Di seguito il comunicato stampa del coordinatore di Fare Ambiente Calabria, l’avvocato amanteano Antonio Iaconetti (nella foto), sulla situazione “dei veleni di Crotone”, con la rivelazione di risvolti inquietanti...
Ringraziamo Amantea.net, con cui continua la proficua collaborazione, per averci fornito il testo.
A Crotone ma forse, sarebbe meglio dire in Calabria, ci avvelenano,e tutti tacciono e nessuno si muove.
Una terra mortificata e rassegnata dove nessuno sembra oramai indignarsi.
E le istituzioni, quelle sempre in prima fila quando devono difendere i propri interessi di casta cosa hanno fatto sino ad ora ?
Dei veleni di Crotone, della catastrofe ambientale tutti sapevano, sia ai massimi livelli giudiziari che istituzionali, almeno dal 1999 quando l’allora Procuratore della Repubblica commissionò all’ENEA degli accertamenti al fine di verificare se rifiuti di tipo “speciale” venissero smaltiti senza alcun trattamento .
La reazione dei tecnici, appena misero in funzione i loro strumenti di rilevazione della radioattività fu: “scapparono via come se avessero avuto il peperoncino nel sedere”, questo riferì il Procuratore.
Ed ancora, arriviamo al 2003.
Da una relazione riservatissima prodotta dal Prefetto dell’epoca si apprende che “la Pertusola ha causato un elevato inquinamento a tutta la zona che, uno studio commissionato ad istituzioni universitarie dall’Alto Commissariato per i Rifiuti, ha definito altissimo”.
E conclude il Prefetto , “per fortuna la notizia non si è propagata, perché in caso contrario si sarebbe determinata, a mio avviso, una situazione pericolosa per l’ordine pubblico”.
Nel frangente si è continuato a coltivare le colline, a pescare ed immettere nella catena alimentare pesce all’arsenico, a bere e utilizzare acqua allo zinco senza che nessuno prendesse dei provvedimenti per l’unica cosa ovvia e sensata da fare: la tutela della salute pubblica.
Si è permesso invece di impastare rifiuti tossici con il cemento con il quale hanno poi costruito scuole elementari.
Hanno lasciato che con quel materiale si costruisse il porto, ponti e viadotti, piazzali attrezzati, caserme e piste ciclabili, le strade ed i palazzi dove la gente è morta e continua a morire di tumore, ad ammalarsi di leucemia, a subire alterazioni geniche e del metabolismo e malformazioni di vario genere.
Ci troviamo dinnanzi ad un disastro ambientale di proporzioni immani, una situazione che in molti conoscevano ma hanno preferito tacere e chi doveva agire per assicurare i responsabili alla giustizia nonché impedire che il reato venisse portato ad ulteriori conseguenze, ha taciuto e non ha agito così facendo si è reso complice della catastrofe.
Anche Goletta verde, che ogni anno fa il giro turistico dei nostri mari, con i soldi dei contribuenti, ricevendo sovvenzioni dal Ministero dell’Ambiente, si apprende dal suo sito internet, “ogni anno effettua il periplo della nostra penisola avvistando abusi e illeciti” e sulle acque del mare crotonese ha affermato che : “Quattro i punti campionati in provincia di Crotone, compresa la foce del fiume Neto: tutti entro i limiti di legge, fa eccezione la foce del fiume che risulta leggermente inquinato”.
Solo un leggero inquinamento alla foce del Neto, tutto il resto nei limiti di legge !!!!
Mi chiedo che tipo di analisi facciano !!!
Fiduciosi attendiamo risposte.
Crotone, fondata dagli Achei, con millenni di storia alle spalle, centro della Scuola Pitagorica, meritava E MERITA maggior rispetto.
Siamo convinti che ci vuole un’azione incisiva che eviti che al danno si associ la beffa e, al fine di dimostrare che vi sia un nesso di causalità, che lega le morti da tumore e l’insorgere di gravi patologie alla presenza di quei rifiuti tossici, CHIEDIAMO, come Fare Ambiente l’ istituzione, senza indugio, di un registro dei tumori al fine di confrontare il tasso d’incidenza negli ultimi dieci anni con quelli del decennio precedente, così da poter certificare una variazione statistica significativa.
Naturalmente, Fare Ambiente si costituirà parte civile nell’istaurando procedimento penale al fine di ottenere giustizia e tutela di un interesse giuridicamente rilevante che consiste in un’offesa della persona nella sua dimensione individuale e sociale, intesa, cioè, come lesione del diritto fondamentale, ed a rilevanza costituzionale, ad un ambiente salubre, quale elemento integrante della personalità umana.
Al Governo della Repubblica si chiede un intervento radicale al fine di affrontare in modo risoluto la problematica con l’istituzione di una superprocura contro i reati legati ai rifiuti che abbia competenza non solo sul Crotonese ma su tutto il territorio Calabrese.
