domenica 25 dicembre 2011

Celebrato il 50° anniversario del disastro ferroviario della "Fiumarella"

È nato anche un sito per ricordare e rendere omaggio alle 71 vittime, per lo più studenti, che nella tragica mattina del 23 dicembre del 1961 persero la vita nel disastro avvenuto nei pressi di Catanzaro: www.fiumarella.it 

Lo scorso 23 dicembre si è celebrato il 50° anniversario del disastro della "Fiumarella", tragico incidente ferroviario in cui persero la vita 71 giovani passeggeri, la maggior parte dei quali erano destinati ad una normale giornata scolastica prenatalizia.
Ad organizzare l'evento il sindaco di Conflenti Giovanni Paola, insieme con il sindaco di Carlopoli Mario Talarico e il sindaco di Gimigliano Massimo Chiarella. L'azienda FF.CC ha accolto la richiesta dei sindaci istituendo un convoglio speciale "Treno della Memoria" che oggi ha percorso lo stesso tratto ferroviario che fu fatale a 71 persone.
Sul treno sono saliti i Sindaci, in forma solenne, con fascia tricolore e Gonfalone (listato a lutto), nonché altre cinque espressioni (compresi i Vigili urbani) per ogni singolo Consiglio e/o Amministrazione Comunale; S.E. il Prefetto e S.E. il Questore di Catanzaro; la deputazione calabrese, provinciale, regionale e nazionale; Autorità Civili, Religiose e Militari; Dirigenti di Istituti Scolastici; Testate giornalistiche - stampa e televisione; sopravvissuti e familiari delle vittime.
Un destino amaro ha voluto che quel giorno si materializzasse il disastro ferroviario più grave, in termini di vittime, della storia della ferrovia italiana e che si spezzasse il futuro per i molti giovani scomparsi, ed anche per le loro famiglie, provate dalla sofferenza dei ricordi, ancora oggi non del tutto sopiti.
L'alto grado di coinvolgimento sociale, vissuto per gli effetti di tanti momenti luttuosi contemporanei in quel triste periodo natalizio, soprattutto nei centri di Decollatura (31 vittime) e Cicala (11 vittime), stimolano gli organismi istituzionali ad esaltare il valore della memoria e ad intraprendere doverosi percorsi commemorativi.
Anche il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, è salito oggi sul treno della memoria. Il sindaco ha partecipato, insieme ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime, e ai sindaci del Lametino, salendo alla fermata di Decollatura, la cittadina più colpita dal disastro con 31 vittime, per rappresentare la comunità di Lamezia Terme che ha vissuto questa tragedia "come se fosse sua".
"La comunità di Lamezia Terme – ha aggiunto il sindaco – si sente parte integrante delle comunità di Decollatura, Conflenti, Cicala, Serrastretta e di tutti i posti colpiti dalla tragedia. Per esprimere vicinanza Lamezia allestirà una mostra, come quella che in questi giorni si sta allestendo a Decollatura, per partecipare attivamente a questo particolare momento commemorativo".

Questo il percorso del treno della memoria:

SOVERIA MANNELLI: ore 7,10; ADAMI: 7,13; SAN BERNARDO: 7,17; DECOLLATURA: 7,20; SANTA MARGHERITA: 7,25; SERRASTRETTA-CARLOPOLI: 7,30; SAN PIETRO APOSTOLO: 7,38; CICALA: 7,45; MADONNA DI PORTO: 7,48; GIMIGLIANO: 7,54; CAVORA': 8,03; MADONNA DEL POZZO: 8,16; GAGLIANO: 8,18; CATANZARO CITTA': 8,26.

