mercoledì 17 settembre 2008

La 'ndrangheta all'assalto degli appalti per l'Expo 2015 a Milano

Le indagini della Procura di Busto Arsizio chiamerebbero in causa politici di Forza Italia. Dopo il grido "Roma ladrona", il Senatur avrà il coraggio di scagliarsi contro "Milano abbuffona"?

di Domenico Condito

La generale condizione di degrado della Calabria costituisce una drammatica emergenza nazionale, e la 'ndrangheta è ormai riconosciuta come la più efferata e potente organizzazione criminale del mondo. Se da un lato urge una generale assunzione di responsabilità della società calabrese per un radicale rinnovamento della vita civile e culturale della regione, dall’altro c’è anche la chiara consapevolezza che senza l’intervento determinato dello Stato la battaglia per il riscatto della nostra Terra andrà perduta. Ma le notizie che arrivano da Milano, relative ad esponenti del principale partito di governo del nostro paese, non sono affatto rassicuranti al riguardo. È risaputo che la 'ndrangheta ha da tempo messo radici al Nord, facendo di Milano il suo principale centro di malaffari nel nostro paese. Proprio in questi giorni la stampa nazionale ci ha informato dei tentativi della 'ndrangheta di mettere le mani sugli appalti per l’Expo 2015, entrando in collusione con imprenditori e esponenti politici del Nord. La Procura di Busto Arsizio (Varese), che sta indagando da tempo sulla vicenda, ha aperto un fascicolo, destinato a essere trasferito alla Procura distrettuale Antimafia di Milano. In mano ai magistrati ci sarebbero intercettazioni e resoconti d’incontri “informali”, che porterebbero ai nomi di due esponenti di Forza Italia: Vincenzo Giudice, Consigliere comunale a Milano e presidente della società Zincar, e di Massimilano Carioni, Consigliere provinciale a Varese e Assessore all’Urbanistica a Somma Lombardo (Varese). Sia Giudice che Carioni negano di essere entrati in collusione con la 'ndrangheta, ma Forza Italia trema. Chissà se questa volta il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, sarà così solerte e attivo, così come lo è stato nei confronti degli extracomunitari, e se il Senatur, dopo il grido “Roma ladrona”, avrà il coraggio morale e civile d’indignarsi contro “Milano abbuffona”.

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