Squillace (16.8.2008) - Confermata per domani pomeriggio, in Piazza Risorgimento, a partire dalle ore 18,00, la presentazione del libro “Brividi a Sud” (cinque storie di mistero, colori, sapori, odori ambientate in Calabria): primo volume di Rocco Pedatella, calabrese di nascita e manager di una multinazionale, pubblicato nei giorni scorsi dalle Edizioni Ursini di Catanzaro.
Proprio a Squillace è ambientata una delle cinque storie, dal titolo “Boa Boa” che sarà proposta ai presenti ad inizio manifestazione.
Alla presenza dell’autore, interverranno Guido Rodio, sindaco della città, Sarino Facciolo, dirigente medico, Ignazio Spanò, assessore alla Pubblica Istruzione, G. Battista Scalise, dirigente scolastico e responsabile culturale dell’associazione “Accademia dei Bronzi”.
Si tratta di cinque racconti lunghi incentrati su situazioni abbastanza strane e insolite, soprattutto per quanto attiene gli sviluppi conclusivi. Il tutto nel segno dei profumi e dell’ambiente calabrese (Squillace, Mandatoriccio, Tropea, Capo Rizzuto, Santo Stefano d’Aspromonte) e, naturalmente, del mistero ovvero di un insieme di suspence da cui fuoriescono le personalità dei vari personaggi, ancorati a loro volta in maniera ombelicale alla Calabria, a quelle radici di storia e di tradizioni (singolari, al riguardo, le ricette riproposte al termine dei singoli racconti: risotto alle more, farfalle all’ortolana, le friselle del nonno, linguine cozze e ceci, sardella calabrese) di cui vanno fieri un po’ tutti i giovani e i meno giovani di questi riuscitissimi “brividi”.
“Per rendercene conto (e lo faranno di certo i lettori, anche i più distratti) - scrive il giornalista Fulvio Castellani - sarebbe sufficiente soffermarci sulle pagine di chiusura delle storie “Boa Boa”, con Luca che al risveglio sente dire dagli amici dell’uccisione di un cane e di un delfino che lui, in sogno, sapeva di aver colpiti a morte; “L’autogrill”, con Vincenzo e Sarino che si confessano amore essendo gay fin dalla gioventù; “L’Organizzazione”, in cui le tre prove che hanno impegnato la giovanissima banda di ragazzini non risultano essere che delle semplici e ricorrenti bravate…”.
Certo è che la scrittura di Rocco Pedatella, efficace e pulita com’è, trasmette d’un subito interesse, coinvolge, appassiona, rende atmosfere decisamente di stampo thriller; un thriller, comunque, che fuoriesce dai canoni abitudinari e che lascia non poco amaro in bocca proprio per la singolarità di scene che anticipano la calata del sipario.
Ogni storia, pertanto (avvincenti e dai toni alti, ovviamente, anche le scene legate a “La vendetta” e “La confessione” con i personaggi ben scavati e resi con consumata maestria descrittiva), ha un suo andamento, un suo sviluppo ed una sua ragnatela di momenti più o meno magici, sempre in ogni caso ombelicamente uniti nel segno di una solida amicizia che accomuna i vari protagonisti dei racconti.
Da ciò non si può che rilevare la felicità stessa che Rocco Pedatella prova nello scrivere, nell’inventare e nel fotografare via via alcuni dei tanti angoli della Calabria a testimonianza del suo amore per una terra che è stata cantata e descritta da non pochi altri scrittori e poeti, anche contemporanei, molti dei quali sono stati accolti nelle collaudate collane delle Edizioni Ursini.“Una felicità scritturale - aggiunge Castellani - che sottende altri orizzonti, altre prove, altre incursioni nell’io degli altri e, perché no, di se stesso. Si, perché ogni “brivido” racchiude (almeno questa è la nostra impressione) un mondo che è stato e che è suo, e che vorrebbe poter consegnare anche a quanti amano, oltre una lettura scorrevole e di facile presa, le sfaccettature policrome di un ieri non proprio lontano e quel concerto di luci, di colori e di suoni che proviene dal saper coniugare il mare e l’ambiente anche aspro di una Calabria accogliente e dal volto non solcato dalle rughe del silenzio”.
