Mentre dalle nostre parti tutti guardavano agli incontri di Bruxelles sul pacchetto clima-energia, si è chiusa anche la Conferenza sul clima di Poznan.
Si è già detto che non era "clima" di grandi successi, per l'assenza di una delegazione USA targata Obama e per la difficile situazione interna dell'Europa, e dunque per la sostanziale mancanza di interlocutori autorevoli per la delegazione cinese, che invece si era presentata con le migliori intenzioni.
Sui giornali troverete le opinioni più varie, dalla piena soddisfazione espressa dal nostro Ministro Prestigiacomo alle opinioni estremamente negative di molti gruppi ecologisti.
Di fatto, le decisioni prese riguardano sostanzialmente l'aver fissato un calendario di lavoro da qui alla prossima conferenza di Copenhagen e il fatto di includere gli sforzi per preservare le foreste nei calcoli del prossimo protocollo, anche se le precise modalità di contabilizzazione si devono ancora decidere.
C'è poi tutto il capitolo dei fondi da destinare ai Paesi più poveri per adattarsi a cambiamenti climatici che già stanno facendo disastri sui loro territori... Questi Paesi hanno chiesto più volte di aumentare considerevolmente tale fondo, anche indicando itinerari sicuri, come quello di una "tassa" del 2% sugli scambi di emissione nei Paesi sviluppati. Tutto ciò non è stato possibile... e il fondo per l'adattamento è stato aumentato solo di poco, ben al di sotto delle esigenze reali.
Insomma, la situazione non era favorevole a novità eclatanti. Di fatto, siamo quasi al punto di prima della Conferenza. Solo che, mentre i Paesi sviluppati possono ancora attendere, i Paesi più poveri, che sono in genere anche quelli più vulnerabili, cominciano a non farcela più...
"Soddisfatti o rimborsati!" dicono i fornitori di alcuni prodotti... Beh, in questo momento i Paesi più poveri non sono né soddisfatti né rimborsati...
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