CATANZARO - “Proteine infiammatorie e sottoclassi immunoglobuliniche nella sindrome metabolica: livelli plasmatici e correlazione con lo stato di insulino-resistenza”: è il titolo di un approfondito studio scientifico di Francesco Ursini, neolaureato con una tesi specifica sull’argomento (110 e lode con le congratulazioni di tutta la Commissione Accademica presieduta dal Preside della Facoltà, prof. Giovambattista De Sarro, relatore il professor Franco Arturi).
Lo studio è stato effettuato con la collaborazione di decine di pazienti afferenti all’ambulatorio di Day Hospital della Cattedra di Medicina Interna, diretta dal chiarissimo professor Giorgio Sesti, dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.
“Scopo del mio lavoro - commenta Ursini - è stato quello di confrontare diversi markers immuno-infiammatori al fine di individuare il migliore indicatore sierico per definire lo stato infiammatorio subclinico che accompagna la Sindrome Metabolica”.
“Il gruppo di studio - spiega - comprendeva 52 soggetti di età compresa tra i 20 e i 70 anni che soddisfacevano i criteri per la diagnosi di Sindrome Metabolica, secondo le linee guida dell’International Diabetes Federation. Il gruppo di controllo comprendeva 65 soggetti, sempre di età compresa tra i 20 e i 70 anni, che presentavano solamente 1 o 2 criteri per la diagnosi di Sindrome Metabolica (obesità centrale, iperglicemia, ipertrigliceridemia, ridotti livelli di HDL, ipertensione arteriosa) e soggetti senza apparente evidenza di qualsivoglia processo patologico”.
“Sono stati esclusi dallo studio i pazienti con attuale o pregressa diagnosi di malattie infettive croniche, malattie neoplastiche, malattie reumatiche o condizioni cliniche maggiori, come insufficienza renale cronica e broncopatia cronica ostruttiva. L’esclusione ha riguardato anche quei pazienti in trattamento collaterale con farmaci che potessero alterare l’equilibrio immuno-infiammatorio e quelli che nelle quattro settimane precedenti avevano manifestato sintomi di patologie infettive anche lievi”.
“I dati ottenuti - continua il dottor Francesco Ursini - evidenziano ancora una volta come nei pazienti con Sindrome Metabolica, clinicamente definita, sia possibile riscontrare uno stato sub-infiammatorio sistemico dell’organismo. Nella nostra casistica, tale infiammazione di basso grado era caratterizzata selettivamente da aumentati livelli di PCR, C3 e C4, rispetto ai pazienti non affetti da Sindrome Metabolica. Tra queste tre proteine, di fase acuta, dai nostri dati emerge chiaramente l’importanza del componente C3 del complemento, che tra l’altro, rappresenta, tra le proteine infiammatorie studiate, quella maggiormente correlata con lo stato di insulino-resistenza caratteristico dei pazienti affetti da Sindrome Metabolica. Non è stato, tuttavia, possibile evidenziare alcuna correlazione significativa tra i livelli di C3 e gli indici di obesità addominale (BMI, circonferenza addome), né con la percentuale di grasso corporeo stimata mediante bioimpedenziometria. Questo potrebbe significare che, almeno per quanto riguarda l’innalzamento subclinico dei livelli di C3, il tessuto adiposo non rappresenta un organo chiave, al contrario di quanto avviene per altre proteine di fase acuta e citochine proinfiammatorie.
Nel complesso, i nostri dati sui valori di C3 concordano con quelli pubblicati su “Diabetes Care” nel 2007, ma hanno il vantaggio di non essere limitati ad una fascia di popolazione anziana, di raffrontare un maggior numero di indici di flogosi e parametri dello status immunologico e di essere stati confermati tramite una metodica che studia in maniera diretta lo stato di insulino-sensibilità, il clamp euglicemico iperinsulinemico. Tali dati pongono quindi le basi per un eventuale ruolo futuro del valore plasmatico di C3 come criterio di definizione della Sindrome Metabolica, al posto del più osannato valore di PCR.
“Altre informazioni interessanti - conclude il dottor Francesco Ursini - sono emerse dallo studio dello stato immunitario dei pazienti affetti da tale sindrome. Nel nostro studio abbiamo evidenziato per la prima volta un aumento significativo dei livelli di IgA e IgG-2 nei pazienti clinicamente affetti ed una importante correlazione inversa tra i livelli circolanti di IgM e lo stato di insulino-resistenza stimato mediante l’indice HOMAR-IR. Alla base di queste alterazioni del profilo immunoglobulinico circolante potrebbe esservi il profondo sovvertimento dell’equilibrio citochinico che si realizza in corso di Sindrome Metabolica e altre condizioni correlate come obesità, diabete mellito e ipertensione arteriosa.