L'omelia del vescovo mons. Luigi Cantafora

Il treno si è fermato sul ponte della "Fiumarella" dove è stato osservato un minuto di raccoglimento.
A Decollatura, poi, la Santa Messa presieduta dal vescovo mons. Luigi Cantafora. Di seguito riportiamo l'omelia.
"1. Carissimi, ci troviamo oggi per pregare e ricordare insieme un evento doloroso che coinvolse tutta la zona pedemontana dell'Alto Lametino, il 23 dicembre del 1961.
Saluto tutti voi, qui convenuti, le autorità e in particolare i familiari delle vittime. Mancano due giorni al Natale e possiamo immaginare lo sgomento che ha colto la popolazione 50 anni fa.
La Parola del Signore, come sempre, illumina il nostro cammino, donandoci forza e coraggio.
Infatti il ricordo del passato, se non è guidato dalla Parola di Dio, diventa solo nostalgia e rammarico. Invece anche il dolore si può aprire alla speranza.
2. «Tutti i sentieri del Signore sono verità e grazia». Così abbiamo pregato nel salmo responsoriale e veramente possiamo dirlo con certezza: tutti i sentieri del Signore, proprio tutti, sono verità e grazia per chi osserva la Sua Parola.
Che cosa significa questo oggi per noi, che ricordiamo le vite di tanti giovani spezzate improvvisamente?
La parola del Signore in questo giorno ci viene profeticamente in aiuto per donare al nostro cuore la pace.
Il profeta Malachia annuncia infatti la venuta di un messaggero, l'angelo del Signore che, arrivando, purifica i figli di Levi, li affina come oro e argento perché possano offrire un'oblazione secondo giustizia.
«Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».
Questi giovani, queste vite, sono state gradite al Signore come un'offerta. Noi non conosciamo i sentieri del Signore, ma certamente Lui conosce tutte le nostre vie.
Queste morti ci hanno purificato, facendo emergere cosa ci sia veramente nel cuore dell'uomo, nel nostro cuore.
La Parola del Signore vuole aprirci al mistero di Dio.
È troppo facile prendersela con qualcuno, manifestare rabbia nei confronti delle Istituzioni – anche se sempre in ciò che accade ci sono responsabilità mancate o superficialità vissute; noi dobbiamo andare più in profondità.
3. Quello che è successo cinquanta anni orsono e che purtroppo succede ancora, nonostante la tecnologia avanzata e i moderni mezzi, ci dice una cosa molto semplice: l'uomo non ha il potere di gestire la vita. Siamo creature amate da Dio ma sempre creature, fragili, deboli.
Io sono certo, conoscendo la nostra gente, che quel fatto ha cambiato l'immagine della vita, la sua impostazione, le sue scelte: «Si, sono un soffio i figli di Adamo», recita ancora un salmo.
La giovinezza è infatti l'emblema delle forze, del futuro, di energie da spendere; eppure le giovani vite di tanti vostri figli sono state un'offerta gradita al Signore. Essi ci hanno detto che non conta il numero degli anni, ma il vivere bene il tempo che ci è donato.
Essi, anche se noi non lo sappiamo, hanno certamente preparato la via ad altri, ci hanno fatto riflettere sul senso della vita, sulla sua caducità e quindi ci aiutano a capire il vero valore della vita e le responsabilità che essa comporta.
Essi sono uno sprone per noi a vivere bene, con onestà, con gratuità, con generosità, a non lasciar scorrere le cose con trascuratezza, a non parlare a vanvera con i soliti luoghi comuni, ad essere veramente responsabili della cosa pubblica e a impegnarci per il bene comune.
4. Questo territorio ha dimostrato di essere capace di speranza; ha dimostrato una grande ripresa.
Occorre continuare sempre meglio per il bene di questi paesi.
Senza passato non c'è futuro. Ma la memoria dolorosa del passato, se viene illuminata dalla speranza evangelica, non si chiude in guscio, anzi si esprime con la solidarietà, la comprensione del dolore altrui, in una apertura della mente e del cuore universale, senza confini!
Carissimi, noi oggi preghiamo doverosamente per questi tanti figli della nostra terra che ci hanno improvvisamente lasciato, ma essi sono con noi nella Comunione dei Santi; hanno certamente pregato per voi e con voi.
La nostra vita infatti è segnata inesorabilmente dallo scorrere del tempo, che è un grande medico, ma essi vivono già nell'eternità, nella pace, in quella comunione con Dio che è vita, resurrezione, gioia piena.
5. Tra due giorni celebriamo il Natale: è Dio che scende dal cielo e, incarnandosi in un Bambino, viene a dirci che Dio ci ama.
Egli si fa vicino a noi, a voi, scegliendo la condizione più indifesa, più piccola, più povera. Egli è il Dio con noi.
Non sentiamoci soli dunque nelle fatiche della vita, nella vecchiaia, nelle malattie: abbiamo un Dio che è venuto e viene a visitarci: il Signore ha dato, il Signore ha tolto: benedetto il nome del Signore!, gridava Giobbe.
6. Chiediamo anche noi al Signore occhi sapienti per scorgere nei suoi sentieri la verità e la grazia; chiediamo un cuore purificato, reso puro dal crogiolo del dolore ma anche aperto alla speranza che la vita che è un dono grande da non sciupare e per il quale ringraziare sempre.
Infine dobbiamo considerare che la Natività del Figlio di Dio è un evento che prelude già alla Pasqua: egli è nato per donarci la vita e donarla in abbondanza, cioè tutta!
Consideriamo dunque il nostro nascere e il nostro morire come un dono da offrire al Signore
Se moriamo con Lui, con Lui anche risorgeremo. Questa è la vita che ci attende, carissimi.
Apriamoci dunque alla speranza cristiana che trova il senso dell'agire di Dio in ogni cosa e che spalanca in noi spazi di vita vera, di responsabilità, di dono.
Buon Natale!"

Fonte: Lamezia Click

Sul sito www.fiumarella.it è possibile ascoltare la "ballata della Fiumarella" di Giovanni Borromeo e consultare un'ampia documentazione sul tragico evento.

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