E' stato un successo. Si lavora già per la seconda edizione.
Pianopoli. Intensa, insolita e ricca la giornata dedicata alla Festa del lavoro dal Comune di Pianopoli lo scorso 1° Maggio. Nonostante il cattivo tempo abbia scandito i momenti previsti dal programma a colpi di pioggia, l’entusiasmo e il lavoro degli artisti ospiti della manifestazione e la curiosità e la partecipazione della gente non sono stati compromessi.
Arte, discussione, teatro e musica si sono susseguiti come previsto, regalando momenti di vera condivisione con la mostra, l’installazione urbana, l’incontro, la performance teatrale e il concerto, dando anima e corpo allo slogan che ha caratterizzato questa prima edizione del “Pianopoli 1° Maggio” Lavoro è Cultura, ma, soprattutto, dando anima e corpo al messaggio dirompente che Pianopoli ha lanciato dal profondo sud Italia con indiscutibile energia, e cioè che: impegno, passione, conoscenza, azione, autonomia, pensiero critico e libera espressione producono lavoro.
Nell’intenzione del sindaco Gianluca Cuda, in totale sintonia con il direttore artistico Maria Rosaria Gallo, la manifestazione ha voluto suggerire e rappresentare un modo diverso di affrontare la questione lavoro, contrastando i toni retorici, patetici e vittimistici che solitamente caratterizzano questo fondamentale tema nel dibattito politico.
“La volontà - afferma il sindaco Cuda - è stata quella di lanciare un invito e una provocazione alla responsabilità verso più direzioni: frontale, ai singoli cittadini giovani e non più giovani; obliqua, a chi governa, mortificandola, una terra ricca e inesauribile di risorse umane e naturali come la Calabria; verticale, a chi ha il compito di contrastare una politica sciacalla che giorno dopo giorno distrugge le istituzioni e demolisce la società dalle fondamenta, non investendo qualitativamente nell’istruzione, nella formazione, nella ricerca e nella tanto abusata parola meritocrazia”.
La giornata del lavoro pianopolitana ha coinvolto tutte le fasce sociali e non ha trascurato nessun aspetto. La mostra Imagocrazia. Effetti collaterali (aperta fino a sabato 8 maggio, tutti i giorni con orari 10.30/12.30 - 17.30/19.30) ha rappresentato il momento dell’analisi del nostro tempo, mettendo in scena la caratteristica principale della vita contemporanea: la supremazia e il potere dell’immagine sulla vita degli individui e i condizionamenti di questa supremazia nei processi di formazione identitaria dei soggetti e, dunque, nel loro rapporto con il mondo. Tra pittura, scultura, fotografia e videoarte, si rivendica la naturale forza trasformante del lavoro in tutta la sua estensione e umanità nelle opere di: AVaspo in cui Lavoro è Esperienza estetica; Amélie Waldberg in cui Lavoro è Liberazione; Brunivo Buttarelli in cui Lavoro è Natura; Edita Voveryte con Lavoro è Sogno; Kristina Kurilionok in cui Lavoro è Identità.
L’installazione urbana Il Precariato di Pasquale Maria Cerra ha rappresentato il momento della denuncia, con una allegoria della condizione di sospensione e assenza di prospettive in cui versa quella parte di società che dovrebbe rappresentare la produttività e il futuro. L’incontro/dibattito, squisitamente condotto dalla giornalista televisiva Ketty Riolo, ha rappresentato un reale momento di confronto, delineando - non senza sofferenza - uno scenario di lavoro possibile nelle testimonianze degli ospiti/relatori (professionisti provenienti dai più svariati ambiti - ricerca, divulgazione, agricoltura, turismo, informazione) così come nelle testimonianze del pubblico presente. La performance teatrale ha rappresentato il momento della memoria storica nel racconto di Nino Racco di Storia di Salvatore Giuliano e la strage di Portella della Ginestra del 1° Maggio 1947. Nella travolgente musica de Le Rivoltelle, il concerto ha rappresentato, infine, l’energia, la sapienza e la determinazione di cui la Calabria è capace e con cui può e deve proiettarsi nel futuro.
Uno dei momenti chiave della festa del lavoro di Pianopoli che sintetizzano il significato dell'intera manifestazione è stato l'omaggio a Yuri Gagarin (primo uomo nello spazio) curato da Tommaso Sorrentino. Un momento dedicato all'avventura spaziale al fine di ricordare e ribadire quali frontiere l’uomo è capace di oltrepassare se si affida alla conoscenza, all’abilità e alla padronanza di sé. E proprio le parole dell'astronauta, immediatamente successive a quella incredibile esperienza, rammentano quale deve essere il dovere, dunque, il lavoro umano: "Girando intorno alla terra nella mia navicella spaziale mi sono meravigliato della bellezza del nostro pianeta. Popoli del mondo, preserviamo e miglioriamo questa bellezza, non distruggiamola" (Yuri Gagarin, 12 aprile 1961).
Uno dei momenti chiave della festa del lavoro di Pianopoli che sintetizzano il significato dell'intera manifestazione è stato l'omaggio a Yuri Gagarin (primo uomo nello spazio) curato da Tommaso Sorrentino. Un momento dedicato all'avventura spaziale al fine di ricordare e ribadire quali frontiere l’uomo è capace di oltrepassare se si affida alla conoscenza, all’abilità e alla padronanza di sé. E proprio le parole dell'astronauta, immediatamente successive a quella incredibile esperienza, rammentano quale deve essere il dovere, dunque, il lavoro umano: "Girando intorno alla terra nella mia navicella spaziale mi sono meravigliato della bellezza del nostro pianeta. Popoli del mondo, preserviamo e miglioriamo questa bellezza, non distruggiamola" (Yuri Gagarin, 12 aprile 1961).
Il sindaco di Pianopoli e la sua comunità, soddisfattissimi, sono già all’opera per la seconda edizione.
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