E’ infatti necessario unificare, così come si è fatto a Napoli, le competenze in materia per evitare che singoli magistrati possano ostacolare o comunque rallentare, così come è stato fatto sino ad oggi, una vigorosa e si spera risolutiva azione di contrasto alle eco-mafie.Una Superprocura in grado di accorpare e trattare in maniera unitaria tutte le inchieste che riguardano i reati legati all’ambiente:
- dall’ affondamento nel maggio del 1979 della nave ARGO, colata a picco al largo di Locri e contenente 900 tonnellate di solfato ammonico;
- l’ affondata nel mar tirreno sulle coste calabresi nell’ottobre 1986, della nave “Mikigan”, contenete granulato di marmo;
- l’ affondamento nel settembre del 1987, a 50 km a sud di Reggio Calabria della nave “Rigel”, contenente probabilmente rifiuti, nave nel cui diario di bordo fu rinvenuto una copia del certificato di morte di Ilaria Alpi, la giornalista RAI misteriosamente uccisa il 20 marzo 1994 a Mogadiscio assieme al giornalista Miran Hrovatin: i due erano venuti a conoscenza di uno strano traffico di rifiuti tossici tra Italia e Somalia e per questo “fatti fuori” (???)
- affondamento nel dicembre del 1988, nello Ionio meridionale della nave “Four Star I” , contenente sostanze tossiche;
- Spiaggiamento della nave Jolly Rosso avvenuto il 14.12.1990, in Loc. Formiciche del Comune di Amantea (CS), contenente, si presume, rifiuti tossici, e\o radioattivi e tante altre ancora.
E non sono pochi i casi di tumore in tutta la Calabria. Secondo dati del Ministero della Sanità, in Calabria nell’ultimo triennio i casi di tumore sono stati ben 6338, di cui 2154 uomini e 1324 donne. Di questi sono deceduti il 62% degli uomini ed il 46% delle donne.
Per ciò, ci attendiamo dal Presidente del Consiglio dei Ministri un’azione rapida ed ancor più forte di quella che c’ è stata in Campania, un’azione che riscatti le omissioni del passato e faccia sentire questa terra come parte di quello stato che oggi tutti noi sentiamo sempre più lontano.
Crotone e la Calabria si aspettano un intervento che ponga fine ad un’emergenza che persiste da anni, e la possibilità di fare chiarezza su tante inchieste che riguardano traffici di rifiuti pericolosissimi, finite nel nulla e provvedendo, nel contempo a censire e bonificare le aree contaminate.
Una terra mortificata e rassegnata dove nessuno sembra oramai indignarsi.
E le istituzioni, quelle sempre in prima fila quando devono difendere i propri interessi di casta cosa hanno fatto sino ad ora ?
Dei veleni di Crotone, della catastrofe ambientale tutti sapevano, sia ai massimi livelli giudiziari che istituzionali, almeno dal 1999 quando l’allora Procuratore della Repubblica commissionò all’ENEA degli accertamenti al fine di verificare se rifiuti di tipo “speciale” venissero smaltiti senza alcun trattamento .
La reazione dei tecnici, appena misero in funzione i loro strumenti di rilevazione della radioattività fu: “scapparono via come se avessero avuto il peperoncino nel sedere”, questo riferì il Procuratore.
Ed ancora, arriviamo al 2003.
Da una relazione riservatissima prodotta dal Prefetto dell’epoca si apprende che “la Pertusola ha causato un elevato inquinamento a tutta la zona che, uno studio commissionato ad istituzioni universitarie dall’Alto Commissariato per i Rifiuti, ha definito altissimo”.
E conclude il Prefetto , “per fortuna la notizia non si è propagata, perché in caso contrario si sarebbe determinata, a mio avviso, una situazione pericolosa per l’ordine pubblico”.
Nel frangente si è continuato a coltivare le colline, a pescare ed immettere nella catena alimentare pesce all’arsenico, a bere e utilizzare acqua allo zinco senza che nessuno prendesse dei provvedimenti per l’unica cosa ovvia e sensata da fare: la tutela della salute pubblica.
Si è permesso invece di impastare rifiuti tossici con il cemento con il quale hanno poi costruito scuole elementari.
Hanno lasciato che con quel materiale si costruisse il porto, ponti e viadotti, piazzali attrezzati, caserme e piste ciclabili, le strade ed i palazzi dove la gente è morta e continua a morire di tumore, ad ammalarsi di leucemia, a subire alterazioni geniche e del metabolismo e malformazioni di vario genere.
Ci troviamo dinnanzi ad un disastro ambientale di proporzioni immani, una situazione che in molti conoscevano ma hanno preferito tacere e chi doveva agire per assicurare i responsabili alla giustizia nonché impedire che il reato venisse portato ad ulteriori conseguenze, ha taciuto e non ha agito così facendo si è reso complice della catastrofe.
