Un convegno organizzato dalla Precettoria squillacese del Sacro Ordine dei Cavalieri Templari.
di Salvatore Taverniti
SQUILLACE - “I mulini di Squillace tra passato e futuro” è stato il tema di un convegno organizzato dalla Precettoria squillacese del Sacro Ordine dei Cavalieri Templari e svoltosi il 25 ottobre a Squillace. Dopo i saluti del Priore di Calabria, Lorenzo Carnevale, il sindaco Guido Rhodio, che è anche studioso del territorio, ha definito i mulini “pezzi dell’archeologia industriale, che vanno tutelati insieme all’habitat in cui insistono”. “Come amministrazione comunale – ha aggiunto Rhodio – abbiamo presentato un progetto per l’istituzione di un parco fluviale, che include la valorizzazione dei mulini e dei relativi percorsi”. Il sindaco ha anche affermato di conservare ancora il ricordo dei mulini funzionanti e delle famiglie che li gestivano. Sull’esperienza dei mulini della valle dello Stilaro ha relazionato Danilo Franco, presidente dell’Associazione calabrese Archeologia Industriale (ACAI); mentre Eugenio Attanasio, presidente della Cineteca della Calabria, ha parlato del film-documento “Nient’altro che acqua”. E’ stato, quindi, presentato e proiettato il cd multimediale sui mulini squillacesi realizzato da Gerardo Settembrino, della Precettoria templare di Squillace: un importante documento sui nove antichi mulini (Alezzi, Alui, Parroncino, Raca, Musca, Sardedha, Maju, Cappedharu e Pigò), di cui si conservano i resti e al cui interno esistono ancora gli arredi. La relazione di base è stata svolta da Angelo Di Lieto, il quale, partendo dall’importanza dell’acqua e compiendo un excursus storico sui mezzi utilizzati per la molitura del grano, si è soffermato sui mulini in Calabria. “Mulini ad acqua o a vento – ha osservato - che non servivano solo per macinare il grano, il riso, l’orzo, ma anche per lavorare nocciole, semi di olio, castagne e per produrre un olio che veniva usato per l’illuminazione”. Di Lieto ha fornito notizie storiche anche sulla costruzione dei mulini, sulla tassa sul macinato, sulla vita dei mugnai (imprenditori dell’epoca ricercati dalle ragazze a scopo matrimoniale), ma anche elementi tecnici sulla composizione degli antichi mulini, ora sostituiti da impianti moderni. “La lenta distruzione dei mulini – ha detto Di Lieto, in conclusione – dimostra l’insensibilità delle autorità che avrebbero dovuto provvedere alla loro conservazione: oggi la ricerca andrebbe fatta su base documentale, ricostruendo dagli atti la composizione, lo scenario, gli ingranaggi e curando anche un buon recupero fotografico”.
A margine del convegno è stata allestita una mostra fotografica degli artisti Nando Castagna, Vincenzo Intieri e Bruno Martello ed è stata esposta l’unica documentazione dell’ultimo mulino a vento di Catanzaro Marina, in un’opera pittorica del maestro Francesco Cristini (1878-1964).
A margine del convegno è stata allestita una mostra fotografica degli artisti Nando Castagna, Vincenzo Intieri e Bruno Martello ed è stata esposta l’unica documentazione dell’ultimo mulino a vento di Catanzaro Marina, in un’opera pittorica del maestro Francesco Cristini (1878-1964).
Immagini del convegno di Squillace
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