Le alterazioni del profilo immunitario, congiuntamente ad altri fattori, potrebbero in questi pazienti spiegare l’aumentata incidenza di infezioni e patologie autoimmuni organo-specifiche e sistemiche.
Ursini, a conclusione del suo lavoro, ha voluto ringraziare tutti coloro che lo hanno sostenuto nella sua ricerca, ed in particolare: il prof. Giorgio Sesti (“grande esempio di uomo di scienza e di umana disponibilità”); il prof. Franco Arturi (“maestro premuroso, virtuoso e sapiente”); le dottoresse Elena Succurro (“sempre disponibile ad aiutare e ad ascoltare il prossimo”) e Mariarosaria Mancuso (“medico esemplare e donna dal carattere forte e vigoroso”); il prof. Ennio Carbone (“fonte di stimolo intellettuale e di grande crescita professionale”).
Ed ancora i dottori: Alessandro Grembiale, Marina Lugarà; le colleghe Agnese, Vittoria e Fiorella; la caposala Rosaria (“dolce e garbata, professionalmente preparata quanto nessun’altra”); i dottori del reparto di Medicina Interna del Policlinico: Abramo, Naty, Irace, Accoti e Gorgone (“solidi riferimenti per tutti nel momento del dubbio”); tutti i colleghi specializzandi, ed in particolare Teresa Esposito, Ermal Sheaj, Giuseppe Nunziante, Francesco Caruso, Francesco Niutta, Stefano Rudi e Michele Izzo (ormai ex); l’amico e collega Valerio Mazzei e i ricercatori del Laboratorio di Immunologia dei Tumori: Rosanna, Taliub, Cinzia, Ilenia e Kant (ora a Stoccolma).
Un ringraziamento particolare lo ha, infine, rivolto al dottor Mauro Rechichi, già primario del Dipartimento Urgenze-Emergenze del “Pugliese-Ciaccio”.
“Ognuno di noi - ha commentato il dottor Ursini - ha una guida spirituale, un vate che illumina le nostre scelte spalancandoci le porte dell’Arte Medica. La mia guida è stata proprio il dottor Mauro Rechichi perché da adolescente ho imparato ad amare la medicina osservando con ammirazione il suo rischioso e silenzioso lavoro al servizio del prossimo. Frequentando il reparto che dirigeva con grande professionalità, sempre attento a non lasciare nulla di intentato anche quando le speranze erano esili, ho capito che quella sarebbe strada la mia unica possibile strada. Molti dei miei risultati li devo, quindi, esclusivamente a lui. Per sempre”.
Lo studio è stato effettuato con la collaborazione di decine di pazienti afferenti all’ambulatorio di Day Hospital della Cattedra di Medicina Interna, diretta dal chiarissimo professor Giorgio Sesti, dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.
“Scopo del mio lavoro - commenta Ursini - è stato quello di confrontare diversi markers immuno-infiammatori al fine di individuare il migliore indicatore sierico per definire lo stato infiammatorio subclinico che accompagna la Sindrome Metabolica”.
“Il gruppo di studio - spiega - comprendeva 52 soggetti di età compresa tra i 20 e i 70 anni che soddisfacevano i criteri per la diagnosi di Sindrome Metabolica, secondo le linee guida dell’International Diabetes Federation. Il gruppo di controllo comprendeva 65 soggetti, sempre di età compresa tra i 20 e i 70 anni, che presentavano solamente 1 o 2 criteri per la diagnosi di Sindrome Metabolica (obesità centrale, iperglicemia, ipertrigliceridemia, ridotti livelli di HDL, ipertensione arteriosa) e soggetti senza apparente evidenza di qualsivoglia processo patologico”.
“Sono stati esclusi dallo studio i pazienti con attuale o pregressa diagnosi di malattie infettive croniche, malattie neoplastiche, malattie reumatiche o condizioni cliniche maggiori, come insufficienza renale cronica e broncopatia cronica ostruttiva. L’esclusione ha riguardato anche quei pazienti in trattamento collaterale con farmaci che potessero alterare l’equilibrio immuno-infiammatorio e quelli che nelle quattro settimane precedenti avevano manifestato sintomi di patologie infettive anche lievi”.
“I dati ottenuti - continua il dottor Francesco Ursini - evidenziano ancora una volta come nei pazienti con Sindrome Metabolica, clinicamente definita, sia possibile riscontrare uno stato sub-infiammatorio sistemico dell’organismo. Nella nostra casistica, tale infiammazione di basso grado era caratterizzata selettivamente da aumentati livelli di PCR, C3 e C4, rispetto ai pazienti non affetti da Sindrome Metabolica. Tra queste tre proteine, di fase acuta, dai nostri dati emerge chiaramente l’importanza del componente C3 del complemento, che tra l’altro, rappresenta, tra le proteine infiammatorie studiate, quella maggiormente correlata con lo stato di insulino-resistenza caratteristico dei pazienti affetti da Sindrome Metabolica. Non è stato, tuttavia, possibile evidenziare alcuna correlazione significativa tra i livelli di C3 e gli indici di obesità addominale (BMI, circonferenza addome), né con la percentuale di grasso corporeo stimata mediante bioimpedenziometria. Questo potrebbe significare che, almeno per quanto riguarda l’innalzamento subclinico dei livelli di C3, il tessuto adiposo non rappresenta un organo chiave, al contrario di quanto avviene per altre proteine di fase acuta e citochine proinfiammatorie.
