Ministero dell’Università e della Ricerca
CONSERVATORIO DI MUSICA
CONSERVATORIO DI MUSICA
“Stanislao Giacomantonio”
Portapiana - Convento di S. Maria della Grazie
COSENZA
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“Paola in jazz”
20-25 luglio
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Mercoledì 22 luglio
Concerti
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Pierluigi Balducci
Mercoledì 22 luglio
Concerti
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Pierluigi Balducci
Solo
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Davide Santorsola
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Davide Santorsola
Piano with String “Gershwin Era”
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John Taylor
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John Taylor
Piano Solo
Presentazione Intensive Program
Presentazione Intensive Program
"Conduction and music for large jazz ensemble:
composition and improvisation”
Progetto europeo, Conservatorio di Cosenza istituto capofila
Progetto europeo, Conservatorio di Cosenza istituto capofila
INGRESSO LIBERO
. Una serata di grande musica è programmata per mercoledì 22 luglio a Paola, cittadina tirrenica che ha stipulato un accordo triennale con il Conservatorio di Cosenza, per la realizzazione di attività didattica e di produzione artistica.
La seconda edizione di “Paola in Jazz”, in corso di svolgimento fino al 25 luglio, prevede una serata ricca di nomi prestigiosi. Nel complesso Sant’Agostino si esibiranno alcuni rappresentanti del migliore jazz nostrano. Pierluigi Balducci, bassista elettrico e contrabbassista, alle ore 21. Alle ore 21,30 Davide Santorsola col suo progetto “Gershwin Era” per pianoforte e archi.
Poi il palcoscenico sarà di una stella del firmamento europeo. Alle ore 22,30 suonerà John Taylor, pianista che per l’eleganza e il lirismo è considerato l’erede di Bill Evans.
E non finisce qui. Al Dawn Port Pub alle ore 23 concerto dopo festival del Quartetto Feletti-Sisca-Farina-Gallo.
Prima dell’esibizione di John Taylor, sarà brevemente presentato l’IP Intensive Program sull’improvvisazione jazzistica, un importante progetto internazionale di cui il Conservatorio di Cosenza è ideatore e capofila. Ne parleranno il sindaco di Paola, avv. Roberto Perrotta, l’assessore alla cultura di Paola, M° Ettore Ferrigno, il direttore del Conservatorio, M° Giorgio Reda, il responsabile del progetto M° Nicola Pisani.
L’ingresso è libero.
. La seconda edizione di “Paola in Jazz”, in corso di svolgimento fino al 25 luglio, prevede una serata ricca di nomi prestigiosi. Nel complesso Sant’Agostino si esibiranno alcuni rappresentanti del migliore jazz nostrano. Pierluigi Balducci, bassista elettrico e contrabbassista, alle ore 21. Alle ore 21,30 Davide Santorsola col suo progetto “Gershwin Era” per pianoforte e archi.
Poi il palcoscenico sarà di una stella del firmamento europeo. Alle ore 22,30 suonerà John Taylor, pianista che per l’eleganza e il lirismo è considerato l’erede di Bill Evans.
E non finisce qui. Al Dawn Port Pub alle ore 23 concerto dopo festival del Quartetto Feletti-Sisca-Farina-Gallo.
Prima dell’esibizione di John Taylor, sarà brevemente presentato l’IP Intensive Program sull’improvvisazione jazzistica, un importante progetto internazionale di cui il Conservatorio di Cosenza è ideatore e capofila. Ne parleranno il sindaco di Paola, avv. Roberto Perrotta, l’assessore alla cultura di Paola, M° Ettore Ferrigno, il direttore del Conservatorio, M° Giorgio Reda, il responsabile del progetto M° Nicola Pisani.
L’ingresso è libero.
Jonh Taylor
Fonte immagine: clicca qui
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JOHN TAYLOR - CURRICULUM
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John Taylor è diventato celebre per il suo approccio poco formale e quasi istintivo al piano. Appartiene interamente per anagrafe, cultura e sensibilità, a quella schiera di grandi musicisti europei (Surman e Garbarek su tutti) che hanno calato, immerso il jazz nella luce un po’ crepuscolare della musica europea del 900. Di quegli artisti per i quali Stravinskij o Debussy hanno contato quanto Coltrane. Non è un caso che di lui molti oramai parlino apertamente come dell’erede naturale di Bill Evans, che fu il più “europeo” fra i grandi pianisti jazz nord americani: stessa eleganza, stessa sensibilità “bianca”, stesso lirismo. Né è un caso che fra i musicisti di oltreoceano con i quali Taylor ha collaborato più intensamente ci siano aristocratici sognatori come Lee Konitz o raffinati sperimentatori come Gil Evans. Non è un caso che abbia militato a lungo sotto le insegne discusse dell’ECM, incontrando più e più volte oltre ai citati Surman e Garbarek, anche il lirico trombettista canadese Kenny Wheeler.
