(Riceviamo e pubblichiamo)
Catanzaro – “Verso il PSC: recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente”: è stato questo il tema dell’incontro promosso dal Movimento “Due Mari per la Calabria”, presieduto da Enzo Morelli, che si è tenuto questo pomeriggio, nei locali delle Edizioni Ursini di Catanzaro. Relatore: Carlo Nisticò, presidente della Commissione Urbanistica della città.
“La motivazione portante per la valorizzazione del nostro territorio – ha sottolineato Carlo Nisticò - deve necessariamente rifarsi a concetti, sempre meno astratti, inerenti al recupero ed alla riqualificazione, attraverso il metodo della partecipazione e della condivisione. Metodo opportuno per raggiungere obbiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica attraverso le fasi proprie della concertazione, sussidiarietà e delle pari opportunità che rappresentano i cardini su cui si fonda la Legge Urbanistica Regionale. Una legge che, se ben attuata, può contribuire, non poco, al superamento della crisi congiunturale in atto”.
“Occorre innanzitutto premettere - ha proseguito il presidente della Commissione Urbanistica - che l’attuale crisi è il risultato del processo di deregulation della finanza e dei suoi riflessi sulle costruzioni. La bolla immobiliare appare materializzata a Barcellona come a Roma ed in tutta Europa. Invenduto e contrazione delle nuove costruzioni si spiegano con il fatto che si è costruito più di quanto i mercati non fossero in grado di assorbire. Nella nostra realtà Catanzarese, si può affermare che si è costruito male, senza obbiettivi condivisi e senza nessuna concertazione di base tra pubblico e privato. In questo modo il territorio è completamente sfuggito al controllo degli organismi preposti venendo così depauperato delle sue qualità storiche, ambientali e architettoniche”. Secondo il presidente della Commissione Urbanistica “per invertire questa pericolosa tendenza occorre promuovere e comunicare il valore dell’architettura come valore pubblico, sociale; occorre prestare attenzione alle prospettive di un cambiamento che tra alcuni anni potrà apparire come una vera e propria rivoluzione, segnata dalla sostenibilità considerata non solo nella sua componente energetica o tecnologica, ma anche sociale, economica, territoriale”
“Si tratta - ha aggiunto Carlo Nisticò - di un occasione di sviluppo cui tutti devono partecipare ed impegnarsi. Il settore edilizio nelle sue varie dimensioni ed articolazioni, architettura ed urbanistica, pubblico e privato, produzione, progettazione e realizzazione, è sempre stato storicamente, almeno negli ultimi due secoli, un modello di aggressione delle crisi economiche e di ripresa generale dell’economia. Ed è su questi presupposti che grava la capacità delle istituzioni politiche ed economiche di accordarsi al fine di raggiungere un obiettivo comune, al di là di quella crisi che oltre di tipo economico si appalesa come crisi culturale e civile. Questa analisi non vuole essere aprioristicamente pessimista, ma assume linfa da una lettura realistica di uno scenario politico del tutto aggrovigliato su esclusive problematiche interne, spesso dettate da un palese disinteresse nei confronti dei problemi dei cittadini, mentre i vertici dell’economia appaiono troppo spesso altrettanto occupati a difendere rendite di posizione della grande industria o della grande finanza. Vanno trovate quindi, risposte positive a due questioni prioritarie nella nostra realtà: ritrovare la strada di un alto senso etico delle istituzioni e dell’interesse comune e contrastare, tramite mirate politiche occupazionali,la perdita di dignità di ampie sacche dell’economia del nostro territorio”.
Per Enzo Morelli, invece, “urge procedere ad una integrazione con l’area lametina, senza tuttavia fare riferimento al passato (asse Catanzaro-Lamezia), ma creando veri presupposti di conurbazione. E’ necessaria una reale simbiosi tra le due città, per arrivare a sviluppare nuove direttrici che di fatto possano creare le condizioni per la gestione integrata del territorio quale premessa fondamentale per la concreta attuazione della Zona franca”.
“Etica e lavoro - hanno concluso Morelli e Nisticò - sono i principi ispiratori della nostra Costituzione. Ritrovare la strada di un alto senso etico delle istituzioni e dell’interesse comune significa nella lettura costituzionale assumere strade già tracciate da quel testo: la tutela della cultura, della ricerca e del paesaggio, lo sviluppo di un mercato rispettoso di regole prioritarie di tipo sociale, la sicurezza (anche nell’abitare) dei cittadini ed altro ancora. E’ opportuno leggere le ultime tragedie legate alla precarietà del nostro territorio, osservare la nostra geografia ed il nostro paesaggio come un monito da cui discende l’ineludibile necessità di interrompere fenomeni di abusivismo e di speculazione per porre in essere un piano di tutela e consolidamento dei nostri centri antichi e, soprattutto, di ricostruzione e di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente che oggi, in molte occasioni, dimostra tutta la sua inadeguatezza architettonica, urbanistica e strutturale”.
Vincenzo Ursini
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