Apprendiamo da una nota dell'ASCA che il disastro ambientale di Crotone era stato segnalato all'autorità giudiziaria competente già nel 2005. Una perizia tecnica del prof. Giovanni Sindona, dell'Università della Calabria, aveva denunciato le concentrazioni altissime di sostanze tossiche presenti nell'area inquisita. Perchè intervenire solo adesso? Quali ulteriori danni alla salute dei cittadini deriveranno dal mancato intervento delle Istituzioni?
La Calabria sembra diventata un pozzo degli orrori senza fondo, e quello che si prospetta a Crotone è uno scenario di morte e desolazione. Gravissime le responsabilità delle Istituzioni che dovrebbero tutelare la legalità, promuovere il bene comune e ridare speranza a una regione precipitata in un baratro spaventoso. A quando la rivolta morale dei Calabresi? Scriveva Corrado Alvaro che "i calabresi hanno un senso della fatalità; concepiscono la vita sull'immagine delle loro fiumare che presto o tardi travolgono ogni cosa. «Piegati, albero, ché passa la piena», è un loro motto". E' giunto il tempo che i calabresi smettano di attendere, e si facciano loro stessi "fiumara", per travolgere l'egemonia dei cialtroni che violentano la regione, che spregiano la vita dei suoi figli, che ne uccidono il futuro. La Calabria muore, svegliati Calabria!
Domenico Condito
Domenico Condito
La nota dell'ASCA:
CALABRIA/UNIVERSITA': INTERVENTO GRATUITO SCORIE SCUOLA CROTONE
(ASCA) - Rende (Cs), 1 ott - Il direttore del dipartimento di chimica dell' Università della Calabria, prof. Giovanni Sindona, nell'2005 ha consegnato alle autorità giudiziarie del Tribunale di Crotone una perizia riguardante del materiale recuperato dal sottosuolo, a profondità di pochi decimetri, dell'area attualmente inquisita e oggetto di ampia discussione sulle testate giornalistiche e radiotelevisive, regionali e nazionali. Per il prof. Giovanni Sindona, alla luce dei risultati della perizia, si tratta di un disastro ambientale! A titolo di esempio - dice il docente universitario - lo zinco era presente in 38.000 mg/kg (limite per centro abitato 150); l'arsenico per 190 mg/kg. Anche dopo 16 giorni, il test di rilascio in acqua del materiale repertato, dimostrava valori sempre molto più elevati dei limiti di legge. Le ricerche furono fatte con una metodologia altamente sofisticata e costosa attraverso lo spettrometro di massa con sorgente al plasma dell'Università della Calabria. Infatti presso l'ateneo di Arcavacata esistono unità operative all'avanguardia nel mondo per lo sviluppo di tale metodologie e sono situate sia presso il dipartimento di chimica che presso il dipartimento di scienze della terra. ''Non mi risulta - dichiara il prof. Sindona - che siano state mai sottoposte a controllo le emissioni di sostanze tossiche di natura organica. Nel caso della scuola di Crotone di cui si parla è necessario avviare urgentemente dei prelievi e della analisi. E' necessario anche verificare il trasferimento di metalli pesanti nella catena agroalimentare (latte, vegetali, ecc...). E' necessario, infine, verificare se gli studenti della scuola abbiano riportato contaminazioni da metalli pesanti''. Il prof. Giovanni Sindona, conclude affermando che l'Università della Calabria si offre gratuitamente per predisporre un protocollo di intervento nella diagnosi dell'inquinamento della scuola di Crotone, permettendo di conoscere entro 15 giorni lo stato dell'inquinamento, le metodologie e gli elementi utili in grado di dare in materia delle risposte certe e di tranquillità all'opinione pubblica del territorio crotonese.
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