Proprio a Squillace è ambientata una delle cinque storie, dal titolo “Boa Boa” che sarà proposta ai presenti ad inizio manifestazione.
Alla presenza dell’autore, interverranno Guido Rodio, sindaco della città, Sarino Facciolo, dirigente medico, Ignazio Spanò, assessore alla Pubblica Istruzione, G. Battista Scalise, dirigente scolastico e responsabile culturale dell’associazione “Accademia dei Bronzi”.
Si tratta di cinque racconti lunghi incentrati su situazioni abbastanza strane e insolite, soprattutto per quanto attiene gli sviluppi conclusivi. Il tutto nel segno dei profumi e dell’ambiente calabrese (Squillace, Mandatoriccio, Tropea, Capo Rizzuto, Santo Stefano d’Aspromonte) e, naturalmente, del mistero ovvero di un insieme di suspence da cui fuoriescono le personalità dei vari personaggi, ancorati a loro volta in maniera ombelicale alla Calabria, a quelle radici di storia e di tradizioni (singolari, al riguardo, le ricette riproposte al termine dei singoli racconti: risotto alle more, farfalle all’ortolana, le friselle del nonno, linguine cozze e ceci, sardella calabrese) di cui vanno fieri un po’ tutti i giovani e i meno giovani di questi riuscitissimi “brividi”.
“Per rendercene conto (e lo faranno di certo i lettori, anche i più distratti) - scrive il giornalista Fulvio Castellani - sarebbe sufficiente soffermarci sulle pagine di chiusura delle storie “Boa Boa”, con Luca che al risveglio sente dire dagli amici dell’uccisione di un cane e di un delfino che lui, in sogno, sapeva di aver colpiti a morte; “L’autogrill”, con Vincenzo e Sarino che si confessano amore essendo gay fin dalla gioventù; “L’Organizzazione”, in cui le tre prove che hanno impegnato la giovanissima banda di ragazzini non risultano essere che delle semplici e ricorrenti bravate…”.
Certo è che la scrittura di Rocco Pedatella, efficace e pulita com’è, trasmette d’un subito interesse, coinvolge, appassiona, rende atmosfere decisamente di stampo thriller; un thriller, comunque, che fuoriesce dai canoni abitudinari e che lascia non poco amaro in bocca proprio per la singolarità di scene che anticipano la calata del sipario.
Ogni storia, pertanto (avvincenti e dai toni alti, ovviamente, anche le scene legate a “La vendetta” e “La confessione” con i personaggi ben scavati e resi con consumata maestria descrittiva), ha un suo andamento, un suo sviluppo ed una sua ragnatela di momenti più o meno magici, sempre in ogni caso ombelicamente uniti nel segno di una solida amicizia che accomuna i vari protagonisti dei racconti.
Da ciò non si può che rilevare la felicità stessa che Rocco Pedatella prova nello scrivere, nell’inventare e nel fotografare via via alcuni dei tanti angoli della Calabria a testimonianza del suo amore per una terra che è stata cantata e descritta da non pochi altri scrittori e poeti, anche contemporanei, molti dei quali sono stati accolti nelle collaudate collane delle Edizioni Ursini.“Una felicità scritturale - aggiunge Castellani - che sottende altri orizzonti, altre prove, altre incursioni nell’io degli altri e, perché no, di se stesso. Si, perché ogni “brivido” racchiude (almeno questa è la nostra impressione) un mondo che è stato e che è suo, e che vorrebbe poter consegnare anche a quanti amano, oltre una lettura scorrevole e di facile presa, le sfaccettature policrome di un ieri non proprio lontano e quel concerto di luci, di colori e di suoni che proviene dal saper coniugare il mare e l’ambiente anche aspro di una Calabria accogliente e dal volto non solcato dalle rughe del silenzio”.
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