giovedì 6 agosto 2009

18 anni fa l'assassinio del giudice Antonio Scopelliti - La lettera di Guido Rhodio, Sindaco di Squillace, al Presidente della Repubblica

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Signor Presidente,
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sono ancora vivissime nel Paese ed in me le alte parole da Lei pronunciate a Palermo, nel maggio scorso, con cui, commemorando i tragici fatti del 1992, additava i giudici Falcone e Borsellino come “grandi esempi morali”.
Siamo tutti grati a Lei per queste precise attenzioni ad avvenimenti che hanno tentato di scardinare la vita democratica delle nostre Istituzioni e soprattutto per questi nobili concetti che onorano la nostra Repubblica, come siamo tutti consapevoli che il Suo alto richiamo ingloba nel significato e nel valore del sacrificio di Falcone e di Borsellino anche quelli di tutti coloro che hanno immolato la loro vita con le stesse motivazioni ideali e con la stessa determinazione generosa dei due prestigiosi Magistrati prima ricordati.
Tra questi, mi permetta di ricordare la figura nobilissima ed esemplare del Giudice ANTONINO SCOPELLITI, che un anno prima, il 9 agosto 1991, anticipò in Calabria le stragi di Capaci e di Via D’Amelio, avviando una crudele e barbara successione di esecuzioni mafiose, purtroppo rimaste per tanti versi tuttora indecifrabili, come ci segnalano le diverse iniziative giudiziarie, anche di questi giorni in Sicilia.
Mi consenta di dirLe, Signor Presidente, che restano altresì tuttora assordanti nella mia mente e nel mio cuore le parole da me – allora Vice Presidente della Regione – udite dalla bocca del Giudice Falcone, nell’immediatezza del delitto, in casa Scopelliti : “dopo Nino (Scopelliti), ora tocca a me”, e che prefiguravano i tragici avvenimenti del 1992, purtroppo puntualmente e dolorosamente concretizzatisi.
Come restano tuttora senza seguito e senza convincente ascolto le preoccupazioni manifestate dal Giudice Antonino Caponnetto ad un gruppo di studenti calabresi, nel 1996, con queste parole: “Avete avuto un grande esempio in questa terra: Antonino Scopelliti, un grande magistrato. Gli ho voluto bene, conoscevo il suo impegno, la sua dedizione allo Stato. Eppure sembra che lo si voglia dimenticare, che lo si voglia rimuovere dalla coscienza. Perché questo silenzio su Scopelliti, anche se si sa tutto sul ‘come’ e sul ‘perché’ è stato ucciso? La sentenza di morte di Scopelliti fu firmata quando accettò di sostenere l’accusa nel maxiprocesso in Cassazione contro la mafia palermitana. Era il magistrato più coraggioso, più invulnerabile. Gli furono offerti 5 miliardi perché porgesse la mano ai boss in difficoltà. Era temuto per la sua intelligenza e la sua onestà. E come si può dimenticare un sacrificio di questo genere?”.
Ho osato sottoporre alla Sua attenzione e alla sua altissima sensibilità democratica e istituzionale questo mio stato d’animo di amministratore locale calabrese, mentre vengo a chiederLe di concedere l’onore alla mia comunità – a cui Ella ha di recente riconosciuto il titolo di Città – il Suo alto patrocinio per le manifestazioni che la mia Amministrazione sta organizzando per l’intitolazione, già formalizzata, di una strada ad Antonino Scopelliti, che spesso soggiornava in questo Comune, e ad altre vittime dell’odio mafioso, come il generale Alberto Dalla Chiesa.
Sicuro della Sua considerazione, sono ben lieto di ossequiarLa distintamente.
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Guido Rhodio, Sindaco di Squillace

3 commenti:

João Soares ha detto...

Ciao, Amigo
Feliz Aniversário:) Auguri
Obrigado pela postagem sobre agricultura biológica.
Um abraccio

Susete Evaristo ha detto...

O quê? Percebo bem o comentário anterior? O meu amigo faz anos?
Os meus parabens e um poema:

Dia de Anos

Com que então caiu na asneira
De fazer na quinta-feira
Vinte e seis anos! Que tolo!
Ainda se os desfizesse…
Mas fazê-los não parece
De quem tem muito miolo!


Não sei quem foi que me disse
Que fez a mesma tolice
Aqui o ano passado…
Agora o que vem, aposto,
Como lhe tomou o gosto,
Que faz o mesmo? Coitado!


Não faça tal; porque os anos
Que nos trazem? Desenganos
Que fazem a gente velho:
Faça outra coisa; que em suma
Não fazer coisa nenhuma,
Também lhe não aconselho.


Mas anos, não caia nessa!
Olhe que a gente começa
Às vezes por brincadeira,
Mas depois se se habitua,
Já não tem vontade sua,
E fá-los, queira ou não queira!


De João de Deus um grande poeta português. Um grande abraço

Domenico Condito ha detto...

Olá Joao e Susete!

Muito obrigado.
Fiquei imensamente feliz pelo carinho e pelo respeito...
Susete, o poema é lindíssimo!!!

Abraços amigos

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