venerdì 14 maggio 2010

La politica del governo Berlusconi per la Calabria e il Mezzogiorno? Aumentare le tasse

Il pretesto è il deficit della Sanità. La verità è che Bossi pretende l’attuazione del federalismo fiscale, ma il Governo non sa dove reperire le risorse.
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La decisione è di questi giorni. Calabria, Lazio, Campania e Molise non potranno usare i fondi Fas (Fondo aree sottoutilizzate) per ripianare i deficit sanitari. La decisione del governo Berlusconi è stata comunicata ai governatori regionali interessati a margine della riunione dell’ultimo Consiglio dei ministri. In compenso, sono stati invitati ad aumentare le tasse per sanare il debito. Geniale! D’altronde le risorse sono poche e fra le priorità del Governo non figura certo la questione meridionale, ma il federalismo fiscale imposto dalla Lega Nord.
Il Governo, inoltre, non concede i fondi FAS alle regioni del Sud, ma li ha utilizzati per interventi che nulla hanno a che vedere con le finalità di tali fondi: il pagamento delle multe agli allevatori del Nord, le opere mai utilizzate per il G8 alla Maddalena, gli aiuti alla Grecia. Ma non li dà, sostiene l’ex governatore Loiero, neppure per la realizzazione delle infrastrutture, e alla Calabria toccano cinque miliardi.
Protestano contro la scelta del Governo, che penalizza fortemente le regioni meridionali, anche l'on. Angela Napoli (PDL) e il presidente di centrodestra della Regione Molise, Michele Iorio.
Il deficit sanitario della Calabria ha radici tanto profonde quanto antiche. Tutte le giunte regionali calabresi hanno contribuito, in varia misura, a determinarlo. Il problema è certamente grave, ma pensare di risolverlo imponendo alla regione l’aumento delle tasse è un’operazione iniqua, che costerà alla Calabria lacrime e sangue. Sarà peggio del terremoto del 1783. E’ solo il primo prezzo da pagare alla politica “secessionista” della Lega, asse centrale di un governo che ha ricevuto milioni di voti al Sud, ma le cui priorità stanno nel patto di ferro stretto fra Bossi e Berlusconi: le leggi ad personam in cambio del federalismo. In tutto questo la Calabria non ha avuto, non ha e non avrà voce in capitolo. Rimane “terra di pascolo”, un serbatoio di voti da raccattare con false promesse e prospettive illusorie. Un angolo remoto d’Italia da immolare alla devolution del volgar Senatur padano.
Domenico Condito
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