Nato a Manchester nel 1942 nei primi anni sessanta suona con piccole orchestre e ascolta soprattutto Oscar Peterson, Bill Evans, Herbie Hankock.Nel 1964 frequenta l’ambiente jazz di Londra: suona con il quintetto di Alan Skidmore, con l’ottetto di John Surman, con la cantante Norma Winstone che nel 72 diventa sua moglie. Nel 1977 con la Winstone e Kenny Wheeler fonda il trio “Azimuth”.Successivamente ha collaborato con il quintetto di Jan Garbarek, il quartetto di Aril Andersen e il quartetto di Miroslav Vitous con i quali ha suonato nei principali festival jazz.Negli anni novanta ha ripreso la collaborazione con John Surman in duo e quartetto (con Chris Laurance e John Marshall).Ha lavorato intensamente anche con Kenny Wheeler, con il quale, assieme anche alla cantante Norma Winstone ha suonato nel Trio “Azimuth”, una delle espressioni più suggestive di quel modo di fare musica che va sotto il nome di “ECM sound”. Il gruppo, nato nel 1977, è ancora oggi attivo. Da ricordare anche i dischi “italiani” con la voce di Maria Pia de Vito (“Phonè”, “Nel respiro” e “Verso” nel quale interviene anche la chitarra di Ralph Towner).
Notevole il successo ottenuto da “Rosslyn” pubblicato nel 2003, un trio con Joey Baron e quel Marc Johnson che di Evans fu l’ultimo contrabbassista. La dimensione del piano solo è la meno frequentata nella lunghissima carriera di Taylor. Solo tre dischi, l’ultimo dell’estate di quest’anno. Testimonianza di una ricerca che non si ferma.
Fra i suoi progetti più recenti ricordiamo la collaborazione con lo Smith Quartet, un progetto commissionatogli dalla Creative Jazz Orchestra e la partecipazione al Beethoven Fest 2002 di Bonn assieme a Kenny Wheeler.
.JOHN TAYLOR - CURRICULUM
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John Taylor è diventato celebre per il suo approccio poco formale e quasi istintivo al piano. Appartiene interamente per anagrafe, cultura e sensibilità, a quella schiera di grandi musicisti europei (Surman e Garbarek su tutti) che hanno calato, immerso il jazz nella luce un po’ crepuscolare della musica europea del 900. Di quegli artisti per i quali Stravinskij o Debussy hanno contato quanto Coltrane. Non è un caso che di lui molti oramai parlino apertamente come dell’erede naturale di Bill Evans, che fu il più “europeo” fra i grandi pianisti jazz nord americani: stessa eleganza, stessa sensibilità “bianca”, stesso lirismo. Né è un caso che fra i musicisti di oltreoceano con i quali Taylor ha collaborato più intensamente ci siano aristocratici sognatori come Lee Konitz o raffinati sperimentatori come Gil Evans. Non è un caso che abbia militato a lungo sotto le insegne discusse dell’ECM, incontrando più e più volte oltre ai citati Surman e Garbarek, anche il lirico trombettista canadese Kenny Wheeler.
Nato a Manchester nel 1942 nei primi anni sessanta suona con piccole orchestre e ascolta soprattutto Oscar Peterson, Bill Evans, Herbie Hankock.Nel 1964 frequenta l’ambiente jazz di Londra: suona con il quintetto di Alan Skidmore, con l’ottetto di John Surman, con la cantante Norma Winstone che nel 72 diventa sua moglie. Nel 1977 con la Winstone e Kenny Wheeler fonda il trio “Azimuth”.Successivamente ha collaborato con il quintetto di Jan Garbarek, il quartetto di Aril Andersen e il quartetto di Miroslav Vitous con i quali ha suonato nei principali festival jazz.Negli anni novanta ha ripreso la collaborazione con John Surman in duo e quartetto (con Chris Laurance e John Marshall).Ha lavorato intensamente anche con Kenny Wheeler, con il quale, assieme anche alla cantante Norma Winstone ha suonato nel Trio “Azimuth”, una delle espressioni più suggestive di quel modo di fare musica che va sotto il nome di “ECM sound”. Il gruppo, nato nel 1977, è ancora oggi attivo. Da ricordare anche i dischi “italiani” con la voce di Maria Pia de Vito (“Phonè”, “Nel respiro” e “Verso” nel quale interviene anche la chitarra di Ralph Towner).
Notevole il successo ottenuto da “Rosslyn” pubblicato nel 2003, un trio con Joey Baron e quel Marc Johnson che di Evans fu l’ultimo contrabbassista. La dimensione del piano solo è la meno frequentata nella lunghissima carriera di Taylor. Solo tre dischi, l’ultimo dell’estate di quest’anno. Testimonianza di una ricerca che non si ferma.
Fra i suoi progetti più recenti ricordiamo la collaborazione con lo Smith Quartet, un progetto commissionatogli dalla Creative Jazz Orchestra e la partecipazione al Beethoven Fest 2002 di Bonn assieme a Kenny Wheeler.
Pia Tucci - ufficio stampa Conservatorio di Cosenza tel. 3385048865
Alessia Frappi - Andrea Infusino - Melania Nuara - Saverio Pugliese - Fabio Sposato, studenti collaboratori dell’ufficio stampa.
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