PER IL BENE DELLA SCUOLA E DEL PAESE
Continua la campagna di FAMIGLIA CRISTIANA, il più importante settimanale cattolico italiano, contro il DECRETO GELMINI. Di recente, intervenendo nel dibattito che attraversa tutto il paese, aveva definito "classi ghetto" le "classi ponte" volute dalla Lega.
"La Lega cavalca l’onda e va all’arrembaggio dell’immigrato. La 'fantasia padana' - scriveva FAMIGLIA CRISTIANA - non ha più limiti, né pudore. Prima le impronte ai rom, poi il permesso a punti e i 200 euro per il rinnovo, poi l’impedimento dei ricongiungimenti familiari, e ora una mozione, avanzata a sera tardi in Parlamento, per le classi differenziali, col pretesto di insegnare l’italiano agli stranieri. Il problema dell’inserimento degli stranieri a scuola è reale, ma le risposte sono 'criptorazziste', non di integrazione".
Questa settimana ancora una durissima presa di posizione di FAMIGLIA CRISTIANA contro il DECRETO GELMINI. ''Non chiamiamo riforma un semplice taglio di spesa'' è il titolo dell'editoriale del settimanale cattolico, nel numero in edicola. ''Nel mirino c'è una legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura è roboante: 'Riforma della scuola'; più prosaicamente 'contenimento della spesa', a colpi di decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti. Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, s'abbozza una farsa di dialogo. Il bene della scuola (ma anche del Paese) richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini. Per senso di responsabilità'' scrive il settimanale, che continua: ''Un Paese che guarda al futuro investe nella scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa, eliminando sprechi, privilegi e 'baronie', nonchè le 'allegre e disinvolte gestioni'''.
I ''tagli annunciati'', si legge nel settimanale, ''sono pesanti'': all'università arriveranno 467 milioni di euro in meno. Nei prossimi cinque anni il Fondo di finanziamento si ridurrà del 10 per cento. Solo il 20 per cento dei professori che andranno in pensione verrà sostituito. Come dire: porte chiuse all'università per le nuove generazioni''. La conclusione è amarissima: ''Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perchè non per la scuola? Si richiedono sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano intatti. Quando una Finanziaria s'approva in nove minuti e mezzo; quando, furtivamente, si infilano emendamenti rilevanti tra le pieghe di decreti legge, il Parlamento si squalifica''.
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