lunedì 27 ottobre 2008

DECRETO GELMINI, le dichiarazioni di COSSIGA: "Massacrare i manifestanti senza pietà!"

Il 22 ottobre 2008, il Presidente emerito e Senatore a vita Francesco Cossiga ha rilasciato un'intervista al “Quotidiano.net Il Giorno il Resto del Carlino La Nazione”, in cui consiglia al Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, l'uso della forza contro i manifestanti che contestano il Decreto Gelmini. Le dichiarazioni di Cossiga sono state discusse in Parlamento dalla Senatrice Donatella PORETTI (Partito Democratico).

Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 076 del 23/10/2008

PORETTI (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell’intervento che avevo preparato avrei voluto parlare del maestro unico, argomento che, peraltro, non scandalizza noi radicali avendo a suo tempo raccolto le firme. Certo, forse non era proprio quello che molti di voi intendono, l’educatore che dà anche le bacchettate sulle mani. Avrei voluto poi parlare dell’ora di religione, del tempo pieno e di tanti altri temi, ma spero di averne l’occasione quando discuteremo gli emendamenti e gli ordini del giorno presentati.

Credo che dopo le dichiarazioni di ieri del Presidente del Consiglio, la priorità sia diversa. Il rischio di fornire la risposta sbagliata non solo alle esigenze della scuola, ma anche alle iniziative che sono in corso nelle scuole mi sembra la priorità.

Un componente illustre di quest’Assemblea, il presidente emerito e senatore a vita Francesco Cossiga, suggerisce una risposta. Ce la suggerisce oggi attraverso un’intervista a “Quotidiano.net Il Giorno il Resto del Carlino La Nazione” e credo che non possiamo ignorare la gravità di queste parole e di questo intervento. Il titolo dell’intervista è: «Bisogna fermarli, anche il terrorismo partì dagli atenei».

Il testo è il seguente: «Presidente Cossiga, pensa che minacciando l’uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato? “Dipende, se ritiene d’essere il Presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l’Italia è uno Stato debole, e all’opposizione non c’è il granitico PCI ma l’evanescente PD, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia”. Quali fatti dovrebbero seguire? “Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero Ministro dell’interno”». Giorgiana Masi?

«Ossia? “In primo luogo, lasciar perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito…”. Gli universitari, invece? “Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città”». Quello che è ritratto nelle fotografie di quella manifestazione dove è rimasta uccisa Giorgiana Masi? Quello con la maglia a strisce? Questi agenti devono essere pronti a tutto?

«“Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri” . Nel senso che… “Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano”. Anche i docenti? “Soprattutto i docenti”. Presidente, il suo è un paradosso, no? “Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!”. E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? “In Italia torna il fascismo”, direbbero. “Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio”. Quale incendio? “Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese”».

Non so se il senatore a vita, emerito Presidente della Repubblica, intende intervenire in quest’Aula e proporci questa ricetta, casomai discutiamone e parliamone, discutetene anche voi della maggioranza e del Governo: è questa la ricetta? Sono questi i suggerimenti che vogliamo dare al Ministro dell’interno? Giorgiana Masi? Alla Camera è stata già depositata, e la presenteremo in questi giorni anche al Senato, la richiesta di una Commissione d’inchiesta sui fatti che portarono alla morte di Giorgiana Masi.

Chiudo con un appello agli studenti: a queste provocazioni occorre rispondere in un unico modo, praticando la non violenza. (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Li Gotti).

PRESIDENTE. Grazie, senatrice Poretti, anche per il suo appello finale.

È iscritto a parlare il senatore Sibilia. Ne ha facoltà.

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