ROSARNO - A quasi 80 anni, Nina Taccone, grazie ai figli, corona il sogno di una vita e pubblica, con le Edizioni Ursini di Catanzaro, una bella raccolta di poesie e racconti dal titolo “Oltre il cuore”. Pur avendo coltivato sin da giovane la passione dello scrivere, partecipando a numerosi concorsi letterari, Taccone non aveva mai dato alle stampe alcun lavoro, se si esclude la presenza in qualche antologia, convinta com’era che le sue opere fossero il frutto di autentici momenti interiori che andavano conservati con grande gelosia nello scrigno della memoria.
“Autodidatta e casalinga - scrive di lei Ugo Verzì Borgese - possiede una sensibilità accorata che la ha spinta ad avvicinarsi alla poesia. Il verso l’aiuta a dipanare la sua personalità; la riflessione non priva di finezze rispecchia nella sua poesia le lacerazioni del suo animo di donna”.
La silloge poetica e narrativa, pubblicata nei giorni scorsi da Ursini, ci porge interamente l’anima dell’Autrice, ci dà una poesia del nostos; una poesia del ritorno della mente a fatti della giovinezza della Taccone, vissuti e rivissuti nel proprio cuore, dalla giovinezza all’età matura.
Sono episodi e personaggi rimasti vivi nel cuore di Nina Taccone, che, ora, in età matura, riprende liriche scritte in altro tempo; qualche altra lirica aggiunge oggi, alla luce di ulteriori letture e alla luce del suo sentimento palpitante, perché ella sente il bisogno di lasciare testimonianza della sua vita, del suo passare, delle persone che in altro tempo ed in altra stagione sono venute in contatto con lei. Ed il cuore di Nina sembra essere rimasto sempre semplice, sempre bello, sempre delicato.
“E delicata - aggiunge Ugo Verzì Borghese - è la poetessa a richiamare i tanti episodi della sua vita, i tanti personaggi con cui è venuta in contatto; e, soprattutto, con i familiari più stretti verso i quali ha sempre una parola di conforto e uno scatto di amorosa partecipazione.
Se è vero, com’è vero, che il tempo tutto cancella dalla memoria, la poetessa è dell’avviso che il suo libro servirà a lasciare ‘memoria’, l’impronta di un passare.
I motivi autobiografici, sia nei racconti e nelle poesie, ritornano costanti, dolci nella memoria; e la poesia, a mio parere, dove l’Autrice parla col cuore in mano, è “Un Diario”: un diario che “non ingiallisce e non si strappa” perchè “legato con i fili dell’amore”.
Nina Taccone non si sente ‘foglia morta’ pur nel tormento della vita, ma è una donna certa che “una nuova luce svelerà / questo mio ignoto pauroso/ e implorerò al Signore il suo perdono”.
Gli otto racconti inseriti nel volume sono anch’essi un ‘diario scritto col sangue’.
Le storie piccole di un microcosmo si dilatano nella sensazione dell’Autrice, che fa palpitare i personaggi, fa partecipare la natura a questi contesti narrati; una vita nella vita e per la vita.
“E’ bene - conclude Verzì Borgese - che il lettore si accosti, in punta di piedi e con la delicatezza ai racconti e alle liriche di Taccone e scopra, un po’ alla volta, durante la lettura, l’animo lirico di questa donna; il suo sentire; ne veda la semplicità ma al tempo stesso il suo amore al bello, al grande, al desiderato; di scoprire il desiderio di una poetessa di sciogliere nodi paurosi di un ignoto nella ricerca del perdono divino”.
Se è vero, com’è vero, che il tempo tutto cancella dalla memoria, la poetessa è dell’avviso che il suo libro servirà a lasciare ‘memoria’, l’impronta di un passare.
I motivi autobiografici, sia nei racconti e nelle poesie, ritornano costanti, dolci nella memoria; e la poesia, a mio parere, dove l’Autrice parla col cuore in mano, è “Un Diario”: un diario che “non ingiallisce e non si strappa” perchè “legato con i fili dell’amore”.
Nina Taccone non si sente ‘foglia morta’ pur nel tormento della vita, ma è una donna certa che “una nuova luce svelerà / questo mio ignoto pauroso/ e implorerò al Signore il suo perdono”.
Gli otto racconti inseriti nel volume sono anch’essi un ‘diario scritto col sangue’.
Le storie piccole di un microcosmo si dilatano nella sensazione dell’Autrice, che fa palpitare i personaggi, fa partecipare la natura a questi contesti narrati; una vita nella vita e per la vita.
“E’ bene - conclude Verzì Borgese - che il lettore si accosti, in punta di piedi e con la delicatezza ai racconti e alle liriche di Taccone e scopra, un po’ alla volta, durante la lettura, l’animo lirico di questa donna; il suo sentire; ne veda la semplicità ma al tempo stesso il suo amore al bello, al grande, al desiderato; di scoprire il desiderio di una poetessa di sciogliere nodi paurosi di un ignoto nella ricerca del perdono divino”.
1 commento:
Un libro splendido,un viaggio nel passato raccontato con semplicità.
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