LAMEZIA TERME - Programmata nel Teatro Umberto di Lamezia Terme, per sabato 25 ottobre, con inizio alle ore 18,00, la presentazione del volume “M’’a sùanu e mm’’a càntu…” del prof. Giovannino Borelli, pubblicato nei giorni scorsi dalle Edizioni Ursini di Catanzaro.
Alla presentazione, a cura del Rotary Club, con l’autore e l’editore, interverranno Massimo Sdanganelli (Presidente del Rotary di Lamezia Terme), G. Battista Scalise (Responsabile culturale dell’Accademia dei Bronzi e delle Edizioni Ursini), S. E. Mons. Antonio Cantafora (Vescovo di Lamezia Terme), Carmelo Carabetta (Docente di Sociologia della Famiglia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Messina), Pasquino Crupi (Critico di letteratura Calabrese e Pro Rettore dell’Università per stranieri di Reggio Calabria).
Voce recitante sarà Raffaella Gigliotti, accompagnata al pianoforte dal maestro Ferruccio Messinese. Intratterrà, con pause musicali e aneddoti sulla poesia dialettale di Giovannino Borelli e di altri autori calabresi, Domenico Bruno Tassone, medico-cantastorie di Spadola.
Nato a Sambiase nel 1962, Giovannino Borelli ha ereditato dal nonno e dal padre la passione per la musica e la poesia. Giovanissimo, ha iniziato lo studio della chitarra classica, conseguendo il diploma presso il Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari. All’attività concertistica abbina quella didattica presso le scuole medie ad indirizzo strumentale.
“Giovannino Borelli - afferma pasquino Crupi - si rivela poeta adulto, solo di tanto in tanto seduto sulle spalle del Padre, che è stato un poeta gigante. Lui, Giovannino, è poeta contemporaneo all’epoca sua, cioè poeta del tempo relativo, come hanno saputo esserlo i grandi poeti in lingua e in lingua dialettale”.
“Presente e passato, passato e presente rotolano di continuo in M’ ‘a sùanu e mm’ a cantu: mai o quasi mai fraterni, sempre in antitesi lontana, senza reciprocante dialettica. Passato e presente, insomma, sono l’uno all’altro termine di paragone, non già due poli della Storia, che preparano un migliore futuro. Sta in questo la novità smagliante della raccolta poetica di Giovannino Borelli. Non conosco nella lunga vicenda della poesia dialettale nessun altro poeta, che, come Giovannino Borelli, sia stato capace di stringere in una sintesi poderosa e prodigiosa le ragioni, liricamente dette, della stagnazione della Calabria, del suo sole nero cui tolgono ombra solo e soltanto i valori spirituali della civiltà contadina, le sue gagliarde feste, la facondia e la fecondità della natura. Il tutto riconvocato dall’orfismo dei versi di Giovannino Borelli, tecnicamente ben costruiti, ritmicamente perfetti, musicalmente compiuti”.
Alla presentazione, a cura del Rotary Club, con l’autore e l’editore, interverranno Massimo Sdanganelli (Presidente del Rotary di Lamezia Terme), G. Battista Scalise (Responsabile culturale dell’Accademia dei Bronzi e delle Edizioni Ursini), S. E. Mons. Antonio Cantafora (Vescovo di Lamezia Terme), Carmelo Carabetta (Docente di Sociologia della Famiglia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Messina), Pasquino Crupi (Critico di letteratura Calabrese e Pro Rettore dell’Università per stranieri di Reggio Calabria).
Voce recitante sarà Raffaella Gigliotti, accompagnata al pianoforte dal maestro Ferruccio Messinese. Intratterrà, con pause musicali e aneddoti sulla poesia dialettale di Giovannino Borelli e di altri autori calabresi, Domenico Bruno Tassone, medico-cantastorie di Spadola.
Nato a Sambiase nel 1962, Giovannino Borelli ha ereditato dal nonno e dal padre la passione per la musica e la poesia. Giovanissimo, ha iniziato lo studio della chitarra classica, conseguendo il diploma presso il Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari. All’attività concertistica abbina quella didattica presso le scuole medie ad indirizzo strumentale.
“Giovannino Borelli - afferma pasquino Crupi - si rivela poeta adulto, solo di tanto in tanto seduto sulle spalle del Padre, che è stato un poeta gigante. Lui, Giovannino, è poeta contemporaneo all’epoca sua, cioè poeta del tempo relativo, come hanno saputo esserlo i grandi poeti in lingua e in lingua dialettale”.
“Presente e passato, passato e presente rotolano di continuo in M’ ‘a sùanu e mm’ a cantu: mai o quasi mai fraterni, sempre in antitesi lontana, senza reciprocante dialettica. Passato e presente, insomma, sono l’uno all’altro termine di paragone, non già due poli della Storia, che preparano un migliore futuro. Sta in questo la novità smagliante della raccolta poetica di Giovannino Borelli. Non conosco nella lunga vicenda della poesia dialettale nessun altro poeta, che, come Giovannino Borelli, sia stato capace di stringere in una sintesi poderosa e prodigiosa le ragioni, liricamente dette, della stagnazione della Calabria, del suo sole nero cui tolgono ombra solo e soltanto i valori spirituali della civiltà contadina, le sue gagliarde feste, la facondia e la fecondità della natura. Il tutto riconvocato dall’orfismo dei versi di Giovannino Borelli, tecnicamente ben costruiti, ritmicamente perfetti, musicalmente compiuti”.
Il prof. Giovannino Borelli, poeta e musicista
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