Nel complesso, i nostri dati sui valori di C3 concordano con quelli pubblicati su “Diabetes Care” nel 2007, ma hanno il vantaggio di non essere limitati ad una fascia di popolazione anziana, di raffrontare un maggior numero di indici di flogosi e parametri dello status immunologico e di essere stati confermati tramite una metodica che studia in maniera diretta lo stato di insulino-sensibilità, il clamp euglicemico iperinsulinemico. Tali dati pongono quindi le basi per un eventuale ruolo futuro del valore plasmatico di C3 come criterio di definizione della Sindrome Metabolica, al posto del più osannato valore di PCR.
“Altre informazioni interessanti - conclude il dottor Francesco Ursini - sono emerse dallo studio dello stato immunitario dei pazienti affetti da tale sindrome. Nel nostro studio abbiamo evidenziato per la prima volta un aumento significativo dei livelli di IgA e IgG-2 nei pazienti clinicamente affetti ed una importante correlazione inversa tra i livelli circolanti di IgM e lo stato di insulino-resistenza stimato mediante l’indice HOMAR-IR. Alla base di queste alterazioni del profilo immunoglobulinico circolante potrebbe esservi il profondo sovvertimento dell’equilibrio citochinico che si realizza in corso di Sindrome Metabolica e altre condizioni correlate come obesità, diabete mellito e ipertensione arteriosa.
Le alterazioni del profilo immunitario, congiuntamente ad altri fattori, potrebbero in questi pazienti spiegare l’aumentata incidenza di infezioni e patologie autoimmuni organo-specifiche e sistemiche.
Ursini, a conclusione del suo lavoro, ha voluto ringraziare tutti coloro che lo hanno sostenuto nella sua ricerca, ed in particolare: il prof. Giorgio Sesti (“grande esempio di uomo di scienza e di umana disponibilità”); il prof. Franco Arturi (“maestro premuroso, virtuoso e sapiente”); le dottoresse Elena Succurro (“sempre disponibile ad aiutare e ad ascoltare il prossimo”) e Mariarosaria Mancuso (“medico esemplare e donna dal carattere forte e vigoroso”); il prof. Ennio Carbone (“fonte di stimolo intellettuale e di grande crescita professionale”).
Ed ancora i dottori: Alessandro Grembiale, Marina Lugarà; le colleghe Agnese, Vittoria e Fiorella; la caposala Rosaria (“dolce e garbata, professionalmente preparata quanto nessun’altra”); i dottori del reparto di Medicina Interna del Policlinico: Abramo, Naty, Irace, Accoti e Gorgone (“solidi riferimenti per tutti nel momento del dubbio”); tutti i colleghi specializzandi, ed in particolare Teresa Esposito, Ermal Sheaj, Giuseppe Nunziante, Francesco Caruso, Francesco Niutta, Stefano Rudi e Michele Izzo (ormai ex); l’amico e collega Valerio Mazzei e i ricercatori del Laboratorio di Immunologia dei Tumori: Rosanna, Taliub, Cinzia, Ilenia e Kant (ora a Stoccolma).
Un ringraziamento particolare lo ha, infine, rivolto al dottor Mauro Rechichi, già primario del Dipartimento Urgenze-Emergenze del “Pugliese-Ciaccio”.
“Ognuno di noi - ha commentato il dottor Ursini - ha una guida spirituale, un vate che illumina le nostre scelte spalancandoci le porte dell’Arte Medica. La mia guida è stata proprio il dottor Mauro Rechichi perché da adolescente ho imparato ad amare la medicina osservando con ammirazione il suo rischioso e silenzioso lavoro al servizio del prossimo. Frequentando il reparto che dirigeva con grande professionalità, sempre attento a non lasciare nulla di intentato anche quando le speranze erano esili, ho capito che quella sarebbe strada la mia unica possibile strada. Molti dei miei risultati li devo, quindi, esclusivamente a lui. Per sempre”.
Il neo-laureato Francesco Ursini con il professore Franco Arturi
Francesco Ursini illustra il suo lavoro alla Commissione accademica
Al neo-dottore Francesco Ursini
le più vive felicitazioni
di “Utopie Calabresi”
le più vive felicitazioni
di “Utopie Calabresi”
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