CATANZARO, 23 gen. - Michelangelo Tripodi, dopo la denuncia delle gravi responsabilità politiche che emergono dall’approvazione del provvedimento sul federalismo fiscale, entra nel merito delle “devastanti conseguenze” che la riforma federalista, così come concepita, avrà nel Sud”.
“Altro che federalismo fiscale e solidale come lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri aveva dichiarato nel discorso alle Camere - sottolinea il segretario del PdCI -. Quella fatta è una scelta allucinante, ottusa e che non farà altro che aumentare il conflitto sociale, penalizzando pesantemente le regioni più deboli e, in particolare, la Calabria. Come temevamo si sta consumando la netta divisione in due del Paese, con il Mezzogiorno letteralmente abbandonato a se stesso, in spregio anche alla conferenza delle regioni meridionali che auspicava il federalismo fiscale fissando dei livelli minimi elementari di solidarietà sui quali far partire la proposta di riforma. Così com'è stata concepita invece la riforma azzera di fatto la possibilità per la parte più debole del Paese di continuare ad esercitare le sue funzioni costituzionali non avendo a disposizione i mezzi indispensabili, i livelli elementari di autosufficienza per garantire un minimo di servizi. In sostanza a passare è il modello di federalismo fiscale proposto dall’asse lombardo-veneto targato Lega Nord e Popolo delle Libertà che trattiene per sè quasi tutto il reddito prodotto senza spazi di nessun tipo per un federalismo fiscale e solidale”.
“Ora a rischio, secondo Tripodi, è l’unità stessa dello Stato”.
“La riforma approvata - aggiunge - non farà altro che ampliare gli squilibri interregionali, aumentando il divario nord-sud e penalizzando ancora più il Sud nelle sue scelte. Proprio in questa fase di crisi così delicata che stiamo attraversando, la riforma metterà la parola fine al progresso del Paese che non può non passare, come hanno detto a più riprese anche autorevoli economisti, da un’incisiva politica nazionale di sviluppo e di coesione, finalizzata alla unificazione anche economica tra Mezzogiorno e Centro-Nord”.
“Rimane comunque il fatto - conclude il segretario regionale del PdCI - che quello che si è consumato ieri al Senato è un provvedimento incostituzionale e che, quindi, come tale va impugnato facendo ricorso alla Consulta. Una legge così vergognosa non può passare e come Comunisti Italiani faremo di tutto per mettere con le spalle al muro chi si è macchiato di questo grave abuso di potere. Non staremo certo a guardare. La guerra non è ancora persa, la battaglia è ancora tutta da combattere perchè dalla nostra parte c’è quell’inviolabile diritto rappresentato dalla sovranità popolare”. (AGI)
Il Sud e la Calabria
immolati alla devolution
del volgar Senatur padano
Ce ne accorgeremo...
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