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Catanzaro – Nuove interessanti ipotesi sulle minoranze etniche in Calabria sono state avanzate da Domenico Rotundo, calabrese di nascita ma residente da anni in provincia di Frosinone, dove insegna, autore del volume “Minoranze etniche, eretici, Ebrei e Turchesi in Calabria dal Medioevo al XVII secolo”, pubblicato di recente dalle Edizioni Ursini di Catanzaro.
Notizie e misteri che Rotundo esamina con l’arguzia dello storico più esigente, prendendo in esame documenti ufficiali e analizzando la ormai consolidata tradizione orale.
“Da questo studio, relativo alle minoranze etniche e agli eretici presenti in Calabria dal Medioevo al XVII secolo, - spiega l’autore - emerge, fra l’altro, che, contrariamente a quanto si crede, il brigantaggio in Calabria, nel Cinquecento, non fu causato dalle disagiate condizioni economiche e sociali in cui versava il popolo, ma ebbe un carattere politico-religioso (e diremmo anche esoterico) ove si consideri che nobili e di fede valdese erano ad esempio il Polino (ammiraglio turco-francese di Guardia Piemontese), Marco Berardi, il “Re della Sila”, figlio del barone di San Sisto dei Valdesi, e il feroce Cicala”.
Diversi indizi, secondo lo storico calabrese, “fanno inoltre ritenere che il pittore iniziato fiammingo Bruegel il Vecchio fosse sceso in Calabria, fino a Reggio, come spia, al seguito della flotta turca partita dal territorio dell’alleata Francia (Marsiglia)”.
“Nel volume – aggiunge l’editore Ursini – vengono, infine, riproposti, con alcune integrazioni chiarificatrici, due capitoli dell’opera “L’Alta Finanza ebraica e le rivoluzioni”, dello stesso autore, in considerazione dello stretto legame esistente fra l’attentato Zaniboni a Mussolini, organizzato nei sotterranei della chiesa valdese di Reggio Calabria, e il delitto Matteotti sul quale si getta nuova luce a causa del ruolo inquietante che in esso, molto probabilmente, ebbe l’ebreo Trebitsch Lincoln, agente segreto britannico e comunista, il quale preparò, per conto dei governanti occulti, addirittura l’avvento del Nazismo”.
Laureato in Pedagogia (indirizzo filosofico-storico) all’Università di Roma discutendo, con il professor Filiasi Carcano, la tesi “La problematica della salvezza nei suoi aspetti esoterici, cristiani, psicoanalitici e filosofici”, Domenico Rotundo è autore di decine di pubblicazioni, tra le quali: “Templari, misteri e cattedrali” (Roma, 1983); “Nel segno di Sion” (Ursini, 2000), “Scoperte e invenzioni di calabresi e in Calabria” (Ursini, 2002); “La Croce templare-teutonica di Veroli, Federico II e la Sindone” (Ursini, 2003), “Le origini calabre di S. Tommaso d’Aquino, i Teutonici e la Sindone” (Ursini, 2005), “Atlantide in Italia” (Ursini, 2008).
Di prossima pubblicazione: “Le segrete origini dell’Ordine del Tempio”, “I Templari in Ciociaria e in Calabria”, “Le origini italiche della Tradizione postdiluviana”, “Simone Martini a Veroli e ad Altomonte”, “Salome - Salomé, papa Celestino e i Templari”.
Notizie e misteri che Rotundo esamina con l’arguzia dello storico più esigente, prendendo in esame documenti ufficiali e analizzando la ormai consolidata tradizione orale.
“Da questo studio, relativo alle minoranze etniche e agli eretici presenti in Calabria dal Medioevo al XVII secolo, - spiega l’autore - emerge, fra l’altro, che, contrariamente a quanto si crede, il brigantaggio in Calabria, nel Cinquecento, non fu causato dalle disagiate condizioni economiche e sociali in cui versava il popolo, ma ebbe un carattere politico-religioso (e diremmo anche esoterico) ove si consideri che nobili e di fede valdese erano ad esempio il Polino (ammiraglio turco-francese di Guardia Piemontese), Marco Berardi, il “Re della Sila”, figlio del barone di San Sisto dei Valdesi, e il feroce Cicala”.
Diversi indizi, secondo lo storico calabrese, “fanno inoltre ritenere che il pittore iniziato fiammingo Bruegel il Vecchio fosse sceso in Calabria, fino a Reggio, come spia, al seguito della flotta turca partita dal territorio dell’alleata Francia (Marsiglia)”.
“Nel volume – aggiunge l’editore Ursini – vengono, infine, riproposti, con alcune integrazioni chiarificatrici, due capitoli dell’opera “L’Alta Finanza ebraica e le rivoluzioni”, dello stesso autore, in considerazione dello stretto legame esistente fra l’attentato Zaniboni a Mussolini, organizzato nei sotterranei della chiesa valdese di Reggio Calabria, e il delitto Matteotti sul quale si getta nuova luce a causa del ruolo inquietante che in esso, molto probabilmente, ebbe l’ebreo Trebitsch Lincoln, agente segreto britannico e comunista, il quale preparò, per conto dei governanti occulti, addirittura l’avvento del Nazismo”.
Laureato in Pedagogia (indirizzo filosofico-storico) all’Università di Roma discutendo, con il professor Filiasi Carcano, la tesi “La problematica della salvezza nei suoi aspetti esoterici, cristiani, psicoanalitici e filosofici”, Domenico Rotundo è autore di decine di pubblicazioni, tra le quali: “Templari, misteri e cattedrali” (Roma, 1983); “Nel segno di Sion” (Ursini, 2000), “Scoperte e invenzioni di calabresi e in Calabria” (Ursini, 2002); “La Croce templare-teutonica di Veroli, Federico II e la Sindone” (Ursini, 2003), “Le origini calabre di S. Tommaso d’Aquino, i Teutonici e la Sindone” (Ursini, 2005), “Atlantide in Italia” (Ursini, 2008).
Di prossima pubblicazione: “Le segrete origini dell’Ordine del Tempio”, “I Templari in Ciociaria e in Calabria”, “Le origini italiche della Tradizione postdiluviana”, “Simone Martini a Veroli e ad Altomonte”, “Salome - Salomé, papa Celestino e i Templari”.
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