Un errore politico, un segnale di debolezza, la scelta di una classe dirigente “vecchia” e compromessa.
di Domenico Condito
Il congresso del Partito Democratico è già deciso, e Pierluigi Bersani sarà il nuovo segretario della compagine politica che aspira a diventare maggioranza nel Paese. Le candidature di Franceschini e Marino servono a dare visibilità alle componenti “minoritarie” del partito, soprattutto in funzione della ridefinizione degli organigrammi e dei nuovi equilibri di potere. Un legittimo e comprensibile “gioco delle parti”, che è anche esercizio di democrazia, ma a scartamento ridotto.
di Domenico Condito
Il congresso del Partito Democratico è già deciso, e Pierluigi Bersani sarà il nuovo segretario della compagine politica che aspira a diventare maggioranza nel Paese. Le candidature di Franceschini e Marino servono a dare visibilità alle componenti “minoritarie” del partito, soprattutto in funzione della ridefinizione degli organigrammi e dei nuovi equilibri di potere. Un legittimo e comprensibile “gioco delle parti”, che è anche esercizio di democrazia, ma a scartamento ridotto.
L’accettazione della candidatura di Beppe Grillo avrebbe reso il dibattito del congresso meno scontato, senz’altro spigoloso, difficile e rischioso, ma più credibile agli occhi del Paese e dell’elettorato di centrosinistra. Avrebbe avuto il merito di favorire un confronto aperto, senza facili accomodamenti dialettici, sui nodi cruciali del Paese, primo fra tutti l’abnorme “conflitto di interessi” del presidente Berlusconi...
1 commento:
A política como jogo...
bj
Posta un commento