CATANZARO - “Un’opera avvincente di narrativa impegnata che ad una generazione stordita dalle mode parla di una dimensione altra e totalizzante”. E’ il commento di Fabrizio Tonna al volume “Il Re degli alchimisti” di Jakob Phanus, pseudonimo di un noto studioso catanzarese, pubblicato di recente dalle Edizioni Ursini.
Si tratta di uno stralcio della vita, romanzata, ma con reali riferimenti storici, dell'alchimista Raimondo Lullo.
Phanus va al di là della diatriba se sia veramente Lullo, o lo pseudo-Lullo, l'autore di numerosi testi alchemici a suo nome, molti dei quali sono raccolti nella Biblioteca Chemica Curiosa e nel Theatrum Chemicum.
Al protagonista "storico", Lullo, l'Autore ne affianca uno inventato, Mundanus. Dai dialoghi e dalle interazioni fra i due, Phanus mette anche, fra le righe, il frutto del suo studio e delle sue tante traduzioni.
Ricercatore molto conosciuto soprattutto nel Nord-Italia, Phanus si è specializzato nella traduzione dal latino di testi medievali. Apprezzatissima la sua presentazione delle epistole di Sendivogio. Dalle lunghe conversazioni davanti i forni, ha ricavato idee chiare su una dottrina sconosciuta; idee che hanno ispirato questo suo romanzo che Ursini ha inserito nella collana “Incontri”.
“L’autore - aggiunge Fabrizio Tonna - ci presenta un Lullo teologo, che non disdegnò di avvicinarsi alla Scienza, a torto vista come in contraddizione con il pensiero della Cristianità Medievale. Egli è capace di trasmettere nel linguaggio sobrio di chi conosce l’Opera, alcune tappe fondamentali del cammino. Del resto, già altri eminenti teologi si erano azzardati in quella direzione, utilizzando un linguaggio in parte velato, tale da far trasparire un concreto interesse.
Spesso Lullo viene egli stesso dicotomizzato dagli storici che ne vogliono vedere ora il Teologo (e non Alchimista), ora l’Alchimista (e mai il Teologo). Poco importano la paternità dei testi o le reali esigenze dei personaggi; la disputa sul “vero autore” è destinata ad essere infinita e, forse, senza risposta.
Jacob Phanus lascia aperto il problema sull’autenticità di Lullo alchimista, collocando, sullo scenario storico del Duecento tormentato, due protagonisti, Lullo e Mundanus.
L’interesse su Lullo, venerato in Spagna come Beato, non è mai cessato e molti scrittori hanno approfondito l’argomento nel corso dei secoli ed in particolare negli ultimi decenni.
“Il romanzo di Phanus - sottolinea Tonna - svela e rivela i segni della grande opera, filtrati nelle espressioni sublimi dei canti poetici che si ispirano al bellissimo libro lulliano dell’amico e dell’amato, anche nella trama avvincente della narrazione che necessariamente cede talvolta il passo a brani di saggistica. Spesso l’autore sacrifica il dato biografico per celebrare significati e messaggi trascendenti l’evento umano, col risultato meritevole di rendere interessante ed attraente una dottrina che può dire qualcosa di suo anche alla scienza moderna continuamente sottoposta alla falsificabilità”.
Si tratta di uno stralcio della vita, romanzata, ma con reali riferimenti storici, dell'alchimista Raimondo Lullo.
Phanus va al di là della diatriba se sia veramente Lullo, o lo pseudo-Lullo, l'autore di numerosi testi alchemici a suo nome, molti dei quali sono raccolti nella Biblioteca Chemica Curiosa e nel Theatrum Chemicum.
Al protagonista "storico", Lullo, l'Autore ne affianca uno inventato, Mundanus. Dai dialoghi e dalle interazioni fra i due, Phanus mette anche, fra le righe, il frutto del suo studio e delle sue tante traduzioni.
Ricercatore molto conosciuto soprattutto nel Nord-Italia, Phanus si è specializzato nella traduzione dal latino di testi medievali. Apprezzatissima la sua presentazione delle epistole di Sendivogio. Dalle lunghe conversazioni davanti i forni, ha ricavato idee chiare su una dottrina sconosciuta; idee che hanno ispirato questo suo romanzo che Ursini ha inserito nella collana “Incontri”.
“L’autore - aggiunge Fabrizio Tonna - ci presenta un Lullo teologo, che non disdegnò di avvicinarsi alla Scienza, a torto vista come in contraddizione con il pensiero della Cristianità Medievale. Egli è capace di trasmettere nel linguaggio sobrio di chi conosce l’Opera, alcune tappe fondamentali del cammino. Del resto, già altri eminenti teologi si erano azzardati in quella direzione, utilizzando un linguaggio in parte velato, tale da far trasparire un concreto interesse.
Spesso Lullo viene egli stesso dicotomizzato dagli storici che ne vogliono vedere ora il Teologo (e non Alchimista), ora l’Alchimista (e mai il Teologo). Poco importano la paternità dei testi o le reali esigenze dei personaggi; la disputa sul “vero autore” è destinata ad essere infinita e, forse, senza risposta.
Jacob Phanus lascia aperto il problema sull’autenticità di Lullo alchimista, collocando, sullo scenario storico del Duecento tormentato, due protagonisti, Lullo e Mundanus.
L’interesse su Lullo, venerato in Spagna come Beato, non è mai cessato e molti scrittori hanno approfondito l’argomento nel corso dei secoli ed in particolare negli ultimi decenni.
“Il romanzo di Phanus - sottolinea Tonna - svela e rivela i segni della grande opera, filtrati nelle espressioni sublimi dei canti poetici che si ispirano al bellissimo libro lulliano dell’amico e dell’amato, anche nella trama avvincente della narrazione che necessariamente cede talvolta il passo a brani di saggistica. Spesso l’autore sacrifica il dato biografico per celebrare significati e messaggi trascendenti l’evento umano, col risultato meritevole di rendere interessante ed attraente una dottrina che può dire qualcosa di suo anche alla scienza moderna continuamente sottoposta alla falsificabilità”.
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