domenica 23 maggio 2010

Conservatorio di Cosenza, Teatro Rendano: Concerto per pianoforte e archi

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Ministero dell’Università e della Ricerca
CONSERVATORIO DI MUSICA
Stanislao Giacomantonio
Portapiana - Convento di S. Maria della Grazie
COSENZA
I grandi anniversari
Chopin e Schumann
nel bicentenario della nascita

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CONCERTO PER PIANOFORTE E ARCHI
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Costantino Catena (pianoforte), Gabriella Iusi (violino),
Francesco Solombrino (viola), Sandro Meo (violoncello)
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Musiche di Schumann
Cosenza, Teatro Rendano
Lunedì 24 maggio 2010 - ore 20.30
Ingresso libero

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Prosegue con successo il ciclo “I grandi anniversari: Chopin e Schumann”. Si tratta di otto concerti, programmati da aprile a settembre 2010 dal Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza per celebrare il bicentenario della nascita dei musicisti romantici, figure fondamentali della storia della musica.
I primi due appuntamenti sono stati interamente dedicati alla produzione pianistica di Chopin; dal terzo in poi la musica da camera è centrale, ma non mancano i brani per pianoforte solo, strumento prediletto di entrambi i compositori. Sarà così anche nel prossimo concerto, dedicato a Robert Schumann. Il pianista Costantino Catena eseguirà Grande Humoreske op. 20, poi si affiancherà alla violinista Gabriella Iusi, al violista Francesco Solombrino e al violoncellista Sandro Meo per il Quartetto op. 47.
Brani di grande impegno strumentale, affascinanti e molto coinvolgenti all’ascolto, che qui vengono affrontati da professionisti affermati e legati al Conservatorio di Cosenza in quanto docenti (Catena, Solombrino, Meo) ed ex allieva (Iusi), nonché dallo stesso Conservatorio invitati a creare il gruppo in occasione del ciclo di concerti.
L’appuntamento è per lunedì 24 maggio alle ore 20.30 al Teatro “Rendano” di Cosenza. Come di consueto per le manifestazioni del “Giacomantonio”, l’ingresso è libero.

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Note di sala a cura di Daniela Piraino
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R. Schumann: Grande Humoreske op. 20
Schumann in questa composizione pianistica cerca di indagare la natura dell’umorismo servendosi della musica. Per lui, l’unione tra sentimento e umorismo conduce alla “massima potenza della genialità”.
Inoltre ha la convinzione, molto diffusa all’epoca, che l’umorismo sia una categoria estetica tra le più importanti e che sia profondamente radicato nella nazione tedesca, come spiegò a un suo ammiratore.
Il brano, secondo l’autore, vuole essere “felice esaltazione del sogno e di spirito bizzarro”, ma anche “poco allegro […] malinconico”. Dunque siamo lontani dall’attuale accezione del termine umorismo.
Formalmente si presenta come una sequenza di variazioni in cui si ravvisano chiaramente derivazioni strutturali tripartite o proprie del rondò. Tuttavia una categorizzazione dell’opera sarebbe impropria; meglio parlare di sezioni in contrasto che si avvicendano rapidamente nel moto e nel carattere. Momenti sognanti, cantabili, di travolgente sensibilità si alternano ad altri di febbrile inquietudine, ansia crescente e turbinosa in un vorticoso accelerando. Tutti i contrasti hanno luogo in uno stretto ambito tonale intorno a si bemolle e sol minore. L’epilogo si identifica in una tenera meditazione cui segue una stretta coda fatta di accordi in successione cromatica discendente e spirali di semicrome alla sinistra. Scritta nel 1839, la Grande Humoreske op. 20 di Schumann è composizione dal carattere enigmatico, complesso e monumentale, capace di creare “un proprio mondo autonomo, separato dalla realtà, ma pienamente espressivo” (Charles Rosen).
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R. Schumann: Klavierquartett op. 47
Scritto tra l’ottobre ed il novembre 1842- con dedica al conte russo Mathieu Wielhorsky, portato in pubblico nel 1844 ed edito l'anno seguente- il Quartetto in mi bemolle maggiore op. 47 si caratterizza per una scrittura sottilmente viva, venata di malinconia struggente, che testimonia in musica un'emozione intima e accorata.
Le suggestioni letterarie di Jean Paul e di Hoffmann, i moti romantici tesi a liberare gli istinti contraddittori dell'animo attraverso una forma generata dall'espressione, trovano in quest’opera un vero e proprio manifesto.
La composizione, contraddistinta da affascinanti intrecci strumentali, si compone di quattro movimenti: un "Allegro ma non troppo", preceduto da una sezione "Sostenuto assai"; un breve "Scherzo: Molto vivace"; un tenero "Andante cantabile"; un "Finale: Vivace". Quest’ultimo tempo conduce a una conclusione dalla tensione emotiva esuberante, in cui gli elementi contrappuntistici, presenti sin dal primo movimento, maturano in estensione e compiutezza, creando un effetto trascinante.
Il Quartetto op 47, come il Quintetto op. 44, è legato alla figura di Clara Wieck Schumann: in molte occasioni, è lei la prima esecutrice della musica di suo marito Robert. Pianista di straordinario valore, Clara è l’interprete perfetta per musiche quali il terzo movimento del Quartetto, pagina ispirata e di profondo lirismo, all’apice dell’espressività musicale di Schumann.

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