giovedì 11 giugno 2009

Sotto un altro cielo...

Papa Urbano VIII e la magia rituale di Tommaso Campanella.
Ovvero, la Chiesa e la superstizione: il pensiero fu… “mobile”!
.
“A Roma nel 1628 Papa Urbano VIII ricorse a Tommaso Campanella, filosofo e scienziato, di cui era vasta la reputazione come mago e che in precedenza era stato imprigionato per eresia. Il papa voleva premunirsi contro una eclissi che temeva avrebbe annunciato la sua morte. Tommaso Campanella e il papa sigillarono una stanza per impedire che vi entrasse aria dall’esterno, la tappezzarono con drappi bianchi e la profumarono bruciando aromi. Usarono due lampade per rappresentare il Sole e la Luna e cinque torce per pianeti. Riunirono pietre, piante e colori connessi con i benefici di Giove, Venere e il Sole e fecero suonare musica gioviale e afrodisiaca[1]. Tutto questo era volto al fine di creare uno spazio rituale, un piccolo cielo propizio costruito all’interno della stanza sigillata in sostituzione del cielo reale e ostile che era all’esterno. Si presupponeva che la forza e la potenza dell’azione rituale avrebbe salvaguardato il papa che si trovava nella stanza chiusa e che non avrebbe ricevuto gli effetti nefasti della realtà stellare che si stava preparando all’eclisse. Gli sforzi del filosofo furono evidentemente coronati dal successo, dato che Urbano VIII non morì nel 1628 ma nel 1644. Campanella e il papa costruirono ritualmente il simulacro di un cielo nella loro stanza sigillata: la potenza del cerimoniale non potrebbe avere una migliore rappresentazione”.
.
[1] Cfr. D.P. Walker, «Campanella e la magia» (trad. it.), in Magia e scienza nella civiltà umanistica, Bologna. Il Mulino, pp. 241-242.
.
Estratto da Cecilia Gatto Trocchi, La magia, Roma, Newton Compton editori, pp. 45-46.
.
Ermete Trismegisto o Mercurio Termassimo, che significa "Ermes il tre volte grandissimo", in un mosaico della Cattedrale di Siena .
Nell’atmosfera sincretica dell’Impero romano, al dio Ermes fu dato come epiteto il nome greco del dio egizio Thot. Entrambi erano gli dei della scrittura e della magia nelle loro rispettive culture. Ermete Trismegisto, in altre versioni, secondo la modalità dell’Evemerismo, era ritenuto un uomo figlio del dio Ermes, e nella Cabala, che fu ereditata dal Rinascimento, si immaginava che fosse un personaggio contemporaneo di Mosè e che comunicasse ai suoi adepti una saggezza parallela (l’etimologia occultista ha connesso i due creando il termine Thotmoses). Senz’altro singolare la sua rappresentazione all’interno di un edificio sacro cristiano.

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...