Satriano - Con “Anime sulla collina”, pubblicato in questi giorni dalle Edizioni Ursini di Catanzaro, Menotti Ranieri esordisce in questi giorni come scrittore e lo fa con una scrittura scorrevole e leggera che invita il lettore a leggere d’un fiato l’intera storia. Un libro, insomma, che ben si colloca nel panorama della letteratura contemporanea per la freschezza delle immagini, la fluidità della narrazione e, soprattutto, la “contemporaneità” dei personaggi, tutti frutto di un’attenta osservazione della quotidianità che l’autore trasferisce, con dovizia di particolari nei dodici episodi che compongono la struttura del romanzo.
Nato a Satriano nel 1961, Ranieri si è laureato a Roma nel 1985 in Lingue e Letterature straniere moderne. Tornato in Calabria, dopo aver trascorso diversi anni in Inghilterra e negli Stati Uniti, insegna lingua inglese nell’Istituto Alberghiero di Soverato.
“Anime sulla collina”, inserito dalle Edizioni Ursini nella collana “I libri dell’elefantino”, rappresenta - come dicevamo - il suo esordio come narratore.
“Il libro - scrive ilo giornalista Fulvio Castellani - corre sul filo di un discorso che condensa la sua vita di uomo del Sud, Vincenzo Carvelli, rivisitata partendo dalla sua fase terminale e proseguendo via via lungo il percorso che lo ha indotto dall’infanzia alla maturità, dal suo ambiente natìo alla metropoli di New York, dalle difficoltà iniziali alla conquista della celebrità e del benessere. Un tragitto ricco di vicende, d’incontri, di amarezze, di piccole-grandi conquiste, di delusioni e di successive esplosioni di gioia per i traguardi che venivano raggiunti”.
Il sogno di Vincenzo è quello di diventare calciatore professionista o pittore, seguendo le orme del nonno artista. È molto legato al suo paese e, nonostante le difficoltà attraversate dalla famiglia, cerca in tutti i modi di affermarsi dove è nato e cresciuto.
L’autoritario zio Giacinto prova a convincerlo ad abbandonare l’aspirazione calcistica per quella creativa, spingendolo a trasferirsi in America dove potrebbe fare fortuna ed aiutare la sua numerosa famiglia. Ma il vero nucleo del romanzo è Satriano, il paese dal quale non si vuole staccare, con i suoi personaggi variegati e le loro storie intrecciate. Vincenzo e il fratello Giuseppe sono le figure attorno alle quali ruota la narrazione. Ad un certo punto i due sono costretti a trasferirsi, uno per motivi di lavoro a Roma, l’altro per seguire gli studi in un collegio di salesiani a Torre Annunziata. All’improvviso, un evento inaspettato sconvolge la famiglia Carvelli.
Gli avvenimenti si evolvono in un alone di mistero che sembra stravolgere la vita tranquilla del paese e coinvolge emotivamente gli abitanti i quali si ritrovano ad emergere come attori comprimari.
Nonostante l’atmosfera di povertà che si respira all’interno della narrazione, i personaggi non tendono mai ad essere vittime ed a lamentarsi della loro condizione. Sono tutti uomini e donne forti, dal carattere temprato e mai domo, pronti a contrastare il destino che si trovano di fronte.
Il romanzo di Ranieri ha il profumo intenso della genuinità, della magia di un tempo che non ha tempo, di una connotazione realistica che esce dal perimetro geografico di una comunità e di una famiglia per diventare veicolo di riflessione e di crescita sociale e umana. Un buon libro, insomma, che ben si colloca in quel filone della “letteratura dell’appartenenza e del senso dei luoghi”, tanto caro a Carmine Abate e a Vito Teti, altri due illustri autori calabresi dei nostri giorni.
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