioni della comunità stalettese, all’esplorazione degli studiosi. Ma si tengano lontano gli speculatori.

di Domenico Condito

Al centro del “mitico” Golfo di Squillace, ad un estremo del litorale di Caminia, si apre sul “glauco mare” dei lirici greci la Grotta di San Gregorio. Qui, secondo un’antichissima leggenda agiografica, giungendo dall'Asia Minore, approdarono miracolosamente le reliquie di San Gregorio Taumaturgo, Padre della Chiesa del III secolo e Patrono di Stalettì, un paese ventoso svettante a picco sullo Ionio, quasi una nave alla fonda pronta a salpare.
La Grotta è il luogo originario del culto del Taumaturgo in Occidente, o almeno il suo principale e simbolico centro di irradiazione dopo la sua fioritura e diffusione nell’Oriente cristiano. Dal comprensorio di Stalettì, infatti, il culto di San Gregorio Taumaturgo, con la parziale distribuzione delle sue reliquie, si è propagato in diverse località italiane, raggiungendo successivamente la Spagna, il Portogallo e da qui i paesi dell’America latina, grazie all’azione dei Gesuiti e dei vice-re spagnoli all’epoca dell’espansione coloniale.
Da molti secoli le reliquie del Taumaturgo sono venerate a Stalettì nell’antica chiesa bizantina dedicata al Santo, e da sempre la Grotta è considerata dagli Stalettesi un luogo sacro. I più anziani raccontano, con devozione, della processione dal Santuario di Stalettì al mare di Caminia, fin dentro la Grotta del “miracoloso” approdo delle reliquie, che al tempo era accessibile via terra. Un’antica tradizione interrotta da un importante fenomeno di erosione della costa, che da oltre quarant’anni aveva isolato la Grotta di San Gregorio, rendendola raggiungibile soltanto via mare.
Ma l’antica tradizione della popolazione stalettese potrebbe rifiorire. Le intense mareggiate dei giorni scorsi hanno prodotto un fenomeno straordinario e insperato, restituendo l’accesso via terra alla Grotta. Laddove acque profonde circondavano scogli impervi si stende ora una bellissima spiaggia larga almeno 8-10 metri. Un evento naturale eccezionale, reso ancora più singolare dalla coincidenza con il progetto, in cantiere ormai da qualche mese, di riportare in processione la statua del Santo fino alla Grotta con l’ausilio di un’imbarcazione nell'ultimo tratto del percorso. La “coincidenza” è davvero sorprendente, ma “attraverso le coincidenze – sostenevano gli antichi greci - si manifesta la volontà degli Dei”.
La tradizione agiografica della Chiesa d’Oriente e d’Occidente attribuisce a San Gregorio Taumaturgo poteri portentosi, e fra questi quello di deviare il corso delle acque e di spostare le montagne. Non sto gridando al miracolo, non ne ho l’intenzione né la competenza, e lo spettacolo prodigioso della natura appaga oltremisura il mio bisogno di fascinazione. Ma in questa circostanza, richiamare la trama di una storia antichissima, che fa di questo luogo, remoto crocevia fra Oriente e Occidente, uno dei luoghi più suggestivi dell’intera costa ionica calabrese, serve a sottolineare la grandezza del “dono” restituito dal mare agli uomini del nostro tempo. Un luogo sacro, riconosciuto come tale anche in epoca classica, quando il sito, d’una bellezza incantevole, era stato dedicato al dio Vulcano.
Ora questo luogo è tornato pienamente fruibile. Che venga restituito alla devozione dei fedeli, alle antiche tradizioni della comunità locale e, aggiungo, all’esplorazione degli studiosi. La Grotta potrebbe rivelarsi un sito storico-archeologico di notevole interesse, e finora non è stata fatta oggetto di un’indagine scientifica adeguata. Naturalmente bisognerà proteggere la Grotta dagli appetiti selvaggi degli speculatori di turno. Credo sia già cominciata la corsa per l’accaparramento della concessione del “nuovo” tratto di spiaggia, e magari qualcuno starà già pensando d’installare un chiosco all’ingresso della Grotta per vendere bibite e gelati. Il territorio di Stalettì ha conosciuto in passato la speculazione più selvaggia, responsabile, con l’avvallo delle amministrazioni comunali del tempo, del saccheggio e della deturpazione del territorio. Almeno questa volta, la storia non si ripeta. RESTITUIAMO A QUESTA TERRA LA SUA ANIMA, E GIU’ LE MANI DALLA GROTTA!
Seguono due vedute dall’alto dell’ingresso alla Grotta di San Gregorio. Le foto sono dell’ing. Antonio Froio:

Prima della mareggiata


Dopo la mareggiata


L'antica processione di San Gregorio Taumaturgo
da Stalettì alla Grotta di Caminia

All'uscita dalla chiesa di Stalettì


Lungo la provinciale per Copanello


L'arrivo a Caminia


Davanti alla Grotta di San Gregorio a Caminia

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...