domenica 7 settembre 2008

Eccezionali rinvenimenti archeologici nel castello di Squillace

Gli scavi sono stati affidati dal Comune di Squillace alla professoressa Chiara Raimondo, dell'Università della Calabria.

di Salvatore Taverniti

SQUILLACE - Altri rinvenimenti eccezionali nel castello di Squillace (nella foto a lato, di Laura Za). Lo scheletro di un infante e un ambiente sotterraneo accessibile da una botola, oltre a vari resti di oggetti in ceramica e altro materiale sono stati trovati nei giorni scorsi durante l’intervento di scavo in atto. Il 9 giugno scorso, nell’ambito di un intervento di recupero del castello di Squillace, è stato dato l’avvio ad una nuova campagna di scavi archeologici diretti dalla Soprintendenza Archeologica della Calabria e finanziati dall’amministrazione comunale di Squillace. Gli scavi sono stati affidati dal Comune alla professoressa Chiara Raimondo, dell'Università della Calabria, che si avvale della collaborazione di archeologi medievisti e specialisti del settore dei rilievi topografici. Il castello era già stato oggetto di un’indagine archeologica tra il 1990 e il 1994 che aveva permesso di chiarire almeno in parte le fasi costruttive che caratterizzarono il complesso fortificato tra il XIII e il XVI secolo. In quell’occasione erano stati rinvenuti, tra l’altro, gli scheletri di due guerrieri, che di recente sono stati ricomposti in apposite teche nel museo del castello squillacese, dopo gli studi effettuati da Gaspare Baggieri, antropologo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il nuovo intervento è finalizzato a puntualizzare gli eventi riferiti a quel periodo storico e a definire la cronologia e le dinamiche della fondazione del castello. Lo scavo interessa attualmente l’area palaziale, le torri federiciana e angioina e un’area esterna al cassero adiacente al mastio normanno. Proprio in quest’area, alcuni giorni fa è stata ritrovata la piccola sepoltura, semplicemente scavata nella terra, che accoglieva un infante deposto in posizione supina. La tomba, orientata ad est, era delimitata da pietre e frammenti di tegole poste di taglio ed era priva di corredo, come peraltro tipico nelle tombe cristiane medievali. La sepoltura risale al periodo tra la seconda metà e la fine del XIII secolo. Nella torre angioina è stato portato alla luce un ambiente sotterraneo che ospita una feritoia trecentesca rivolta a difendere l’entrata al castello e due bocche da fuoco relative alle nuove macchine da difesa entrate in uso a partire dal XV secolo. All’ambiente si accedeva solo tramite una botola aperta nel pavimento del piano superiore.
Informato del nuovo rinvenimento sepolcrale, Baggieri ha affermato che “trattandosi delle ossa di un infante, lo stato di conservazione nel complesso appare discreto”. “Non è possibile attribuirne il sesso – ha aggiunto – in quanto questo si apprezza dopo la pubertà. La morte è presumibile che sia avvenuta tra i due e i cinque anni d’età. Una volta analizzati con attenzione i resti ossei, si potrà stabilire l’età esatta dai denti e dall’accrescimento osseo. Lo spostamento di alcune ossa, l’anca di destra scivolata in basso, il femore di sinistra finito sopra quello di destra, la mandibola rovesciata in basso sono indicativi di movimenti meccanici, come un terremoto, sulla disconnessione post mortem dei legamenti. A prima vista non appaiono traumi, per cui l’infante potrebbe essere deceduto per malattia infettiva. La sepoltura di tipo primario protetta da un contorno di pietre presenta un interesse di primo piano, anche se povera emerge la commozione deposizionale: deposto in fossa avvolto probabilmente del solo sudario. Non mi sorprende se nello stesso luogo venissero rinvenute altre tombe infantili: sarebbe un’area sacra all’interno del castello ben identificata”. Lo scheletro rinvenuto è stato ricomposto nella sala del museo del castello, in attesa degli esami scientifici e della definitiva sistemazione per la fruizione al pubblico.
Il sindaco di Squillace, Guido Rhodio, ha messo in risalto l’importanza dei ritrovamenti all’interno del castello normanno che stanno a sottolineare il ruolo fondamentale di Squillace come crocevia della storia europea. “Gli scavi archeologici – ha aggiunto Rhodio – si inseriscono in un percorso che porterà sicuramente a scoperte interessanti del periodo medievale. Mi auguro che la Regione conceda l’ulteriore finanziamento già richiesto per proseguire queste indagini archeologiche”.
Gli scavi, che proseguiranno ancora per alcuni mesi, permettono, inoltre, di raccogliere moltissime informazioni sulle produzioni ceramiche tipiche di Squillace tra il XIII e il XVIII secolo, sulle suppellettili in vetro, in metallo e su molti altri manufatti della vita quotidiana del castello.

Gli scavi archeologici in corso nel castello di Squillace

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