CATANZARO - Dopo ben 17 libri di poesie, racconti, saggi, e la monografica “L’equilibrio dell’interiorità” curata da Fulvio Castellani, Rosa Minei Astarita, docente di Lettere in pensione, pubblica in questi giorni, sempre per i tipi delle edizioni Ursini di Catanzaro, un nuovo corposo volume di narrativa dal titolo “Lungo i chiostri”.
Citata nell’opera “Poeti Moderni Contemporanei” e nel “Dizionario dei Poeti”, nonché nella “Storia della letteratura italiana” di Miano, Minei ha vinto decine di premi ed è presente in alcune antologie scolastiche.
“Lungo i chiostri” si articola in diciassette racconti a sé stanti e compiuti, ombelicalmente collegati, comunque, l’uno all’altro sia per la presenza quasi sempre di un chiostro, sia per il fatto che il narrato vive alla grande il desiderio di luce interiore che trova compiutezza nell’altro, nella gioia del dare e del ricevere.
“È sempre stato un piacere - scrive il giornalista Fulvio Castellani, nell’introdurre il testo - leggere le pagine che Rosa Minei Astarita ha via via mandato in onda con un tocco di estrema sincerità e d’amore per la vita, per quanti agiscono accanto a lei, per chi soffre e spera in una mano amica. Lo è stato e lo è anche in questa circostanza; sì, perché appena ho aperto il primo squarcio del suo percorso di vita ho riassaporato, in maniera intensa, il profumo inconfondibile della sua umanità e del suo saper veicolare emozioni forti, genuinamente ancorate alla quotidianità di un passato vissuto e di un presente in attesa”.
Ogni racconto è una piccola-magica storia che si sviluppa e si concretizza a tu per tu con un Convento e, di conseguenza, all’ombra di un chiostro, ossia in un luogo dove l’accoglienza non è una moda ma una vocazione, dove l’amore e la fede svolgono un ruolo di primaria importanza in direzione dell’Oltre, di Dio, dell’Amore per eccellenza.
“Basterebbe soffermarci sul primo racconto, che non a caso dà il titolo al libro, - aggiunge Castellani - per comprendere a fondo quello che è il mondo di Rosa Minei Astarita e per suggerne la bellezza, le sfumature, i rimandi talvolta storici, gli arcobaleni di luce che ogni momento del vivere è in grado di offrire anche in frangenti legati a difficoltà pratiche, alla paura, alla sofferenza, al doversi dare in maniera forzosa…”.
C’è anche la guerra, la presenza dei soldati in paese, l’attesa di un padre sofferente che trova il sorriso davanti al Santissimo Sacramento… a tratteggiare i vari racconti che si susseguono sempre compenetrati di umanità e di fede.
La figura di Donna Rusinè, madre di sette figli e con il marito non in grado di lavorare, troneggia poi per quel dover agire allo scopo di sfamare la famiglia usando quanto ogni soldato pretende in cambio di pane e di altri generi di prima necessità.
“Leggendo e rileggendo questa raccolta di racconti o, se preferiamo, questi scampoli di vita (singolari ed efficaci quanto mai i dialoghi in dialetto che ci danno la freschezza di una parola che ora la modernità globalizzante va, purtroppo, frantumando) ecco, pertanto, - conclude Castellani - che non posso che confermare quanto da me scritto nella monografia dedicata a questa brava scrittrice e poetessa, ossia che la sua scrittura evidenzia a tutto tondo un equilibrio interiore che trasuda purezza spirituale, relazione continua con l’umanità che la circonda e con l’ambiente magico della sua terra d’origine. Un ambiente che, in questo caso, si tonifica ulteriormente con la presenza dei chiostri e grazie all’irradiarsi di una luce che non ha eguali, quella luce, per intenderci, che nel racconto conclusivo, il padre della “piccola Fracci” si ritrova sul viso nel momento della sua dipartita: quella di Dio.
«La fede fabbrica un ponte da questo mondo all’altro», ha scritto Edward Young, ed un tanto è il messaggio che fuoriesce da questa nuova fatica letteraria di Rosa Minei Astarita, inserita dalle edizioni Ursini di Catanzaro nella collaudata collana “Incontri”.
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