Anche Goletta verde, che ogni anno fa il giro turistico dei nostri mari, con i soldi dei contribuenti, ricevendo sovvenzioni dal Ministero dell’Ambiente, si apprende dal suo sito internet, “ogni anno effettua il periplo della nostra penisola avvistando abusi e illeciti” e sulle acque del mare crotonese ha affermato che : “Quattro i punti campionati in provincia di Crotone, compresa la foce del fiume Neto: tutti entro i limiti di legge, fa eccezione la foce del fiume che risulta leggermente inquinato”.
Solo un leggero inquinamento alla foce del Neto, tutto il resto nei limiti di legge !!!!
Mi chiedo che tipo di analisi facciano !!!
Fiduciosi attendiamo risposte.
Crotone, fondata dagli Achei, con millenni di storia alle spalle, centro della Scuola Pitagorica, meritava E MERITA maggior rispetto.
Siamo convinti che ci vuole un’azione incisiva che eviti che al danno si associ la beffa e, al fine di dimostrare che vi sia un nesso di causalità, che lega le morti da tumore e l’insorgere di gravi patologie alla presenza di quei rifiuti tossici, CHIEDIAMO, come Fare Ambiente l’ istituzione, senza indugio, di un registro dei tumori al fine di confrontare il tasso d’incidenza negli ultimi dieci anni con quelli del decennio precedente, così da poter certificare una variazione statistica significativa.
Naturalmente, Fare Ambiente si costituirà parte civile nell’istaurando procedimento penale al fine di ottenere giustizia e tutela di un interesse giuridicamente rilevante che consiste in un’offesa della persona nella sua dimensione individuale e sociale, intesa, cioè, come lesione del diritto fondamentale, ed a rilevanza costituzionale, ad un ambiente salubre, quale elemento integrante della personalità umana.
Al Governo della Repubblica si chiede un intervento radicale al fine di affrontare in modo risoluto la problematica con l’istituzione di una superprocura contro i reati legati ai rifiuti che abbia competenza non solo sul Crotonese ma su tutto il territorio Calabrese.
E’ infatti necessario unificare, così come si è fatto a Napoli, le competenze in materia per evitare che singoli magistrati possano ostacolare o comunque rallentare, così come è stato fatto sino ad oggi, una vigorosa e si spera risolutiva azione di contrasto alle eco-mafie.Una Superprocura in grado di accorpare e trattare in maniera unitaria tutte le inchieste che riguardano i reati legati all’ambiente:
- dall’ affondamento nel maggio del 1979 della nave ARGO, colata a picco al largo di Locri e contenente 900 tonnellate di solfato ammonico;
- l’ affondata nel mar tirreno sulle coste calabresi nell’ottobre 1986, della nave “Mikigan”, contenete granulato di marmo;
- l’ affondamento nel settembre del 1987, a 50 km a sud di Reggio Calabria della nave “Rigel”, contenente probabilmente rifiuti, nave nel cui diario di bordo fu rinvenuto una copia del certificato di morte di Ilaria Alpi, la giornalista RAI misteriosamente uccisa il 20 marzo 1994 a Mogadiscio assieme al giornalista Miran Hrovatin: i due erano venuti a conoscenza di uno strano traffico di rifiuti tossici tra Italia e Somalia e per questo “fatti fuori” (???)
- affondamento nel dicembre del 1988, nello Ionio meridionale della nave “Four Star I” , contenente sostanze tossiche;
- Spiaggiamento della nave Jolly Rosso avvenuto il 14.12.1990, in Loc. Formiciche del Comune di Amantea (CS), contenente, si presume, rifiuti tossici, e\o radioattivi e tante altre ancora.
E non sono pochi i casi di tumore in tutta la Calabria. Secondo dati del Ministero della Sanità, in Calabria nell’ultimo triennio i casi di tumore sono stati ben 6338, di cui 2154 uomini e 1324 donne. Di questi sono deceduti il 62% degli uomini ed il 46% delle donne.
Per ciò, ci attendiamo dal Presidente del Consiglio dei Ministri un’azione rapida ed ancor più forte di quella che c’ è stata in Campania, un’azione che riscatti le omissioni del passato e faccia sentire questa terra come parte di quello stato che oggi tutti noi sentiamo sempre più lontano.
Crotone e la Calabria si aspettano un intervento che ponga fine ad un’emergenza che persiste da anni, e la possibilità di fare chiarezza su tante inchieste che riguardano traffici di rifiuti pericolosissimi, finite nel nulla e provvedendo, nel contempo a censire e bonificare le aree contaminate.
La Calabria ed i Calabresi aspettano.
San Fili, 07.10.2008
Il Coordinatore di Fare Ambiente Calabria
Avv. Antonio Iaconetti
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